Birrifici e microbirrifici artigianali: la Romagna che non ti aspetti Seguici su Telegram e resta aggiornato Un piccolo viaggio in un mondo variegatissimo e in continua espansione Il nostro speciale sulla birra si chiude con un excursus – non esaustivo, considerata la grandezza dei numeri – sui birrifici e microbirrifici artigianali presenti in Romagna. La birra artigianale offre qualcosa in più rispetto a quella prodotta in modo industriale, non solo per il quantitativo limitato messo in commercio, ma anche per l’assenza di due processi di lavorazione che le grandi fabbriche non possono permettersi di omettere, cioè la filtrazione e la pastorizzazione. Quest’ultima consiste in un trattamento termico il cui scopo è la conservazione; tale operazione elimina gran parte delle vitamine e degli antiossidanti presenti nella birra e ne pregiudica in parte anche il sapore. Invece la filtrazione viene effettuata per ridurre la presenza di lieviti, responsabili della fermentazione e capaci di dare a ogni birra delle caratteristiche organolettiche uniche. Partendo dalla nostra città, non si può non parlare di Birra Bizantina, che nasce nel 2013 come beer firm, cioè producendo le proprie ricette presso alcuni birrifici locali. Il salto di qualità avviene nel 2020, quando vede la luce il birrificio vero e proprio, nel quartier generale lungo la Darsena. Tra i suoi prodotti, la Darsenale, una Golden Ale di colore giallo chiaro, la cui forza è la semplicità. Tenore di amaro basso e leggerezza di corpo per ottenere una birra estremamente beverina. E la Bollard, una Ipa dal colore ambrato carico, dove i profumi dei malti caramellati si amalgamano con quelli resinosi dei luppoli. Corpo medio, l’amaro è netto e persistente ma ben bilanciato. Sempre a Ravenna nel 2020 è nata Iconika craft beer, le cui produzioni rendono omaggio agli stili tradizionali che hanno fatto la storia delle birre, ossia Ale, Pilsner, Saison e Porter, preparate ricercando l’equilibrio sensoriale e lo stile di riferimento. La loro Golden Ale ha un gusto fresco dalle spiccate note maltate. La ricerca dell’equilibrio e del rigore nello stile hanno permesso di creare una birra semplice ma elegante e dalla buona struttura, di facile bevibilità e lunga persistenza. L’Ipa di Ikonica, invece, al naso si presenta fragrante, con in evidenza una parte citrica importante. L’utilizzo dei fiocchi di avena arrotonda l’amaro, che resta morbido e protagonista, bilanciando tutti gli aromi. Un birrificio noto ormai anche a livello nazionale è poi il Bajon di Porto Corsini, orientato verso gli stili della tradizione tedesca, come Pils e Keller, birre in grado di essere gustose e ricche ma allo stesso tempo dissetanti, realizzate con grandi quantità di luppoli che arrivano da tutto il mondo. Tutte molto buone, le mie due preferite sono la pluripremiata Selva, una Pilsner alla quale il generoso utilizzo di luppoli nobili tedeschi conferisce un aroma floreale ed erbaceo, oltre a un finale secco e amaro. E la Fake Ipa, birra ibrida che nasce dalla passione di Bajon per il mondo delle basse fermentazioni. Alla fine non è né una Pils né una Ipa, ed è il suo bello. A Torri, nel cuore della Romagna, è situato poi dal 2014 il birrificio artigianale I.C.B. Italian Craft Brewery, che ha due linee, Delira ed Excìra. La prima (declinata in bionda, Ipa, Apa, Weiss, rossa e senza glutine) è una birra semplice, adatta a chi ama la facile beva e la garanzia di un prodotto che rispetta l’originalità delle ricette. L’altra ha una veste elegante e il sapore delicato. Da poco ho scoperto, a Bagnacavallo, Beerserk, un microbirrificio agricolo molto interessante. Buonissima la loro Tyr, una Irish Red Ale che si presenta di colore intenso ambrato con una schiuma piuttosto fine e persistente. Naso super complesso e in bocca i protagonisti sono gli esteri di frutta rossa (mela, susina, fragola e ciliegia), parallelamente a note di malto, di pane e caramello. Da provare anche la Blonde Ale Sif. Scoperto per caso a una fiera, a Mercato Saraceno c’è il birrificio Marialti Romagna Beer, che produce birra artigianale a km 0. Antika è una birra chiara ad alta fermentazione non filtrata e non pastorizzata prodotta con grani antichi biologici, ha un corpo leggero, un grado alcolico basso e una luppolatura gentile. Crocus è invece una Belgian Ale dal colore dorato conferito dallo zafferano, che si sente al naso e al retrogusto. La bevuta risulta piacevole, equilibrata e armoniosa, anche grazie all’in- fusione del pepe, che dona un lungo e delicato finale che avvolge e riempie la bocca. La Birra di Romagna a Savignano sul Rubicone è la prima birra nata nella Valle del Rubicone. Molto gradevoli sia la Bionda Nostrana, una Lager, che la Doppio Luppolo, con note balsamiche e fruttate, di pesca e albicocca. Nella campagna di Solarolo troviamo il birrificio La Mata, dalle iniziali del suo creatore, Marco Tamba, la cui birra è frutto di una filiera che parte e si conclude nell’azienda stessa. Delle 14 birre che produce, tutte interessanti e dalle etichette super divertenti, da provare la MyAle, una Indian Pale Ale ad alta fermentazione, dal colore ambrato, l’aroma floreale e agrumato, il gusto pieno e rotondo, e la Bruno, birra agricola dal colore nero e l’aroma di cioccolato fondente con note di arachide. Il primo birrificio agricolo artigianale a filiera corta sulle colline di Rimini si chiama Beha. Tra le birre che fa, io consiglio la Baldoria, una Keller Pils bionda dorata, con schiuma bianca e pannosa, aroma di crosta di pane e delicati profumi floreali ed erbacei. Dal gusto equilibrato, tra il dolce sentore di cereali e un retrogusto piacevolmente amaro e pulito; e l’ambrata Spasso, in cui le note dolci del malto vengono bilanciate da un finale secco e moderatamente amaro. Andiamo anche a Casola Valsenio, dove c‘è il Birrificio Valsenio, che produce quattro birre una meglio dell’altra. La mia preferita è la 8bre, ambrata e prodotta annualmente per la stagione autunnale. I malti affumicati ne caratterizzano subito l’olfatto e il palato, mettendo in primo piano i tipici sentori di speck e brace, con lievi note di cioccolato, rispetto alle note caramellate e di panificato. Il corpo è medio e la bevuta risulta scorrevole, l’amaro finale è lievissimo. A Reda, nel Faentino, troviamo il Birrificio del Molino Spadoni, che di cereali è specialista da oltre cent’anni e fa cinque birre, tutte crude, non pastorizzate, non microfiltrate, a media gradazione (si possono trovare nei locali del gruppo, tra cui naturalmente il mercato coperto in centro a Ravenna). La Bionda Golden Ale è una cruda dal gusto maltato con sentori erbacei e floreali e con un amaro equilibrato. La IPA è invece realizzata con uno speciale bouquet di 6 luppoli e ha un intenso e complesso aroma di frutti tropicali. Chiudiamo a Santarcangelo, dove l’Italian Loud Brewery Noiz, tra le tante, produce la Gustav, una Vienna Lager dal colore ramato, e la Peace Fog, che mi fa impazzi- re, New England India Pale Ale che al naso presenta decisi profumi di frutti a pasta gialla e tropicali, in particolare ananas. L’alcol – 6% – non impegna la bevuta e ha il compito di sostenere la bevuta, rendendola non stucchevole. PRIMI 900 DI SAN GIUSEPPE, ELEGANZA ED EQUILIBRIO A Cesena ho avuto una vera e propria epifania, quando, all’interno dell’agriturismo I Filari di Casalbono, ho scoperto il birrificio artigianale San Giuseppe. Suadente fin dall’e- tichetta (disegnata a mano), la loro Lager Primi 900 è una classica bionda a bassa fermentazione, con pregiati luppoli tedeschi, rotonda, molto equilibrata, fortemente erbacea e dissetante, mentre la splendida Filarèn è una Amber Ale dal giusto corpo e ben caratterizzata da luppoli americani. Gradevole e fruttata. Mazapègul di Civitella di Romagna, tecnica e fantasia Tra tutti i birrifici artigianali in cui mi sono imbattuto, il “premio” del rapporto originalità-qualità va sicuramente a Mazapégul di Civitella di Romagna, nato nel 2014. Vale la pena citare alcuni nomi delle sue birre (ognuna con relativa etichetta declinata in chiave folletto romagnolo, il Mazapégul, appunto): Millemosche, Curva Mare, Balè Burdeli, Pirata, Befana Befana e Ultima Morosa. Quest’ultima, una Italian Grape Ale (ossia una birra ad alta fermentazione di stampo italiano con uva), è davvero molto interessante e arriva dal mosto di Sangiovese. Le tipiche note di frutta rossa del vitigno emergono chiare e piacevoli in bocca, esaltate dalla dolcezza dei malti e in armonia con l’amaro dei luppoli. Sentori di mora, ciliegia e prugna donano freschezza e acidità. Total0 0 0 0 Forse può interessarti... 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