Dopo 5 anni (e 6mila matite) Enrico Mazzone ha finito la Commedia lunga 100 metri

L’opera di ispirazione dantesca sarà inaugurata probabilmente a Torino, dopo gli ultimi mesi di lavoro al mercato coperto

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Gli ultimi minuti di lavorazione alla Divina Commedia illustrata da parte di Enrico Mazzone

Un vero e proprio viaggio, nella Divina Commedia e non solo, quello partito nell’ottobre del 2015 in Finlandia e terminato in queste ore al mercato coperto di Ravenna.

Si tratta della monumentale opera d’arte ispirata al capolavoro dantesco realizzata da Enrico Mazzone – artista torinese classe 1982 – su una bobina di carta lunga 97 metri e alta 4. Un lavoro che ha occupato cinque anni di vita dell’artista, che lo ha portato anche «alla deriva» – ci dice al telefono –, su cui ha lavorato 10, anche 14 ore al giorno, con grande sforzo fisico, oltre che concettuale.

Un lavoro completato in piena pandemia al mercato coperto di Ravenna (davanti agli occhi anche di tanti curiosi), grazie alla disponibilità di Leonardo Spadoni e Beatrice Bassi e all’intermediazione di Vittorio Sgarbi, fin dall’inizio fondamentale sostenitore del progetto.

«Un vero lusso, poter lavorare in questo periodo», commenta Mazzone, che si dice soddisfatto della sua opera, «anche se ancora lo devo davvero guardare, in questi anni non ho avuto tempo, ci sono stato sdraiato sopra, è stato tutto molto intenso. Ecco, credo di aver avuto il merito innanzitutto di non mollare mai».

QUI UNO DEI NOSTRI ARTICOLI DI APPROFONDIMENTO SULL’OPERA DI MAZZONE

Enrico Mazzone Rai

Le telecamere della Rai al mercato coperto per un servizio su Enrico Mazzone

Ora il “viaggio” proseguirà con progetti che vedranno l’artista impegnato anche nelle scuole (in città si è attivato il liceo artistico), in progetti didattici e in altri legati alla fruibilità della sua opera, che andranno oltre il centenario dantesco.

Il primo passo sarà la digitalizzazione del suo lavoro, a cura del team Ch360, grazie al contributo anche del Comune di Ravenna, che verrà realizzata a inizio febbraio. Ma l’obiettivo è naturalmente anche quello di mostrare l’opera fisicamente nella sua interezza e non sarà semplice farlo, a Ravenna, non essendoci al momento spazi considerati adeguati. E così l’inaugurazione avverrà con tutta probabilità in primavera a Torino, città natale di Mazzone, che ha coinvolto l’artista nelle celebrazioni dantesche organizzate nel capoluogo piemontese. Tra le ipotesi, anche l’esposizione negli spazi del Lingotto. Per l’allestimento è stato realizzato un ciclorama a cura dell’architetto Mauricio Cardenas Laverde.

In luglio uscirà anche un libro sul progetto di Mazzone, a cura di Valeria Arnaldi, giornalista a cui nei giorni scorsi ha spiegato nel dettaglio la tecnica utilizzata nella realizzazione. «Ho iniziato disegnando su fogli alcune sequenze fino a costruire una cronostoria – dichiara Mazzone nell’articolo di Arnaldi pubblicato su Il Messaggero –. Poi l’ho realizzata sulla bobina. L’opera ha un taglio vagamente rinascimentale ed è disegnata in modo certosino, con la tecnica del puntinismo, a creare l’effetto di una incisione. Ho utilizzato oltre seimila matite, rappresentando le suggestioni per me più significative, usando le mie emozioni per rileggere la Divina Commedia anche con richiami alla quotidianità».

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