Un bistrot con un menù di tutto rispetto affacciato sulla zona dantesca Seguici su Telegram e resta aggiornato La nostra visita all’Alighieri Caffè e Cucina, tra materie prime sempre fresche e piatti di buon gusto, con anche la possibilità di scegliere la mezza porzione L’Alighieri Caffè e Cucina: un nome non proprio originale per un locale ravennate ma del tutto azzeccato (e inevitabile) per la sua splendida posizione, all’angolo fra via Gordini e via Alighieri appunto, a pochi passi, letteralmente, dalla Zona Dantesca e il Teatro Alighieri, nel cuore della città d’arte e turistica. Nato come caffetteria e wine bar si è trasformato in un vero e proprio bistrot con un menù di tutto rispetto in campo gastronomico che offre una variegata lista di piatti di qualità di mare, in particolare, di terra e vegetariani. In cucina lo chef Mirko Colanzi che predilige, per le sue creazioni culinarie, il pregevole pescato del mercato di Cesenatico e altri eccellenti prodotti del territorio regionale. Insomma, materie prime sempre fresche, di stagione, accostate con fantasia ed equilibrio, senza trascurare gradevoli presentazioni. Il locale è piccolo all’interno – una trentina di coperti – ma con la bella stagione più o meno da tarda primavera a ottobre, si espande piacevolmente lungo tavoli apparecchiati sotto i portici di via Gordini e su un lato di via Alighieri, più che raddoppiando l’ospitalità. L’ambientazione all’aperto in questo incrocio del centro storico è sempre piacevole, per una pausa pranzo “veloce”, un aperitivo “rinforzato” e soprattutto una cena “leggera” poco prima degli spettacoli a teatro. Io l’ho provato in tutte queste occasioni conviviali sempre con soddisfazione. Recentemente con vari gruppi di amici/amiche mi sono goduto qualche deliziosa pietanza e un buon bicchiere di vino prima dell’alzata di sipario di eventi del Ravenna Festival. Il menù comprende una dozzina di portate di apertura fra paste, minestre fatte in casa, piatti vegetariani (prezzo 13 euro); a cui si aggiungono 6-7 secondi assortiti con verdure e ortaggi (prezzo sui 17 euro) e “dulcis in fundo” altrettanti dessert (prezzo 6 euro). Ma non mancano mai alcune varianti alla lista e piatti del giorno, a seconda dell’estro del cuoco e della disponibilità delle materie prime che vengono segnate, aggiornate, in una lavagna appesa all’esterno del locale. Con una compagnia di sei persone abbiamo degustato diverse proposte in lista: Manfettini al ragù di seppia; Linguine, zucchine, friggitelli, calamari, polvere di olive verdi; Cappellacci ripieni di erbe di campo e ricotta, mantecati al burro e parmigiano reggiano 30 mesi; Seppioline nostrane grigliate, vignarola, cacio e pepe; Canocchie al vapore, pomodori e asparagi arrostiti, salmorejo; Sardoncini gratinati, piadina, lischi, salsa allo squacquerone; Calamari di Cesenatico grigliati, riso bruciato, zucchine e friggitelli, salsa al limone bruciato; Torta di mele calda con gelato alla crema; Cassata siciliana ghiacciata e crumble di cannolo; Terrina di cioccolato e banana, mou salato, anacardi tostati… Tutti piatti di buon gusto, alcuni particolarmente prelibati. Una bella trovata è anche quella di proporre una sorta di mezza porzione dei piatti proposti, per chi vuole “contenere” il pasto ma anche il conto finale. La cantina del locale, indispensabile per godere autenticamente del momento conviviale e accompagnare il cibo, è tanto varia quanto notevole per la buona qualità delle etichette (ben oltre un centinaio). Fra bollicine, bianchi, rosati, rossi e da “fine pasto”, la carta dei vini tocca un po’ tutte le regioni italiane e anche un po’ d’Oltralpe. Nell’occasione abbiamo insistito su tre bottiglie di Bianco Etna doc di Cottanera, per abbondanti e soddisfacenti libagioni fra gli astanti. Altra annotazione è che sono diverse, va sottolineato per non “svenare” il portafoglio, le buone bottiglie dal costo intorno ai venti euro. Il servizio è sufficientemente veloce e cortese, affidato a personale giovane e disponibile, il coperto è essenziale ma non manca mai il cestino di pani e piadina e il rifornimento di acqua. Occhio che il locale è spesso affollato e conviene sempre riservare preventivamente un tavolo. Informazioni su aperture e prenotazioni si trovano aggiornate online. Alla fine, arriva un conto tutto sommato equo, vista la gran parte di pietanze di pesce prescelte e almeno due abbondanti bicchieri di vino per commensale. In sei abbiamo speso poco più di 30 euro a testa. Total0 0 0 0 Forse può interessarti... Con “ItineRa” a spasso in Borgo San Rocco fra storia e buona cucina d'autore Alla Sagra del Buongustaio di Reda bontà romagnole e divertimento popolare Torna la “Festa del Latte” a Martorano tra musica e degustazioni Seguici su Telegram e resta aggiornato