La “gelida” e “neutrale” vodka, pura e limpida come l’acqua

Dalle origini contese tra Russia e Polonia fino alle raffinate tecniche di lavorazione che prevedono anche molteplici passaggi nel distillatore

Vodka Degustazione

In molte produzioni di distillati spesso si cerca un tratto distintivo per rendere unico e riconoscibile il liquido alcolico. Si lavora sui sistemi di distillazione, sulle materie prime in modo che ci sia un riconoscimento territoriale, come nel caso delle grappe, o un carattere distintivo come potrebbe essere per il gin o il whisky. C’è, invece, un distillato che da tutto questo si distacca: la vodka. E si distacca perché la qualità in questo caso è data dalla sua neutralità di gusto. Più la vodka è pura, maggiore è la sua qualità. Se in un gin si cercano botaniche distintive, nella vodka si ricerca l’aspetto più cristallino a livello di naso, palato e vista. Non per niente, Vodka nelle lingue slave si traduce con il termine acqua.

Le origini. Non è certo se nasca in Polonia o in Russia, ancora oggi i due paesi si contendono la paternità del distillato. In Polonia, in uno scritto antico si fa riferimento a un liquido con una gradazione attorno ai cinquanta gradi. In questo documento del 1400 non si usa il termine vodka ma, di fatto, in quel periodo esistevano centinaia di distillerie disseminate in Polonia che producevano comunque un liquido alcolico. I russi non erano da meno, tant’è che producevano un liquido di una certa alcolicità e pare che sempre in Russia la distillazione fosse presa con una certa serietà e studio. C’era attenzione sui metodi di distillazione e sull’uso degli ingredienti per ottenere un liquido che rappresentasse autentica limpidezza alla vista e al palato esattamente come lo specchio limpido dell’acqua di un lago. Non sarà un caso che la parola “vodka”, nel significato come lo intendiamo oggi anche nella sua traduzione letterale, appare per la prima volta in Russia. Se i polacchi si limitavano a distillare, i russi volevano andare oltre e con la loro bevanda avvicinarsi alla purezza celestiale della chiesa ortodossa. È in Russia, infatti, che diventerà “vodka”, pura e limpida come l’acqua sorgente, neutra e sottile all’olfatto come i venti gelidi della Siberia.

Vodka E CavialeMichajlovic Romanov, Zar di Moscovia e di tutta la Russia, secondo sovrano della dinastia Romanov, versò la metà del 1600 emette una legge che permette ai nobili di distillare in privato la propria vodka. La scusa era di poter creare alcool per necessità familiari ma in realtà le pressioni dei proprietari terrieri erano dovute al desiderio di poter avviare un proprio mercato dedicato alla vodka. Loro d’altronde avevano le materie prime e non aveva senso fare arricchire solo le distillerie di stato. Volevano una fetta di mercato, vedere la propria immagine sulle tavole dei russi e avviare commerci con altri paesi dove questa bevanda era conosciuta e diffusa. Nei paesi dell’Est, infatti, ognuno distillava come poteva ma alla fine le vodka russa e polacca erano le più ricercate.

In Europa la vodka era totalmente sconosciuta. La conobbero i soldati di Napoleone per la prima volta durante la “Campagna di Russia” del 1812 ma in realtà sarà solo nei primi del 1900 che il mondo comincerà a conoscere la vera vodka russa. Dobbiamo attendere la rivoluzione con l’ideologia marxista di Lenin, lo stato socialista e la caccia ai nobili costretti ad abbandonare tutto quello che avevano e dirigersi verso altri paesi dove cominciarono a creare attività che permettessero loro di vivere. Diversi divennero distillatori a tutto tondo e cominciarono a produrre vodka in stile russo e a diffonderla. Molti dei nomi che oggi leggete sulle etichette della vodka fanno riferimento agli esuli sfuggiti all’epurazione comunista come ad esempio Vladimir Smirnoff, i Keglevich e gli stessi Romanoff.

In Europa e negli Stati Uniti poi, la vodka trova consumatori preparati, abituati ai sapori forti del whisky e di altri distillati che lentamente cominciano ad apprezzare la gelida e neutra vodka che improvvisamente attrae l’attenzione di chi, all’epoca, si occupava di miscelazione. Negli anni ’50 il mondo dei cocktail esplode e, secondo molti, è proprio grazie alla vodka che con la sua neutralità di gusto permetteva di creare molte ricette. Il gusto delicato delle migliori vodka incontra inol- tre il pubblico femminile, il mercato esplode e il resto è storia.

La “ricetta”. La vodka si ottiene da cereali o patate ovvero da ingredienti che abbiano amido e zuccheri. L’ingrediente scelto è portato a fermentazione dopo un procedimento che lo vuole macinato e mischiato ad acqua tiepida dove sono presenti i lieviti che cominceranno la fermentazione. Una volta raggiunto un certo grado alcolico, la massa è messa in un alambicco, immaginate un grande pentolone chiuso, e riscaldata per farla evaporare. Il vapore è catturato da una serie di serpentine che lo condurranno in un percorso di condensazione che lo farà sgocciolare in forma liquida nella parte finale del distillatore. È da questo momento che comincia la differenza di produzione rispetto ad altri distillati.

Per raggiungere la tanto anelata purezza, la vodka dovrà essere distillata più volte eliminando sempre la cosiddetta “testa” e “coda”, le parti meno pregiate, per tenere solo il “cuore” che verrà ridistillato fino a raggiungere il risultato desiderato. Alcune vodka, ad esempio, sono distillate venti se non addirittura quaranta volte. Non basta, per raggiungere risultati eccelsi la stessa può essere distillata e filtrata continuamente. Esistono vodka filtrate nella polvere di diamante, altre in filtri di argento. Va da sé che anche l’acqua, che servirà per tagliare il risultato finale per abbassare il grado alcolico, farà la differenza. Ci sono alcuni, ad esempio, che filtrano il ghiaccio artico.
Avreste mai pensato che nella semplicità apparente di una vodka ci fosse così tanto lavoro e ricerca?

Moscow MuleDegustazione: Sernova, vodka italiana filtrata 10 volte, a un ottimo rapporto qualità-prezzo

Tra le valide vodka italiane la “Sernova” è da ben considerare per il rapporto qualità prezzo. Ottenuta da solo grano tenero italiano è distillata cinque volte e filtrata dieci. Da bere pura a 7-8 gradi senza aggiunta di ghiaccio. Al palato scorre in modo elegante e lascia una leggera sensazione pungente e calda in fase di deglutizione cui segue una piacevole sensazione dolce e sapida al contempo. Per via retro nasale affiora il ricordo del grano, delicate note di prato con sfumature floreali. Da abbinare a piatti di pescato, molluschi, caviale, crostacei.

Il cocktail: sperimentare con il Moscow Mule

A base vodka uno dei drink più facili da preparare a casa è il “Moscow Mule”. Riempite di ghiaccio un bicchiere tipo tumbler. Aggiungete 50 grammi di vodka, il succo di un lime spremuto e finite con ginger ale. Guarnite con lime e menta. Ci sono tante varianti dello stesso. C’è chi aggiunge una scorza di cetriolo, chi usa il ginger beer e chi direttamente grattugia lo zenzero. L’importante è sperimentare.

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