Cna: «Meno vincoli per tavolini e sedie dei chioschi e più spazi per temporary shop»

L’associazione di categoria chiede al Comune sostegno e semplificazione burocratica a favore delle piccole imprese

Conf. Stampa Artigiani A Giovinbacco

Nella foto, da sinistra: Maurizio Gasperoni (CNA), l’assessore Massimo Cameliani e Jimmy Valentini (CNA)

 

Cna ha voluto e ottenuto un confronto con il Comune di Ravenna sul tema dell’artigianato alimentare, a suo dire troppo poco valorizzato e soprattutto penalizzato dall’eccessiva burocrazia. Le questioni poste sul tavolo sono due: in primo luogo la possibilità da parte delle imprese del settore alimentare si far consumare ai clienti in loco, e soprattutto, in comodità i loro prodotti,  che spesso sono tipici del territorio. Poi c’è il tema dei temporary shop destinati alla vendita di prodotti dell’ambito artistico, alimentare (ma in questo caso solo con prodotti confezionati), della moda e degli accessori. L’occasione dell’incontro si è presentata con l’inaugurazione della diciassettesima edizione di Giovinbacco, la kermesse di tre giorni dedicata al vino e ai prodotti locali, a cui Cna partecipa anche quest’anno con alcune imprese artigiane associate del settore alimentare (piadina e birra in piazza Unità d’Italia e pasta fresca in piazza Garibaldi).

Per quanto riguarda la questione delle sedute all’esterno delle piccole attività come i chioschi, il settore sconta anni in cui una scorretta interpetazione del Decreto legislativo del 2006 da parte del minitero dello Sviluppo Economico aveva creato delle situazioni paradossali: i venditori spesso decidevano di dotarsi di posti a sedere salvo poi essere sanzionati come locali che esercitavano abusivamente l’attività di ristorazione. Lo scorso aprile il Consiglio di Stato si è pronunciato in maniera definitiva sulla questione e ha riconosciuto come unica discriminante tra gli esercizi di somministrazione (i ristoranti) e i laboratori ed esercizi di vicinato (pizzerie al taglio, rosticcerie, gelaterie,…) la presenza del servizio assistito (i camerieri). Per quanto riguarda l’uso obbligatorio di stoviglie a perdere, altra questione spinosa, la situazione è stata risolta con l’eliminazione di tale obbligo, consentendo quindi l’utilizzo da parte degli esercizi di vicinato anche di stoviglie che non siano usa e getta.

L’impegno di Cna è per il riordino dei Regolamenti comunali. Un problema che non sembra sussistere per Ravenna, come ha tenuto a ricordare l’assessore alle Attività Produttive, Massimo Cameliani: non solo nel comune il consumo sul posto con ausilio di sedie e tavoli è consentito sin dal 2008, ma quello ravennate è l’unico comune ad aver ampliato nel 2013 lo spazio esterno e interno dei chioschi di piadine, «al fine di valorizzarne l’importanza economica anche in funzione turistica».

Sul tema temporary shop invece Cna ha invitato la pubblica amministrazione di Ravenna ad aprirsi a questo tipo di esperienza, soprattutto dopo gli esempi positivi di Faenza e Lugo, sottolineando come, oltre a essere un’opportunità di visibilità e crescita per l’artigianato locale, sia anche un mezzo di rigenerazione delle aree urbane. L’assessore si è dimostrato disponibile a una valutazione del progetto, ricordando però che il Comune non possiede spazi da destinare a questo scopo (salvo, forse, la  piccola Tabaccheria che si affaccia su piazza XX settembre) e che bisognerà quindi discuterne con i privati.

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