Marcegaglia, subappalto in scadenza: 55 posti a rischio. Sgb sciopera, Cgil no

Sono i lavoratori della Ferrari che ha chiesto un aumento al La Cisa ma non l’ha ottenuto: «Non possiamo continuare a dissanguarci». Al suo posto andranno Cofari e Lb. Il sindacato generale di base incrocia le braccia per conservare stesse condizioni di lavoro anche se non imposto dal contratto

Marce

Lo stabilimento Marcegaglia di Ravenna in via Baiona

Il posto di lavoro di 55 operai addetti alla logistica nello stabilimento Marcegaglia di Ravenna è in bilico. Dall’1 settembre potrebbero ritrovarsi senza occupazione, stritolati dalla catena di appalti e subappalti che riduce i margini. Per scongiurare lo scenario peggiore il sindacato generale di base (Sgb) ha proclamato uno sciopero per la giornata del 25 agosto con un presidio davanti ai cancelli di via Baiona. Su altre posizioni invece la Cgil.

La vicenda riguarda i lavoratori (44 a tempo indeterminato e 11 in scadenza al 31 agosto) in forza alla Logistica Ferrari: la ditta mantovana ha un subappalto da La Cisa di Bergamo, a sua volta appaltatrice diretta di Marcegaglia. La Ferrari ha rapporti con Cisa da tre anni (e nei dieci precedenti era stata fornitrice diretta di Marcegaglia): il 31 agosto scadrà il contratto di subappalto e per il rinnovo ha chiesto un aumento che non è stato concesso. «Non possiamo continuare a dissanguarci con delle perdite – spiega il titolare Mauro Ferrari –. Siamo ancora in piedi perché abbiamo lavori da altre parti ma il subbappalto di Ravenna non regge a quelle cifre. Avremmo bisogno di un aumento del 7-8 percento. L’abbiamo chiesto, non ci è stato dato e quindi dall’1 settembre non saremo più nello stabilimento». Secondo quanto ci spiega al telefono lo stesso titolare, la comunicazione ai sindacati è stata fatta all’inizio di agosto. C’è stato anche un incontro con i responsabili di Marcegaglia, la committente di Cisa: «Abbiamo fatto presente che il lavoro lo facciamo fisicamente noi e non avevamo più margini. Ci hanno detto che sono questioni private tra noi e la Cisa».

Il posto lasciato vuoto dalla Ferrari dovrebbe essere occupato da due cooperative che già impiegano altro personale nell’impianto: la Cofari e la Lb. Al momento non c’è nulla di ufficiale, le informazioni in merito sono quelle uscite da un incontro tra le parti all’inizio di agosto («Non c’era Sgb – dice il titolare della Ferrari – perché a quel momento non ci risultavano iscritti tra i nostri lavoratori») e dai colloqui che le coop hanno iniziato a fare con il personale Ferrari. Secondo Sgb l’intenzione di chi subentra sarebbe quella di assumere solo alcuni dei 55 lavoratori e con condizioni contrattuali molto peggiori rispetto alla posizione attuale. Da qui la scelta di scioperare. Antonio Luordo, responsabile territoriale di Sgb, fa sapere che la prefettura sta raccogliendo informazioni e si augura che venga convocato un tavolo.

Un’iniziativa che non piace alla Cgil: «Uno sciopero in questo momento della trattativa non mi pare la cosa migliore da fare – dice Gabriele Castellani, responsabile Filt provinciale –. I tempi sono stretti e stiamo lavorando con l’intenzione di conservare tutti i posti di lavoro dei 44 a tempo indeterminato. Per gli altri c’era già una scadenza e quindi il problema non si pone». E sul mantenimento delle condizioni attuali Castellani pare piuttosto rassegnato: «Il contratto di categoria non lo impone, a differenza di quanto accade ad esempio nel multiservizi. L’obiettivo è salvare i posti di lavoro».

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