Il Consorzio di Bonifica: «Salvate diverse produzioni agricole durante la siccità»

Oltre 2,2 milioni di metri cubi distribuiti nel bacino del comprensorio collinare e montano che copre il Faentino e arriva fino all’Imolese

Consorzio bonificaNove progetti irrigui per oltre nove milioni di euro di lavori: questo è quanto messo in campo dal Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale (il cui comprensorio collinare e montano comprende quattro vallate, del Santerno, del Senio, del Lamone e del Marzeno, spingendosi fino al crinale appenninico in territorio toscano). «A differenza dal territorio di pianura, nel distretto collinare e montano – ricorda una nota dell’ente – il Consorzio non è affidatario diretto di un reticolo di opere in gestione».

La tipologia del bacino di accumulo è l’unica realizzabile in questa porzione di territorio dove non è possibile avere una distribuzione diretta dell’acqua del Cer, se non a costi d’esercizio elevatissimi per il consumo energetico che si renderebbe necessario per vincere la differenza di quota altimetrica tra fonte di approvvigionamento e area servita. Nel corso del 2017, l’accumulo effettuato nei soli bacini per i quali è stata richiesta l’assistenza del Consorzio ha superato i 2,2 milioni di metri cubi.

«Si sono così potute preservare le produzioni agricole in una zona caratterizzata dalla presenza di colture frutticole di qualità e idroesigenti quali l’actinidia, l’albicocco, il susino, la vite, il pesco. Questa considerazione ha spinto l’amministrazione del Consorzio a dare un nuovo impulso all’attività di progettazione di invasi con relative reti distributive, da candidare all’assegnazione del sussidio stanziato nell’ambito del PSR regionale in corso»

«La drammatica siccità di quest’anno ha avuto ripercussioni anche su questi impianti, tanto da rendere necessaria in alcuni casi la fornitura tramite autobotti. In più continua a destare preoccupazione l’impoverimento delle sorgenti. Sulla base dei monitoraggi effettuati dal Consorzio in via sistematica, si stima che passeranno alcuni anni prima che si ricostituiscano le portate originarie delle sorgenti. Ad esempio, a seguito della crisi idrica del 2003, il tempo fu di quattro anni».

Determinanti – dice l’ente – sono stati i recenti interventi di adeguamento degli acquedotti rurali eseguiti dal Consorzio nell’ambito del PSR regionale 2007-2013. Si può, infatti, affermare con buon grado di certezza che, senza tali interventi, almeno 350 utenze sarebbero rimaste prive di approvvigionamento idrico durante l’estate appena trascorsa. E’ facile immaginare quale sarebbe stato l’impatto non solo sul tessuto economico, ma anche sul piano sociale.

Dichiara Alberto Asioli, Presidente del Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale: «Se posso prendere un impegno è che il Consorzio sarà sempre in prima linea nella difesa del proprio territorio. L’alternativa sarebbe il degrado e l’abbandono, contro i quali la sentinella del Consorzio sarà sempre vigile e operativa».

L’incontro nella Bassa Per quanto riguarda l’altra parte del territorio (quello di cui si occupa il Consorzio della Romagna Orientale) martedì 12 dicembre alle 20.30 al centro civico di Giovecca di Lugo, in via Ferrara 7, ci sarà un incontro pubblico dedicato alla sicurezza idraulica del territorio.

Gli esperti relazioneranno sulla situazione attuale dell’alveo fluviale del Santerno, illustrando gli interventi già effettuati e i prossimi interventi di messa in sicurezza, nonché sugli interventi programmati sul canale Bonacquisto. Al termine vi sarà spazio per domande e approfondimenti. Inoltre, saranno illustrati i nuovi criteri sulla base dei quali è in corso di revisione il piano di emergenza e di Protezione civile.

L’iniziativa, aperta a tutti, è stata organizzata dal Comune di Lugo in collaborazione con le Consulte di Voltana-Chiesanuova-Ciribella e Giovecca-Frascata-Passogatto. Sempre nel campo della gestione delle risorse idriche, non va dimenticato nemmeno il ruolo fondamentale svolto dalle reti acquedottistiche rurali in gestione al Consorzio, a servizio attualmente circa 1.700 utenze sparse, prive di allacciamento diretto alle condotte del servizio idrico integrato.

 

 

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