La Fiera dei bagnini tra l’incognita concessioni e l’attesa per il Parco Marittimo

Al Pala De Andrè di Ravenna torna dopo tre anni l’appuntamento organizzato da Cooperativa Spiagge per preparare la stagione estiva sulla costa

5Da un lato le incognite sulle concessioni demaniali e la difficoltà a trovare personale, dall’altro le tante domande che arrivano alle agenzie immobiliari da chi cerca affitti per l’estate e le attese per gli effetti del nuovo Parco Marittimo. Sono i contorni entro cui si muove il settore balneare ravennate a poche settimane dalla partenza della stagione 2024. Nella giornata di ieri, 15 febbraio, al Pala De Andrè a Ravenna si è aperta la Fiera dei balneari organizzata da Coop Spiagge che riunisce i quasi duecento stabilimenti dei nove lidi nel comune. L’iniziativa è tornata dopo tre anni di stop.

I due quotidiani locali in edicola oggi, Resto del Carlino e Corriere Romagna, riassumono le principali questioni sul tavolo con le parole di Maurizio Rustignoli, presidente della Coop Spiagge.

Il 2024 dovrebbe essere il primo anno in cui si potrà vedere completato il primo stralcio del faraonico progetto di riqualificazione dei nove lidi. Punta Marina e Marina di Ravenna avranno una nuova passeggiata sul retro dei bagni a ridosso della pineta e già a Pasqua questa dovrebbe essere pronta e senza cantieri. I bagnini attendono di beneficiare degli effetti dopo aver sopportato i disagi dei lavori.

C’è poi la questione del personale. Continua la difficoltà a reperire manodopera da impiegare nella stagione turistica. Secondo Rustignoli non c’entrano i salari bassi perché ormai la carenza è tale da dare ai lavoratori il potere di fare il prezzo richiesto. E allora la soluzione starà nel «avvicinare molti più stranieri, dopo un’adeguata formazione professionale e con un minimo di conoscenza linguistica».

Infine la questione concessioni che mina i piani di chi vorrebbe investire. L’ultimo rinvio ha spostato a fine 2024 la scadenza dei titoli che consentono ai bagnini di rimanere sull’arenile. E poi? L’Unione europea vorrebbe le aste pubbliche. I bagnini vorrebbero gare che riconoscano premialità a chi ha lavorato tanti anni. Intanto c’è confusione con il caso Jesolo a spaventare: concessioni messe ad evidenza pubblica dall’amministrazione locale senza particolare attenzione alla piccola e media impresa e agli operatori storici.

Il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, interverrà oggi al convegno tecnico sul tema del rinnovo delle concessioni demaniali marittime. «È purtroppo evidente la gravissima responsabilità della politica nel non aver affrontato e risolto in questi anni le vicende delle concessioni demaniali e dell’applicazione della direttiva Bolkestein, con tutte le incertezze e le conseguenze negative che questo comporta. Gli stabilimenti balneari in questi anni hanno sì, investito, ma se avessero avuto certezze sul proprio futuro avrebbero potuto farlo molto di più. Ad oggi non c’è ancora una norma che tuteli il valore economico delle imprese e non è chiaro nemmeno il meccanismo di riconoscimento degli investimenti».

Il Comune non ha a tutt’oggi una norma chiara da applicare. «La competenza è infatti del Parlamento e del Governo e auspichiamo che ci sia uno spazio di intervento anche per la Regione Emilia-Romagna. È evidente che, come Comune, saremmo chiamati ad attuare un contesto normativo definito anche qualora non lo condividessimo. Ma, in ogni caso, dopo anni e anni di ritardi, non ci si potrebbe chiedere di agire in fretta. Stiamo parlando di un bene preziosissimo, di un comparto e di un distretto di eccellenza con imprese e imprenditori capaci, professionali e innovativi. Le amministrazioni comunali devono però avere il tempo ed essere messe nella condizione di poter costruire procedure che premino il merito, senza lasciare spazio a eventuali speculazioni che possono distruggere il modello romagnolo».

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