Il Pd chiede a Hera di salvare i posti dei lavoratori dell’inceneritore dopo lo stop

I sindacati segnalano che 29 dipendenti diretti potrebbero essere licenziati (a rischio altri 30 nell’indotto) e il segretario provinciale del partito va in pressing: «Coniugare sviluppo economico, tutele sociali e nuove politiche ambientali è possibile»

Alessandro.Barattoni

Il segretario provinciale Alessandro Barattoni

«Siamo convinti che un grande gruppo industriale come Hera si impegnerà certamente per ricollocare il personale dello stabilimento». Il segretario provinciale del Pd a Ravenna, Alessandro Barattoni, liscia il pelo alla multiutility per inviare un messaggio chiaro tra le righe: non licenziate i 29 occupati all’inceneritore che verrà chiuso il prossimo 31 dicembre. La posizione del Partito democratico arriva dopo che i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno annunciato l’apertura della procedura di mobilità che, in caso di mancato accordo tra lavoratori e azienda, potrebbe concludersi con il licenziamento. Barattoni sintetizza così l’approccio dem: «Coniugare sviluppo economico, tutele sociali e nuove politiche ambientali  è possibile e il Pd farà di tutto per proseguire su questa strada, senza mettere in contrapposizione la tutela ambientale con la tutela dei posti di lavoro».

Come noto, l’inceneritore di via Romea Nord è operativo da un ventennio ed è l’impianto più vecchio della Regione per questo il primo che verrà spento. La spegnimento era previsto per il 31 dicembre 2018 ma due proroghe hanno fatto slittare tutto avanti di dodici mesi. Ora non ci saranno più spostamenti.

Barattoni afferma che la dismissione dell’impianto è un’ottima scelta per la città: «La chiusura del termovalorizzatore più obsoleto della regione, il primo degli obiettivi raggiunti ed evidenziati nella relazione di chiusura del monitoraggio intermedio del Piano regionale dei rifiuti, si è ottenuta grazie al risultato virtuoso della raccolta dei rifiuti e a una scrupolosa organizzazione che ha coinvolto tutto il territorio». Vale la pena precisare che al momento gli ultimi dati dicono che la provincia di Ravenna è molto indietro nella percentuale di differenziata e infatti i residui indifferenziati ravennati dall’1 gennaio 2020 andranno nei camini di Forlì e Ferrara. È vero anche che a migliorare la percentuale di differenziata dovrebbe pensarci il nuovo gestore del ciclo di raccolta e smaltimento da selezione con il bando che ha visto una sola domanda (Hera).

 

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