Rigassificatore: un bosco a protezione dell’impianto a terra, esproprio di 90 ettari

In Regione la riunione congiunta di due commissioni competenti. La nave a mare a 8,5 km dalla costa sarà protetta da cassoni annegati e non da palancole ancorate ai fondali. Snam assicura che dall’uso del cloro non sono previsti effetti, non ci saranno schiume e le temperature restano inalterate. L’assessore: «La zona è già vietata alla pesca»

BW Singapore Bird View 2 1A Punta Marina saranno espropriati 90 ettari per creare un bosco a protezione dell’area dove sorgerà uno degli impianti a terra necessari per l’attività del rigassificatore a mare. Un microtunnel eviterà l’attraversamento della pineta. Si tratta di integrazioni al vaglio della seconda Conferenza dei servizi.

Sono informazioni emerse in consiglio regionale a Bologna dalla riunione congiunta delle commissioni Territorio, ambiente e mobilità e Politiche economiche.

La giunta ha riferito che la procedura autorizzativa è definita e, anche se esentata dalle procedure della Via (Valutazione di impatto ambientale), ha compattato i tempi di valutazione, compresa la fase partecipativa e di condivisione, anche per quanto riguarda gli espropri. Entro il 28 ottobre, ha affermato la giunta, il procedimento si chiuderà con le autorizzazioni, compresa l’intesa della Regione e le normative Seveso e antincendio. Poi, si avrà il decreto del Commissario. Per domani, 11 ottobre, a Ravenna è prevista una presentazione pubblica al Palazzo dei Congressi (posti a sedere esauriti ma l’evento è visibile in streaming).

La Regione ha presentato le integrazioni e gli aggiustamenti previsti dopo la richiesta di modifica, a Snam, arrivate dalla Conferenza dei servizi.

Uno dei punti importanti riguarda la scelta dell’ancoraggio che avverrà con cassoni annegati, invece che tramite palancole fissate sul fondo del mare. Una protezione maggiore dell’ancoraggio dalle mareggiate e dal moto ondoso.

Il rigassificatore sarà ormeggiato alla piattaforma Petra a 8,5 km dalla costa in corrispondenza di Punta Marina. Un collettore di 8,5 km porterà il gas alla costa e una condotta a terra di oltre 30 km – che non attraverserà più la pineta di Punta Marina e aggirerà la città – farà affluire il gas all’impianto che lo immetterà nella rete nazionale.

Altre misure di ottimizzazione riguardano i fondali marini e la barriera frangiflutti. Ci sarà, inoltre, l’ottimizzazione dell’area di dragaggio. I materiali saranno portati e dispersi a 31 km dalla costa, in aree idonee (è previsto un deposito sul fondo di 6 centimetri, anche se Ispra consente fino a 10 cm).

«Dall’uso del cloro non sono previsti effetti, non ci saranno schiume e le temperature restano inalterate – si legge nel comunicato diffuso dalla Regione –. Su questi punti ci sono le rassicurazioni di Snam».

Nella stessa seduta dele commissioni è stata respinta una risoluzione del consigliere Marco Mastacchi (Rete Civica) che impegnava la giunta a installare rigassificatori con funzioni solo a circuito chiuso per limitare gli effetti negativi sul settore ittico, chiedendo al ministero dell’Ambiente di monitorare l’alterazione della fauna e l’impatto ambientale. «Il rigassificatore preleverà l’acqua dal mare risucchiando tutto ciò che c’è (pesci, plancton, avannotti), poi l’acqua ritornerà in mare in una zona sterile priva di vita. Inoltre, la differenza del costo energetico fra circolo chiuso e aperto è poco rilevante: una percentuale di consumi sotto all’1 percento. In nord Europa si stanno dismettendo i circuiti aperti». Riguardo ai dubbi di Mastacchi sulle emissioni inquinanti, la Regione ha affermato che Snam ha escluso per ora la perdita di produttività per il settore della pesca e dell’acquacoltura. Alle sollecitazioni riguardanti l’economia del mare, in particolare la pesca e tutto l’indotto, l’assessore Vincenzo Colla ha risposto che l’area individuata per il rigassificatore di Ravenna è già vincolata come area non soggetta alla pesca

I consiglieri di maggioranza hanno giudicato positivo il progetto, mentre quelli di minoranza hanno chiesto spiegazioni su diversi aspetti tecnici e politici.

Il consigliere Fabio Rainieri (Lega) ha chiesto a che altezza sia la battimetria e se il sedimento che viene allontanato dal moto ondoso sarà riportato nel tempo. La giunta ha risposto che la profondità è di 12,50 metri, ma i fondali saranno dragati fino a 15,5 per garantire maggiore sicurezza alle navi a pieno carico (in genere 170mila metri cubi di gas liquido). «La verifica del dragaggio sarà annuale – è stato precisato – per garantire il pescaggio in sicurezza della nave rigassificatore».

Gianni Bessi, consigliere del Partito democratico, ha sottolineato «l’esperienza che si fonda sulla qualità di competenze tecniche e ambientali di questa regione, che procede nella verifica e non solo sull’autorizzazione. Negli ultimi 20 anni viviamo l’epoca dell’emergenza. La normativa Seveso è importante, dal 2015 prescrive le procedure di sicurezza per tutto il sistema territoriale. Abbia,o fiducia perché conosciamo le capacità delle autorità di controllo di tenere monitorato anche un intervento come questo».

Il consigliere della Lega, Emiliano Occhi, ha chiesto chiarimenti sull’ipotesi alternativa avanzata da alcuni cittadini di spostare la nave a 20 km al largo di Casalborsetti perché «C sarebbe meno necessità di dragaggi, in quanto il fondale è più profondo». Il consigliere vuole anche sapere quali siano, a livello politico, le perplessità a livello locale e quali possano essere le valutazioni dell’impatto su pesca e fauna ittica in relazione alla caratteristica dell’impianto, cioè se a circuito aperto o chiuso.

Per Silvia Piccinini (Movimento 5 stelle) «preoccupa la durata della concessione, 25 anni. Non è la risposta né per abbattere le bollette né per limitare la dipendenza energetica. Sono perplessa per i timori di un errore di progettazione, in quanto non si sarebbe considerata la dilatazione dei materiali in fase di collaudo». La capogruppo M5s ha concluso: «Pare che la risposta di Snam non sia esaustiva per fugare i dubbi».

Giulia Pigoni (Lista Bonaccini) ha rimarcato come si tratti di «un progetto fondamentale per guardare avanti, ma anche per poter superare il prossimo inverno. Vogliamo assicurarci l’inverno 2023-24 con imprese aperte e famiglie al caldo. La nave sarà attiva dal 2024, ma se non iniziamo adesso ipotechiamo il sistema. Il circolo chiuso comporta la combustione del gas e le conseguenti emissioni; meglio quello aperto con l’uso di acqua di mare per il processo di rigassificazione».

La capogruppo di Forza Italia, Valentina Castaldini, si è detta «contenta che ci sia questo investimento in regione. Questo percorso lungo è positivo anche se ci dimentichiamo della cattiva politica energetica degli anni scorsi». Anche Castaldini ha chiesto chiarimenti su un eventuale impianto al largo e per quanti anni è prevista l’autorizzazione. «Nei giacimenti di gas esauriti – infine – si pensava di stoccare anidride carbonica: a che punto è la situazione?».

Marco Fabbri (Pd) ha ricordato «che l’obiettivo 2024 è vicino. La procedura è in corso, non facciamo salti in avanti, attendiamo la commissione tecnica. Alcune risposte già oggi ci sono, così come la preoccupazione soprattutto per pesca e acquacultura (2mila imprese e 3mila addetti). Il settore ittico è importante e va ascoltato. Va approfondito lo shock termico e assicurati i monitoraggi».

Dalla Lega, Stefano Bargi, ha detto che «è complicato parlare di rigassificatori. In sostanza, stiamo passando da un fornitore a un altro: prima era la Russia – con intese fatte sia dal centrodestra sia dal centrosinistra – con un accordo che metteva un po’ tutti d’accordo. Il fornitore sapeva quanto incassava e pianificava gli investimenti, l’acquirente aveva un prezzo che oscillava poco. La guerra in Ucraina rischia di essere il tappeto sotto cui nascondere la polvere: c’è un conflitto di interessi tra gli Usa e l’Ue. Oggi ci sposta a comprare gas da Usa e Qatar. Ma i costi per il trasporto con le navi cisterna aumentano, i prezzi salgono con la speculazione della Borsa Ttf … quale strada intraprendiamo? In Emilia-Romagna abbiamo un presidente che fa la battaglia per il rigassificatore e la sua vice che sostiene sia una misura transitoria. Personalmente non credo sia una misura transitoria».

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