«Quanto costerà la gestione del nuovo palazzetto? Perché non lo fa un architetto?»

La lista civica Ixc che appoggiava De Pascale al voto è favorevole all’opera «perché la città ne ha bisogno», approva la collocazione su un’area «già urbanizzata» e apprezza i tempi previsti. Ma solleva qualche perplessità sulla squadra di progettazione e sulla sostenibilità futura

Pala De Andre

Pala de andre

La città ha bisogno di nuovi spazi per lo sport in grado di garantire un utilizzo polivalente, l’area del Pala De Andrè è quella giusta per realizzare un nuovo palazzetto ma oltre ai costi per la realizzazione serve un piano dei costi di gestione e ci vorrebbe un architetto nel team di progettazione, composto solo da tecnici del Comune, per rapportare la nuova struttura ai caratteri architettonici del Pala De Andrè e dell’intero Parco delle Arti e dello Sport. In sintesi è questa la posizione espressa da Insieme per Cambiare (Ixc) – lista civica che appoggiava la candidatura di Michele de Pascale alle amministrative del 2016 e aveva tra i suoi candidati anche l’architetto ed ex assessore allo Sport Guido Guerrieri – all’indomani della presentazione dello studio di fattibilità per un’opera da 15,5 milioni di euro che il Comune ambisce a vedere realizzata per la primavera del 2021.

L’analisi di Ixc parte considerando il progetto «come un’importante risposta alle esigenze dello sport cittadino, non solo per le squadre di vertice, ma anche per una ricaduta positiva sulle società di base».

Ma sul piatto va messo non solo il budget per costruirlo: «Apprezziamo l’impegno dell’amministrazione che garantisce in proprio, o con supporti esterni, la copertura dei 15 milioni di euro, ma rimane per noi indispensabile la definizione dei costi di gestione e la loro copertura, quale parte integrante della fattibilità del progetto. È necessario un piano che evidenzi i costi di gestione e di utilizzo dell’impianto, che prefiguri i diversi scenari di programmazione degli spazi e della gestione delle attività: costi fissi di personale e manutenzione dell’impianto, e spese variabili condizionate dalla fruizione, quali utenze e allestimento. Le dimensioni e la capienza dell’impianto devono avere un riscontro ed essere motivate: mille posti in più o in meno possono avere significative ricadute sia sul breve che nel lungo periodo».

La collocazione dell’opera ha suscitato alcune perplessità, in particolare per la lista civica Cambierà che ritiene l’area non idonea. Di altra idea Ixc: «Anzitutto l’area del Pala De Andrè non è uno spazio concluso, il progetto del Parco delle Arti e dello Sport era ancora in divenire, e l’architetto Sadich, artefice del progetto, conserva ancora numerose ipotesi che prevedevano di arricchire il complesso con diversi altri fabbricati come palestre e piscina». I sostenitori della lista – tra cui anche l’imprenditore Giovanni Poggiali da sempre promotore dell’attività sportiva in città – ricordano che il sito è già dotato di un’ampia gamma si servizi, quali parcheggi e reti tecnologiche e quindi permette di ipotizzare tempi ridotti per la realizzazione, impossibile se si dovesse acquisire una nuova area da urbanizzare da zero. La vicinanza al De Andrè ne farebbe un polo fieristico importante soprattutto per l’Omc.

La critica più strutturata però è per le figure a cui è stata affidata la progettazione: «Nutriamo fiducia e stima nelle capacità dei tecnici comunali, ma la particolarità e delicatezza del sito avrebbe meritato un diverso approccio con figure di specifica competenza e preparazione su valori artistico-architettonici. Il sito rimane comunque di grande pregio artistico e di forte valenza culturale, c’è un pezzo di storia della nostra città non solo sportiva, ci sono opere importanti quali il Grande Ferro R di Burri. Ne consegue la necessità di rapportare la nuova struttura ai caratteri architettonici del Pala De Andrè e dell’intero Parco delle Arti e dello Sport: ci stupisce in tal senso l’assenza di una figura di architetto».

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