Varianti SS16 e Ravegnana Bis, il centrodestra: «Anni di battaglia han dato frutti»

Lega Nord, FI e LpRa soddisfatti per l’inserimento di questi progetti nel Piano regionale dei trasporti: «Ma siano opere prioritarie»

Il centrodestra ha fatto il punto sulla situazione infrastrutturale di Ravenna, in particolare sulla “nuova” Ravegnana e sulle varianti della Statale 16. Presenti all’incontro il consigliere regionale della Lega Nord Massimiliano Pompignoli e i capigruppo comunali Alvaro Ancisi (LpRa), Samantha Gardin (Lega) e Alberto Ancarani (FI). Il punto arriva poco prima della discussione in Regione del Prit (Piano regionale integrato dei Trasporti) 2025. Questi interventi sono entrati dentro il piano e il centrodestra rivendica la «determinazione e la pressione che i tre gruppi ravennati hanno lungamente esercitato sul piano locale affinché il Pd non si sottraesse ulteriormente a riconoscere la necessità e l’urgenza di queste opere». Opere che il Prit 1998, tuttora vigente, ricorda il centrodestra «non ha mai neppure nominato».

Lo stesso Pompignoli è riuscito a far passare il suo emendamento sulla nuova Ravegnana. Così è stato inserito «nello scenario tendenziale del Prit 2025 la realizzazione di un nuovo tratto di strada extraurbana tra l’uscita Standiana-Mirabilandia dell’E45 nel Comune di Ravenna e Forlì-Pieve Acquedotto». Un tracciato che sarebbe ancora da definire e che ha trovato la sponda del Pd nella frase in cui si parla di «interventi di riqualificazione e messa in sicurezza attraverso ampliamenti o varianti fuori sede da definire sulla base di un apposito progetto di fattibilità tecnico-economica di concerto con gli enti locali coinvolti».

Per il centrodestra ciò significa che «dovrà studiarsi al più presto un progetto che contemperi di “rinnovare” la Ravegnana, allargandola o variandone il tracciato dove possibile, con la fattibilità di un tracciato esterno, inevitabilmente posto ad est del fiume Ronco, non potendo prescindere dall’utilizzazione parziale dell’E45, in quanto esistente». Saranno i Comuni di Ravenna e Forlì a concertarne gli sviluppi.

Per quanto riguarda le varianti dell’Adriatica (quella di Fosso Ghiaia e quella di Mezzano) saranno inserite nel nuovo Prit: la prima per decisione della giunta regionale, la seconda grazie ad un emendamento presentato dal Pd nella commissione di giovedì scorso.  Dice il centrodestra: «La “capitolazione” del Pd, a seguito delle ventennali battaglie condotte a Ravenna dalle forze di opposizione più attive e incalzanti, non è però sufficiente». Il Pd ha infatti bocciato gli emendamenti, elaborati al riguardo da Ancisi e presentati da Pompignoli, «che in sostanza differiscono dai testi approvati solo per la richiesta che queste varianti siano considerate di priorità 1: ciò è necessario affinché se ne persegua la realizzazione entro il 2025 e non chissà mai. Pompignoli ha detto che è in atto, da parte della Regione, una verifica tecnica, in esito alla quale si verificherà la sorte di questi suoi emendamenti il 9 luglio, all’atto dell’adozione del nuovo Prit da parte dell’Assemblea regionale. Sulla priorità delle due varianti non si mollerà comunque».

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