Al Cmp di Ravenna sono cominciate le somministrazioni per la fascia di età 5-11: clima di festa con i clown dell’associazione Perepè Tazum e periodo di osservazione post vaccino con lettura di fiabe
Nel primo giorno di vaccinazione anti-Covid per la fascia di età 5-11 anni, giovedì 16 dicembre, sono state 80 le somministrazioni in provincia di Ravenna (60 prenotati in autonomia e venti chiamati dalla pediatria di comunità perché soggetti fragili). In totale in Romagna erano in calendario 260 appuntamenti (1.667 in totale in regione). Le prenotazioni si sono aperte dal 13 dicembre.
A ieri, il numero totale di prenotati under 12 in Emilia-Romagna era pari a 15.344, a cui si aggiungono gli sms con la proposta di data di Modena (oltre 40mila). Le prenotazioni sono sempre aperte tramite i consueti canali: sportelli Cup, Cupweb, Cuptel, Fascicolo sanitario elettronico, app Er Salute, farmaCUP; sono inoltre previste ulteriori modalità che le Aziende sanitarie comunicheranno sui rispettivi territori.
Al Cmp di Ravenna, dove oggi si sono svolte tutte le iniezioni, il clima è stato reso più disteso dai clown dell’associazione onlus Perepè Tazum e accompagnati, durante il periodo di osservazione post vaccino, dalla lettura di fiabe delle volontarie dell’associazione “Nati per leggere”.
Come noto, a bambine e bambini viene somministrato il vaccino Comirnaty di Pfizer-Biontech con una dose ridotta (un terzo del dosaggio autorizzato per adulti e adolescenti) e con formulazione specifica. La vaccinazione avverrà in due dosi a tre settimane di distanza l’una dall’altra.
«Procedere in maniera rapida ed efficace con le vaccinazioni per i giovanissimi è fondamentale – afferma l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Abbiamo avuto buone risposte iniziali per quanto riguarda le prenotazioni, ma adesso è importante che le adesioni crescano. Ringrazio i genitori che hanno già fatto questa scelta per tutelare i propri figli, e tutti i pediatri, a partire da quelli di libera scelta, che come presidio sanitario più vicino alle famiglie stanno svolgendo un’importante opera di informazione, rassicurazione e convincimento».
Il sindacato organizzava il fermo dei lavoratori con la Uil (contraria la Cisl): tanti manifestanti dalla provincia a Roma per il corteo nazionale. Sul territorio i picchi di partecipazione a Tavolamica, Fonderie Morini, Conserve Italia, Nespak, Vulcaflex, Gattelli, Italcementi
La Cgil di Ravenna esprime grande soddisfazione per la piena riuscita dello sciopero generale che si è svolto in tutta Italia oggi, 16 dicembre. Centinaia di manifestanti dalla provincia di Ravenna si sono recati a Roma per partecipare alla manifestazione nazionale dal titolo “Insieme per la giustizia” indetta da Cgil e Uil per protestare contro la manovra di bilancio che, secondo i promotori dello sciopero, delude su fisco, pensioni, scuola, sanità, politiche industriali, contrasto alle delocalizzazioni, contrasto alla precarietà del lavoro, soprattutto dei giovani e delle donne, non autosufficienza.
Oltre alla grande partecipazione alle manifestazioni di Roma, Milano, Cagliari, Bari e Palermo, i dati dell’adesione allo sciopero mostrano numeri molto significativi per il territorio ravennate. La segretaria provinciale del sindacato Marinella Melandri cita alcune aziende: «Ci sono state adesioni al 100 percento in alcune realtà come Conserve Italia, Tavolamica e Fonderia Morini e oltre al 90 percento alla Italcementi, Gattelli, Vulcaflex e Nespak». Melandri dice di aver assistito a un’importante risposta dal mondo del lavoro, «che si è espressa sia con una folta partecipazione alla manifestazione sia con un’alta adesione allo sciopero».
Secondo la Cisl, che non ha aderito, si è trattato di uno sciopero non solo sbagliato, ma anche dannoso in questo momento per un Paese ancora stretto nella morsa della pandemia: «Questo sciopero è una presa di posizione incomprensibile, visti anche i notevoli passi avanti fatti nell’ultimo mese sui contenuti della Legge di bilancio e la riconquistata disponibilità data dall’Esecutivo al confronto. Risultati che garantiscono miglioramenti per quel che riguarda la riduzione delle tasse ai lavoratori e pensionati, risorse per gli ammortizzatori sociali e contratti di espansione, maggiori stanziamenti per la sanità, importanti risorse nazionali per non autosufficienza, pubblico impiego, assegno unico per i figli».
Il 17 dicembre l’apertura con un reading di Elena Bucci. Esposti anche ritratti realizzati da Edward Weston. In arrivo laboratori
Tina Modotti, “Donna con bandiera”, Messico, 1928
Tina Modotti è una delle protagoniste della grande avventura della fotografia della prima parte del Novecento e lo spazio espositivo PR2 (via D’Azeglio) – nella ricognizione sistemica che consolida il progetto Camera Work – l’ha scelta come simbolo di pensiero e pratica di un linguaggio che ha intercettato, con la mostra “Umano fervore”, gran parte dei momenti storici più intensi e dolorosi del secolo scorso.
L’assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Ravenna prosegue così il lavoro di approfondimento e ricerca sulla fotografia contemporanea, iniziato nel 2016, in collaborazione con la Scuola dei Beni culturali dell’Università di Bologna – Campus di Ravenna.
Tina Modotti, “Calle”, Messico, 1924
La mostra, a cura di Silvia Camporesi e del comitato Tina Modotti, sarà inaugurata a Palazzo Rasponi 2, in via Massimo D’Azeglio 2, il 17 dicembre alle 17.30 e sarà visitabile a ingresso gratuito fino al 20 febbraio, dal martedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19 (24 e 31 dicembre solo al mattino, 25, 26 dicembre e 6 gennaio chiusa).
L’opening della mostra al PR2 sarà accompagnato dal reading dell’attrice Elena Bucci che, attraverso una selezione di scritti di e su Tina Modotti, introdurrà i visitatori alla visione delle opere della celebre fotografa.
L’esposizione presenta un nucleo di circa cinquanta opere che documentano il percorso di Modotti, breve e allo stesso tempo ricco di opere straordinarie. Si parte dalle celebri “Calle” del 1924 e dalla produzione nata dal sodalizio con Edward Weston sino ad arrivare all’epos degli umili, attraversando le immagini raccolte nel Messico dolente e meraviglioso dei bambini, degli uomini e delle donne di Tehuantepec, in mezzo a un’umanità bellissima e straziante. L’allestimento include anche ritratti realizzati da Edward Weston, documenti biografici, testimonianze, scritti autografi e riflessioni che restituiscono il profilo di un’artista totale.
Ritratto di Tina Modotti di Johan-Hagemeyer (San Francisco, 1921)
Nell’ambito della mostra, sabato 18 dicembre, alle 17, alla sala D’Attorre di Casa Melandri, è in programma la lectio magistralis “Tina Modotti – L’umano fervore”, di Silvia Camporesi, con la partecipazione di Marì Domini, presidente del comitato Tina Modotti.
Tra gennaio e febbraio sono inoltre in programma un laboratorio di fotografia analogica con analisi delle tecniche fotografiche analogiche (in relazione alle opere esposte di Tina Modotti) e successiva dimostrazione di utilizzo pratico della stampa in camera oscura, che sarà condotto in collaborazione con l’associazione faentina Fototeca Manfrediana; e un cineforum con proiezione di pellicole cinematografiche legate al contesto storico in cui si inserisce la figura di Tina Modotti (in particolare il Messico post-rivoluzionario).
Il comandante della guardia di finanza di Ravenna spiega le strategie delle organizzazioni malavitose. Firmato un protocollo con procura e Camera di Commercio per contrastare le infiltrazioni
Le fasi dell’arresto del taglieggiatore di Milano Marittima
«Fino a un certo momento storico usava solo la forza dell’intimidazione e la violenza per imporre ai commercianti il pagamento del pizzo, poi la criminalità organizzata è entrata nell’economia, costringendo gli imprenditori a fare affari con le aziende infiltrate, imponendo loro, ad esempio, fornitori e lavoratori contigui ai clan. Ora i gruppi criminali sembrano più interessati a controllare, spesso indirettamente, imprese già radicate sul territorio per intercettare i flussi di denaro pubblico, perché sono più sicuri degli utili sul mercato privato, soprattutto nei periodi di crisi». La sintetica panoramica dei business malavitosi è del colonnello Andrea Mercatili, comandante provinciale della guardia di finanza a Ravenna da luglio 2020 e in precedenza operativo in territori della Penisola dove il radicamento di organizzazioni criminali nell’economia legale è un fenomeno storico accertato.
L’ufficiale delle Fiamme Gialle, in rappresentanza del corpo sul territorio, ha di recente firmato un protocollo d’intesa con la procura della Repubblica e la Camera di Commercio finalizzato proprio a migliorare i rapporti di collaborazione tra le amministrazioni per contrastare la possibile infiltrazione della criminalità nel tessuto economico locale. Anche la sola attivazione di un protocollo può avere un effetto deterrente: «È un po’ come le inferriate alle finestre: non danno la garanzia di essere impenetrabili, ma il ladro magari sceglie la casa accanto che non le ha per fare meno fatica».
Siamo alla vigilia dell’attuazione del Pnrr. Una pioggia di investimenti pubblici. «Sono risorse che susciteranno gli appetiti della criminalità, anche organizzata, che tenderà a inserirsi nei settori economici e nelle realtà territoriali che saranno maggiormente beneficiati dalle linee strategiche del Piano, preferibilmente per mezzo di società già presenti da utilizzare come veicolo per drenare risorse finanziarie pubbliche per poi, magari, procedere alla loro dolosa spoliazione patrimoniale e abbandonarle al fallimento. Un canale potrebbe essere la partecipazione a gare per appalti pubblici, più probabilmente come sub-appaltatore o affidatario di singole fasi lavorative». Una possibilità più che concreta perché la malavita, nel corso del tempo, ha maturato una sua professionalità imprenditoriale: «In certi settori si è fatta impresa e ha sviluppato competenze: pensiamo allo smaltimento rifiuti, al movimento terra, all’edilizia, solo per fare qualche esempio concreto. Le interdittive antimafia lo dimostrano».
Ecco perché la guardia di finanza ha rimodulato l’attenzione operativa. Attualmente, ci spiega il comandante, è stata incrementata l’attività di controllo della spesa pubblica e sono state rimodulate le risorse impiegate in altri settori, quali, ad esempio, le ordinarie verifiche fiscali amministrative nei confronti delle imprese: «Stiamo approntando un sistema di analisi per accertare che le misure di sostegno economico vadano effettivamente a beneficio delle imprese».
Il neonato protocollo vuole agevolare lo scambio informativo per facilitare l’individuazione tempestiva di accadimenti aziendali che possono costituire indicatori sintomatici di un tentativo di infiltrazione da parte di consorterie criminali: «Sono come delle spie da cui partire per avviare le conseguenti verifiche. Ad esempio l’ingresso di nuovi soggetti tra i titolari di quote societarie di un’azienda, fino a quel momento a gestione familiare, può essere un segnale, così come alcune deleghe gestionali a favore di nuovi soggetti: quando la criminalità immette denaro in una società poi gradisce avere un suo referente all’interno. È bene poi monitorare anche i cambi di sede: gli spostamenti dal territorio di origine verso grandi città possono essere un tentativo di nascondersi agli occhi dei controlli». Un’esigenza concreta per un’impresa manovrata da capitali sporchi è proprio quella di sfuggire a chi indaga: «Prestanomi, sedi fittizie, lunghe catene di controllo delle società sono solo alcune delle mosse per schermare la riconducibilità della reale attività illecita agli effettivi beneficiari».
Un’impresa in difficoltà può avere la tentazione di ricorrere all’ossigeno di capitali sporchi di dubbia provenienza. L’opinione del colonnello, alla luce dell’esperienza in carriera, è che raramente l’imprenditore sano e avveduto sia ignaro del profilo di rischio criminale di certi investitori o dell’opacità di certe operazioni: «Ad esempio quando, magari su consiglio di qualche professionista senza scrupoli, si decide di rivolgersi al mercato parallelo del credito e non a intermediari finanziari abilitati oppure si decide di utilizzare fatture false o anche solo gonfiate per abbattere l’imponibile fiscale o per redigere un bilancio più rassicurante, oppure si decide di esternalizzare la gestione della manodopera per abbattere il carico previdenziale. In questi casi è chiaro che si accettano compromessi gestionali e con questi il rischio di ritrovarsi in circuiti illegali. I cosiddetti colletti bianchi sembrano avere delle formule magiche per salvarci dalla deriva economica, ma poi si rivelano a volte solo il lato rassicurante di una prepotenza criminale».
Andrea Mercatili, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Ravenna
Per contrastare questi fenomeni i magistrati della procura di Ravenna e gli investigatori specializzati si potranno avvalere ora del contributo della Camera di Commercio che metterà a disposizione, in formato elettronico, un set selezionato di informazioni estrapolate dal Registro delle Imprese. Far parlare le carte è una necessità in questo tipo di investigazioni: «L’attività di polizia economico-finanziaria – riflette il comandante – va a tutelare le casse pubbliche e quindi, indirettamente, l’intera collettività. Quasi mai, tuttavia, per le singole condotte fraudolente c’è un soggetto privato che è parte lesa e che presenta denuncia. Per questo non resta che incrociare i dati a disposizione e cogliere ogni spunto che viene dall’analisi per poi avviare in merito i necessari approfondimenti sul campo». Su quest’ultimo aspetto il comandante della Finanza vuole essere preciso. Non basta solo un computer sulla scrivania per scovare i criminali economici: «Disponiamo di software che facilitano il lavoro di analisi in ufficio. Abbiamo programmi che incrociano più banche dati e mettono in relazione le informazioni restituendo grafici e report che collegano posizioni anche apparentemente distanti fra loro. Ma alla fine serve sempre l’esperienza, la professionalità, l’acume investigativo e la sensibilità operativa del finanziere che va alla ricerca di riscontri per dare fondatezza all’ipotesi investigativa».
Oltre a contrastare i tentativi di infiltrazione, parallelamente le Fiamme Gialle sono concentrate anche nell’aggressione dei patrimoni illeciti già accumulati dalle consorterie criminali. Dall’inizio della pandemia in provincia le Fiamme Gialle hanno svolto accertamenti patrimoniali su 174 soggetti in applicazione della normativa antimafia, sequestrando beni per oltre 7,5 milioni di euro. Sotto la lente sono finite persone condannate per gravi reati accostabili alle condotte tipiche della criminalità organizzata, ma anche chi risulta vivere abitualmente di delitti e per questo è ritenuto socialmente pericoloso. In parole povere si quantifica il patrimonio e il tenore di vita del soggetto investigato, individuando non soltanto i beni e le risorse finanziarie di cui lo stesso ha la titolarità diretta e personale, ma anche tutto il patrimonio di cui ha una disponibilità di fatto, anche se formalmente intestato a familiari o prestanomi. Queste disponibilità vengono poi confrontate con i flussi reddituali dichiarati nel tempo da quello stesso soggetto per capire se il suo tenore di vita è coerente. La differenza non giustificabile può essere confiscata e passare nelle mani dello Stato.
«L’aggressione patrimoniale è un’arma potente per neutralizzare gli appetiti criminali. Dall’inizio della pandemia a Ravenna abbiamo ricostruito profitti illeciti derivanti da gravi reati economico finanziari per oltre 86 milioni di euro, sequestrando beni per un valore di circa 77 milioni di euro e procedendo già alla successiva confisca a favore dello Stato di cespiti immobiliari e finanziari superiori ai 3,5 milioni di euro».
Il colonnello conclude con una riflessione rassicurante: «Il nostro territorio è caratterizzato da un alto senso civico e di legalità. Per dirla con un lessico sanitario, che ora purtroppo è divenuto gergo comune, ci sono importanti anticorpi che costituiscono una salda barriera contro il contagio e che comunque limitano gli effetti dell’infezione».
Dati/1: Antimafia, nel 2020 62 accertamenti patrimoniali Nel 2020, in applicazione della normativa antimafia, sono stati sottoposti ad accertamenti patrimoniali 62 soggetti in provincia di Ravenna, e ammonta a oltre 3,2 milioni di euro il valore dei beni proposti all’autorità giudiziaria per il sequestro. In materia di repressione del riciclaggio dei capitali illeciti sono state sviluppate 17 indagini da cui è scaturita la denuncia di 35 persone per riciclaggio e auto-riciclaggio, nei cui confronti sono stati eseguiti sequestri di beni per circa 800mila euro.
Dati/2: l’anno scorso 9 denunciati per reati contro la pubblica amministrazione Nel settore del contrasto agli illeciti in materia di spesa pubblica gli interventi nel 2020 sono stati complessivamente 376, più del doppio rispetto al periodo precedente alla pandemia, con 47 deleghe d’indagine della magistratura ordinaria concluse, mentre 13 sono state quelle delegate dalla Corte dei Conti. Sono stati segnalati alla magistratura contabile sei soggetti per danni erariali, per un valore accertato di circa 760 mila euro. Con specifico riguardo al comparto della spesa previdenziale sono stati denunciati 27 soggetti e individuati circa 193mila euro indebitamente percepiti. Sono stati poi eseguiti 308 interventi sulla regolarità delle prestazioni sociali agevolate, triplicando il dato dell’annualità precedente e denunciando all’Autorità Giudiziaria di 14 soggetti per indebita percezione del reddito di cittadinanza. Le persone denunciate per reati contro la pubblica amministrazione sono state 9 con un importo irregolarmente percepito dai dipendenti pubblici per circa 217 mila euro.
Dati/3: nel 2020 scoperti 25 evasori totali sconosciuti al Fisco Nel 2020 la guardia di finanza in provincia di Ravenna ha denunciato 76 persone per reati fiscali. Il valore dei beni sequestrati per evasione è stato di oltre 10 milioni di euro. Nel 2019 i denunciati erano stati 138 e i beni sequestrati valevano 7 milinoi. Il contrasto all’economia sommersa ha portato all’individuazione l’anno scorso di 25 soggetti sconosciuti al Fisco (evasori totali), che hanno evaso complessivamente oltre 2,5 milioni di Iva. È stata invece superiore ai 13 milioni di euro l’Iva recuperata a tassazione grazie a investigazioni antifrode.
Incontro il 17 dicembre (alle 17.30) per la presentazione del saggio scientifico sul Pianeta Rosso e la sua esplorazione
Una nuova teoria scientifica sulla nascita della vita potrebbe spiegare le nostre origini, magari extraterrestri, forse marziane. Per farlo dovremo andare su Marte, una esplorazione che oltre ad allargare le nostre frontiere renderà più sostenibile la vita sulla Terra.
Di questo, e altro sul Pianeta Rosso, si parla nel saggio dello studioso e divulgatore scientifico ravennate Stefano Cavina che l’autore presenta venerdi 17 dicembre (alle 17.30), con tanto di brevi filmati, alla Casa Matha di Ravenna, in conversazione con il giornalista Fausto Piazza.
Il 2021 punta alle stelle con tutti i missili a disposizione. Prima Richard Branson di Virgin Galagtic, poi Elon Musk con SpaceX e Jeff Bezos di Amazon con Blue Origin, il mondo impazza per i viaggi spaziali. Intanto è ripresa la corsa, fra le potenze globali Usa (con Persevarance) e Cina (con Zhurong), all’esplorazione di Marte. Una competizione per varcare il limiti terrestri che coinvolge sia grandi nazioni che imprenditori miliardari.
Ora torna più che mai istruttivo e appassionante il recente saggio del ravennate Stefano Cavina, Uomini o marziani (Aiep editore), che racconta il mitico pianeta rosso e la sua probabile esplorazione e colonizzazione con occhi al futuro ma coi piedi saldi per terra. Cultore ed esperto di astronautica – con riconoscimenti in italia e all’estero per i suoi diversi libri dedicati ai cosmonauti e alla conquista della Luna – Cavina traccia una storia rigorosa e documentata del remoto orizzonte marziano, oltre le caratteritiche astrofisiche, chimiche e geologiche, anche sul piano di forme di vita indigene del pianeta ma senza sconfinare in congetture fantascientifiche.
Secondo Cavina, la conquista di Marte non dipenderà dalla tecnologie, ormai più che avanzata e adeguate per arrivarci, ma dagli equilibri politici nazionali e globali e dalle risorse economiche necessarie per compiere l’impresa. Il volume di 320 pagine (con varie immagini e un Qrcode per video) è ricchissimo di dati e teorie scientifiche e tecniche, spesso curiose, come quella che l’equipaggio più adatto al lungo viaggio e all’esplorazione marziana dovrebbe essere femminile. Oppure quelle sui sistemi per costruire sul pianeta un habitat vivibile per gli umani, utilizzando i soli materiali disponibili in loco, e produrre energia e cibo in modo economico e sostenibile.
Ma l’aspetto che più colpisce nell’approccio di Cavina al tema– da convinto e ottimista assertore del progresso scientifico – è che tutti questi sforzi verso il dominio dello spazio extraterrestre potrebbero essere molto utili anche per fare evolvere – fra crisi demografiche ed emergenze ambientali, alimentari ed energetiche – la vita e il benessere sul nostro pianeta.
La storia di Tino, «che viveva come un animale domestico», rimasto senza padrone
L’Enpa di Ravenna, grazie a una raccolta fondi di un solo giorno, è riuscita a trovare una sistemazione per il caprone Tino.
Si tratta di un caprone di circa 8 anni, trovatosi senza più una casa dopo lo sfratto del terreno, nel Ravennate, dove l’animale era custodito da un anziano, che per problemi di salute è stato ricoverato in ospedale. A occuparsi degli animali (oltre al caprone anche una quindicina di piccioni viaggiatori e una dozzina di porcellini d’India) è stata quindi la figlia, che ha chiesto aiuto all’associazione di animalisti per trovare una sistemazione per gli animali.
L’Enpa ha trovato rapidamente una sistemazione provvisoria per piccioni e porcellini d’India, mentre per quanto riguarda il caprone, dopo aver contattato diverse strutture in zona e non avendole trovate adeguate alle necessità, l’associazione si è rivolta a una country house nell’Appennino parmense. «Sistemare Tino non è stato semplice per alcuni motivi – si legge in una nota dell’Enpa –. Prima di tutto perché ha acquisito delle abitudini domestiche e, vivendo a stretto contatto con il padrone, ha assunto degli atteggiamenti tipici di un cane da compagnia. Rinchiuderlo in un recinto, privandolo di ogni contatto umano, ci è da subito sembrata una soluzione iniqua. In secondo luogo è oltremodo difficile collocare un caprone maschio non sterilizzato, di una certa età. Nella Country House vegana Tino potrà vivere libero, all’interno della proprietà, con altri animali e a stretto contatto con i titolari della struttura».
L’Enpa si è quindi attivata per individuare un trasportatore in grado di trasferire il caprone nel Parmense, ma per fare questo occorreva affrontare una spesa di 500 euro, per cui era stata attivata ieri (15 dicembre) una raccolta fondi. L’obiettivo è stato raggiunto in un solo giorno.
Il caprone partirà a inizio gennaio, su un mezzo idoneo ed omologato per tale scopo. Nel frattempo sono stati prodotti tutti i certificati e i documenti indispensabili allo spostamento. «Ad accompagnare Tino nel luogo di destinazione, vi saranno anche un paio di nostri volontari», termina la nota dell’Enpa.
Lavori affidati alla ditta Deltambiente, si cercherà di evitare la capitozzatura
Sono circa 250 gli alberi inseriti nel piano potature del Comune di Conselice per cui è stato stanziato un importo di 150mila euro a favore della ditta Deltambiente. Si useranno tecniche arboricolturali, in particolare per le latifoglie si cercherà di privilegiare una potatura a tutta cima, evitando per quanto possibile la pratica della capitozzatura. I lavori partiranno prima di Natale per mettere in sicurezza una serie di viali, caratterizzati da filari di platani, tigli e ippocastani. Le piante da potare sono così dislocate: 42 in via Marconi, 27 in via Amendola, 19 alla scuola media di Lavezzola, 15 in via Reno e via Pellico, 43 in via della Resistenza, 40 in via Matteotti, 29 in via Rinascita, 45 in via Verdi, 15 in via fratelli Cervi. Saranno fatti anche 8 abbattimenti tra via Pellico e via Reno.
Sono previste alcune giornate in cui la viabilità nelle zone interessate potrà essere rallentata dai lavori di potatura. Le vie subiranno una chiusura temporanea al traffico, al fine di consentire ai cantieri mobili di lavorare in sicurezza, lasciando comunque ai residenti e ai mezzi di soccorso e di trasporto pubblico urbano la possibilità di transitare per l’accesso alle proprie abitazioni o per garantire il servizio pubblico.
La viabilità alternativa e le deviazioni saranno segnalate in modo chiaro, anche con cartelli informativi che verranno posti nelle vie interessate ai lavori. La chiusura si renderà necessaria solo nel momento in cui le squadre operative saranno al lavoro, quindi indicativamente dalle 7.30 alle 17. In orario non lavorativo, nelle ore notturne e nelle giornate festive le strade saranno quindi aperte ed il traffico sarà del tutto regolare.
Proseguirà nel 2022 l’attività ordinaria di monitoraggio e di controllo di stabilità delle alberature, con ulteriori fondi già impegnati, ai fini dell’individuazione di quelli affetti da carie o altre patologie, oppure con lesioni di tale gravità da rendere necessario la loro eliminazione per messa in sicurezza stradale o per pubblica incolumità, oppure della segnalazione degli interventi mirati da effettuare per garantirne la migliore qualificazione. Dove le condizioni del sito lo permetteranno si procederà anche alla ripiantagione con giovani piante, in caso contrario si procederà a eliminare o fresare la ceppaia mettendo in sicurezza l’area.
In collaborazione con la rivista “Rumore”, dal 17 al 19 dicembre a Madonna dell’Albero
Clever Square
Il tradizionale festival Passatelli in Bronson, quest’anno alla sua XI edizione, inaugura una nuova prestigiosa collaborazione con il mensile musicale Rumore, che ne ha condiviso la curatela.
La rassegna così quest’anno si chiama Futura Rumore e si svolgerà il 17, 18 e 19 dicembre al Bronson Club di Madonna dell’Albero.
Come intuiranno facilmente i lettori più affezionati dell’edizione cartacea del mensile, il nome allude alla rubrica Futura – una volta chiamata Facce Nuove –, la sezione dedicata ai nuovi artisti o alle nuove band. Praticamente è la trasposizione del format cartaceo di Futura in carne, ossa, parole e musica. Sul palco ci saranno artisti, artiste e band che sulle pagine o sul sito di Rumore sono già passati e hanno trovato ampio spazio e oggi rappresentano una selezione dei nomi più interessanti del panorama indipendente italiano: Marta Del Grandi (sabato 18 dicembre), Phill Reynolds (venerdì 17), MØAA (sabato 18), Studio Murena (domenica 19), Clever Square (venerdì 17), KOKO (sabato 18), Smile (venerdì 17), Julinko (sabato 18) e Leatherette (domenica 19).
Al programma ufficiale (a questo link orari e info utili per i biglietti) si affianca quest’anno il programma “Vetrina” denominato La Zona D’Ombra, risultato della Call for Artists promossa da Bronson Produzioni. I live di La Zona D’Ombra faranno da apertura al programma ufficiale e si alterneranno tra Bronson Cafè e Bronson Club.
La lista dei nomi selezionati comprende: Netn, Emanuele Spatola/SpiritoSound, Luca Fol, Sgrò, Trust the Mask e Kæry Ann.
Come di consueto al festival sarà attiva la cucina con i Passatelli della tradizione e altre prelibatezze natalizie. Sarà dunque possibile cenare nelle serate di venerdì 17 e sabato 18 dicembre dalle 19.30 al Bronson Cafè. Mentre domenica 19, la cucina sarà attiva a pranzo dalle 12.30 (con i concerti che inizieranno già dal pomeriggio).
I dj-set sono a cura dei dj resident: Jack Disorder, Trinity e ToffoloMuzik. Prenotazioni al 333 7879026.
Il programma giorno per giorno
Venerdì 17 dicembre h. 20:30
Phill Reynolds
Clever Square
Smile
Sabato 18 dicembre h 20:30
Marta Del Grandi
MØAA
KOKO
Julinko
Domenica 19 dicembre h 16
Studio Murena
Leatherette
Laura Vigna in trionfo a Bologna nella sezione “Art” over 40
Tra i vincitori dei campionati mondiali di pole sport e pole art – svoltisi nei primi due weekend di dicembre al Pala Dozza di Bologna (per la prima volta in Italia) con la partecipazione di oltre 300 atleti provenienti da una trentina di Paesi – c’è anche una faentina.
Si tratta della 41enne Laura Vigna, che si è laureata campionessa mondiale nella categoria over 40 della sezione Pole Art.
Vigna – come scrive il Carlino – è insegnante di pole dance alla palestra Devil Gym di Faenza ed è entrata in questo mondo sette anni fa, dopo una lunga carriera nella ginnastica ritmica
Nato a Ravenna, era uno dei massimi esperti del settore di animazione. La Classense lo ringrazia per la donazione del 2018
Cordoglio nel mondo del cinema per la morte di Giannalberto Bendazzi, giornalista e critico cinematografico, titolare della prima cattedra in Italia di Storia del cinema e tra i maggiori esperti in particolare del cinema di animazione.
Nato a Ravenna nel luglio del 1946, Bendazzi si era in seguito trasferito a Milano con la famiglia, «ma il legame con la sua città natale era rimasto fortissimo», racconta il cugino ravennate al Carlino in edicola oggi, 16 dicembre.
La Linea Di Osvaldo Cavandoli, tre le opere del Fondo Bendazzi
Il direttore della Biblioteca Classense Maurizio Tarantino e l’intera Istituzione esprimono in una nota il loro cordoglio. La Classense in particolare ne ricorda la figura con gratitudine «per l’importante donazione ricevuta nel 2018 della sua pregevole raccolta di documentazione sul cinema di animazione e di opere grafiche di importanti artisti del settore, come Alexeieff, Osvaldo Cavandoli e Quirino Cristiani».
La donazione ha rappresentato un rilevante arricchimento per il patrimonio della biblioteca e della città: il Fondo Bendazzi, che consta di oltre 505 pezzi, si caratterizza infatti per la grande eterogeneità dei materiali, che vanno dai disegni agli storyboards e ai rodovetri, un complesso rappresentativo di una delle forme d’arte di maggior impatto nella storia della cultura popolare contemporanea.
Con l’avvio della campagna vaccinale anche per gli under 12, per la quale in Emilia-Romagna da lunedì 13 sono aperte le prenotazioni e da domani, giovedì 15, partiranno le prime somministrazioni, sono tante le domande che si stanno ponendo i genitori. E a questi dubbi la Regione ha scelto di rispondere con la campagna di informazione e comunicazione “Proteggi chi ami”: nove brevi video, nessuno superiore ai 4 minuti, disponibili sui canali web e social istituzionali dell’ente, in cui due pediatri del servizio sanitario regionale affrontano le perplessità più frequenti sul tema.
La chiarezza e la semplicità nell’esposizione e il fare affidamento sulle evidenze scientifiche è il filo conduttore comune a tutti i video, che hanno come protagonisti il dottor Federico Marchetti, direttore di Pediatria e Neonatologia dei presidi ospedalieri di Ravenna, Faenza e Lugo (di cui pubblichiamo le risposte nei video di questo articolo), e la dottoressa Silvia Cattani, pediatra di famiglia di Castelfranco Emilia, nel modenese, che rispondono alle stesse quattro domande.
“Gli emiliano-romagnoli hanno avuto da subito grande fiducia nel vaccino, e confidiamo che la abbiano anche per quanto riguarda i loro figli – afferma l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini -. Siamo consapevoli però che quando si parla dei più piccoli le preoccupazioni sono sempre maggiori. È giusto quindi fugare ogni dubbio e lasciare la parola ai medici, a partire dai pediatri che più di ogni altro hanno un contatto diretto e costante con i bambini e i genitori, e che proprio per il ruolo fiduciario che rivestono possono essere determinanti nella scelta. Vaccinarsi è un bene, anche per i più piccoli, ma è importante continuare a informare e a spiegare per allontanare le paure e convincere gli indecisi».
Tutti i video di “Proteggi chi ami” sono già disponibili sul canale Youtube della Regione Emilia-Romagna a questo link. Nei prossimi giorni saranno pubblicati anche sui profili social istituzionali dell’Ente.
Tra febbraio e marzo del 2021, in piena terza ondata, il dato quotidiano aveva raggiungo il picco di 330
Per il territorio provinciale di Ravenna oggi, 15 dicembre, si sono registrati 306 nuovi casi di contagio. In quasi due anni di pandemia (primo caso nel Ravennate il 28 febbraio 2020) era successo solo tre volte, tra febbraio e marzo del 2021, in piena terza ondata. Il tasso di positività odierno è 8,9 percento (3.431 tamponi eseguiti). Negli altri tre giorni con più di 300 casi in vece la percentuale era stata tra il 9 e il 12 percento.
Solo tre dei nuovi positivi odierni hanno avuto bisogno di ricovero ospedaliero. Oggi un decesso: una donna di 65 anni. I casi complessivamente diagnosticati da inizio contagio nel ravennate sono 40.317.
Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 480.144 casi di positività, 1.898 in più rispetto a ieri, su un totale di 39.890 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 4,8%.
La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 363 nuovi casi, seguita da Reggio Emilia (359) e Ravenna (306). Quindi Rimini (173), Cesena (148), Forlì (145) e Parma (128). Poi Ferrara (98), Piacenza (73) e il Circondario Imolese (66). Infine, Modena, con 39 nuovi casi.
Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 634 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 430.096. I casi attivi, cioè i malati effettivi, oggi sono 36.095 (+1.250). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 34.997 (+1.243), il 97% del totale dei casi attivi.
Si registrano 14 decessi: uno in provincia di Parma (una donna di 93 anni), due nel reggiano (una donna di 89 anni e un uomo di 84), uno nel modenese (un uomo di 83 anni), 6 in provincia di Bologna (3 donne, rispettivamente di 80 anni – deceduta a Imola –, 81 e 100 anni; e 3 uomini, di 79, 81 e 82 anni, quest’ultimo deceduto a Imola), 2 nel ferrarese (una donna di 93 anni e un uomo di 69), uno nel ravennate (una donna di 65 anni), uno in provincia di Forlì-Cesena (una donna di 95 anni). Nessun decesso nelle provincie di Piacenza e Rimini. In totale, dall’inizio dell’epidemia, i decessi in regione sono stati 13.953.
Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 5 a Parma (+1 rispetto a ieri); 10 a Reggio Emilia (+1); 10 a Modena (+2); 28 a Bologna (+2); 4 a Imola (invariato); 10 a Ferrara (+2); 15 a Ravenna (invariato); 4 a Forlì (invariato); 2 a Cesena (invariato); 11 a Rimini (-1). Nessun ricovero a Piacenza, come ieri.