Il direttore del Museo delle Cappuccine: «L’incisione è arte privata e libera»

Parla Diego Galizzi del centro culturale di Bagnacavallo che ha riportato “a casa” la Madonna del Patrocinio di Albrecht Dürer, la cui mostra al momento in corso punta a superare le 15mila presenze

Galizzi Museo CappuccineSe c’è un esempio di come un piccolo centro possa ritagliarsi uno spazio nazionale puntando sulle proprie vocazioni e senza scimmiottare chi ha più mezzi a disposizione, quello è Bagnacavallo, con il suo Museo delle Cappuccine.
Solo per citare gli ultimi anni, qui sono state realizzate (oltre ad altre attività espositive e laboratori) monografiche di incisioni su Marc Chagall, Goya, Max Klinger ed è attualmente in corso quella su Albrecht Dürer, che ha visto anche il ritorno a “casa” della Madonna del Patrocinio.
Cominciamo da qui la chiacchierata con Diego Galizzi, direttore del Museo e co-curatore di queste mostre.

Galizzi, che emozione è stata riaccogliere il dipinto di Dürer?
«L’emozione, quando è arrivata, alla sola presenza della stampa, è stata grandissima. I fotografi scattavano ma si è creato un momento di di silenzio sospeso, era evidentemente un evento importante. Personalmente, poi, ho visto materializzarsi un anno e mezzo di lavoro così come l’avevamo voluto, nonostante tantissimi ostacoli. L’idea di riportare qui il dipinto che in realtà non era mai stato visto dai bagnacavallesi (era infatti custodito fino a 50 anni fa nel convento delle suore di clausura, non visibile alla cittadinanza, prima di essere venduto, ndr)».

Come è nata l’operazione? Siete partiti dall’idea della mostra di incisioni o del rientro della Madonna?
«È nata insieme, in occasione dei 50 anni dall’addio della tavoletta da Bagnacavallo. Ne ho parlato con l’Amministrazione spiegando che si trattava di mostrare un cambio di mentalità, di giocare in una categoria superiore, si trattava insomma di fare una partita da Champions League, non più da campionato. Questo è stato capito e così abbiamo lavorato: come una grande squadra, affrontando un grande carico di lavoro e stress. E alla fine è andato tutto bene e anche la fondazione Magnani-Rocca (in provincia di Parma, ndr), da cui arriva il prestito, è stata soddisfatta per come abbiamo allestito, dando all’evento l’importanza che ha»,

A prescindere dalla Madonna del Patrocinio, la mostra di incisioni di Dürer stava andando già molto bene, superando i numeri anche delle mostre precedenti, è esatto?
«Sì, con Goya siamo arrivati a 12.700 presenze, prima dell’arrivo della Madonna con Dürer avevamo già superato i 13.500 visitatori, contiamo quindi di superare soglia 15mila».

Le mostre sono tutte a ingresso libero. Come contate le presenze?
«Grazie al servizio di guardiania del bookshop che tiene nota degli ingressi».

Senza biglietti non avete nemmeno entrate, come sono ripartiti i costi di questa operazione?
«In realtà gli introiti ci sono e sono quelli del bookshop, con Dürer poi abbiamo avuto un aumento esponenziale. In questo momento è in ristampa il catalogo perché le mille copie della prima tiratura sono andate esaurite. Ci siamo resi conto che il biglietto gratuito spesso incoraggia le persone ad acquistare il catalogo. Poi abbiamo sponsor importanti e abbiamo usufruito anche dell’Art Bonus, quindi la spesa per l’Amministrazione si è ridotta rispetto al budget complessivo dell’operazione (per le cifre vedi box sotto, ndr). In generale, poi, ci tengo a dire che l’impiego delle risorse è sempre molto oculato e che facciamo moltissimo internamente, a cominciare dalla curatela, avvalendoci degli esterni solo per ciò che è inevitabile».

Durer Madonna Del PatrocinioLa curatela è interna ed è forte un’impronta che lega le mostre degli ultimi anni…
«Diciamo che abbiamo affrontato artisti che hanno usato l’incisione come loro linguaggio primario, quando invece spesso viene considerato un linguaggio di serie B rispetto alla pittura. Ma se vuoi davvero conoscere Goya devi guardare le sue incisioni, perché qui poteva esprimere il suo bagaglio di sentire interiore a differenza di quanto poteva fare come pittore di corte dove aveva committenti vincolanti. In generale, l’incisione è un linguaggio più libero a cui l’artista affida il suo messaggio più autentico perché va direttamente sul mercato, è arte “privata” e quindi non segue le regole e i divieti propri di un’arte a fruizione pubblica, come la pittura».

Quindi che tipo di pubblico viene a visitare queste mostre? Che grado di specializzazione ha?
«Siamo soddisfatti perché il pubblico è doppio. Da un lato c’è quello del territorio che ha imparato a conoscerci e si “fida” della nostra proposta. Dall’altra ci sono conoscitori di questa tecnica che si muovono da tutta Italia e in questo modo conoscono Bagnacavallo».

Cosa c’è in cantiere per il 2020 e, soprattutto, parteciperete in qualche modo alle celebrazioni per i 700 anni della morte di Dante?
«Per ora siamo ancora troppo concentrati su Dürer. Ci sono idee, ma ancora nulla che possa anticipare. E per quanto riguarda le celebrazioni dantesche, da parte nostra c’è la massima disponibilità a ragionarne, insieme anche a tutta l’Amministrazione di Bagnacavallo, credo sarebbe auspicabile. Anche perché il materiale non mancherebbe…».

Il budget del museo: bookshop, sponsor e Art Bonus valgono 40mila euro

Nel corso del 2019 sono state tre le voci più importanti per il Museo delle Cappuccine, a carico del Comune di Bagnacavallo che ha speso in tutto 82mila euro, a cui se ne aggiungono 13mila di assicurazione. Le mostre sono state quella di “Tinin Mantegazza. Le sette vite di un creativo irriverente (17 aprile – 7 luglio)”, seguita ovviamente da Albrecht Dürer – Il privilegio dell’inquietudine (21 settembre – 19 gennaio 2020) e “Il ritorno di Dürer – La Madonna del Patrocinio a Bagnacavallo 50 anni dopo” (14 dicembre – 2 febbraio 2020). A queste risorse vanno però sottratte le entrate derivanti dalla sponsorizzazione di Edison (12.000 euro), dall’attivazione dell’Art Bonus con la ditta Mixer di Villa Prati (12.000 euro) e dalla vendita dei cataloghi (16.000 euro) per un totale di entrate pari a 40.000 euro. La spesa reale del Comune è stata quindi pari a 55.000 euro circa. Da segnalare anche che per il ritorno della Madonna del Patrocinio sono state attivate due sponsorizzazione tecniche per i servizi di illuminazione e per il climabox equivalenti a circa 10.000 euro di mancate spese.

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