Dopo 36 anni il presidente del Consar di Ravenna non è più Veniero Rosetti. Si chiude un’era per il consorzio di autotrasporti nato quasi 50 anni fa e oggi composto da circa 380 imprese con un valore di produzione nel 2024 di 150 milioni di euro (in aumento del 2,8 percento rispetto al 2023) e un utile netto di 3,5 milioni. Il timone è passato dal più anziano al più giovane dei 13 membri del consiglio di amministrazione: dal 76enne Rosetti al 44enne Nakia Gardini, autotrasportatore forlivese, titolare di un’azienda con un solo mezzo (un cosiddetto padroncino) e membro del cda dal 2022.
La mancata conferma di Rosetti, però, è arrivata con modalità e tempi che hanno sorpreso il diretto interessato e anche il tessuto economico locale. Il 30 maggio scorso, nella riunione del cda, Gardini ha ottenuto 8 voti su 13 e gli altri 5 consiglieri, tra cui Rosetti, hanno lasciato la riunione dopo la votazione. Non ci sono state dimissioni, per il momento.
Ma, secondo il racconto di Rosetti, le cose non dovevano andare esattamente così: «C’era un accordo verbale per il rinnovo della mia carica e arrivare al cambio di presidenza con un percorso graduale da fare nei prossimi due anni, in cui avremmo individuato il mio successore, che avrei aiutato a entrare nei meccanismi e presentato a istituzioni e imprese. Avrei lasciato nel 2027, in anticipo di un anno sulla scadenza naturale del mandato». Alla vigilia del cda non c’è erano stati preavvisi ufficiali di una cordata pro Gardini, anche se qualcosa era nell’aria nei corridoi della sede. Qualcuno direbbe che è stata un’imboscata, Rosetti fa il pompiere: «C’è stato un cambiamento di opinioni tra alcuni consiglieri. Diciamo che la maggioranza del cda ha deciso di accelerare i tempi di un passaggio che ormai era deciso e che io stesso avevo condiviso. Questo renderà il percorso più frenetico, ma non dovrà essere un problema per l’azienda, l’ho detto a chiunque mi ha chiamato e lo ribadisco».
All’interno dell’universo Consar c’è anche chi ritiene che la successione potesse arrivare prima, in maniera autonoma. «Non è facile affiancare il presidente del Consar – dice Rosetti –, serve un profilo umano fatto di valori importanti. Anche la persona meno istruita di questa Terra può farlo se ha valori saldi come la collettività, il rispetto, l’onestà. Il resto si può imparare».
L’ormai ex presidente assicura la massima disponibilità verso l’azienda e verso i partner: «Resto un consigliere del cda e sono nel sistema Consar come presidente di una cooperativa associata che si occupa di piccola distribuzione. Vorrei che le persone lavorassero per dare continuità e un futuro di prospettiva a Consar. Se sarà richiesto, darò il mio contributo. La forza del consorzio non è nel singolo uomo, ma in un patrimonio sociale costruito in tanti anni. La ricchezza del Consar è nel tessuto di operatori economici sul porto e non solo».
Il 76enne ci tiene a sottolineare che nel cambio al vertice non c’è una ragione di crisi economica. I numeri del 2024, oltre a quelli già ricordati, dicono che il consorzio è in salute. Ai 160 dipendenti diretti del Consar è stato corrisposto un premio di produzione di mille euro netti e ai soci è stato distribuito un ristorno dell’uno percento per un totale di 950mila euro. Il patrimonio netto è arrivato a 28,9 milioni di euro, in aumento del 9 percento e il cash flow è stato 7,6 milioni.
«Non sono più presidente perché i numeri andavano troppo bene». Nella battuta di Rosetti c’è una lettura dei fatti: «La cantieristica ha sempre dato margini maggiori che hanno sostenuto i bilanci del Consar. Alcuni soci hanno pensato che questi margini, aumentati di recente, andrebbero gestiti diversamente». In questo clima si è nata la cordata di Gardini, costruita un po’ per volta con un lavoro di trattative. Per capire meglio occorre fare un passo indietro. Il 24 maggio l’assemblea dei soci ha ratificato (con 92 voti su 377 aventi diritto) la composizione del cda uscita dalle votazioni dei soci. Sono entrati sei nuovi membri più vicini alle posizioni espresse dalla divisione del consorzio che gravita sulla sede di Forlì. Con i due consiglieri già dentro, sono arrivati i numeri sufficienti per il cambio al vertice.
Ora il Consar, secondo Rosetti, ha bisogno solo di guardare al futuro: «Tra il personale della struttura ci sono tante persone capaci, sono dei guardiani che possono aiutare i nuovi arrivati per affrontare le nuove sfide dell’autotrasporto».