lunedì
07 Luglio 2025
intervista

Mercadini racconta la Bibbia: «Tanti luoghi comuni sbagliati»

L’autore, interprete e scrittore ospite di Scrittura Festival a Lugo con il nuovo libro

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Roberto Mercadini

Autore, attore, divulgatore, il cesenate Roberto Mercadini sarà nel giro di pochi giorni due volte ospite di altrettanti festival ravennati. Se il 22 giugno a Cervia per il Ravenna Festival porterà il suo monologo sulla bomba atomica Little Boy, da cui è stato tratto anche un libro, domenica 9 giugno alle 21 sarà invece al Pavaglione di Lugo ospite di ScrittuRa Festival. E in questo caso presenterà invece il suo ultimo libro appena uscito: La donna che rise di Dio, sempre edito da Rizzoli.

Fedele alla sua convinzione che non esistano argomenti di cui non si possa o non si debba scrivere o portare in scena, Mercadini si misura addirittura con la Bibbia. Come ha affrontato un tema così complesso e delicato?
«Innanzitutto, ci tengo a dire che mi sono divertito tantissimo a scriverlo. Ogni capitolo è dedicato a un episodio della Bibbia: Adamo ed Eva, Caino e Abele, Abramo e Sara. E di ogni episodio faccio un’esegesi a volte fi­lologica a volte ermeneutica, cercando per esempio di svelare tutti i luoghi comuni sbagliati sulla Bibbia».

Quali sono i più comuni?
«Sono molti. Nella Bibbia, per esempio, per Adamo ed Eva non solo non si parla mai di una mela, ma non si dice nemmeno che vengano cacciati dal paradiso quando vengono scoperti a mangiare il frutto proibito. E, per fare un altro esempio, non viene mai detto che Caino è cattivo e Abele è buono. Il peccato che si consuma a Sodoma non è affatto quello di sodomia. Tanto che, per gli ebrei, si tratta della xenofobia. Esistono due interpretazioni diverse. La Bibbia è molto provocatoria».

Lei è credente? Ha qualche timore rispetto a come il libro potrà essere accolto? Da chi è già stato letto?
«No, non sono credente. Prima della stampa, il libro è stato letto da una persona ebrea che l’ha molto apprezzato, ma sono molto curioso di vedere come sarà accolto invece da lettori cristiani».

Scriverebbe un libro sul Corano?
«Mi piacerebbe. Vedremo».

A un autore come lei che mette insieme formazione tecnico-scientifi­ca (Mercadini è ingegnere, ndr) e letteraria non si può non fare la domanda del momento: pensa che l’AI, l’Intelligenza Arti­ficiale, potrà “rubare il lavoro” ad autori e scrittori?
«No, secondo me no. L’ho testata, riesce a scrivere termini come uno scolaretto. Non credo che potrà mai scrivere romanzi come Tolstoj, ma nemmeno che possa fare qualcosa di simile a quello che ho fatto io con la Bibbia. Forse potrà funzionare per scrivere ricette o riassunti dei libri. Ma credo che scrittori e poeti non abbiano proprio nulla da temere».

Sta dicendo che la creatività sarà sempre fuori dalla portata delle macchine?
«Creatività è un termine vago, di certo l’AI non sa, non ha coscienza, non capisce quello che le scriviamo e soprattutto non capisce quello che lei scrive a noi, per lei le parole non hanno un signi­ficato. L’AI non ha esperienza di vita, non ha nulla da raccontare. Non ha l’inconscio, non può fare quello che fa davvero uno scrittore. Elabora stringhe, scrive testi a partire da testi che ha già vagliato, secondo combinazioni e automatismi».

Lei è stato un anticipatore pubblicando video su YouTube. Come vede social come TikTok, che stanno avendo un ruolo anche per esempio nella diffusione di libri tra i ragazzi?
«Ho usato Youtube per farmi conoscere. Prima, la mia fama non andava oltre la provincia di Forlì-Cesena, non copriva nemmeno tutta la Romagna! Per me è stato quindi uno strumento. Non ho una grande confi­denza con TikTok perché ha bisogno di contenuti molto veloci, mentre io ho bisogno di parlare e articolare. Voglio portare persone a teatro o convincerle a leggere libri, non è che si può parlare a un pubblico che non sa tenere l’attenzione più di tre minuti, se poi viene a teatro ­finisce per annoiarsi mortalmente».

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