Crisi Acmar, i sindacati denunciano «un silenzio assordante»

Cgil, Cisl e Uil in una nota congiunta vogliono chiarimenti sul piano
di rilancio della cooperativa che ha chiesto il concordato in bianco

Il 25 settembre sono scaduti i termini previsti dalla normativa per la presentazione del piano di risanamento della cooperativa Acmar. «Come organizzazioni sindacali – si legge in una nota congiunta di Cgil, Cisl e Uil –, è dal 25 febbraio scorso che chiediamo di conoscere in concreto in cosa consista il progetto di rilancio della cooperativa, ma alla data odierna, anche dopo il deposito del piano concordatario in tribunale, non abbiamo ricevuto risposte dettagliate».

Subito dopo la richiesta di concordato in bianco – ricordano i sindacati – le dichiarazioni della dirigenza prospettavano la chiusura in tempi celeri attraverso “l’accordo con le banche” e la ristrutturazione del debito mentre «solo dopo 7 mesi si è arrivati al deposito di un piano concordatario in continuità».

«Questa situazione – continua la nota – non fa che aumentare la nostra preoccupazione per gli attuali 290 lavoratori che occupa la cooperativa e per l’eventuale perdita di una realtà storica per la città. Tutto questo nel contesto della crisi del settore edile i cui effetti nella nostra provincia sono stati drammatici senza che ad oggi si veda alcun accenno di ripresa».

Secondo i sindacati mancano risposte a tante domande. «Quanti lavoratori impiegherà l’Acmar secondo il piano concordatario? Come verranno gestiti gli eventuali esuberi? Quali sono realmente le nuove attività e i nuovi cantieri che dovrebbero portare al rilancio? Sono domande, la cui risposta interessa solo alle organizzazioni sindacali? In un comunicato del 23 aprile scorso chiedevamo “al mondo cooperativo, alle istituzioni e al sistema bancario di dare continuità all’Accordo quadro firmato in regione in data 2 aprile 2015 con l’attivazione di tutti gli strumenti di tutela dell’occupazione”. Su questa vicenda e sui disoccupati del settore edile sembra calato un silenzio assordante. Alle varie forze politiche e a tutti quelli che si candidano a governare la città chiediamo un interessamento attivo e fatti per il futuro industriale di Acmar e più in generale per politiche di rilancio di tutto il settore. Appaiono estemporanee e non rispondenti alla realtà le dichiarazioni ai giornali da parte di Acmar che descrivono una situazione di normalità con rosee aspettative sulle attività. Nella realtà molti lavoratori continuano, ormai da più di tre anni, un percorso di ammortizzatori sociali con cassa integrazione e contratti di solidarietà; un percorso che sembra fatalmente orientato verso la riduzione del personale, anche di soci lavoratori. Il settore edile e il nostro territorio non possono permettersi la perdita di questa storica realtà industriale e la perdita di altri posti di lavoro, come organizzazioni sindacali per il ruolo sociale che vogliamo avere non ci rassegniamo a questa ipotesi e speriamo che anche gli altri soggetti sociali e le istituzioni si muovano in questo senso».

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