Dai pavimenti di casa alle chiese, la pittrice di tessere tra Ravenna e New York

La mosaicista Monica Pisilli si dedica all’interior design. In Usa il primo lavoro è stato per l’ex presidente di Sotheby’s

Monica Pisilli Mosaicista

Ravenna-New York, andata e ritorno. La vita professionale di Monica Pisilli si snoda tra i due continenti lungo un filo fatto di tessere di mosaico. Pisilli, classe 1970, è infatti ravennate, qui si è formata come allieva dell’Istituto d’arte per il Mosaico “Severini” e qui ha mosso i primi passi nel mosaico, per poi aprire un’attività nella Grande Mela con una collega americana e ora, che è tornata nella città bizantina, la sua attività si svolge prevalentemente proprio per committenti americani. «Sì, oggi rea- lizzo i mosaici qui e li spedisco alla mia socia, che è ancora a New York e ha il nostro studio nel Bronx e così può mostrarli direttamente ai committenti prima dell’installazione».

Ma come è nato questo sodalizio transoceanico? «Quando mi sono trasferita negli Stati Uniti lavoravo già da tempo come mosaicista, dopo dieci anni alla Sicis mi ero messa in proprio. Una volta arrivata lì, tramite mia sorella ho conosciuto Samantha Holmes, una ragazza americana che era stata all’Accademia di Ravenna per qualche mese proprio per studiare mosaico. Abbiamo pensato di aprire un sito web per lanciarci sul mercato, senza sapere bene cosa aspettarci».
E invece, il primo cliente a trovarle sul web è addirittura l’ex presidente della casa d’aste Sotheby’s New York che chiede loro un campione per un pavimento musivo di una villa nel Connecticut. «Voleva dei pesci e voleva un senso di movimento, si tratta di un fine conoscitore d’arte e aveva in mente in particolare un mosaico visibile al Museo Archeologico di Napoli. Noi abbiamo fatto la prova e ci è stato commissionato il lavoro. Sessanta pesci, alcuni ripresi da modelli antichi, per la gran parte creati da noi ispirandoci a pesci veri. Un lavoro che ci ha dato enorme soddisfazione e che ha segnato l’inizio per la nostra società».

Ora la Motivo Mosaic continua a ricevere richieste da privati e non solo. «C’è molto interesse per il mosaico, ma non per le cornici o l’oggettistica, come può essere qui. Lì hanno capito le enormi potenzialità per l’interior design, per esempio. Abbiamo fatto lavori per bagni, murales per ambienti diversi, tanti pavimenti. Al momento stiamo lavorando anche su soggetti religiosi per alcune chiese. Abbiamo già consegnato una Madonna su fondo dorato e ora stiamo realizzando un Cristo con dodici pecorelle per l’abside di una chiesa».

Insomma, il mosaico negli Usa è molto apprezzato e Ravenna è una sorta di marchio di qualità tra gli intentitori. «È così, chi conosce l’arte, conosce Ravenna. Basti pensare che c’è un’azienda americana poco fuori New York che realizza mosaici e non a caso si chiama proprio Ravenna».
Nell’antico dilemma tra arte e artigianato, Monica Pisilli ama definirsi “pittrice di tessere” e ci racconta: «Ovviamente è un lavoro artigianale, tagliamo le tessere una a una, e andiamo sul posto per curare anche la posatura finale. Ma allo stesso tempo i colori, la resa, l’effetto finale è quello che solo una mente umana può creare, come accade nella pittura».

Sala Mosaico Usa Pisilli

Una sua opera d’arte che tutti i ravennati o quasi hanno sicuramente visto è il cactus “San Sebastiano” che oggi (purtroppo non più in condizioni ottimali) campeggia fuori dall’Esp: fu l’opera con cui Pisilli, insieme a Francesca Gismondi, si aggiudicò il primo premo alla prima Biennale del Mosaico, nel 2000. «Amo moltissimo il mio lavoro, purtroppo in Italia è difficile affermarsi, ma il mosaico ha mille potenzialità e se si aprono gli orizzonti è forse più facile coglierle».

 

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