Dal Governo via libera a nuove trivelle in Adriatico. Da Ravenna: «Finalmente»

Fratelli d’Italia, Forza Italia e Repubblicani soddisfatti per la decisione del Consiglio dei Ministri

Soddisfazione nel Ravennate per il via libera del Consiglio dei ministri a nuove trivellazioni al largo delle coste del mare Adriatico.

La norma dovrebbe essere inserita con un emendamento nel nuovo Dl Aiuti ter all’esame del Parlamento, con l’obiettivo di rifornire di gas italiano soprattutto le imprese energivore a prezzi calmierati. Il testo al quale ha lavorato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, prevede “il rilascio di nuove concessioni tra le 9 e le 12 miglia, in deroga all’articolo 6, comma 17, del decreto legislativo 152 del 2006”.

«Dopo anni in cui scriteriate politiche hanno portato alla quasi chiusura di tutti i pozzi di estrazione del metano italiani – ha commentato il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, Alberto Ferrero -, cosa che ha contribuito ad aumentare la nostra dipendenza dall’estero e in parte a causare l’attuale situazione in cui ci vediamo costretti a spegnere le luci durante la notte nelle nostre città, il nuovo governo a guida Fratelli d’Italia sta invertendo la rotta. Questa importante decisione, oltre che per l’interesse nazionale, avrà effetti positivi anche sulla nostra città dove, un comparto di eccellenza, quello oil & gas, potrà tornare a prosperare dopo la crisi in cui i precedenti governi lo avevano portato. Per questo motivo noi da Ravenna avevamo chiesto a gran voce, nel giusto rispetto delle norme ambientali, che si potesse tornare ad utilizzare il gas italiano di cui l’Adriatico è ricco e che i nostri dirimpettai stanno da anni sfruttando. Questa decisione dimostra che gli impegni pesi in campagna elettorale vengono mantenuti».

Una «stupenda notizia per Ravenna e per l’Italia» anche secondo Forza Italia. «La scellerata scelta del governo gialloverde – commenta il responsabile locale Alberto Ancarani -, poi non modificata a suo tempo né dal governo giallorosso né dal governo Draghi di impedire le nuove estrazioni non era infatti tanto grave solo per la diminuzione della quantità di gas a disposizione – benchè con gli attuali problemi di approvvigionamento anche quantità non determinanti possono fare la differenza – ma in quanto creava un ulteriore effetto di accerchiamento, con conseguenza anche sui prezzi, visto che la Croazia, sull’altro lato della costa del nostro stesso mare, estraeva di fatto da quegli stessi giacimenti ai quali il nostro paese, invece, aveva deciso di rinunciare. Questa scelta, dunque, è simbolicamente la prova di quanto fosse giusta la linea di Forza Italia, da sempre contraria ad ogni forma di “decrescita felice” ma anche ad ogni avventurismo ambientalista inevitabilmente destinato ad incidere negativamente prima di tutto sulle tasche delle fasce più deboli».

Plaude alla scelta del Governo Meloni anche il Pri, a Ravenna nella coalizione di maggioranza. «Come repubblicani – commenta l’ex vicesindaco Giannantonio Mingozzi – non siamo gli unici ad esserci battuti per queste misure da anni, oggi soprattutto di fronte all’emergenza energetica ed in vista dei prossimi mesi quando, se non si calmierano i costi, si rischiano crisi produttive ed ulteriori difficoltà per il caro bollette; occorre dare atto al sistema delle imprese ravennati dell’Oil&gas, al Roca ed alle istituzioni, Comune e Regione in  primis, di aver mantenuto con coerenza e coraggio una posizione difficile ma sacrosanta, spesso contestata anche dentro e fuori le amministrazioni pubbliche ma oggi di grande aiuto al Paese ed all’economia del nostro territorio».

 

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