martedì
09 Settembre 2025

Sciopero al Molino Spadoni: «Non aderisce al rinnovo del contratto nazionale»

Giornata di mobilitazione il 13 marzo. I sindacati segnalano che è l’unica azienda dell’industria alimentare in provincia che ancora tarda ad applicare gli accordi firmati a gennaio

Molino Spadoni Sede Principale Ravenna Coccolia
Una veduta aerea della sede del Molino Spadoni a Coccolia

I sindacati denunciano che i lavoratori del Molino Spadoni sono gli unici nel settore dell’industria alimentare in provincia di Ravenna a restare esclusi dal rinnovo del contratto nazionale: Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil proclamano lo sciopero generale di tutti gli occupati Spadoni per il 13 marzo.

«Il 25 gennaio – si legge in una nota dei rappresentanti dei lavoratori – è stata sottoscritta la stesura definitiva del contratto collettivo nazionale (Ccnl) per l’industria alimentare 2019-2023 con dodici associazioni datoriali del settore. Questo atto consolida l’ottimo risultato raggiunto attraverso l’azione delle tre sigle sindacali, unita a quella dei lavoratori del settore. Siamo di fronte a un rinnovo di grande valore che, oltre all’aumento salariale, riconosce alcuni aspetti normativi fondamentali come la classificazione del personale che andrà a definire le figure professionali di domani e il rafforzamento della formazione, attraverso il coinvolgimento di università e istituti di ricerca, in linea con gli obiettivi che il nostro Paese si pone, all’interno del contesto europeo, in materia di digitalizzazione e di green economy, quindi di una nuova economia che richiede lavoratori qualificati».

I sindacati comunicano che restano tre le associazioni che non hanno ancora aderito al rinnovo del Ccnl e una sola azienda su tutto il territorio della provincia di Ravenna: il Molino Spadoni. «Nonostante i vari solleciti fatti, siamo ancora oggi di fronte a una netta chiusura e a molti lavoratori senza il rinnovo del loro contratto nazionale. Confermiamo la nostra azione di lotta, attraverso il blocco degli straordinari, delle flessibilità e delle prestazioni aggiuntive, e proclamiamo lo sciopero».

Tagiuri: «Commercio allo stremo, chiusure senza logica: fateci riaprire»

Il presidente di Confesercenti Ravenna contro la zona rossa e le aperture solo a macchia di leopardo

Tagiuri Mauro
Mauro Tagiuri

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di Mauro Tagiuri, presidente di Confesercenti Ravenna.

«È trascorso un anno dall’inizio del primo lockdown. Il 10 marzo 2020 l’Italia fu chiusa una prima volta per combattere la pandemia da Coronavirus. Un anno di sacrifici, di lutti, di sconforto che ha coinvolto l’intera popolazione. Per una larga fetta di cittadini, insieme al timore per la salute, la pandemia ha significato una gravissima crisi economica e finanziaria. È avvilente prendere atto che dopo un anno non abbiamo avuto nessun miglioramento sul piano sanitario mentre l’economia è al collasso.

Le imprese commerciali sono allo stremo. Turismo e commercio sono a pezzi. In una situazione così difficile si è disposti a subire ulteriori limitazioni solo se ne vediamo la reale necessità. Già la zona arancione scuro prevede limitazioni fortissime. Ora si è scelto di precipitare Ravenna e la Romagna in zona rossa. Ma proprio perché stanchi, delusi e sicuri che la misura sia ormai colma, chiediamo: è necessario?

Chiudere orefici, parrucchieri, negozi di abbigliamento e calzature, gli unici beni ritenuti non di prima necessità (mutande sì, pantaloni no: è l’effetto dello smart working?), tutto il resto aperto. Quanto incide nel prevenire flussi e assembramenti? La risposta è implicita. Non incide affatto. Si alimentano tensioni e divisioni fra le categorie del commercio. Non si capisce la logica di queste scelte.

Zona Rossa. Non ha una sicura influenza sulla salute pubblica, ma sicuramente è una scelta iniqua per imprese già provate da un anno impossibile: quindici giorni di chiusura, con i magazzini già pieni di merce primaverile. Un inizio di stagione su cui si contava per arginare anche se marginalmente la profonda crisi in cui ci ha gettato un anno di pandemia. Una categoria non contemplata, ingiustamente, dai ristori del Governo.

Vogliamo riaprire subito, in sicurezza, così come sono aperte tantissime tipologie di esercizi commerciali (vedi box a fianco): i fioristi, le ferramenta, le profumerie, i negozi di articoli sportivi, i negozi di casalinghi, gli ottici, le concessionarie d’auto, i negozi di biancheria, i negozi di telefonia, i negozi di elettrodomestici, i negozi di abbigliamento per bambini, le edicole, le cartolerie, le librerie, eccetera, eccetera. Fateci riaprire! Ne va dell’esistenza delle nostre imprese!»

Albo delle famiglie accoglienti, per chi vuole aprire le porte a chi è in difficoltà

L’iniziativa del Comune di Ravenna per costruire una rete di volontari disposti a sostenere con varie forme di solidarietà minori e adulti in situazioni difficili

FamigliaMinori, ragazzi, ragazze, adulti e anziani che vivono fragilità e difficoltà a Ravenna ora possono contare su una nuova rete di volontari disposti ad aprire le porte di casa: è nato infatti l’Albo delle famiglie accoglienti, uno strumento per includere e sostenere attraverso forme diverse di attivazione della solidarietà dei singoli e delle famiglie, primo esempio del genere in Italia.

Per famiglie accoglienti si intendono non solo quelle affidatarie (con minori in affido parentale o eteroparentale) ma anche chi dedica alcune ore della settimana ai figli di altri attraverso la forma del sostegno familiare diurno. Ancora, le famiglie accoglienti offrono aiuto anche a minori non accompagnati, come ad adulti, siano essi rifugiati, anziani o persone in difficoltà.

Altra figura è quella del mentore, che mette a disposizione tempo e capacità per aiutare chi ne ha bisogno nel proprio progetto di vita o in alcune attività.

Ci sarà anche la possibilità di diventare un attivista, partecipando all’organizzazione di eventi di sensibilizzazione, facendo rete con le associazioni locali e facendosi portatore dei valori e dei messaggi dell’Albo. Più la rete si amplierà, più sarà possibile supportare i percorsi di autonomia delle persone o contrastare le solitudini. Dopo l’adesione degli interessati, seguiranno percorsi formativi specifici.

L’Albo sarà composto da tre sezioni: Minori, al fine di promuovere lo strumento dell’affido familiare nelle sue differenti declinazioni (residenziale, diurno, sostegno familiare); Adulti (persone in condizioni di fragilità, studenti, neo-maggiorenni, rifugiati, titolari di protezione, anche usciti dal sistema di accoglienza, anziani, etc.) al fine di promuovere gli strumenti dell’ospitalità in famiglia e del mentore; Attivista, al fine di creare una rete di cittadini volontari a supporto delle azioni inerenti e complementari l’istituzione dell’Albo.

L’Albo nasce nell’ambito del progetto Fami (Fondo asilo migrazione e integrazione) “Dalle esperienze al modello: l’accoglienza in famiglia come percorso di integrazione” di cui è capofila l’associazione Refugees Welcome Italia Onlus e partner il Comune di Ravenna con il servizio Immigrazione. Vede la collaborazione di tre servizi comunali: Immigrazione, Centro Famiglie e Servizi sociali, insieme ad enti del privato sociale (oltre a Refugees Welcome Italia, l’associazione di volontariato Agevolando e la cooperativa sociale Cidas) con i quali il Comune ha promosso e sottoscritto un protocollo di intesa. Le iscrizioni sono possibili da oggi, mercoledì 10 marzo, attraverso la piattaforma famiglieaccoglienti.comune.ra.it dalla quale è scaricabile l’avviso pubblico che descrive nel dettaglio le caratteristiche e gli obiettivi del progetto, i requisiti e le modalità di partecipazione.

Sul territorio i minori accolti attraverso l’affido o il sostegno sono 98 (dato 2019 del Servizio sociale associato dei Comuni di Ravenna, Cervia, Russi), i minori stranieri non accompagnati accolti sono 40, i tutori volontari dei minori stranieri non accompagnati attivi sono quattro, le persone accolte nell’ambito del progetto Fami “Dalle esperienze al modello: l’accoglienza in famiglia come percorso di integrazione”, sono cinque, mentre gli attivisti del progetto sono quindici. Per ulteriori informazioni: albofamiglieaccoglienti@comune.ra.it

Con lo slogan «Per far entrare i sogni bisogna aprire le porte», parte sul territorio una campagna di sensibilizzazione che si avvarrà, oltre che di manifesti affissi per le strade della città, anche di una serie di video realizzati dal regista Gerardo Lamattina insieme ad alcune delle famiglie accoglienti.

Troppo rumore dal traffico, Arpae conferma il no alla nuova scuola in via Vicoli

LAgenzia regionale per l’ambiente boccia il progetto del polo 0-6 anni del Comune anche dopo le controdeduzioni degli uffici pubblici: la statale Adriatica è troppo vicina

Polo Scolastico Via Vicoli Proposta + Fascia Verde
La mappa del nuovo polo scolastico di via Vicoli con le richieste della petizione

Ancora una bocciatura per il progetto di una nuova scuola comunale in via Vicoli a Ravenna (1,5 milioni di euro per nido e infanzia, 0-6 anni). L’Agenzia regionale per l’ambiente (Arpae) ha confermato il parere negativo anche dopo le controdeduzioni inviate dal Comune. La questione principale è che in quel punto c’è troppo inquinamento acustico per la vicinanza della statale 16 Adriatica. Palazzo Merlato aveva già deciso, dopo il primo pronunciamento di Arpae a novembre, di destinare il finanziamento dell’opera ricevuto dalla Regione a favore della nuova scuola di Lido Adriano.

Il percorso per individuare il punto per la costruzione del nuovo polo scolastico 0-6 anni al servizio del quartiere San Biagio è stato finora piuttosto accidentato. Inizialmente era stato scelto di cementificare una piccola area di verde pubblico tra via Talamone e via Nizza (qui la relazione progettuale). Lista per Ravenna capeggiò una raccolta firme a cui aderirono 3.640 cittadini e il piccolo parco venne salvato.

A quel punto il Comune scelse lo spazio di via Vicoli poco distante da via Saragat. Fu la consigliera comunale Veronica Verlicchi (Pigna) a rendere nota la prima bocciatura di Arpae per l’area di via Vicoli. «Abbiamo invitato il sindaco uscente De Pascale – dice oggi la consigliera che si candiderà a sindaca alla prossime elezioni – a incaricare subito gli uffici dell’edilizia scolastica per l’individuazione di un’altra area idonea e rispondente alle normative nazionali e regionali in materia di inquinamento». La Pigna segnala un passaggio nella recente risposta di Arpae: «La classificazione acustica del Comune di Ravenna individua in via Talamone una “scuola di progetto” inserita all’interno di uno spazio verde di quartiere. Tale collocazione risulta in linea con quanto previsto dalla classificazione acustica e contempera l’esigenza di prossimità al requisito cogente per le scuole». Verlicchi invita il sindaco a individuare senza ulteriori indugi, un’area alternativa o a rivalutare l’area di via Talamone.

Alvaro Ancisi, consigliere comunale di Lpr, sostiene che la costruzione di questo nuovo polo non sia un’urgenza: «Le strutture esistenti rispondono tuttora alla capienza necessaria per accogliere la popolazione infantile del borgo San Biagio stesso, necessitando se mai di un’appropriata ristrutturazione/riqualificazione. È finita l’ora in cui si abbattono anche solo parzialmente dei parchi urbani». Ancisi rinnova le proposte già fatte a suo tempo per l’insediamento scolastico. L’area di via Palestro, dove già esiste la scuola 3/6 anni “Felici Insieme” e lì accanto il rudere abbandonato di una scuola elementare, poi diventata scuola infermieri, ora abbandonata e degradata. Oppure l’area di via Cicognani, oltre tremila metri quadrati edificabili, in cui sarebbe dovuta sorgere la nuova sede della Prima Circoscrizione comunale, istituzione poi abolita dalla legge.

Di nuovo in piazza contro la Dad. Raccolta firme per la riapertura delle scuole

A Ravenna il 14 marzo. Lanciata una petizione rivolta al sindaco

No Dad Ravenna
La protesta di domenica 7 marzo

Le “persone contro la Dad”, come è stato ribattezzato il gruppo, dopo quella molto partecipate di domenica scorsa, organizzano una nuova protesta in piazza a Ravenna per chiedere la riapertura della scuola in presenza.

L’appuntamento è per domenica 14 marzo in piazza Kennedy, dalle 16, «per gridare ancora più forte No alla Dad (la didattica a distanza, ndr)», si legge nei volantini degli organizzatori, che invitano a portare cartelli e a partecipare naturalmente rispettando le regole anti Covid, con distanziamento e mascherina.

Sarà anche l’occasione per firmare la petizione per la riapertura delle scuole lanciata in questi giorni e diretta al sindaco Michele de Pascale, a cui i promotori chiedono di farsi da tramite per portare le richieste dei firmatari sui tavoli che contano.

Il “fuori onda” dell’assessora: «Certo che noi abbiamo dei vigili, ragazzi miei…»

Polemiche a Faenza per una battuta di Martina Laghi, che chiede scusa

Martina Laghi«C’è da dire che noi abbiamo dei vigili, ragazzi miei… se dici loro di andare a destra, quelli vanno a sinistra». Lo ha detto un’assessora alla “compagna di banco” durante una commissione consiliare, senza accorgersi che il microfono era rimasto acceso.

Si tratta di Martina Laghi, assessora alla Scuola del Comune di Faenza, finita nella bufera per questa sorta di “fuori onda” (regolarmente registrato), per cui Lega e Insieme x Cambiare chiedono perfino le dimissioni. A criticare pesantemente Laghi anche Fratelli d’Italia.

«Sono sinceramente dispiaciuta  – ha commentato Laghi –che una frase detta come battuta in privato ed estrapolata dallo sfondo audio di un confronto molto articolato di oltre due ore sul tema dello sport faentino e delle azioni per agevolare la sua ripartenza post covid, abbia potuto involontariamente indebolire quel clima di collaborazione e fiducia reciproca all’interno delle istituzioni che, come assessore alla scuola e sport, sto contribuendo a costruire, giorno dopo giorno».

«Mi scuso con tutti gli agenti della nostra Polizia locale – termina Laghi – il cui impegno quotidiano a favore della cittadinanza, senza dubbio diventato particolarmente gravoso e delicato durante la situazione pandemica in atto, è fuori discussione».

Scuole chiuse, Start Romagna cancella i bus aggiuntivi (che stavano girando vuoti)

Confermato invece il servizio feriale scolastico, per gli studenti che continuano a frequentare gli istituti

Bus Stazione RavennaIl giorno dopo la pubblicazione del nostro articolo sul caso dei bus vuoti, Start Romagna informa che da domani, giovedì 11 marzo, eliminerà le cosiddette “corse bis Covid”, ossia i mezzi aggiuntivi entrati in servizio per evitare i sovraffollamenti, e che in questi giorni continuavano a circolare nonostante le scuole chiuse.

Seguendo le indicazioni di Amr, Start confermerà invece il servizio feriale scolastico che non modifica frequenze di transito dei bus.

«La decisione – si legge in una nota – soddisfa la necessità di trasporto degli studenti impegnati in laboratori scolastici, il servizio per coloro che hanno disabilità e comunque di una clientela che seppure ridotta necessità di corse negli orari previsti dal servizio».

Linee e frequenze del ‘servizio feriale scolastico’ sono consultabili sul sito www.startromagna.it.

Covid, in provincia di Ravenna 269 nuovi casi e altri 4 anziani morti

 

Sono 269 i casi di positività registrati in 24 ore in provincia di Ravenna, dati aggiornati alle 12 di oggi, 10 marzo. Si tratta di 132 maschi e 137 femmine; 95 asintomatici e 174 con sintomi; 262 in isolamento domiciliare e 7 ricoverati.

I tamponi eseguiti sono stati 2.485. Oggi la Regione ha comunicato 4 decessi per il territorio provinciale: 2 pazienti di sesso maschile di 84 e 94 anni e due pazienti di sesso femminile di 84 e 97 anni.

Sono state comunicate circa 136 guarigioni.

IL BOLLETTINO REGIONALE DEL 10 MARZO

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 287.136 casi di positività, 2.155 in più rispetto a ieri (ci cui circa mille asintomatici), su un totale di 41.414 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 5,2%.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 1.020 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 216.774.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 59.448 (+1.092 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 56.021 (+1.013), il 94,2% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 43 nuovi decessi: 2 a Piacenza (due uomini, di 71 e 77 anni); 5 nella provincia di Parma (tre donne di 78, 84 e 89 anni e due uomini di 71 e 80 anni); 2 nella provincia di Reggio Emilia (una donna di 92 anni e un uomo di 68); 4 nella provincia di Modena (una donna di 89 anni e tre uomini di 80, 82 e 84 anni); 19 nella provincia di Bologna (8 donne: di 65, 84, 86 anni, due di 90, una di 93 e due di 95, di cui una residente a Imola; 11 uomini – di 47, 67, 74, 76, 78, 80 anni, due di 82, due di 86 e uno di 89 anni); 4 nella provincia di Ferrara(tutti uomini: di 54, 66, 80 e 91 anni); 4 in provincia di Ravenna (due donne di 84 e 97 anni; due uomini di 84 e 94 anni); 3 in provincia di Forlì-Cesena (due donne di 62 e 98 anni; un uomo di 90 anni). Nessun decesso nella provincia di Rimini.
In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 10.914.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 333 (+26 rispetto a ieri), 3.094 quelli negli altri reparti Covid (+53).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti:10 a Piacenza (numero invariato rispetto a ieri), 19 a Parma (+1), 28 a Reggio Emilia (+3), 70 a Modena (+9), 90 a Bologna (+3), 33 a Imola (+5), 31 a Ferrara (invariato), 15 a Ravenna (+1), 4 a Forlì (invariato), 8 a Cesena (+1) e 25 a Rimini (+3).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 20.620 a Piacenza (+67 rispetto a ieri, di cui 35 sintomatici), 19.401 a Parma (+72, di cui 46 sintomatici), 35.980 a Reggio Emilia (+272, di cui 113 sintomatici), 49.820 a Modena (+104, di cui 71 sintomatici), 60.736 a Bologna (+661, di cui 301 sintomatici), 10.228 casi a Imola (+33, di cui 16 sintomatici), 16.525 a Ferrara (+141, di cui 29 sintomatici), 21.881 a Ravenna (+269, di cui 174 sintomatici), 10.993 a Forlì (+123, di cui 96 sintomatici), 13.736 a Cesena (+131, di cui 99 sintomatici) e 27.216 a Rimini (+282, di cui 157 sintomatici).

Parrucchieri ed estetisti contro la chiusura: «Rischio aumento del lavoro nero»

Cna critica sull’ultimo Dpcm che prevede lo stop dell’attività in zona rossa

Parrucchieri Coronavirus Inail IssCna Benessere e Sanità di Ravenna ha riunito d’urgenza il suo consiglio territoriale e in una nota inviata alla stampa dichiara di ritenere sbagliata la scelta fatta nell’ultimo Dpcm di escludere i servizi alla persona (acconciatura, estetica e similari) dalla possibilità di rimanere aperti anche in zona rossa.

I risultati dell’ultima indagine Inail – sottolineano da Cna – confermano «che centri e saloni non sono mai stati una fonte diretta di contagio e gli stessi titolari sono andati incontro volontariamente a enormi spese aggiuntive – non riconosciute sufficientemente nei decreti di ristoro – per garantire il lavoro e la sicurezza di dipendenti e clienti».

«Il tema della lotta alla pandemia è stato e sarà sempre per noi prioritario – afferma Roberto Zattini presidente di Cna Benessere e Sanità Ravenna – e nonostante i numeri ci diano ragione, non viene riconosciuto questo sforzo; per questo appare incomprensibile e priva di motivazioni oggettive l’esclusione dei servizi alla persona dal novero dalle attività di servizio aperte anche in zona rossa».

«Oltre a una chiusura che non ha reali ragion d’essere siamo molto arrabbiati – continua Vilma Capriotti, portavoce dell’estetica – per il ritardo enorme che sta avendo il meccanismo dei rimborsi, ancora fermi da quasi un anno. Non riusciamo a capire come sia possibile che ad un calo verificabile di fatturato non corrisponda immediatamente almeno un parziale ristoro o sostegno che potrebbe basarsi su un meccanismo automatico e non su procedure da rivedere ogni volta».

«Proprio perché vogliamo continuare a contribuire alla lotta alla pandemia vogliamo lanciare anche un fortissimo grido d’allarme, insieme alle altre Associazioni del settore – concludono Zattini e Capriotti – perché la chiusura delle attività, che rischia già di mettere in ginocchio le imprese, non porti con sé il boccone avvelenato della nascita di nuovo lavoro nero e attività abusiva da parte di persone non qualificate che si recano nelle case senza alcuna forma di sicurezza. Contrastare questi fenomeni è importante perché queste attività rischiano di causare ulteriori contagi e alimentare la pandemia. Per questo facciamo appello alle forze dell’ordine perché venga fatto uno sforzo straordinario di controllo e repressione: ne va della salute di tutti noi e della sopravvivenza di tante imprese regolari».

Covid, in provincia di Ravenna 93 casi nelle ultime 24 ore e nessun decesso

 

Sono 93 i casi di positività al coronavirus accertati in 24 ore, alle 12 di oggi (9 marzo) in provincia di Ravenna. Si tratta di 48 maschi e 45 femmine; 59 asintomatici e 34 con sintomi; 91 in isolamento domiciliare e 2 ricoverati. I tamponi eseguiti sono stati 1.942.

Oggi la Regione non ha comunicato decessi per la provincia di Ravenna. Sono state comunicate circa 74 guarigioni.

IL BOLLETTINO REGIONALE DEL 9 MARZO

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 285.021 casi di positività, 2.429 in più rispetto a ieri (circa mille gli asintomatici), su un totale di 43.575 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 5,5%.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 983in più rispetto a ieri e raggiungono quota 215.754.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 58.396 (+1.402 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 55.045 (+1.297), il 94,2% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 44 nuovi decessi: 4 nella provincia di Reggio Emilia (tutti uomini, rispettivamente di 60, 77, 81 e 89 anni); 3 nella provincia di Modena (una donna di 92 e due uomini di 79 e 89 anni); 25 nella provincia di Bologna (dieci donne: di 68, 77, 81, 83, 87, 89 anni, due di 90, una di 94 e una di 95; 15 uomini rispettivamente di 48, 49, 63, 65, 72, 74, 81, 82, 84, 86, 87, 90, 91 anni, e due – di 59 e 79 anni- residenti a Imola); 2 nel ferrarese (una donna di 90 anni e un uomo di 76 anni); 4 in provincia di Forlì-Cesena (tre donne di 68, 71 e 95 anni e un uomo di 80 anni); 6 nel riminese (una donna di 42 anni e cinque uomini: di 69, 73, 76, 78 e 90 anni). Nessun decesso nelle province di Piacenza, Parma e Ravenna.

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 10.871.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 307 (+21 rispetto a ieri), 3.044 quelli negli altri reparti Covid (+84).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 10 a Piacenza (numero invariato rispetto a ieri), 18 a Parma (+4), 25 a Reggio Emilia (-1), 61 a Modena (+7), 87 a Bologna (+3), 28 a Imola (+4), 31 a Ferrara (+3), 14 a Ravenna (+2), 4 a Forlì (-1), 7 a Cesena (+1) e 22 a Rimini (-1).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 20.553 a Piacenza (+84 rispetto a ieri, di cui 53 sintomatici), 19.329 a Parma (+ 146, di cui 91 sintomatici), 35.708 a Reggio Emilia (+266, di cui 98 sintomatici), 49.716 a Modena (+414, di cui 320 sintomatici), 60.114 a Bologna (+901, di cui 533 sintomatici), 10.196 casi a Imola (+76, di cui 35 sintomatici), 16.384 a Ferrara (+68, di cui 24 sintomatici), 21.612 a Ravenna (+93, di cui 34 sintomatici), 10.870 a Forlì (+71, di cui 54 sintomatici), 13.605 a Cesena (+142, di cui 84 sintomatici) e 26.934 a Rimini (+168, di cui 85 sintomatici).

Vaccini anti Covid: dal 15 marzo si parte anche con gli over 75

Nuovo step della campagna. Coinvolti anche gli “estremamente vulnerabili”

CAMPAGNA VACCINALE PALA DE ANDRE' RAVENNALa campagna di vaccinazione contro il Covid-19 in Emilia-Romagna fa un altro passo avanti: da lunedì prossimo, 15 marzo, due nuove importanti categorie di cittadini potranno accedere alle somministrazioni. Si tratta delle persone di età compresa tra i 75 e i 79 anni e di coloro che rientrano nella categoria degli “estremamente vulnerabili”, così definita a livello nazionale in relazione a determinate problematiche di salute, dalle malattie respiratorie e cardiocircolatorie a quelle autoimmuni, passando per patologie oncologiche e trapianti: i primi dovranno prenotarsi, i secondi saranno invece presi direttamente in carico dalle Aziende sanitarie di riferimento, che provvederanno a contattare i pazienti a mano a mano che arriveranno i vaccini.

«A seguito dell’annuncio del Governo dell’arrivo di quantitativi consistenti di nuove dosi vaccinali, Pfizer e AstraZeneca, apriamo ad un’altra fascia consistente della popolazione, cioè gli over 75 e le persone affette da patologie importanti- sottolinea l’assessore alla Politiche per la salute, Raffaele Donini -. Un passo che ci fa guardare con maggior fiducia al futuro. Noi, con la nostra organizzazione siamo in grado di aumentare significativamente le vaccinazioni giornaliere, è però fondamentale che siano garantite le forniture vaccinali previste per marzo e sensibilmente aumentate quelle indicate per il secondo trimestre dell’anno».

Le persone tra i 75 e i 79 anni: come prenotare il vaccino

Le persone tra i 75 e i 79 anni (circa 210mila persone, in tutta la regione) potranno prenotare secondo i canali già noti. Dunque, recandosi agli sportelli dei Centri Unici di Prenotazione (Cup), o nelle farmacie che effettuano prenotazioni Cup; online attraverso il Fascicolo Sanitario Elettronico (Fse), l’App ER Salute, il CupWeb (www.cupweb.it); oppure telefonando ai numeri previsti nella Usl di appartenenza per la prenotazione telefonica.

All’atto della prenotazione, al cittadino saranno comunicati la data, il luogo dove recarsi e tutte le ulteriori informazioni necessarie. Nel caso in cui si sia impossibilitati ad essere trasportati per effettuare la vaccinazione, ci si può rivolgere direttamente alla propria Azienda Usl. Per prenotarsi non serve la prescrizione medica: bastano i dati anagrafici – nome, cognome, data e comune di nascita – o, in alternativa, il codice fiscale.

Le persone “estremamente vulnerabili”

Le persone “estremamente vulnerabili”, indipendentemente dall’età, saranno contattate e prese in carico direttamente dalle Aziende sanitarie di riferimento, e quindi non dovranno prenotare.

Si tratta di circa 740mila cittadini: tra questi vi sono anche ultra75enni, per cui il totale dei nuovi vaccinandi è minore rispetto alla somma di chi appartiene alle due categorie

Scuole chiuse, ma in palestra continuano ad allenarsi i ragazzi di basket e volley

Lo prevedono i protocolli delle federazioni. A Faenza invece il Comune ha convinto le società a sospendere l’attività

Competition Cencept With People Who Playing Basketball In School GymAlcune centinaia di bambini, bambine, ragazzi e ragazze, stanno continuando ad allenarsi, a Ravenna, nelle palestre delle scuole che sono invece chiuse, per quanto riguarda l’attività didattica, a causa dell’emergenza Covid. Anche in “zona rossa”, infatti, proseguono gli allenamenti delle formazioni giovanili di basket e pallavolo.

A prevederlo – nonostante in linea generale sia imposta la chiusura di tutti i centri sportivi – i protocolli delle rispettive federazioni, che definiscono di “preminente interesse nazionale” l’attività, per esempio, anche di bambine di 11 anni, neppure selezionate.

Nel dettaglio, il basket può proseguire la propria attività fino ai nati nel 2009 compreso, la pallavolo fino agli Under 13, dove possono essere aggregate – è il caso per esempio della Teodora – anche bambine appunto del 2010.

«Seguendo i protocolli della nostra federazione – ci dice al telefono Federico Vecchi del Basket Ravenna – offriamo così un servizio alle famiglie, che possono continuare a far fare sport ai propri figli anche in questo periodo in cui i  ragazzi sono costretti alla didattica a distanza. Ma ovviamente capiamo benissimo quelle famiglie che preferiscono evitare contatti stretti in palestra». Il protocollo prevede infatti l’arrivo con mascherina (e la successiva “igienizzazione”), ma poi l’allenamento senza, con tanto di partite e quindi contatto ravvicinato. Nono sono invece utilizzabili gli spogliatoi e le docce.

Il tutto mentre l’altro sport di contatto più diffuso tra i ragazzi, il calcio, all’aperto, è fermo (fatta eccezione per alcune annate di società professionistiche, a proposito di “preminente interesse nazionale”), ulteriore conferma di quanto il mondo dello sport sia probabilmente quello meno considerato dalle normative anti Covid, spesso poco chiare e di difficile interpretazione.

Da segnalare infine che l’altra società di basket ravennate, Compagnia dell’Albero, ha invece deciso di sospendere l’attività precauzionalmente, in linea con i principi generali del passaggio in zona rossa, così come per esempio succede nel comune di Faenza, dove l’Amministrazione ha stretto un accordo con associazioni e società sportive, “convinte” a sospendere la propria attività.

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