Tutti i numeri dei tre progetti di Ap per il dragaggio del porto Seguici su Telegram e resta aggiornato L’ipotesi dei sogni costa 360 milioni e scava fino a 14,5 metriCon 230 si arriva a 12,5 e si evitano le casse di colmata nelle dighe Per la soluzione minima servono 230 milioni di euro, per quella dei sogni bisogna tirarne fuori 360. Sono gli estremi del preventivo di spesa pubblica per i lavori di dragaggio del canale Candiano, secondo una stima di massima elaborata dagli uffici dell’Autorità portuale e illustrata il 9 febbraio dal presidente Galliano Di Marco nella sala del consiglio comunale in occasione della riunione congiunta delle commissioni Ambiente, Assetto del territorio e Infrastrutture. Allo stato attuale la borsa a disposizione di Ap contiene 240 milioni: 60 in cassa, 60 dal Governo, 120 finanziati dalla Banca europea degli investimenti. A pochi giorni dalla scadenza del suo primo mandato al vertice di via Antico Squero, prevista per il 2 marzo, Di Marco ha nuovamente provato a mettere ordine nello scenario portuale. Sul tavolo, in questo caso quello tecnico insediato nei mesi scorsi al ministero delle Infrastrutture, tre diverse ipotesi per rimodulare il cosiddetto Progettone facendo i conti soprattutto con le limitazioni imposte dai sequestri di alcune aree da parte della magistratura che indaga su vecchie casse di colmata con autorizzazioni scadute e su modifiche di destinazioni urbanistiche del territorio. Nell’aula del municipio ad ascoltare l’ingegnere abruzzese non c’erano il sindaco e il vicesindaco (vedi box) ma erano invece molti i comuni cittadini presenti: per loro e per i consiglieri comunali la proiezione di slide contenenti numeri e riassunti di quelle che Di Marco e Ap considerano a oggi le tre strade percorribili per dare un futuro al porto. Tutte accomunate da una circostanza: immaginando di non perdere altro tempo, la burocrazia consentirà di scavare il primo cucchiaio di fango solo a inizio 2018. Di Marco ha cominciato dalla soluzione idilliaca. Quella da 360 milioni che darebbe al porto una conformazione di portata internazionale. In totale verrebbero scavati 7,3 milioni di metri cubi di fondale per avere 15 metri di profondità in ingresso, 14,5 fino a largo Trattaroli e 12,5 fino alla darsena San Vitale. Per i 3 milioni di mc rimossi dall’avamporto la sistemazione è cosa facile: verrebbero trasportati in due aree di 30 ettari di proprietà di Ap al largo. Più complessa la questione per il materiale dragato dentro il Candiano che in base ai campionamenti analizzati da Arpa non è pericoloso per la salute pubblica ma non è nemmeno idoneo al deposito al largo. E allora 2,3 milioni di mc andrebbero in due casse di colmata da realizzare all’interno delle dighe foranee e il resto verrebbe dimezzato in due siti: un milione per rialzare le aree di Logistica 1 e Logistica 2 (per la maggior parte di proprietà di Sapir) comprese tra via Canale Molinetto e la banchina sud e destinate a logistica dal piano regolatore del 2007, l’altro milione invece per una piattaforma logistica alle Bassette in un’area di circa 700mila mq che i mappali urbanistici chiamano S3. Il progetto dei sogni prevede anche il rifacimento di tutte le banchine. Complessivamente quattro stralci, l’ultimo dei quali sarebbe il nuovo terminal container per cui è preventivato un costo di 50 milioni. Per le prime tre fasi servirebbero invece 310 milioni di cui 1,6 per la progettazione, 40 di espropri, 45 per le casse a mare, 77 per il dragaggio, 86 per le banchine, il resto in opere di urbanizzazione pubblica. Ma quanto delineato con la soluzione massima contiene un nodo cruciale: le casse a mare che verrebbero realizzate all’interno delle dighe foranee coprendo un’area di circa 30 ettari. La capitaneria di porto ha detto che tecnicamente sono fattibili senza intaccare la sicurezza della navigabilità. Il Comune non ne vuole sapere: «Anche le centrali nucleari si possono fare ma si può scegliere di non farle», ha detto il direttore generale Carlo Boattini. Il vicesindaco Giannantonio Mingozzi ha detto che non si faranno mai. Nella posizione di contrarietà del Comune manca la soluzione alternativa, espressamente richiesta da Di Marco. Per evitare le casse a mare – «Trattandosi di legge nazionale l’ente competente è la Regione e se mi dicono no io non le faccio, mica mi sono sposato le casse a mare» – Ap ha elaborato una soluzione che prevede minore approfondimento e quindi meno volumi da collocare. L’ipotesi minima prevede la rimozione di 4 milioni di mc per avere 12,5 metri di profondità fino a largo Trattaroli e 12 fino a San Vitale portando al largo i 2 milioni di mc dalla canaletta di ingresso e spargendo gli altri due tra Logistica 1, Logistica 2 e S3. Le banchine verrebbero adeguate solo fino a San Vitale. In questa versione light gli stralci sarebbero solo due per un totale di 230 milioni di euro. Tra le due ipotesi estreme c’è la terza versione nel mezzo: si scaverebbero 5,3 milioni di mc, avrebbe le casse a mare, non andrebbe a toccare l’area S3, avrebbe una profondità di fondali a metà tra quelli ipotizzati negli altri due scenari. Costo 280 facendo anche il terminal container nuovo oppure 240 fermandosi prima. Total0 0 0 0 Forse può interessarti... 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