lunedì
25 Agosto 2025

L’omaggio di Muti (e del Ravenna Festival) a Bergamo

Disponibile in streaming il concerto che vuole essere un messaggio di rinascita a un anno dal primo lockdown

Muti BergamoCon l’arrivo della primavera si apre lo streaming gratuito della tournée di Riccardo Muti con l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini: dalle ore 11 di domenica 21 marzo sarà infatti disponibile “Dedicato a Bergamo”, il concerto donato da Bper Banca alla città, un messaggio di rinascita – a un anno di distanza dal primo lockdown – per uno dei territori che hanno più sofferto.

Primo dei tre appuntamenti di questa tournée italiana organizzata da Ravenna Festival, il concerto al Teatro Donizetti sarà ospitato sul sito bper.it  fino al 20 maggio e si aprirà con l’esecuzione della Sinfonia dal Don Pasquale, in omaggio al compositore bergamasco. Il programma si completa con l’Eroica di Beethoven, solenne e commossa celebrazione degli ideali di eguaglianza, libertà e fraternità. In collaborazione con RMMUSIC, l’evento sarà trasmesso anche su ANSA.it, grazie alla partnership con l’agenzia nell’ambito del progetto “Ansa per la Cultura”, e su ravennafestival.live.

«Era doveroso essere qui presenti con la Sinfonia Eroica che abbiamo sempre eseguito in luoghi che hanno attraversato situazioni drammatiche. Questa è una città fortemente musicale: ha dato i natali a Donizetti, al maestro Gavazzeni… ed è anche la città in cui ho diretto per la prima volta nel 1966»: così Riccardo Muti ha sottolineato l’importanza di partire proprio da Bergamo per la tournée che attraverserà la penisola da nord a sud, una missione per la cultura e la musica per contribuire a tenere aperte, almeno virtualmente, le porte dei teatri italiani. Per il Donizetti si tratta peraltro del primo concerto dopo la conclusione dei lavori di restauro che hanno restituito allo storico teatro il suo pieno splendore.

Da venerdì 26 marzo sarà invece disponibile lo streaming del concerto al Teatro Mercadante di Napoli e da domenica 28 quello al Teatro Massimo di Palermo.

«Spot tv per il turismo. Sì al pass vaccinale. E servirebbe un altro bonus vacanze»

L’assessore regionale Corsini: ««Le regole “Covid free” devono valere per tutti. In maggio dobbiamo riaprire tutto, senza un “liberi tutti”, per non chiudere più»

Corsini Bonaccini Accorsi
L’assessore Corsini durante la presentazione dell’accordo con Stefano Accorsi, l’anno scorso

Circa due milioni di euro dalla Regione per due spot televisivi che avranno il compito di rilanciare il turismo in Emilia-Romagna, non appena si potrà tornare a viaggiare.

«La pubblicità in tv, soprattutto se fatta in determinati orari, e in particolare in questo periodo in cui siamo costretti a restare in casa, conta parecchio», commenta l’assessore al Turismo della Regione, il ravennate Andrea Corsini.

Chi sarà protagonista degli spot?
«Il primo, sul turismo culturale – tra borghi, città d’arte, cammini e musei, con tanto di riferimento a Dante 700 – vedrà come protagonista Stefano Accorsi. Il secondo sarà più specifico sulla Romagna, sul comparto balneare ma non solo, e stiamo ancora valutando se proporre sempre Accorsi, oppure farlo senza un volto noto».

Avete puntato comunque molto sui testimonial in questi anni: chi saranno gli altri per la stagione 2021?
«Sono confermati Alberto Tomba per l’Appennino e i percorsi trekking, Davide Cassani per il cicloturismo, Andrea Delogu per i canali social e la radio. E poi alcuni ospiti arriveranno nel corso della stagione e saranno in Riviera per promuoverla, come Michelle Hunziker e Simona Ventura».

Si aspettava di essere alle prese con il Covid anche per la Pasqua 2021?
«Sinceramente no. Sapevamo tutti che ci sarebbe stata una seconda ondata in autunno, ma non che ce ne sarebbe stata una terza in primavera».

Abbiamo sbagliato qualcosa?
«Credo che la principale causa risieda nelle varianti. Anche se ci sono stati oggettivamente comportamenti irresponsabili delle persone. E un ritardo nella somministrazione dei vaccini che stiamo scontando tuttora».

Lei nelle settimane scorse aveva rivolto un appello a riaprire anche di sera bar e ristoranti… Crede sia necessaria una modifica degli orari delle varie zone?
«Io auspico il superamento della suddivisione tout court della colorazione dell’Italia, un ritorno in primavera perlomeno alla situazione dell’anno scorso. Realisticamente, mi accontenterei di vedere in maggio i ristoranti aperti anche di sera. Bisogna riaprire tutto, ma senza un “liberi tutti”, rispettando le misure anti Covid, che resteranno in vigore, per poi non chiudere più, grazie anche al numero di vaccinati che nel frattempo sarà aumentato sensibilmente».

Cosa ne pensa dei progetti Covid Free di cui si parla all’estero e anche in alcune zone d’Italia per far ripartire più velocemente il settore? Albergatori propongono di studiare qualcosa del genere anche per la riviera romagnola…
«Non sono d’accordo, sono fughe in avanti che creano solo competizione tra le regioni italiane, oltre che confusione e disorientamento tra i clienti. È tutta l’Italia che deve diventare Covid Free. Così come deve essere l’Unione Europea a definire una regola comune».

In linea teorica è comunque d’accordo sul metodo del passaporto vaccinale?
«Sì, credo sia una buona proposta quella del “corridoio verde” europeo che consenta gli spostamenti a chi è vaccinato o in alternativa a chi si sottopone a tamponi prima della partenza e all’arrivo a destinazione».

Torneranno gli stranieri già quest’anno?
«Dipende da tante cose, al momento però noi abbiamo preparato una strategia di comunicazione e promozione rivolta esclusivamente al mercato italiano. Siamo nella fase in cui secondo le previsioni saranno ancora gli italiani a riscoprire l’Italia. Abbiamo comunque pronto anche un piano per il mercato tedesco, quello che si può muovere in auto verso la nostra regione».

Tra le altre iniziative pubbliche va citato il cosiddetto bonus vacanze del Governo Conte. Che giudizio ne dà?
«Ha funzionato e credo sia stato positivo. Tanto che come Regione abbiamo chiesto al Governo di riproporlo anche per il 2021 (al momento ne è stato solo prorogato l’utilizzo fino a fine anno, ma solo per chi non l’aveva ancora utilizzato, ndr)».

La Regione potrebbe proporne uno suo, per incentivare il turismo, come sta facendo San Marino?
«No, non è una soluzione fattibile».

Gli hotel sono ovviamente in difficoltà, avete previsto dei ristori anche per gli albergatori?
«Abbiamo in parte “rimborsato” quelli prettamente invernali, colpiti dalle chiusure delle piste da sci, ma agli altri no, non siamo in grado di dare ristori. È il decreto Sostegni del Governo che dovrebbe prevederne, anche se il vero “ristoro” per gli albergatori sarebbe quello di poter finalmente tornare a lavorare, superando una volta per tutte le limitazioni agli spostamenti».

Al centro di recupero ravennate una tartaruga marina mai vista, da 64 kg

Era rimasta intrappolata in una rete da pesca al largo di Cervia

Cestha Tartaruga 64 KgÈ stato battezzato con il nome Kronk uno degli ultimi esemplari arrivati in degenza al centro recupero Cestha di Marina di Ravenna, recuperato a seguito di una cattura accidentale al largo di Cervia in una rete da pesca. Si tratta di un esemplare maschio, il più grande recuperato finora dall’Istituto Scientifico, lungo oltre un metro e dal peso di ben 64 chili.

Sono stati gli stessi pescatori che, notando la sua poca reattività, dopo aver applicato tutti i protocolli di primo intervento a bordo, hanno ritenuto di avvisare i biologi del centro ravennate per un suo recupero.

L’esemplare è stato sottoposto alle indagini veterinarie di prassi, le quali hanno evidenziato alcune complicazioni legate alla sua cattura accidentale. I biologi e i veterinari di Cestha, infatti, stanno conducendo uno studio diagnostico innovativo per l’Alto Adriatico, utile ad aggiornare i protocolli di intervento a seguito di cattura, per minimizzare i conflitti che si possono generare tra pesca professionale e conservazione di questa specie protetta, coinvolgendo in primis proprio gli stessi pescatori.

La tartaruga Kronk rimarrà nella struttura di Marina di Ravenna, aggiungendosi alla ventina di altre tartarughe in cura attualmente, con la previsione di un suo rilascio nell’arco della primavera, in tempo per la stagione di accoppiamento e riproduzione di questi animali.

 

ringraziando per la collaborazione

L’appello del segretario provinciale a Letta: «Nel Pd più donne, giovani e “base”»

Cinque priorità e cinque errori da non ripetere: «Smettiamo di banalizzare le paure della gente»

Festa Alessandro Barattoni
Il segretario Alessandro Barattoni

All’indomani della proclamazione di Enrico Letta nuovo segretario nazionale del Pd (al posto del dimissionario Nicola Zingaretti), abbiamo chiesto a quello provinciale, Alessandro Barattoni, una sorta di decalogo da seguire per il partito.

Cinque cose che chiede a Letta di fare e cinque altre invece che chiede a Letta di non fare più, rispetto al passato. Ecco le sue risposte.

«Cosa fare:

✔ Dimostrare che crede veramente nella parità di genere. Non con le parole ma con i fatti. Siamo un partito del popolo, ma spesso rappresentiamo solo metà del popolo.

✔ Concentrare l’attenzione sui problemi reali delle persone, scendendo tra la gente, ascoltandone i bisogni e confrontandosi su quelli. Di legge elettorale e rapporti fra partito e gruppi parlamentari se ne parla nelle riunioni degli organismi dirigenti. In mezzo alle persone e sui media si parla di ansie, preoccupazioni e desideri dei cittadini.

✔ Farsi carico di ciò che non funziona e fare della parola fragilità la nostra ossessione: siamo un paese fragile dal punto di vista istituzionale, idrogeologico, infrastrutturale, della conoscenza, economico, sociale e anagrafico. Ogni giorno il nostro partito deve essere l’antenna del disagio e proporre soluzioni realistiche e pratiche per rafforzare il nostro paese.

✔ Rinnovare la classe dirigente. Le parole “giovani” e “territorio” riempiono i programmi ma non la dirigenza. Si può essere bravi sindaci o militanti in periferia in giovane età, e non buoni dirigenti di partito?

✔ Valorizzare la base del partito, non facendo esaurire le forme di partecipazione con i 2 euro delle primarie ma dando attuazione a quanto prevede lo statuto con referendum fra iscritti su determinati temi.

Mai più:

X Sottovalutare l’astensione. Ogni persona che non ritiene utile il voto indebolisce la democrazia, bisogna aggredire il non voto con la forza dell’esempio e la consequenzialità fra quello che si dice e quello che si fa.

X Banalizzare le paure e sottostimare i timori come se il percepito non fosse reale. Quelli che sono problemi che non fanno dormire i cittadini sono problemi della politica. Che si tratti di sicurezza o di traffico.

X Mai contribuire a mettere contro i lavoratori fra loro: quelli del pubblico con quelli del privato, partite iva e autonomi contro lavoratori a posto fisso, quelli più giovani contro quelli più anziani, le donne contro gli uomini. Ed evitare rottura con corpi intermedi e sindacati, che per natura rappresentano interessi definiti ma con i quali ci deve essere sempre confronto, anche aspro ma sempre rispetto. Siamo il partito che vuole mettere lavoro al centro non esiste diffidenza verso i sindacati.

X Basta far sentire in colpa i cittadini che non hanno o perdono il lavoro. Se domanda e offerta di lavoro non si incrociano ovvero non esistono posti di lavoro a sufficienza per tutti è colpa in primis della politica e della mancata visione sullo sviluppo agricolo, industriale e dei servizi nel lungo periodo del nostro paese degli ultimi decenni, non di chi non ha un lavoro.

X Smetterla di dire che si riparte dai circoli e dal territorio e poi quando si va in giro anziché chiamare il responsabile locale o comunale si passa dal capo corrente».

Hera: «La pandemia ha ridotto i rifiuti». Da fine anno il “porta a porta” a Ravenna

Il punto della situazione a un anno dall’aggiudicazione del bando da un miliardo per 15 anni. Differenziata ancora in ritardo sugli obiettivi: «La provincia sarà in pari nel 2022»

PAP 2Il Covid ha ridotto la produzione di rifiuti. Al momento Hera non può ancora divulgare i dati definitivi della raccolta 2020 – si dovrà attendere l’assemblea dei soci prevista per fine marzo – ma le stime della multiutility per la provincia di Ravenna indicano un calo di qualche punto percentuale rispetto al 2019, effetto probabilmente delle chiusure nei periodi di lockdown e in generale delle restrizioni a molte categorie di attività.

w«Sulla raccolta differenziata invece ci attendiamo una crescita percentuale rispetto all’anno precedente», ha detto Andrea Bazzi, responsabile dei servizi ambientali dell’area di Ravenna. I dati della differenziata del 2019 – gli ultimi disponibili – mostrano i ritardi noti da anni per tutti i comuni della provincia rispetto all’obiettivo fissato dalla Regione (79 percento). Ravenna così è nelle posizioni peggiori delle classifiche, non solo su base regionale. Anche lo stesso sindaco Michele de Pascale, nell’intervista pubblicata su R&D del 4 marzo, ha riconosciuto la mancanza parlando di «10 punti percentuali sotto l’obiettivo» e ha inserito la questione tra quelle per cui nel prossimo mandato servirà un cambio di passo.

«Il territorio di Ravenna e Cesena – commentano da Hera – è il primo della regione e fra i primi a livello nazionale ad avere in concessione il servizio di gestione rifiuti urbani conforme a quanto previsto dalle nuove normative in materie di affidamento di pubblici servizi in piena trasparenza e con l’espletamento di una procedura aperta con bando di gara europeo. Per seguire correttamente tutte le norme da applicare, la procedura è stata lunga e articolata: attivata nel 2015 con l’emanazione del Piano d’Ambito provinciale per la gestione dei rifiuti della Provincia di Ravenna (definizione dei modelli di raccolta), la raccolta dei dati puntuali di servizio e la definizione degli standard; l’emanazione del bando di gara a fine 2017; l’analisi della congruità della documentazione e la conclusione delle procedure di gara a fine 2019 e l’avvio a gennaio 2020 del nuovo affidamento, il cui contratto prevede un periodo transitorio per portare l’intera provincia di Ravenna ai livelli di raccolta differenziata conformi con quanto previsto dal Piano regionale dei rifiuti. Confidando in una remissione dell’attuale emergenza sanitaria, considerando la complessità del territorio, con importanti variazioni stagionali per la vocazione turistica, e la necessità di comunicare bene e coinvolgere i cittadini sui cambiamenti previsti, si stima di completare l’iter previsto per tutta la provincia entro il 2022».

Dall’aggiudicazione del bando alla Rti HeraCiclat-Formula Ambiente è passato poco più di un anno. A Bazzi chiediamo cosa è stato fatto finora per implementare il servizio di raccolta. «Innanzitutto l’ampliamento degli orari delle stazioni ecologiche, ora aperte anche il sabato pomeriggio e tre ore la domenica: questo ha mitigato le difficoltà di accesso, che tuttora in parte permangono, dovute alle procedure per ridurre la diffusione del coronavirus. Sono stati portati avanti alcuni progetti di modifica dei servizi di raccolta, in particolare nei quartieri di frangia di Ravenna: a Borgo Montone-Classe e Ponte Nuovo è stato attivato il porta a porta misto (indifferenziato e organico), mentre a Fornace Zarattini e Porto Fuori quello integrale, che riguarda tutti i tipi di rifiuti. Sono state rimodulate le attività di alcuni porta a porta già attivi, ad esempio nel forese di Ravenna e a Castiglione. Nelle frazioni del forese di Cervia (Savio, Montaletto, Visdomina, Tantlon, ecc.) è stato attivato il porta a porta misto, mentre nelle case sparse del forese di Cervia quello integrale».

Nelle aree del forese ovest del comune di Ravenna è cambiato il sistema di raccolta un anno e mezzo fa. Il nuovo sistema porta a porta misto riguarda circa 14mila utenze: «La risposta è stata subito molto positiva – commenta Bazzi –, con una percentuale superiore all’80 percento raggiunta in un paio di mesi dalla attivazione dei nuovi servizi, che sfioreremo anche nel 2020 nonostante l’emergenza sanitaria».

E a proposito di porta a porta, l’estensione di questo servizio sarà la sfida più impegnativa per Hera. Nella Bassa Romagna, nella Romagna Faentina e a Russi il passaggio a sistema di raccolta domiciliare si prevede possa proseguire entro quest’anno, a Milano Marittima entro l’estate. Nei quartieri residenziali di Ravenna partirà da fine anno, mentre nella restante parte del comune di Cervia, nei lidi ravennati e nel centro storico di Ravenna l’anno successivo. «I nuovi servizi di porta a porta – conclude Bazzi – richiedono una maggiore partecipazione dei cittadini e risulta quindi necessario un buon coinvolgimento delle persone che sono chiamate a modificare un po’ le proprie abitudini quotidiane. Come ogni cambiamento è necessario comunicarlo in modo chiaro e per tempo, in modo da evitare fraintendimenti, per affrontare e risolvere eventuali specificità e partire tutti “con il piede giusto”».

Dati e previsioni: provincia di Ravenna in zona rossa fino a domenica 11 aprile

Per un allentamento delle misure servono due settimane consecutive di dati sotto la soglia dei 250 contagi ogni 100mila abitanti

Colori Regioni Italia Dal 22 Marzo 2La provincia di Ravenna in zona rossa fino al 12 aprile? È l’ipotesi più probabile alla luce dei dati del monitoraggio settimanale presentato ieri (venerdì 19 marzo) che hanno portato alla nuova colorazione dell’Italia, con l’Emilia-Romagna ovviamente ancora in zona rossa (l’ordinanza del ministero entrata in vigore l’8 marzo lo resta per due settimane).

Per poter tornare in arancione, infatti, servono due monitoraggi consecutivi con numeri in calo, e non basterà più avere l’indice Rt inferiore a 1,25, ma anche un’incidenza dei casi inferiore ai 250 contagi ogni 100mila abitanti. Ieri (sulla base dei dati relativi alla settimana dal 12 al 18 marzo) l’Emilia-Romagna era a quota 423, seconda regione in Italia dietro al Friuli Venezia Giulia. I dati della provincia di Ravenna sono solo leggermente inferiori, pari comunque a 417.

Ecco quindi – come fa notare in un articolo firmato Paolo Russo La Stampa in edicola oggi (20 marzo) – che è difficile prevedere dati inferiori a 250 contagi ogni 100mila abitanti per l’Emilia-Romagna già nel prossimo monitoraggio, in programma venerdì 26 marzo. Con la conseguenza che, nella migliore delle ipotesi, la regione potrà tornare arancione (con la conseguente riapertura di tutti i negozi, parrucchieri e le scuole) solo a partire da lunedì 12 aprile, dopo eventuali monitoraggi “positivi” di due venerdì consecutivi, il 2 e il 9 aprile. A quel punto l’orizzonte per il ritorno in zona gialla, quella con bar e ristoranti aperti, sarebbe il 26 aprile.

Sempre che il nuovo Dpcm atteso per il 6 aprile non scombini nuovamente le carte. Ma da quanto trapela anche tra le istituzioni locali, il sistema delle zone a colori dovrebbe essere confermato.

Ecco il nuovo decreto Sostegni: contributi a fondo perduto per imprese e partite Iva

Dovranno dimostrare di aver avuto perdite medie mensili nel 2020 di almeno il 30 percento

Dl Sostegni DraghiAgli italiani piegati dal Covid arrivano circa 32 miliardi di euro, un terzo alle imprese, oltre un decimo agli enti locali.

Ecco il decreto Sostegni, la nuova iniezione di risorse per imprenditori, lavoratori e amministratori alle prese con una crisi sanitaria e finanziaria destinata a risolversi solo con la campagna vaccinale, alla quale sono stati stanziati quasi 3 miliardi.

STRALCIO – Sono cancellate le vecchie cartelle esattoriali fino a 5mila euro tra il 2000 e il 2010 per chi rientra in un tetto di reddito di 30mila euro. Rate e nuove cartelle esattoriali sospese fino al 30 aprile e una sanatoria ad hoc per le partite Iva in difficoltà.

PARTITE IVA E IMPRESE – Possono accedere a contributi a fondo perduto, se hanno un fatturato fino a 10 milioni e nel 2020 perdite medie mensili del 30% rispetto al 2019. I pagamenti inizieranno l’8 aprile, per chi avrà fatto domanda.

Il meccanismo sarà articolato in cinque fasce, e offrirà a seconda delle dimensioni dell’attività economica un assegno tra il 20% (per le più grandi con fatturato tra 5 e 10 milioni) e il 60% (per le più piccole con fatturato fino a 100mila euro) del calo medio mensile. Gli aiuti saranno di minimo 1.000 euro per le persone fisiche (2.000 per le persone giuridiche) e massimo 150mila euro.

GRANDI AZIENDE – Se in crisi ma con prospettive di ripresa possono attingere a finanziamenti agevolati da restituire in 5 anni: c’è un fondo di 200 milioni presso il Mise. Il Fondo sociale per l’occupazione e la formazione del Ministero del lavoro, è rifinanziato con 400 milioni ed è prorogata per tutto il 2021 l’integrazione salariale della cigs per i lavoratori ex Ilva, destinando 19 milioni.

LAVORO – Blocco dei licenziamenti prorogato a giugno, e fino a ottobre per le aziende che usano la cassa integrazione Covid, valida fino al 31 dicembre (massimo 28 settimane), per 3,3 miliardi. Quelle con cassa integrazione ordinaria possono chiedere 13 settimane tra aprile e giugno per Covid, senza contributo addizionale. Ci sono 1,5 miliardi per l’esonero dei contributi previdenziali dovuti da autonomi e professionisti. I contratti a tempo determinato possono essere rinnovati o prorogati senza causale fino al 31 dicembre.

REDDITO DI CITTADINANZA – È rifinanziato per 1 miliardo. Tre nuove mensilità del reddito di emergenza alle famiglie (1,52 miliardi). Fino al 31 dicembre non serve aver lavorato 30 giorni nell’ultimo anno per ottenere la Naspi. Una tantum da 2.400 euro per lavoratori stagionali, del turismo, termali e dello spettacolo che hanno perso il posto, e per quelli dello sport varia da 1.200 a 3.600 euro.

LOTTA AL COVID – Stanziati oltre 4,5 miliardi: 2,1 miliardi per l’acquisto di vaccini, 700 milioni per i farmaci, 1,4 miliardi per le attività del Commissario, 345 milioni per il coinvolgere più medici possibile, 50 milioni come remunerazione aggiuntiva delle farmacie, dove si potrà somministrare il siero.
Per i Covid Hospital sono previsti 51,6 milioni. Cade il vincolo del rapporto esclusivo per gli infermieri pubblici vaccinatori.

ENTI LOCALI – Sono stanziati oltre 3 miliardi: metà nel fondo per gli enti locali, 260 milioni in quello per Regioni e Province autonome, 800 milioni per il Tpl, 250 milioni come ristoro per il mancato incasso della tassa di soggiorno, e un altro miliardo per rimborsare alle Regioni le spese sanitarie del 2020 per il Covid.

TURISMO – Sostegni per 1,7 miliardi, fra cui 700 milioni per le zone danneggiate dalla chiusura degli impianti di sci e 900 milioni per gli stagionali.

CULTURA – In arrivo 400 milioni di euro in più: 200 milioni per spettacolo, cinema e audiovisivo, 120 milioni per spettacoli e mostre e 80 per il settore del libro e la filiera dell’editoria.

SCUOLA – Ci sono 150 milioni per il recupero delle competenze e della socialità durante l’estate, e altri 150 milioni per aspetti più sanitari. Il personale scolastico e amministrativo assente per vaccino è “giustificato”.

MATRIMONI E EVENTI – Per le filiere più colpite dalla crisi (anche commercianti e ristoratori dei centri storici) c’è un fondo da 200 milioni. Ci sono 200 milioni in più per imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura, 100 milioni per la cancellazione di fiere e congressi e 150 per le fiere internazionali.

(sintesi a cura di ANSA.it)

Il Moro di Venezia ha traslocato: resta sulla banchina ma ora in testa al Candiano

Il terzo dei cinque scafi costruiti da Raul Gardini per la Coppa America del 1992 è di proprietà dell’Autorità portuale dal 2008. Ora verrà costruita una struttura in acciaio e vetro ad alta resistenza con illuminazione

barca moro venezia
Foto da Facebook

Completate le operazioni di spostamento del Moro di Venezia nella darsena di città a Ravenna. Il terzo dei cinque scafi progettati nell’ambito della partecipazione di Raul Gardini alla Coppa America del 1992 ha traslocato dal piazzale dell’Autorità portuale, proprietaria della barca dal 2008, alla banchina in testa al Candiano. Nella sede di Ap arrivò nel 2013.

L’imbarcazione è ora disposta parallelamente a via Darsena, in un punto più visibile: si trova sempre su un sostegno che la tiene a diversi metri da terra. La nuova postazione è ancora comunque area di cantiere, in attesa di completare «la struttura di contenimento in vetro, la pedana in legno e il relativo sistema di illuminazione», scrivono dall’Autorità portuale. Anche per questo non si è tenuta alcuna cerimonia di inaugurazione.

barca moro venezia«La testata della Darsena di città è il luogo ideale per accogliere questa leggenda della vela – ha scritto il sindaco Michele de Pascale su Facebook –. La nostra città vanta una tradizione di mare, una vocazione ed un’esperienza velica, un rapporto con l’acqua e con la portualità che hanno radici profondissime, e il Moro di Venezia III, primo campione mondiale della classe Coppa America, ne è sintesi eccellente. Un affascinante simbolo dell’identità cittadina che va valorizzato, tutelato e promosso; per questo insieme all’Autorità di sistema portuale, abbiamo deciso di collocarlo in testa al Canale Candiano, posizionato in una struttura in acciaio e vetro ad alta resistenza. In questo modo tutti potranno ammirare la mitica imbarcazione voluta Raul Gardini tutto l’anno e, grazie al suggestivo sistema di illuminazione anche con il buio». Insomma è da considerare del tutto archiviata l’ipotesi di un ritorno in acqua come invece sembrava si stesse valutando anni fa.

barca moro veneziaL’assessore allo Sport, Roberto Fagnani, si è emozionato: «Il Moro racconta una bella storia di passione e impegno, creatività e lungimiranza, amore per il mare e la nautica. Una storia ravennate che ci ha fatto sognare così come ci ha fatto sognare in questi giorni Luna Rossa; una straordinaria storia passata che ha posto le basi per i successi del presente, permettendoci di guardare con entusiasmo e fiducia al futuro di questo meraviglioso sport. Grazie al Gruppo Baldini, alla Compagnia portuale, all’Autorità portuale e all’Acmar che hanno collaborato a vario titolo, rendendo possibile il trasferimento e realizzandolo in piena sicurezza».

Due mostre a Tamo: la Commedia in 100 formelle e le immagini della Romagna del 1321

Il museo di Ravennantica entra nelle celebrazioni per il settimo centenario della morte del Sommo Poeta: il 16 aprile le inaugurazioni

TAMO 1163
Il museo Tamo

Il museo Tamo di Ravenna, gestito dalla fondazione Ravennantica nel complesso monumentale della chiesa medievale di San Nicolò, si inserisce nel calendario delle celebrazioni dantesche con due esposizioni temporanee e per l’occasione declina il suo nome in Tamo Dante. Inaugurazioni il 16 aprile ma la situazione pandemica non permette di definire al momento in che modalità avverranno. Se non in presenza, saranno comunque online.

La prima esposizione è dello scultore e ceramista Enzo Babini: la rappresentazione della Divina Commedia in cento formelle di terracotta, una per ogni canto. Realizzata in collaborazione con Casa Matha, la mostra si sviluppa in tre momenti cronologici distinti e consecutivi, ognuno dedicato ad una delle tre Cantiche della Commedia e copre un arco cronologico lungo tutto il 2021. I canti di Babini sono stati già esposti a Città del Messico e a Melbourne, in Australia, in Cina nella città di Ging-De-Zhen e nel 2011 al museo Statale di Puškin a Mosca. L’opera, unica nel suo genere, ha richiesto tre anni di lavoro.

La seconda esposizione, ripercorrendo le tappe di un percorso fatto di passi e parole, di certezze documentarie, ma anche di ipotesi, mette in fila i luoghi della Romagna citati nella Commedia e in alcuni casi anche quelli che, pur non chiamati in causa nel testo, vennero presumibilmente lambiti nei possibili tragitti romagnoli del poeta. Le immagini sono quelle di luoghi e di edifici che ancora oggi mantengono, benché magari rimaneggiati nei secoli successivi, l’aspetto che gli stessi avevano fra la fine del Duecento e i primi anni del secolo XIV, sino al 1321, quando cioè Dante li poté vedere.

Il museo Tamo si trasforma in un vero e proprio distretto dantesco, grazie anche alla vicinanza con la Chiesa di San Romualdo, che dal 24 aprile ospiterà la mostra “Dante. Gli occhi e la mente. Le Arti al tempo dell’esilio”, alla Biblioteca Classense che ospita l’esposizione “Inclusa est flamma. Ravenna 1921: il Secentenario della morte di Dante” e alla contigua Zona del Silenzio che coinvolge la Tomba di Dante, la Chiesa di San Francesco e il “Museo Dante”, di prossima apertura.

Via Baiona bloccata dalla colonna di camion per Marcegaglia, ora cambia la viabilità

Istituzione temporanea di un senso unico nel tratto terminale della camionabile per risolvere il problema in attesa del progetto dell’azienda per modificare l’accesso allo stabilimento

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Lo stabilimento Marcegaglia di Ravenna in via Baiona

Per il futuro un progetto di ristrutturazione via Baiona a Ravenna nel punto di ingresso allo stabilimento Marcegaglia, ma subito da aprile modifiche temporanee alla viabilità con l’istituzione di un senso unico. È la risposta dell’azienda metallurgica in sintonia con il Comune per affrontare l’annoso problema degli incolonnamenti su strada dei camion in attesa di entrare nella ditta con ripercussioni sulla sicurezza per il traffico. Questo pomeriggio, 19 marzo, il sindaco Michele de Pascale, insieme ai tecnici del Comune, ha incontrato i vertici dell’azienda.

Marcegaglia ha confermato l’impegno formale a depositare entro marzo il progetto di ristrutturazione completa dell’accesso. Il Comune si è impegnato a gestire tutta la parte istruttoria tecnica nei tempi più brevi possibili, in maniera tale da poter far partire poi al più presto i lavori.

Da aprile verrà modificata la viabilità lungo i due rami di via Baiona, prevedendo un senso unico est-ovest nel tratto terminale della camionabile che momentaneamente risolverà le problematiche viabilistiche con una particolare attenzione alla sicurezza dei lavoratori dello stabilimento, degli autotrasportatori, dell’utenza stradale. Contemporaneamente la polizia locale si è impegnata a intensificare l’attività di controllo.

Il problema è noto da tempo. L’ultima segnalazione in ordine di tempo dai sindacati risale al 10 marzo. «Una lunga fila di mezzi pesanti blocca la circolazione, costringendo i lavoratori che devono recarsi al lavoro o che devono tornare a casa, a manovre azzardate e pericolose per superare la colonna dei camion fermi lungo la strada», affermava Carotenuto Aniello, delegato Fim-Cisl della Rsu aziendale di Marcegaglia. Proprio i sindacati avevano proposto di introdurre la marcia a senso unico sulla via Baiona vecchia.

La lista civica La Pigna ricorda di aver presentato una proposta per la messa in sicurezza di questa importante arteria viaria nel gennaio 2020 e votata da tutto il consiglio comunale. In un anno nulla è stato fatto. Il progetto ha come obiettivo la messa in sicurezza di via Baiona, in prossimità degli ingressi agli stabilimenti industriali lungo l’asse est  e prevede tre interventi integrati fra loro così delineati: la disarticolazione del traffico nel tratto di fronte allo stabilimento Marcegaglia, il punto critico della viabilità; una regolamentazione diversa dei flussi di traffico; l’inserimento di ulteriori vie di congiunzione tra i due rami della Baiona.

Parte il cantiere per ampliare lo skate park: 46mila euro per nuova rampa e più luce

L’area tra via Calamelli e via Renaccio è di mille metri quadrati dal 2009, ora ne avrà duecento in più. Pronta per l’estate

SkateparkParte il cantiere per ampliare lo skate park di Faenza. Verranno aggiunti altri duecento metri quadrati ai mille attrezzati nel 2009 tra via Calamelli e via Renaccio. Il progetto del costo di 46mila euro, a carico del Comune, ha ottenuto anche il benestare della federazione sportiva di riferimento (Fisr) che si occupa tra l’altro di rilasciare l’omologazione degli impianti quali luoghi di esercizio e gli eventi di livello regionale. Saranno realizzate nuove superfici piane di scorrimento, parti curvilinee, inclinate, completate da opere di arredo urbano, di protezioni di sicurezza e il potenziamento dell’impianto di illuminazione.

Il nuovo intervento è stato aggiudicato a una ditta di Fano, la Società Adriatica, che il 20 marzo allestirà l’area di cantiere potendo contare su questo periodo di emergenza sanitaria dove le attività sportive, anche quelle all’aperto, sono sconsigliate. In questo modo, sin dalla prossima settimana i tecnici della ditta potranno effettuare alcuni rilievi ed effettuare attività propedeutiche alla realizzazione dell’intervento. La fine lavori è prevista prima dell’estate.

«Lo skate park – dice il sindaco Massimo Isola – è un luogo al quale siamo particolarmente affezionati, frequentato da decine di giovani che lì trovano occasione di stare assieme, fare attività sportiva, anche individuale. Abbiamo deciso di anticipare il cantiere per utilizzare questo momento nel quale l’attività sportiva anche all’aperto in questo momento di emergenza sanitaria è delicata, e quindi, visto che non può essere utilizzato nel pieno delle sue funzionalità, usiamo questo tempo a disposizione per poter realizzare l’intervento»

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