Pozzi Longanesi, il sindaco di Lugo: «Accordo da 20 milioni per il territorio»

Il progetto immagina di recuperare 1.356 milioni di metri cubi in tre anni attraverso la messa in produzione di due pozzi esistenti e la perforazione di altri tre pozzi nei territori dei comuni di Lugo e Bagnacavallo. Ranalli: «Un rischio per la subsidenza non è escluso e per questo abbiamo chiesto verifiche e monitoraggi e impegni precisi»

Ranallijpg05Tema caldo anche politicamente, l’autorizzazione definitiva al progetto Longanesi ha visto l’accordo degli amministratori locali in sede di conferenza dei servizi. Ne abbiamo allora parlato con il sindaco di Lugo Davide Ranalli a cui abbiamo innanzitutto chiesto quali saranno i benefici per il territorio di fronte al rischio, documentato, che aumenti invece il fenomeno della subsidenza.

«Un rischio per la subsidenza non è escluso, ovviamente, e per questo abbiamo chiesto verifiche e monitoraggi e impegni precisi, ma non è vero che non ci saranno benefici per il territorio. Innanzitutto i 2 milioni di euro per cui c’è già una fideussione all’Unione dei Comuni. L’accordo è che quando inizieranno i lavori l’azienda girerà la cifra che sarà poi versata al Consorzio di bonifica per interventi già programmati. A Lugo per esempio interverremo  a Madonna delle Stuoie con un intervento da un milione di euro che Lugo aspetta da vent’anni (l’altro milione andrà per metà a Bagnacavallo e per metà a Fusignano, ndr)».

Questi due milioni arriveranno a prescindere dall’estrazione. Se invece si dovesse estrarre il gas metano? In termini di royalties che aspettative avete?
«Noi abbiamo bisogno di interventi per criticità idriche del territorio per una ventina di milioni di euro. Ed è una cifra che potrebbe essere raggiunta dalle royalties date dalle estrazioni sommando quelle direttamente versate ai Comuni con quelle alla Regione. Perché è importante sottolineare che abbiamo anche raggiunto un accordo con la Regione affinché vincoli tutti questi proventi a interventi sul nostro territorio per opere per cui non sono mai stati stanziati i fondi necessari prima».

Dunque lei rivendica questo accordo?
«Non rivendico nulla, dico solo che ho fatto quello che credo ogni amministratore dovrebbe fare, trovare l’accordo migliore per il territorio e la comunità, anche perché si deve tener conto del fatto che comunque questa autorizzazione non si poteva fermare in alcun modo, perché dipende dal Ministero. Si potevano scegliere due strade: o lasciare fare o cercare di governare quello che accade».

Ma se avesse avuto l’ultima parola, cosa avrebbe fatto?
«Di sicuro non avrei accettato un accordo senza entrambe le condizioni che abbiamo ottenuto: rassicurazioni tecniche sul fronte della subsidenza e venti milioni di euro per opere che aspettano da anni. Il combinato disposto dei due elementi  tra garanzie e risorse mi convince. Ed è quello che ora stiamo cercando di spiegare alla cittadinanza».

E se il fenomeno della subsidenza dovesse invece aggravarsi, chi pagherà gli eventuali danni? Anche perché si tratta di un processo irreversibile…
«L’accordo innanzitutto prevede che se fosse rilevata un’accelerazione della subsidenza superiore a una certa quota le estrazioni saranno immediatamente sospese. E a quel punto si rivedrà tutto, saranno loro a dover rispondere di cosa hanno combinato».

Come spiega che tanti altri sindaci anche del Pd in genere si oppongono a progetti di questo tipo?
«Anche noi come Unione ci siamo opposti, per esempio, al progetto di stoccaggio della Stogit, ad Alfonsine. Ma qui stiamo parlando comunque di zone che hanno già conosciuto interventi di questo tipo, non, per esempio, di un’area protetta. Ogni caso va valutato nella sua specificità».

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