Chiude l’inceneritore dei rifiuti, sindacati preoccupati: «60 lavoratori a rischio»

A fine 2019 lo spegnimento dell’impianto, Cgil, Cisl e Uil fanno sapere che Hera ha aperto le procedure di mobilità per 29 dipendenti occupati in via Romea Nord: «Senza un accordo sul ricollocamento potranno essere licenziati». Gli altri posti riguardano l’indotto

RAVENNA 08/05/2004. HERA DISCARICA INCENERITOREI sindacati fanno sapere che Hera ha aperto la procedura di mobilità per 29 lavoratori (27 uomini e 2 donne) occupati nell’inceneritore di rifiuti di Ravenna in via Romea Nord che verrà spento il prossimo 31 dicembre. La procedura di mobilità prevede che in mancanza di un accordo sul ricollocamento, i lavoratori in esubero possano essere licenziati. Ai 30 dipendenti di Hera vanno poi sommati altri 30 lavoratori dell’indotto (trasportatori, meccanici manutentori, addetti alle pulizie industriali) che si ritroveranno senza occupazione.

Cgil, Cisl Uil esprimono grande preoccupazione per il destino di tutte le lavoratrici e i lavoratori coinvolti nella chiusura dell’impianto: «Chiediamo ad Hera di non attivare le procedure di mobilità e di attivare immediatamente un tavolo di confronto con i sindacati di categoria per vagliare tutte le soluzioni che possano scongiurare la perdita di oltre 60 posti di lavoro. Chiediamo inoltre a Regione e Comune, essendo direttamente parti in causa, di farsi portatori di progetti e investimenti su discarica, impianto F3 e impianti oggi esistenti nel territorio, in grado di salvaguardare il saldo occupazionale ricollocando le maestranze complessivamente coinvolte».

Le sigle sindacali sottolineano che questi «sono i primi tangibili effetti della fermata definitiva del sito industriale annunciata dal presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e confermata dal sindaco di Ravenna Michele de Pascale lo scorso luglio».

L’inceneritore per rifiuti urbani di Ravenna ha garantito negli ultimi venti anni il trattamento dei rifiuti indifferenziati raccolti nel territorio provinciale di Ravenna, nonché lo smaltimento dei residui di lavorazione dei rifiuti differenziati raccolti nel medesimo territorio. Da gennaio 2020 Ravenna dovrà contare sulla disponibilità degli impianti di trattamento rifiuti dei territori vicini per continuare a gestire in modo ordinato i suoi rifiuti, in attesa che il progresso della raccolta differenziata prevista dai piani regionali minimizzi il quantitativo complessivo dei rifiuti prodotti sul territorio provinciale.

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