«Riduzione dei contributi, la biblioteca Oriani a rischio chiusura»

Il grido d’allarme del direttore: «Solo il Comune ha mantenuto
i fondi». Nel 2014 27.380 utenti. Nel personale sei addetti

«Se non ci sarà un’inversione di tendenza è a rischio il futuro della Fondazione Oriani e quindi della biblioteca Oriani stessa». Il grido di allarme di Alessandro Luparini, direttore della Fondazione e della biblioteca di storia contemporanea di via Corrado Ricci (vedi dettaglio in fondo all’articolo), è senza precedenti e non lascia molto spazio a interpretazioni. Il tutto nasce da un bilancio di previsione per il 2015 in passivo rispetto a un conto economico di poco più di 480mila euro, in costante calo negli ultimi anni.

Direttore, la biblioteca è un patrimonio della città del cui valore nessuno può aver dubbi. Come si è arrivati a una situazione così preoccupante?
«Al venir meno, già da qualche anno, di ogni contribuzione da parte della Provincia, si sono aggiunti negli ultimi mesi l’azzeramento del contributo erogato dalla Camera di Commercio e il fortissimo ridimensionamento dei contributi da parte delle fondazioni bancarie come conseguenza obbligata della stretta fiscale decisa dal Governo sulle fondazioni stesse; un provvedimento che in generale ha avuto ricadute deleterie sull’intero comparto della cultura in Italia. Fortunatamente il Comune di Ravenna, nonostante le ben note difficoltà di cassa, ha mantenuto inalterato il proprio contributo, dando prova di grande attenzione e sensibilità nei confronti di chi quotidianamente opera nel settore dei servizi culturali. Ciò, tuttavia, non basta a garantire il futuro della nostra Fondazione, che, oltre alle spese di funzionamento della Biblioteca, deve fare fronte a quelle legate alla conservazione della Casa museo Il Cardello di Casola Valsenio, la cui gestione fa parte integrante della sua mission statutaria. Nessuna spending review potrà essere senza conseguenze rispetto ai servizi oggi erogati».

Quali risparmi avete in mente di effettuare?
«Abbiamo già dimezzato il budget per l’acquisto di libri che passerà da circa 40mila a 20mila euro l’anno. E saremo forse costretti, dall’autunno, a rinunciare almeno in parte all’apertura serale delle sale dell’emeroteca, del cui funzionamento ci facciamo carico al pomeriggio e alla sera (per un costo complessivo di circa 30mila euro l’anno mentre l’apertura mattutina è gestita dal personale della Classense, ndr). Una decisione, quest’ultima, dovuta a un volume di costi non più sostenibile, non certo a una volontà di disimpegno da parte dell’Oriani, che del resto, a fine 2014, ha messo a disposizione del pubblico tre nuove sale dell’emeroteca. Ma il personale è già al minimo, è impossibile ridurlo di più».

Di quante persone parliamo?
«Sei in tutto, me compreso, che ho funzioni di direttore, ma sono un dipendente. Ci sono inoltre quattro bibliotecari e un amministrativo. Alla Fondazione fa capo inoltre il Centro per il Dialetto Romagnolo, una realtà che, dalla sua inaugurazione nel 2008, grazie all’impegno di Cristina Ghirardini, ha portato avanti attività di grandissimo rilievo nel campo della ricerca etnografica, dialettologica, etnomusicologica in Romagna, collaborando con prestigiose istituzioni italiane ed europee e la cui stessa sopravvivenza è a rischio».

Quanti utenti conta l’Oriani all’anno?
«In un anno la Biblioteca effettua circa 20mila tra prestiti esterni, prestiti interbibliotecari e consultazioni interne. L’ultimo dato registrato è di 27.380 utenti annui».

Sono numeri molto alti per una biblioteca specialistica di una città di provincia…
«Sì, perché, come sanno bene i ravennati, la biblioteca Oriani non è solo un centro di studi altamente qualificato, ma uno spazio aperto: ogni giorno, da anni, sono tantissimi gli studenti che frequentano le sale studio. Inoltre, siamo attivi nel campo della promozione alla lettura, come nel caso degli open-day legati alla campagna nazionale “Il Maggio dei Libri” e poi organizziamo svariate iniziative: presentazioni di volumi, seminari, convegni di studio, mostre, anche in collaborazione con altre istituzioni culturali e con la sede di Ravenna dell’Università di Bologna. Credo di poter dire che siamo un punto di riferimento per molti, in città».

LA FONDAZIONE: DAL CARDELLO ALLA BIBLIOTECA. L’attuale Fondazione Casa di Oriani, è nata nel 2003 come trasformazione giuridica e ideale continuazione dell’Ente Casa di Oriani. Quest’ultimo era stato istituito con regio decreto legge nell’aprile 1927 per ricordare la figura e l’opera dello scrittore Alfredo Oriani (Faenza 22 agosto 1852-Casola Valsenio 18 ottobre1909), gestire la sua casa a Casola Valsenio (il cosiddetto “Cardello”), poi trasformata in Casa-Museo, e patrocinare la creazione di una biblioteca di storia contemporanea. Sono soci fondatori della Fondazione il Comune di Ravenna, la Provincia di Ravenna, la Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e la Fondazione del Monte.

LA BIBLIOTECA: 200MILA VOLUMI E MOLTI FONDI SPECIALI TRA CUI QUELLO MUSSOLINI. La Biblioteca di Storia Contemporanea “Alfredo Oriani”, emanazione diretta della Fondazione Casa di Oriani, costituisce una eccellenza del panorama culturale ravennate. Nata nel 1927 come Biblioteca “Mussolini”, è oggi nel proprio ambito un istituto fra i più rinomati in Europa, specializzato in storia contemporanea e studi politici e sociali. Ad essa fanno capo, tra l’altro, la rivista di storia contemporanea «Memoria e Ricerca», giunta al ventiduesimo anno di vita, una delle maggiori testate italiane del settore, e l’annale di studi romagnoli «I Quaderni del Cardello». L’attuale patrimonio librario della Biblioteca consta di circa 200mila volumi più 1.200 periodici liberamente consultabili presso la vicina Emeroteca di Casa Farini gestita d’intesa con l’Istituzione Biblioteca Classense. Tra i molti fondi speciali, merita una menzione particolare quello della ex Biblioteca “Mussolini”, un patrimonio unico nel suo genere al quale hanno attinto tutti i principali storici del fascismo, che recentemente, dopo anni in cui era rimasto escluso dalla consultazione, è stato riordinato e messo di nuovo a disposizione della comunità scientifica italiana e internazionale.

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