Stop al “progettone” all’ex Magazzino Sir: «Ma riqualificheremo il Sigarone»

Niente più centro commerciale, uffici e negozi: i proprietari della Conad stanno valutando alternative. I grillini e Ancisi (LpRa) esultano

Ex SIR Esterno Popup 2019

L’ex Sir, detto Sigarone, in una foto dall’alto pubblicata sul blog di Beppe Grillo anni fa

Il progetto di riqualificazione del cosiddetto Sigarone, l’ex magazzino Sir in darsena, inizialmente previsto anche nell’ambito del Bando Periferie, dopo anni di annunci, di fatto viene stralciato. Con la promessa di realizzarne uno meno impegnativo economicamente e più “pubblico” rispetto al progetto di Nuovostudio presentato per la prima volta (e poi aggiornato nel tempo) all’Almagià nell’ormai lontano 2012. Quindi niente più centro commerciale, né piazza sopraelevata, uffici o negozi, essendo oggi difficilmente sostenibili economicamente, anche alla luce delle imminenti aperture di nuovi supermercati nelle vicinanze. La notizia era ormai nell’aria da mesi e la conferma ufficiale arriva dalla stessa Conad, proprietaria dell’area insieme all’Immobiliare Platani, in un’intervista al Carlino Ravenna. Conad che assicura comunque che la riqualificazione si farà ugualmente e che dice di voler pensare anche a «un impiego socio-ricreativo».

Esultano i grillini del Meetup ravennate “A riveder le stelle” che insieme ad altre associazioni avevano anche presentato un ricorso al Capo dello Stato, tuttora pendente, contro l’ipotesi di riqualificazione presentata in questi anni che non avrebbe secondo i proponenti garantito la tutela dell’edificio di archeologia industriale. «Coniugando le istanze della tutela che impongono il rigido rispetto di tutti i componenti di questo straordinario manufatto in cui forma e struttura coincidono – si legge in una nota inviata ai giornali dal Meetup – con la necessità del recupero e del riuso, la città potrà dotarsi di uno spazio unico e di altissima qualità in cui far convivere esigenze commerciali, economiche, culturali, artistiche, sociali e sportive, ridando finalmente slancio alla riqualificazione della Darsena attraverso il recupero del suo edificio più significativo e centrale. Un prezioso valore aggiunto ed un’operazione degna di una città di respiro europeo proiettata verso il futuro, dove i centri commerciali tradizionali, come giustamente evidenziato, hanno fatto il loro tempo.
Oltre 5.000 metri quadri di superficie, per 69 mila metri cubi di spazio interno, 30 metri di larghezza per oltre 16 di altezza, possono adattarsi flessibilmente ad accogliere un numero considerevole di attività, a fini di lucro e non». Il Meetup si spinge poi a lanciare proposte (dal museo della marineria alla sala per concerti) chiedendo già per il futuro il coinvolgimento dei cittadini. «Il rischio, però – termina il comunicato del Meetup – è che se l’Amministrazione non crederà per prima in un progetto di questa importanza e non si farà promotrice e guida per il recupero, affiancando il privato nella strada da intraprendere per il restauro, la gestione e la ricerca degli eventuali finanziamenti da riservare per il recupero del manufatto, tutto si areni, il degrado diventi insostenibile e la rinascita della Darsena di città resti solo un bel sogno. Alcuni imprenditori ci stanno credendo ed ottengono i primi risultati: l’augurio è che lo facciano tutti».

Sul tema interviene anche Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna, che teme che questa sorta di dietrofront possa portare a una richiesta di soldi pubblici o, in alternativa, a nuovi volumi o benefici urbanistici, parlando della torre prevista a fianco del sigarone, ma appunto nel progetto appena di fatto stralciato e quindi al momento non più ipotizzabile. Ancisi, ricordando poi anche le sue battaglie contro il progetto del 2012 che «avrebbe conservato solo la parte esterna del sigaro» sottolinea poi come in questo modo sia andato perso il milione di euro promesso dallo Stato attraverso il sopracitato Bando Periferie a fronte di un investimento dei privati (per il progetto del centro commerciale) di oltre 8 milioni di euro. «Siamo i primi ad essere interessati alla riqualificazione del Sigarone – chiosa Ancisi –. Ma senza regalie né svendite pubbliche, e soprattutto avendo bene in mente che qualsiasi nuovo impatto edilizio sulla Darsena in destra canale non può essere introdotto a spizzichi, prescindendo dalle ricadute sul territorio, bensì collocandolo organicamente nella complessiva riqualificazione dell’intero comparto».

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