Tanto inquinamento e pochi soldi. Ma Ravenna investe sulle crociere Seguici su Telegram e resta aggiornato A Porto Corsini al via i lavori per il nuovo terminal, mentre molte città europee stanno ostacolando l’arrivo delle navi. Ad Ancona in mille in piazza per protesta Un rendering di una delle nuove strutture previste nel terminal crociere di Porto Corsini Stanno partendo in questi giorni i lavori per la costruzione del nuovo terminal crociere a Porto Corsini. L’operazione richiederà un investimento di circa 60 milioni di euro e dovrebbe terminare entro il 2026. Il progetto è stato affidato a Royal Carribean, la maggiore compagnia crocieristica internazionale (nonché proprietaria della nave più grande del mondo, la “Icon of the Seas”), che si è aggiudicata la gara per la concessione in project financing. L’Autorità portuale contribuirà con 6 milioni. L’opera comprende una nuova stazione marittima da 5 mila metri quadrati per due piani e l’adeguamento di banchine e servizi, allo scopo di accogliere ancora più navi, sempre più grandi. L’obiettivo è rendere Ravenna la principale destinazione crocieristica dell’Adriatico, approfittando della crisi di Venezia dove sono state allontanate per preservare la fragile città. Tuttavia il progetto è in controtendenza con resto d’Europa, dove si sta ostacolando questa forma di turismo molto inquinante e poco benefica per il territorio. Inizialmente le navi da crociera avevano prezzi elevati, ma negli ultimi anni sono diventate più popolari e accessibili. Secondo la Cruise Lines International Association, l’associazione globale delle compagnie crocieristiche, nel 2019 hanno viaggiato in crociera 29,7 milioni di persone e dopo due anni di fermo per il Covid si è tornati a 31,5 milioni nel 2023 e se ne stimano 35,7 milioni per il 2024. A Ravenna, riferisce l’Autorità portuale, nel 2023 hanno attraccato 99 navi da crociera per 330.952 passeggeri, di cui 281.442 in home port: significa che la città bizantina è stata il luogo di inizio e fine della crociera; mentre per gli altri 49 mila si è trattato di una sosta intermedia per scendere, visitare il territorio e ripartire la sera stessa. Le grandi navi hanno un impatto enorme nell’emissione di gas serra. Secondo l’International Council on Clean Trasportation, ogni turista in nave da crociera emette 500 kg di anidride carbonica per 2.000 chilometri di viaggio, più del doppio di un passeggero in aereo (che è già molto inquinante). Una sola nave da crociera scarica in atmosfera la stessa quantità quotidiana di polveri sottili prodotta da un milione di automobili. Nel 2022, le 218 navi da crociera operanti in Europa hanno emesso quattro volte la quantità di ossido di zolfo di tutte le automobili del continente. Nell’ultimo report dell’Agenzia europea per l’ambiente sulla qualità dell’aria nelle città con più di 50 mila abitanti, pubblicato il 29 agosto, le città portuali in cui approdano le grandi navi sono in fondo alla classifica. Inoltre le crociere disturbano la fauna marina con il loro rumore e le luci notturne e rilasciano in mare sostanze inquinanti come oli, liquami e prodotti chimici. La maggior parte delle navi da crociera è alimentata con prodotti derivanti dal petrolio, come l’olio combustibile pesante e il gasolio marino; e il resto utilizza il gas naturale liquefatto, che è più climalterante della CO2. Anche quando sono ormeggiate, le navi tengono accesi i generatori a motore per alimentare i servizi di bordo. Nonostante abbiano la possibilità economica per farlo, le compagnie di navigazione non sono finora sembrate interessate a lavorare sulla reale riduzione del proprio impatto ambientale, né stanno investendo abbastanza per la conversione verso le fonti di energia rinnovabile. Chi è d’accordo con la presenza delle navi da crociera, sottolinea gli introiti economici portati dai passeggeri, ma si tratta di un’argomentazione debole. I crocieristi fanno solo brevi gite tra i monumenti più importanti e spendono poco sul territorio, in quanto mangiano e dormono a bordo delle navi per cui pagano un biglietto all inclusive. Uno studio condotto a Bergen, città della Norvegia famosa per i tour dei fiordi, ha dimostrato che il 40% dei passeggeri non scende mai dalla nave, mentre coloro che lo fanno effettuano una spesa media di appena 23 euro. A fronte di questo minimo beneficio economico, ogni crocierista scarica il costo di un inquinamento enorme nelle città che visita. Oltretutto le gite riguardano in gran parte le mete intermedie, e meno le città di partenza e arrivo, quale è principalmente Ravenna. Per questi motivi, molte città europee stanno ostacolando le navi da crociera. Santorini ha fissato il limite di 8.000 crocieristi al giorno e Dubrovnik di 5.000, Dublino ha rilasciato i permessi solo a 80 compagnie su 160 che li avevano richiesti, Amsterdam e Barcellona hanno vietato l’attracco nei porti più vicini ai centri città. Il capoluogo catalano ha anche annunciato un ingente aumento sulla tassa di soggiorno per i crocieristi, che già oggi pagano 4 euro per scendere e visitare la città; mentre la Norvegia ha introdotto severe sanzioni contro le compagnie di navigazione che dal 2026 non rispetteranno delle rigide norme sulle emissioni zero. In Italia, invece, sono in corso molti ampliamenti dei porti per accogliere sempre più grandi navi. Sembra che il nostro paese si stia candidando come destinazione alternativa per le crociere tanto bistrattate nel resto del continente, come se non ci importasse dell’inquinamento che portano. Oltre a Ravenna, anche Ancona ha commissionato un nuovo terminal crocieristico, con un progetto da circa 40 milioni di euro che coinvolgerà MSC. Sabato scorso circa mille persone hanno partecipa to a un corteo di protesta contro l’opera, che renderà la città ancora più inquinata e cementificata. Dall’altro lato della penisola, molto controverso è il progetto del nuovo porto di Fiumicino, dove una società della Royal Carribean ha ottenuto una concessione di 90 anni e presentato un investimento da 350 milioni. L’opera è stata inserita tra quelle “strategiche” per il Giubileo 2025, seppure i lavori termineranno a manifestazione conclusa. Ovviamente il progetto del nuovo terminal crociere di Porto Corsini ha la sua dose di “opere verdi”, altrimenti dette “greenwashing”. La riqualificazione dell’area prevede di realizzare il “Parco delle dune”, uno spazio di verde pubblico di 12 mila metri quadrati; inoltre il tetto del terminal sarà ricoperto di piante e pannelli fotovoltaici, e le navi ormeggiate potranno spegnere i motori e alimentare i servizi di bordo prendendo energia dalle colonnine elettriche in banchina. Ma tutto ciò non potrà bastare a compensare l’eccessivo inquinamento di questi mezzi. Total5 0 0 5 Forse può interessarti... Apre a Ravenna il primo supermercato Esselunga della Romagna Nuovi bagni e pavimenti alla scuola materna Pasi di Ravenna Eletta la nuova segreteria confederale della Cgil di Ravenna Seguici su Telegram e resta aggiornato