mercoledì
10 Settembre 2025

«Tutta l’Emilia-Romagna potrebbe diventare zona rossa a partire da lunedì»

Lo dice il Presidente Bonaccini presentando le nuove misure per Bologna e Modena

Bonaccini WebVenerdì l’analisi della cabina di regia nazionale «potrebbe portare tutta l’Emilia-Romagna in zona rossa». Lo sottolinea il presidente Stefano Bonaccini, che ha deciso di “anticipare” quella decisione per Bologna e Modena, mentre altre aree della regione (come la provincia di Ravenna) sono in “arancione scuro”.

Una eventuale zona rossa regionale «avverrebbe da lunedì, oggi non lo possiamo sapere. Ma noi non possiamo aspettare, anche perchè il ministero registra dati già vecchi» e la realtà «è già peggiore di quei dati».

Delitto Fabbri, l’accusa: l’ex marito pagò un amico uscito di prigione per ucciderla

Tra i due una conoscenza di vecchia data per la comune passione delle motociclette. Il killer era in cella per il pestaggio di un disabile. La pianificazione dell’omicidio cominciò sei mesi prima, negli ultimi quindici giorni tre incontri fra i due uomini

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Claudio Nanni

La coltellata fatale per Ilenia Fabbri, la 46enne trovata morta lo scorso 6 febbraio nella sua abitazione di Faenza con la gola tagliata, sarebbe partita dalla mano di Pierluigi Barbieri, un 53enne di Rubiera (Reggio Emilia) con diversi precedenti, assoldato dall’ex marito Claudio Nanni. Di questo sono convinti gli inquirenti: all’alba di oggi, 3 marzo, i due sono stati arrestati in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il movente sarebbe di natura economica: la donna aveva portato in tribunale l’ex coniuge chiedendo centomila euro come risarcimento per presunte mancate retribuzioni nel periodo in cui aveva lavorato come impiegata nell’officina meccanica di Nanni a Faenza.

La conoscenza tra i due uomini è di vecchia data, nata dalla comune passione per le motociclette. La pianificazione della spedizione punitiva nell’abitazione di via Corbara, dove la donna viveva con la figlia 21enne, sarebbe iniziata la scorsa estate, appena Barbieri uscì di prigione dove aveva trascorso alcuni mesi per un episodio analogo. A febbraio 2020 a Predappio aveva partecipato con altre persone a un pestaggio per rapina ai danni di un disabile.

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L’officina di Claudio Nanni

Gli elementi raccolti dagli investigatori dimostrerebbero che i presunti killer e mandante si sarebbero incontrati almeno tre volte nei quindici giorni precedenti, probabilmente per definire i dettagli del piano. Il 19 gennaio il telefonino di Nanni è stato localizzato nei pressi dell’abitazione di Barbieri in Emilia, il 20 e 29 gennaio l’auto di Barbieri è stata ripresa dalle telecamere ai varchi di accesso di Faenza e la videosorveglianza nei pressi dell’officina di Nanni li riprende mentre si incontrano.

La mattina dell’omicidio, come noto, l’ex marito caricò la figlia in auto un paio di minuti prima delle 6 per raggiungere Lecco dove ritirare un’auto acquistata da poco. Il telefono di Barbieri quel giorno viaggia da Reggio Emilia a Bologna poi si spegne e viene riacceso solo più tardi quando è di nuovo in provincia di Reggio.

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Ilenia Fabbri e Claudio Nanni

Al momento non sono emersi elementi per quantificare il compenso a favore del presunto omicida. Sono in corso accertamenti bancari, pur nella consapevolezza che l’eventuale pagamento non sarà stato fatto tramite assegni o bonifici che avrebbero lasciato tracce. I magistrati ipotizzano cifre basse, visto il curriculum di Barbieri: nel pestaggio di un anno fa erano in ballo circa cinquecento euro.

A Castel Bolognese festa a sorpresa per Laura Pausini. Celebrata anche a New York…

Dopo la vittoria ai Golden Globe della popstar di Solarolo

Laura Pausini Times Square AdnkGrande emozione e festeggiamento a distanza di sicurezza anti-contagio: Castel Bolognese ha voluto festeggiare il Golden Globe conquistato da Laura Pausini con una sorpresa organizzata dai tecnici che abitualmente lavorano nei suoi spettacoli e che abitano in zona.

Sono stati loro a presentarsi nella casa di famiglia della Pausini, nel piccolo comune in provincia di Ravenna, prelevando letteralmente la popstar e portandola di fronte ad un grande muro del piccolo borgo dove è stato proiettato un videomapping con le immagini delle tappe più importanti della carriera di Laura. Nel gran finale, con una Pausini commossa, un trionfo di fuochi d’artificio.

Nel frattempo a Times Square, a New York, sono apparsi enormi manifesti che festeggiano Laura e la sua vittoria ai Golden Globe. (fonte ADNKRONOS.com)

Omicidio Ilenia Fabbri, arrestati l’ex marito e un suo conoscente

Sono considerati il mandante e l’esecutore materiale del delitto

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Ilenia Fabbri con il marito Claudio Nanni

Due persone sono state arrestate nella notte per l’omicidio di Ilenia Fabbri, la 46enne sgozzata il 6 febbraio nel suo appartamento di Faenza. Si tratta dell’ex marito e di un suo conoscente, ritenuti rispettivamente mandante ed esecutore materiale del delitto e raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del tribunale di Ravenna su richiesta dei pm Daniele Barberini e Angela Scorza sulla base delle indagini della squadra mobile di Ravenna e dello Sco.

Il movente è riconducibile, per gli inquirenti, al “profondo astio” che l’ex marito provava nei confronti della donna “a causa delle sue pretese economiche” conseguenti alla separazione del 2018 e ancora pendenti.

L’inchiesta di Procura e polizia, che ha portato a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, ha permesso di acquisire “gravi elementi indiziari” nei confronti dell’uomo e di un conoscente, nato nel Ravennate e residente in Emilia. I due sono indagati in concorso. (ANSA.it).

Nuovo Dpcm, in zona rossa chiusi anche gli asili. Dal 27 riaprono teatri e cinema

 

LA SCUOLA A SCUOLA PIAZZA DEL POPOLO RAVENNAFirmato il nuovo Dpcm anti Covid, il primo a firma Mario Draghi premier e che sarà in vigore dal 6 marzo al 6 aprile.

Di seguito una sintesi delle principali novità e delle misure confermate, come da nota del Governo.

Confermate innanzitutto le zone a colori (con tutte le restrizioni che gli italiani hanno ormai imparato a conoscere) e il coprifuoco dalle 22 alle 5, così come il divieto di spostamenti tra regioni fino al 27 marzo.

ZONE BIANCHE

Nelle zone bianche, si prevede la cessazione delle misure restrittive previste per la zona gialla, pur continuando ad applicarsi le misure anti-contagio generali (come, per esempio, l’obbligo di indossare la mascherina e quello di mantenere le distanze interpersonali) e i protocolli di settore. Restano sospesi gli eventi che comportano assembramenti (fiere, congressi, discoteche e pubblico negli stadi). Si istituisce un “tavolo permanente” presso il Ministero della salute, con i rappresentanti delle regioni interessate, del Comitato tecnico-scientifico e dell’Istituto superiore di sanità, per monitorare gli effetti dell’allentamento delle misure e verificare la necessità di adottarne eventualmente ulteriori.

SCUOLA

Zone rosse – Dal 6 marzo, si prevede nelle zone rosse la sospensione dell’attività in presenza delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia ed elementari. Resta garantita la possibilità di svolgere attività in presenza per gli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali.
Zone arancioni e gialle – I Presidenti delle regioni potranno disporre la sospensione dell’attività scolastica: 1. nelle aree in cui abbiano adottato misure più stringenti per via della gravità delle varianti; 2. nelle zone in cui vi siano più di 250 contagi ogni 100mila abitanti nell’arco di 7 giorni; 3. nel caso di una eccezionale situazione di peggioramento del quadro epidemiologico.

MUSEI, TEATRI, CINEMA E IMPIANTI SPORTIVI

Nelle zone gialle si conferma la possibilità per i musei di aprire nei giorni infrasettimanali, garantendo un afflusso controllato. Dal 27 marzo, sempre nelle zone gialle, è prevista l’apertura anche il sabato e nei giorni festivi.
Dal 27 marzo, nelle zone gialle si prevede la possibilità di riaprire teatri e cinema, con posti a sedere preassegnati, nel rispetto delle norme di distanziamento. La capienza non potrà superare il 25% di quella massima, fino a 400 spettatori all’aperto e 200 al chiuso per ogni sala. Restano chiusi palestre, piscine e impianti sciistici.

ATTIVITÀ COMMERCIALI

In tutte le zone è stato eliminato il divieto di asporto dopo le ore 18 per gli esercizi di commercio al dettaglio di bevande da non consumarsi sul posto.

SERVIZI ALLA PERSONA

Nelle zone rosse, saranno chiusi i servizi alla persona come parrucchieri, barbieri e centri estetici.

SPOSTAMENTI DA E PER L’ESTERO

Si amplia il novero dei Paesi interessati della sperimentazione dei voli cosiddetti “COVID tested”. A chi è stato in Brasile nei 14 giorni precedenti è consentito l’ingresso in Italia anche per raggiungere domicilio, abitazione o residenza dei figli minori.

TAVOLO DI CONFRONTO CON LE REGIONI

È istituito un tavolo di confronto presso il Ministero della salute, con componenti in rappresentanza dell’Istituto superiore di sanità, delle regioni e delle province autonome, del Ministro per gli affari regionali e le autonomie e del Comitato tecnico-scientifico, con il compito di procedere all’eventuale revisione o aggiornamento dei parametri per la valutazione del rischio epidemiologico, in considerazione anche delle nuove varianti.

Tozzi: «Progetti eolici per centinaia di milioni di euro bloccati dalla burocrazia»

L’azienda di Mezzano in attesa da 14 anni delle autorizzazioni per il parco offshore di Cerano di Brindisi: «Conflitti tra ministeri»

Andrea Tozzi
Andrea Tozzi, amministratore delegato di Tozzi Green

Da quattordici anni la Tozzi Green di Mezzano, una delle principali aziende italiane nel settore Fer (fonti di energia rinnovabile) con oltre cinquecento occupati in varie parti del mondo, sta lavorando per realizzare un parco eolico offshore nelle acque antistanti la centrale elettrica a carbone Federico II a Cerano di Brindisi.

«Abbiamo progetti eolici fermi in diverse regioni italiane per centinaia di milioni di euro di investimenti – lamenta Andrea Tozzi, amministratore delegato di Tozzi Green –. Malgrado i progetti abbiano ricevuto tutte le autorizzazioni dal ministero dell’Ambiente e siano in aree prive di vincoli diretti, sono bloccati per conflitti di pareri con il ministero dei Beni Culturali e le Regioni. È un problema che accomuna tutti gli operatori del settore che, come noi, stanno crescendo e investendo in tutto il mondo e hanno progetti bloccati in Italia da decenni».

L’investimento in Puglia ha una potenza complessiva di 108 MW (circa un sesto di quella del progetto Agnes in arrivo a Ravenna): 36 torri alte 85 metri a una distanza tra 4 e 7 km dalla costa meridionale brindisina, di fronte a un tratto lungo undici km. Il lungo iter della proposta Tozzi ha trovato ampio spazio nelle cronache locali pugliesi e sui media nazionali.

Nel 2017 la giunta della Regione aveva deliberato un parere sfavorevole, più che altro un atto politico dato che non si tratta di una posizione vincolante dal punto di vista autorizzativo. Dubbi erano stati espressi anche dai Comuni e da associazioni ambientaliste. La società ravennate, durante la fase Via (valutazione di impatto ambientale), aveva evidenziato che l’impatto visivo delle pale dalla costa, a suo dire, sarebbe limitato e non vi sarebbero pericoli per le piante di posidonia oceanica. Era stato anche presentato uno studio per realizzare un allevamento di pesci all’interno del parco eolico marino. Esattamente un anno fa il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso della Tozzi.

Il gruppo di Mezzano opera su tutte le fonti: idroelettrico, eolico, fotovoltaico, biomassa e biogas. Negli ultimi 30 anni ha sviluppato e costruito impianti di energie rinnovabili per 700 MW di cui 465 di maxi-eolici: «L’ultimo lo abbiamo terminato due anni fa. Altri progetti sono in fase di sviluppo negli uffici di vari enti. Ci contraddistingue la capacità di integrare in modo completo quella che definiamo l’intera filiera del settore, ossia, sviluppo, costruzione e manutenzione».

Secondo i dati di Anie-Confindustria, nel 2019 la nuova potenza eolica installata in Italia è stata 413 MW, un terzo del totale nazionale da rinnovabili (la classifica è guidata dal fotovoltaico con 737 MW). Il manager ravennate sottolinea il ritardo del settore: «Da diversi anni la nuova potenza installata cresce troppo lentamente: nel 2019 è stata 50MW superiore a quella installata nel 2018, il 4 percento. Dovremmo correre, invece stiamo camminando piano. Il problema, ahimè, come avviene per tanti altri settori economici, risiede in un contesto regolamentare e normativo incerto, lento e lontano dalle reali necessità del settore per potersi sviluppare».

Covid, 98 nuovi positivi in provincia di Ravenna. Morte altre tre anziane

 

Sono 98 (di cui 62 asintomatici) i nuovi casi di positività al coronavirus accertati in 24 ore, alle 12 di oggi (2 marzo), in provincia di Ravenna, dove sono stati accertati altri tre decessi. Oltre 1.400 i tamponi. Otto i nuovi ricoveri.

IL BOLLETTINO REGIONALE DEL 2 MARZO

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 265.214 casi di positività, 2.040 in più rispetto a ieri (834 asintomatici), su un totale di 40.171 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti è del 5%.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 407 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 208.757.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 45.847 (+1.589 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 43.132 (+1.483), il 94,1% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 44 nuovi decessi: 2 a Piacenza (un uomo di 89 e una donna di 94 anni) anni); 4 nella provincia di Parma (tre uomini di 82, 79 e 69 anni e una donna di 92 anni); 2 nella provincia di Reggio Emilia (due uomini di 81 e 77 anni); 6 nella provincia di Modena (due uomini di 89 e 78 anni e quattro donne, rispettivamente di 95, 88, 83 e 60 anni); 19 in provincia di Bologna (undici uomini di cui tre di 89 anni, 2 di 87, uno di 86, 85, 81, 80, 69 e 67 anni e otto donne di 96, 92, 91, 88, 83, 80, 71 e 67 anni); 3 nel ferrarese (tre uomini, rispettivamente di 84, 81 e 74 anni) e 3 nel ravennate (tre donne di 96, 94 e 81 anni). Poi 1 in provincia di Forlì-Cesena (un uomo di 71 anni) e, infine, 4 nel riminese (un uomo di 97 anni e tre donne di 90,84 e 83 anni).

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 10.610.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 239 (+3 rispetto a ieri), 2.476 quelli negli altri reparti Covid (+103).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti:10 a Piacenza (+1 rispetto a ieri), 12.a Parma (-1), 18 a Reggio Emilia (invariato), 51 a Modena (invariato), 67 a Bologna (+3), 20 a Imola (invariato), 24 a Ferrara (invariato), 10 a Ravenna (invariato), 4 a Forlì (invariato), 6 a Cesena (invariato) e 17 a Rimini (invariato).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 20.114 a Piacenza (+69 rispetto a ieri, di cui 38 sintomatici), 18.126 a Parma (+74, di cui 37 sintomatici), 33.671 a Reggio Emilia (+163, di cui 102 sintomatici), 46.335 a Modena (+310, di cui 207 sintomatici), 54.678 a Bologna (+791, di cui 674 sintomatici), 9.426 casi a Imola (+101, di cui 87 sintomatici), 15.277 a Ferrara (+87, di cui 79 sintomatici), 20.118 a Ravenna (+98, di cui 36 sintomatici), 10.048 a Forlì (+87, di cui 19 sintomatici), 12.286 a Cesena (+124, di cui 87 sintomatici) e 25.136 a Rimini (+136, di cui 37 sintomatici).

Covid e scuola, oltre 6mila casi tra studenti e insegnanti in febbraio in regione

Un aumento del 70 percento rispetto a gennaio. L’assessore: «È la variante inglese»

Gloria Ghetti fa lezione fuori dal liceo Torricelli a Faenza
Gloria Ghetti fa lezione fuori dal liceo Torricelli a Faenza

Mai così tanti casi di coronavirus nelle scuole di ogni ordine e grado dell’Emilia-Romagna come nel mese di febbraio: dagli asili nido alle superiori sono stati in totale 6.080 tra bambini, ragazzi, insegnanti e personale gli emiliano-romagnoli ad aver contratto il Covid.

Un aumento quasi del 70% rispetto alle quattro settimane piene di gennaio, quando i casi erano stati 3.614, e che equivale, in 28 giorni, a quasi un terzo dei casi dalla riapertura delle scuole a settembre: negli ultimi sei mesi, infatti, complessivamente risultano 18.197 positivi in età scolastica e 3.043 contagi tra insegnanti e personale. I numeri indicano infatti nelle ultime due settimane – dal 15 al 21 e dal 22 al 28 febbraio – una incidenza superiore ai 350 casi ogni 100.000 persone per tutte le fasce d’età dai 6 ai 18 anni, mentre tra i bambini fino ai 5 anni l’incidenza è vicina ai 250 casi.

A presentare questa mattina i dati, l’assessore regionale alle Politiche per la salute Raffaele Donini, in presenza della collega con delega alla Scuola, Paola Salomoni, durante una informativa alle commissioni Politiche per la salute e politiche sociali e Cultura, scuola, formazione, lavoro riunite in seduta congiunta.

«Siamo in una situazione inedita, i dati parlano da soli – ha affermato Donini -: in un periodo di due settimane abbiamo avuto un picco di contagiati che non ha paragoni con i mesi precedenti. E secondo l’interpretazione unanime degli scienziati, compresi i nostri esperti, tutto questo è dovuto alla maggiore diffusività del virus a causa della predominanza della variante inglese. Abbiamo agito tempestivamente, la prevenzione è stata massiccia sia con i test in farmacia che con il contact tracing, ma nonostante ciò la situazione è molto pesante per questa fascia di età. Ecco perché – ha aggiunto l’assessore – abbiamo guardato i territori con maggiore incidenza di contagio, insieme ai parametri ospedalieri, e abbiamo condiviso con tutti gli enti locali e le aziende sanitarie delle misure aggiuntive rispetto alla fascia arancione per implementare ulteriori restrizioni che mettessero al riparo la fascia di età scolastica e riducessero la circolazione delle persone. Per il futuro, per quanto riguarda le scuole- ha anticipato l’assessore – speriamo di poter sviluppare test di massa vicino agli istituti, non solo nelle farmacie, per alunni, professori e personale».

I dati, in dettaglio

Rispetto al totale dei positivi in età scolastica dal 14 settembre, data del primo giorno di apertura degli istituti, la diffusione maggiore si registra nelle scuole primarie (5.682 casi) e in quelle superiori di II grado (5.456 contagi), a seguire le secondarie di I grado (4.441 positivi), i servizi educativi 0-3 anni (1.919 casi) e infine le scuole per l’infanzia (699 contagi).

Tra gli insegnanti, il luogo dove ci sono stati più contagi sono le scuole elementari (975 casi), a seguire le superiori (654 positivi), poi gli asili nido (623 contagi), le medie (485 casi) e le materne (306 positivi).

Cifre che si fanno ancora più significative se si prende in esame il periodo dal 14 al 28 febbraio: 3.233 casi tra gli studenti (suddivisi tra 1.008 nelle primarie, 939 nelle secondarie di II grado, 723 nelle secondarie di I grado, 389 nei servizi 0-3 e 174 nelle scuole dell’infanzia) e 483 tra gli insegnanti (di cui 155 nelle primarie di I grado, 104 nei servizi 0-3 anni, 93 nelle secondarie di II grado, 69 nelle scuole per l’infanzia e 62 nelle secondarie di I grado).

I focolai nati specificatamente in ambito scolastico, dal 7 gennaio all’1 marzo, sono stati in totale 408, e hanno coinvolto complessivamente 2.314 persone tra allievi, insegnanti e personale: 125 nelle scuole elementari, con 763 casi, 83 nelle scuole medie, che hanno comportato 474 positivi, sempre 83 anche alle superiori, dove si sono registrati 400 casi, 76 alle materne, per un totale di 435 contagi, 31 negli asili nido, relativi a 203 casi, e 10 in altri istituti di vario genere, per 39 casi complessivi.

E tutto questo è successo nonostante gli sforzi per il tracciamento e il contenimento del virus siano stati massici: solo per le indagini epidemiologiche relative ai casi in ambito scolastico, dall’inizio delle lezioni sono stati effettuati 226.978 tamponi molecolari e 65.373 tamponi antigenici, a cui si devono poi aggiungere le centinaia di migliaia di test rapidi messi a disposizione nelle farmacie per la campagna di screening volontaria rivolta a studenti, familiari e personale della scuola avviata a metà dicembre.

La destra che vuole vincere: «A Ravenna finora l’opposizione non è stata credibile»

Alberto Ferrero, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia: «Il candidato sindaco? Al vaglio alcuni nomi, deve essere civico»

Alberto FerreroPer la prima volta alle Amministrative di Ravenna un partito di “vera” destra potrebbe essere decisivo. Si tratta ovviamente di Fratelli d’Italia, passato dall’1,7 percento delle comunali del 2016 allo sfondare addirittura il muro del 9 nel comune di Ravenna alle Regionali di un anno fa.

Ne abbiamo parlato con Alberto Ferrero, coordinatore provinciale del partito di Giorgia Meloni. Quasi 40 anni, nato politicamente nel 2001 in Alleanza Nazionale, finiano deluso, è tornato in politica proprio nel 2016 dopo essersene allontanto per qualche anno. «E nel giro di poco siamo diventati la quarta provincia in Emilia-Romagna come preferenze».

Ma il partito è riuscito a radicarsi sul territorio? In quanti siete per esempio a preparare le prossime amministrative di Ravenna?
«Una decina di persone attive, che partecipano alla stesura del programma. In un territorio come questo credo sia un buon risultato. E in generale ci stiamo strutturando in tutta la provincia: abbiamo il vicesindaco a Brisighella, a Faenza ci siamo confermati rispetto alle Regionali e saremo ovviamente in grado di partecipare senza problemi con nostre liste a tutte le Amministrative».

Parlando di Ravenna, ancora non c’è un candidato del centrodestra: possibile che non ci sia stato il tempo?
«È vero, arriviamo sempre piuttosto lunghi. Questa volta però abbiamo anche la scusante della pandemia: senza poterci incontrare fisicamente non è facile trovare una sintesi. Oltretutto senza sapere ancora quando si vota. Se le elezioni verranno rinviate in autunno come si vocifera, adesso potrebbe essere quasi prematuro fare il nome».

Ma c’è già, un nome?
«Ce ne sono alcuni che hanno già dato disponibilità e che stiamo vagliando. Sono convinto che per avere possibilità di vincere non deve essere un candidato espressione dei partiti della coalizione ma allo stesso tempo rappresentarli».

Alcuni avevano fatto anche il suo nome…
«L’ho sentito anch’io, ma è un’ipotesi destituita di ogni fondamento. Come ho detto prima, una candidatura politica come la mia (e come quella di cui si è scritto sui giornali di Alberto Ancarani di Forza Italia, ci dice, ndr) non sarebbe strategicamente azzeccata. Pensiamo serva un nome civico».

Perché non siete riusciti a formare una coalizione unica con anche La Pigna? Ci sono ancora margini?
«La Pigna credo abbia ormai fatto la sua scelta. Non mi permetto di giudicare, se non constatare che una lista civica ha un’organizzazione più snella rispetto a una coalizione di partiti. Hanno annunciato il loro candidato sindaco quando noi ancora dovevamo sederci a un tavolo a parlarne. L’importante sarà poi trovare compattezza una volta arrivati al ballottaggio, a sostegno del candidato che dovrà sfidare al secondo turno De Pascale».

Ma pensate davvero di poter vincere?
«Nessuna battaglia è persa in partenza e se qui non si è mai vinto è colpa dell’opposizione, che non è mai stata sufficientemente attrattiva. Dobbiamo riuscire a spostare l’elettorato moderato suscitando interesse, con progetti credibili e una visione della città per i prossimi decenni».

Due cose due sull’Amministrazione De Pascale?
«Temo possa essere ricordata come quella che ha fatto un palazzetto nel cortile del palazzetto, peraltro con il cantiere fermato di fatto dall’Antimafia. E poi vorrei ricordare le difficoltà del settore dell’Oil&Gas, a Ravenna molto importante, causate in particolare da un Governo amico di De Pascale e da quel Movimento 5 Stelle con cui pare De Pascale stia per allearsi…».

A proposito di governi, siete rimasti l’unica opposizione, o quasi, a livello nazionale.
«Siamo stati coerenti. Abbiamo sempre chiesto le elezioni subito. O in alternativa un governo che potesse sbrigare le pratiche correnti con un programma snello da poter sottoscrivere. Non si può invece dare fiducia fino a fine legislatura sulla “fiducia”. Oggettivamente mi pare che il Governo Draghi stia seguendo le orme di quello Conte e crediamo che sia difficile poter avere una linea comune, quando ti sostengono forze così diverse tra loro».

Giorgia Meloni è finita in questi giorni al centro delle polemiche per gli insulti ricevuti da un prof universitario…
«Sono parole vergognose, figlie di una malata concezione della politica per cui se una persona non la pensa come te diventa portatrice di dittatura. E quando certe offese vengono rivolte a una donna di sinistra viene giù il mondo, per i soliti due pesi e due misure e la presunta superiorità morale…».

Meloni non è la prima però a seminare odio, come stanno dicendo i suoi oppositori in questi giorni?
«Mi sembra ridicolo sostenerlo. Lei ha sempre e solo dimostrato coerenza e principi ben saldi».

Cosa significa per lei essere di destra?
«Essere per l’ordine, lo Stato, il rispetto delle leggi. Ed essere patriottico: difendere la propria patria ed esserne orgoglioso».

Cosa ne pensa della raccolta firme contro la propaganda fascista?
«Che in questo periodo di crisi globale si tratta di una stupida strategia per distogliere l’attenzione, per compattare un mondo che ormai non esiste più».

Cosa ne pensa invece del fascismo?
«Io sono nato nel 1981 e il fascismo non esisteva più già da parecchi decenni. La politica per come l’ho sempre intesa io, deve guardare in avanti. Le altre questioni vanno lasciate in mano alla storia e agli storici di professione, senza utilizzarla per fini politici. Certe altre cose fanno parte invece del folklore: non credo che una persona che si vesta da legionario romano pensi realmente di diventarlo, no?».

Esiste però il reato di “apologia del fascismo”.
«Ma sono leggi che denotano una intrinseca debolezza di chi le propugna. Non credo serva vietare quelle altrui per combattere per le proprie idee».

Zona arancione scuro fino al 14 marzo: spostamenti vietati. Ma negozi aperti

Scuole e centri sportivi chiusi. Niente visite a parenti o amici

IMG 0996Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha firmato ieri (1 marzo) l’ordinanza, preannunciata nei giorni scorsi, che istituisce la zona arancione scuro per tutti i comuni dell’Ausl Romagna, esclusi quelli del distretto di Forlì, e quindi quelli delle province di Rimini, Ravenna e del Cesenate.

TUTTE LE RISPOSTE AI DUBBI: COSA SI PUÒ FARE IN ZONA ARANCIONE SCURO

Si tratta di un atto, in vigore da oggi (2 marzo) e fino al 14 marzo, analogo a quelli già adottati per l’Imolese e la Città metropolitana di Bologna, deciso d’intesa coi sindaci sulla base dei dati e delle indicazioni fornite dalla Ausl Romagna e dalla sanità regionale. La scadenza dell’ordinanza al 14 marzo vale anche per i quattro comuni della provincia di Ravenna – Bagnara di Romagna, Conselice, Massa Lombarda e Riolo Terme – già inseriti nell’ordinanza relativa all’Imolese, che scade invece l’11 marzo, questo per avere per avere un termine unico con la loro azienda sanitaria di riferimento, la Ausl Romagna.

Il provvedimento è più restrittivo rispetto alle misure nazionali in vigore per la zona arancione in cui è collocata tutta l’Emilia-Romagna dal 21 febbraio scorso, e deriva dalle indicazioni medico-scientifiche che evidenziano una situazione di criticità, con l’andamento del contagio in costante crescita, anche fra i giovani e nelle scuole.

Quali sono le limitazioni

Restano consentite le attività economiche, comprese quelle di servizio alla persona, permesse nelle zone arancioni del Paese. Gli spostamenti sono vietati sia nello stesso comune che verso comuni limitrofi; l’eccezione è per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità (come acquisto di beni) o motivi di salute.

Non si potrà quindi uscire dal proprio comune, anche se di popolazione inferiore a 5.000 abitanti (come ora previsto e disciplinato per le zone rosse dall’articolo 2 del Decreto legge numero 15 del 23 febbraio scorso): resta la possibilità di recarsi in quelli limitrofi, ma solo per particolari necessità, come ad esempio per l’acquisto di prodotti che nel proprio comune sono introvabili.

Esclusa anche la possibilità di far visita a parenti e amici una volta al giorno, anche all’interno del proprio comune, o recarsi nelle seconde case, salvo situazioni di necessità.

Si può rientrare proprio domicilio, abitazione o residenza e c’è la possibilità per gli studenti di frequentare le lezioni in presenza, ove previste, se la scuola ha sede in un comune non compreso tra quelli soggetti a restrizione: potranno ovviamente andare e tornare.

Per la scuola, si stabilisce lo svolgimento in presenza delle sole attività dei Servizi educativi 0-3 anni e Scuole dell’Infanzia, mentre le attività didattiche per le scuole di ogni ordine e grado si svolgeranno a distanza al 100%. Resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, garantendo comunque il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata – come previsto anche dallo specifico decreto (7 agosto 2020) e successiva ordinanza (9 ottobre 2020) del Ministro dell’Istruzione.  Lezioni esclusivamente a distanza, sempre da martedì, anche per l’Università.

Per quanto riguarda lo sport, sono sospesi gli eventi e le competizioni organizzati dagli enti di promozione sportiva, così come l’attività svolta nei centri sportivi all’aperto. Resta consentito lo svolgimento di attività sportiva solo in forma individuale ed esclusivamente all’aperto. È possibile svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie.

Sospese, infine, le mostre e i servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura. Fanno eccezione le biblioteche, dove i relativi servizi sono offerti su prenotazione, e gli archivi.

Attività di tracciamento e sorveglianza

Viene rafforzata ulteriormente l’attività di sorveglianza e tracciamento. Sono applicate tutte le misure indicate nella circolare ministeriale del 31 gennaio scorso, tra cui l’impiego del test molecolare nella sorveglianza dei contatti stretti e a basso rischio e la chiusura della quarantena a 14 giorni con test molecolare; inoltre, non potrà essere interrotto l’isolamento del caso confermato dopo 21 giorni dalla comparsa dei sintomi ma dovrà proseguire fino all’effettuazione di un test molecolare con risultato negativo.

 

 

Genitori in piazza contro la chiusura delle scuole – Le foto

A Ravenna manifestazione a poche ore dall’ingresso in zona arancione scuro

Decine di genitori si sono ritrovati in piazza del Popolo a Ravenna, a poche ore dall’ingresso in zona arancione scuro, per protestare contro la chiusura delle scuole.

All’insegna dello slogan “la scuola a scuola”, hanno manifestato con cartelli, mascherine e regolarmente distanziati.

«Nella consapevolezza della situazione epidemiologica ma per proteggere i nonni, categorie più fragili e a rischio, per garantire il diritto dei bambini alla scuola che per loro è socialità e vita, per solidarietà tra mamme che si sentono sempre più colpite come donne nel diritto al lavoro» – si legge nel testo dei promotori della manifestazione.

In un giorno oltre 8mila over 80 hanno prenotato il vaccino in provincia di Ravenna

E in regione sono partite anche le somministrazioni al personale della scuola

IMG 4736Sono già oltre 94mila le persone tra gli 80 e gli 84 anni che in Emilia-Romagna hanno prenotato la vaccinazione contro il coronavirus: dopo l’apertura delle agende questa mattina (1 marzo), nel pomeriggio erano 94.338 le donne e gli uomini over 80 che avevano fissato data e luogo del loro appuntamento per la somministrazione.

Queste nuove vaccinazioni si aggiungeranno a quelle per gli over 85, iniziate il 16 febbraio, a quelle per gli over 80 seguiti dall’assistenza domiciliare delle Ausl, sottoposti all’immunizzazione dal 2 febbraio, e agli ospiti delle strutture socio-assistenziali, che già dal vaccine day del 27 dicembre sono stati tra i primi target della campagna vaccinale.

Nel pomeriggio di questa prima giornata di prenotazioni per i nati dal 1937 al 1941 compresi, sono già stati riservati i turni di vaccinazione per 6.214 anziani a Piacenza, 6.839 a Parma, 9.400 a Reggio Emilia, 13.000 a Modena, 20.521 a Bologna, 3.500 a Imola, 10.000 a Ferrara e 24.864 nei territori di competenza dell’Ausl della Romagna, cioè Ravenna (8.237), Forlì (4.802), Cesena (4.927) e Rimini (6.898).

Nella giornata di domani inizieranno le prime somministrazioni, per ora a Bologna, Imola e Reggio Emilia, e poi a seguire le altre aziende sanitarie.

E quella degli anziani non è l’unica categoria a rischio per cui si sta accelerando sul piano vaccinale: dopo le prime 2.436 vaccinazioni già effettuate a oggi al personale della scuola, grazie alle ultime forniture i medici di base dell’Emilia-Romagna sono pronti a somministrare nei prossimi giorni in totale 55mila dosi di AstraZeneca.

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