«Due anni per decidere cosa sarà Sapir». Divisione in due o quotazione?

Il presidente attende le mosse degli azionisti: il 2018 sarà un «anno decisivo». La riorganizzazione potrebbe essere «un volano» anche per nuove assunzioni

Sapir

1967, dragaggi per la realizzazione della darsena San Vitale, foto tratta dal libro che celebra i 60 anni della Sapir

Due anni. Questo l’orizzonte temporale che il presidente di Sapir, Riccardo Sabadini, dà agli azionisti della società per prendere decisioni riguardo al futuro. Davanti c’è, in sostanza, un bivio: la divisione dell’attività terminalistica da quella immobiliare (Sapir è in possesso di oltre 90 ettari di terreno in zona porto) o la quotazione della società sul mercato azionario. Di certo c’è che «Sapir dovrà strutturarsi in maniera industriale» per rispondere alle nuove sfide che pone il mercato.

Sabadini è intervenuto nella mattina dell’8 novembre durante un convegno che celebrava i sessant’anni dell’azienda terminalistica. Il presidente non è entrato troppo nei dettagli del nuovo piano industriale ma ha sottolineato che il 2018 sarà un «anno decisivo» sostenendo che la riorganizzazione potrebbe essere «un volano» dell’economia, portando con sé nuove assunzioni.

Annunciati alcuni lavori: nella macro area San Vitale saranno costruite tettoie e tre magazzini (uno dei quali refrigerato). Trattaroli resta legata ai container (lì dovrebbe sorgere il nuovo terminal) mentre l’area Logistica 1 diventerà uno dei nodi del raccordo ferroviario e stradale portuale. Il patrimonio immobiliare di Sapir è stimato attorno a cento milioni di euro. Molto importante, ha ricordato il presidente, «l’approfondimento dei fondali a 12,5 metri». Sabadini ha aggiunto che i risultati degli ultimi tre anni sono stati positivi, con utili oltre i 4,5 milioni di euro.

Intanto nelle scorse settimane è stato approvato il patto di consultazione tra i soci che hanno una quota pari almeno al sei percento. Sono sei: Ravenna Holding (per conto del Comune di Ravenna) con una percentuale del 28,93 percento, poi Argentario Spa – Fondazione Cassa di Risparmio (14,52), Fin.Coport Srl (13,41), Camera di Commercio (11,07), Regione Emilia-Romagna (11,07), Pir Finanziaria Spa (8,58).

Il patto ha «il mero fine di dare conto, nel confronto tra le diverse posizioni delle parti, delle posizioni di ciascuna». Posizioni che «non hanno valore vincolante». In altre parole si tratta di uno strumento di informazione, consultazione e trasparenza tra i soci che valuterà le modifiche statutarie, i piani strategici e i budget, i risultati di esercizio, la nomina degli organi amministrativi e contabili della società. Pur se senza grandi poteri decisionali, la scelta di dotarsi di una sede di confronto tra i soci è indicativa della necessità di un coordinamento sulle scelte da fare nel prossimo futuro. Il patto dura tre anni: quando sarà rinnovato Sapir potrebbe non essere più la stessa.

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