Arrivano in treno, ripartono in nave: da aprile oltre 20mila auto Bmw a Ravenna

Il presidente Sabadini parla del nuovo progetto della Sapir, in società con il colosso tedesco Ars Altmann. «Un valore aggiunto»

Bmw Terminal

L’esperimento pare ampiamente riuscito. E Ravenna ora può vantare un terminal “auto” dove da aprile a fine anno saranno passate oltre 20mila automobili. Il marchio è di quelli mondiali, quello del colosso tedesco Bmw.

Ne abbiamo parlato con Riccardo Sabadini, presidente di Sapir, società a maggioranza pubblica del porto di Ravenna che ha dato vita a una joint venture con un big della logistica, il tedesco Ars Altmann: ne è nata una vera e propria nuova società, Asia srl, che si occupa appunto di offrire servizi di logistica e trasporto integrati a favore di grandi brand automobilistici.

«Bmw in particolare ha avuto modo di vedere che dagli impegni siamo passati ai fatti» – commenta Sabadini, sottolineando come siano stati messi a disposizione i piazzali e le maestranze nei tempi utili, dando avvio concretamente al progetto in collaborazione con Bmw lo scorso aprile.

«Ora i treni con le auto arrivano quasi tutti i giorni e le navi specializzate partono 1-2 volte al mese», continua il presidente di Sapir, che sottolinea come si tratti di un progetto che ha dato concretezza a un’idea diffusa da tempo. «Che per arrivare nella penisola arabica, in India, nel Far East, quello di Ravenna possa essere un’ottima alternativa ai tradizionali grandi porti del Nord, risparmiando 5-6 giorni di navigazione e di conseguenza il costo dei noli. Non è stato facile far cambiare abitudini a un grande brand come Bmw – sottolinea Sabadini -, abbiamo dovuto offrire un prodotto in grado di garantire minor tempo e minor costo, ma di grande qualità». Per un progetto in grado di produrre un alto valore aggiunto per il porto di Ravenna. «Porta con sè una bella quota di lavoro, a partire dagli operatori aggiuntivi della Compagnia portuale e a quelli del terminal. Occuperà sempre più persone e creerà specializzazioni, perché non è certo immediato saper movimentare auto tra piazzali e grandi navi. E metteremo in campo anche nuovi servizi, ci occuperemo anche della sistemazione della auto, per esempio, per riparare piccoli difetti».

Per quanto riguarda lo sviluppo del porto più in generale, il presidente di Sapir sottolinea come il progetto Hub portuale, che il prossimo anno dovrebbero vedere un primo completamento, sia fondamentale per poter “giocare” ancora a certi livelli. «Senza l’adeguamento dei fondali non avremmo più potuto puntare sui container, che rappresentano il 52 percento del traffico mondiale, è bene ricordarlo. Senza una nuova infrastruttura, pian piano questo settore a Ravenna sarebbe andato ad azzerarsi, perché le navi che se ne occupano sono sempre più grandi».

E che fine ha fatto l’ipotesi di dividere l’attività immobiliare di Sapir da quella terminalistica? «Grazie alla riorganizzazione di questi anni, oggi i soci hanno di fronte un quadro chiaro della situazione, con le due business unit differenziate, potranno decidere cosa fare». Il tema è quello del controllo pubblico: secondo alcuni osservatori sarebbe necessaria l’uscita del Comune e degli altri enti pubblici dal gruppo dei soci, mettendo sul mercato le quote della società.

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