Lunetta Savino è “La madre” in prima nazionale a Bagnacavallo

Intervista all’attrice protagonista del dramma di Florian Zeller, il 20 e 21 febbraio in scena al teatro Goldoni

Lunetta Savino Madre

Il Teatro Goldoni di Bagnacavallo ospita, lunedì 20 e martedì 21 febbraio alle 21, la Prima Nazionale dello spettacolo La madre, primo adattamento italiano del celebre testo di Florian Zeller, interpretato da Lunetta Savino insieme ad Andrea Renzi, Niccolò Ferrero e Chiarastella Sorrentino, per la regia di Marcello Cotugno. La pièce è coprodotta da Compagnia Molière, Teatro di Napoli Teatro Nazionale e Accademia Perduta/Romagna Teatri.

L’attrice barese è di nuovo pronta a calcare la scena per il suo primo spettacolo post-pandemia. Diventata popolare grazie alla serie televisiva Un medico in famiglia, dove ha interpretato il ruolo di Cettina dal 1998 al 2009, la sua carriera non si è mai fermata tra tv, teatro e cinema.
Lunetta com’è ricominciare con il teatro dopo un così lungo stop?
«Emozionante. Ricordo che tutto si è fermato all’inizio del 2020 e, da allora, ho fatto qualcosa in tv. Solo di recente ho portato Medea a Siracusa ma sotto forma di monologo. In pratica quella che mi aspetta con La madre sarà la prima tournée dopo due anni».

Cosa le piace del teatro?
«Da lì è cominciata la mia carriera, con Macbeth nel 1981. E non l’ho mai abbandonato per  quel rapporto speciale che crea con il pubblico. Ma il teatro è anche più impegnativo rispetto al cinema e alla tv perché, durante una tournée, si sta a lungo lontani da casa. Per questo scelgo sempre con molta attenzione i lavori a cui dedicarmi»

Come nasce l’idea di dedicarsi a nuova sfida de La madre?
«Avevo scoperto il testo di Zeller alcuni anni fa e l’ho fatto leggere al regista Cotugno che se ne è letteralmente innamorato. D’altra parte l’autore ha colpito il mondo intero con Il padre, da cui poi è stato tratto un noto film con Anthony Hopkins e uno spettacolo teatrale con protagonista Alessandro Haber. Personalmente adoro la sua scrittura e trovo la sua trilogia, che comprende anche Il figlio, ben riuscita».

Come si è calata in questo nuovo ruolo?
«No, non mi fascio la testa prima del tempo. Sono coraggiosa e, come sempre, mi butterò. Ma certa di trovare in Cotugno, una persona di cui mi fido, un aiuto. L’esperienza mi ha insegnato che una prova impegnativa richiede approfondimenti, ma poi è solo andando in scena che si scopre qualcosa di nuovo. Il bello del teatro è anche questo…».

Lunetta Savino RitrattoA ogni modo lo spettacolo si preannuncia ricco di insidie…
«Sì, tant’è che abbiamo ragionato molto su alcuni punti. Quello raccontato da Zeller è un mondo a metà tra il reale e l’onirico, in cui si capisce quando le cose accadono veramente e quando sono solo immaginate. Non è facile, lo spettatore potrebbe sentirsi un po’ spiazzato, disorientato. Raccontiamo la storia di una madre che non apprezza più la sua vita reale, il marito la tradisce e il figlio decide all’improvviso di lasciare casa, scatenando in lei la sindrome del nido vuoto. Anche se lo spettacolo inizierà con il tono da pochade, con continui scambi tra moglie e marito, poi il racconto diventa tutt’altro che banale acquistando toni anche drammatici. Nello spettatore lasceremo il dubbio: la protagonista è fuori di testa o ciò che vede accade realmente? Una drammaturgia molto originale».

Negli ultimi due anni si è molto dedicata al cinema e alla tv. Cosa ne è venuto fuori?
«Sì ho partecipato a diversi lavori, da citare il film My Soul Summer di Fabio Mollo in cui sono la nonna della protagonista, una giovanissima cantante di talento. Poi ho una parte anche nel film girato in Calabria Io e mio fratello di Luca Lucini, una bella commedia in cui sono la madre dei due ragazzi protagonisti, cresciuti in una famiglia borghese perbene. Per quanto riguarda la tv, invece, è andata in onda la seconda serie di Lolita Lobosco con Luisa Ranieri, dove interpreto la madre Nunzia. E giriamo la seconda serie di Studio Battaglia che mi ha molto coinvolto».

Come si è trovata a interpretare i ruoli di così tante madri?
«In realtà, ho interpretato tante madri diverse fra loro. Quella che mi ha intrigato di più perché si discosta maggiormente dal solito cliché, è Marina di Studio Battaglia, una donna avvocata molto dedita alla sua professione che ha educato le figlie a riconoscersi anche nel lavoro. Detto questo, dopo una certa età, non c’è molta fantasia nell’immaginario del cinema. Però non mi lamento, perché riesco per fortuna a diversificare».

Gli interpreti dello spettacolo a Bagnacavallo incontreranno il pubblico, nel ridotto del Teatro, martedì 21 febbraio alle ore 18. L’ingresso all’Incontro è gratuito. Prevendite: da lunedì 20 febbraio dalle 10 alle 13 presso la biglietteria del Teatro Goldoni.
Prenotazioni telefoniche dalle 11 alle 13 e nei giorni di prevendita al numero 0545 64330. Biglietti online: Vivaticket Info: 0545 64330 e sito web di Accademia Perduta.

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