Il primo esito era un “falso positivo”. Sospiro di sollievo per la band con il lughese Mauro Ferrara
È risultato negativo il tampone molecolare (per rilevare l’infezione da Sars-CoV-2) effettuato ieri, giovedì 18 febbraio, da Moreno Conficconi, in arte Moreno Il Biondo, componente (insieme a Mirco Mariani e al lughese Mauro Ferrara) della band Extraliscio, in gara al 71° Festival di Sanremo.
Il risultato del tampone molecolare di Moreno Il Biondo arrivato oggi, venerdì 19 febbraio, sostituisce il risultato del tampone antigenico, determinando che si è trattato di un falso positivo.
Sono 154, di cui 74 asintomatici, i nuovi contagiati in 24 ore in provincia di Ravenna. Due le persone ricoverate. I tamponi eseguiti sono stati 1.802. Oggi (19 febbraio) la Regione ha comunicato 5 decessi e circa 45 guarigioni.
IL BOLLETTINO REGIONALE DEL 19 FEBBRAIO
Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 242.462 casi di positività, 1.821 in più rispetto a ieri (690 asintomatici), su un totale di 30.716 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 5,9%.
I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 34.937 (+17 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 32.852 (+3), il 94% del totale dei casi attivi.
Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 1.758 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 197.244.
Purtroppo, si registrano 46 nuovi decessi: 5 a Piacenza (tutti uomini, rispettivamente di 53, 63, 83, 90 e 97 anni); 4 nella provincia di Reggio Emilia (una donna di 50 anni e tre uomini di 74, 82 e 88 anni); 5 nella provincia di Modena (una donna di 94 e quattro uomini: di 60, 83, 90 e 91 anni); 14 in provincia di Bologna (11 donne: di 63, 79, 81, 82, 83, 84, 85 anni, due di 92 anni, una delle quali residente a Imola, e due di 95 anni; 3 uomini: di 63, 73 e 95 anni); 7 nel ferrarese (due donne di 83 e 98 anni e cinque uomini, rispettivamente di 71, 78, 82, 85 e 97 anni); 5 in provincia di Ravenna (una donna di 95 anni e quattro uomini: di 66, 74, 76 e 85 anni); 4 in provincia di Forlì-Cesena (tre donne di 87, 90 e 93 anni; un uomo di 85 anni); 2 nel riminese (una donna di 86 anni e un uomo di 71). Nessun decesso nella provincia di Parma.
In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 10.281.
I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 183 (+2 rispetto a ieri), 1.902 quelli negli altri reparti Covid (+12).
Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 11 a Piacenza (+1), 8 a Parma (+1), 17 a Reggio Emilia (numero invariato rispetto a ieri), 39 a Modena (invariato), 54 a Bologna (-2), 11 a Imola (+1), 16 a Ferrara (invariato), 3 a Ravenna (-1), 2 a Forlì (invariato), 7 a Cesena (+2) e 15 a Rimini (invariato).
Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: a Piacenza 19.480 (+60 rispetto a ieri, di cui 32 sintomatici), 16.761 a Parma (+70, di cui 44 sintomatici), 31.353 a Reggio Emilia (+172, di cui 96 sintomatici), 42.391 a Modena (+326, di cui 208 sintomatici), 48.743 a Bologna (+532, di cui 388 sintomatici), 8.300 casi a Imola (+109, di cui 62 sintomatici), 14.138 a Ferrara (+104, di cui 31 sintomatici), 18.213 a Ravenna (+154, di cui 80 sintomatici), 9.220 a Forlì (+42, di cui 34 sintomatici), 10.912 a Cesena (+103, di cui 77 sintomatici) e 22.951 a Rimini (+149, di cui 79 sintomatici).
«Sin dall’inizio della pandemia – si legge in una nota inviata alla stampa –, il criterio legato alla definizione di restrizioni, sia di spostamenti che per le attività economiche, è stato sempre ancorato principalmente alla pressione ospedaliera legata ai reparti covid e di terapia intensiva. Per questa motivazione, fra la prima e la seconda ondata, si sono fatti investimenti importanti, e in particolare nella Regione Emilia-Romagna, per aumentare la capacità ricettiva e di servizio per i malati di covid».
«Nei successivi Dpcm – continua la nota – sono stati individuati come parametri fondamentali di soglia d’allarme: il 30 percento di occupazione per le terapie intensive e il 40 percento di occupazione per i posti covid ospedalieri. Partendo da questi presupposti, si è anche definito che le scelte legate alle restrizioni tra i diversi livelli di colore dipendevano dall’impatto che l’apertura o la chiusura di certe attività economiche avevano sugli andamenti epidemiologici e dei ricoveri».
Confcommercio fa notare quindi che «in data lunedì 1 febbraio 2021, per l’Emilia-Romagna primo giorno di passaggio in zona gialla dopo un periodo in zona arancione, i dati ufficiali (fonte Agenas, ndr) davano 207 posti in terapia intensiva su 757 (pari al 27%) e 2.181 posti occupati in reparti covid su 6.126 (pari al 36%)». A quasi tre settimane di zona gialla e di apertura dei pubblici esercizi, i dati al 18 febbraio «sono invece i seguenti: 181 posti in terapia intensiva su 757 (pari al 24%), 1.890 posti occupati in reparti covid su 6126 (pari al 31%)».
«Dopo quasi tre settimane di riapertura dei pubblici esercizi – continua la nota di Confcommercio – sono sensibilmente calati sia i posti occupati in terapia intensiva sia quelli in reparti Covid».
«Ci spiegate perché dovremmo andare in zona arancione?».
Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, firmerà in giornata una nuova ordinanza che andrà in vigore a partire da domenica 21 febbraio. Passano in area arancione anche Campania e Molise.
«È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile», evidenzia la bozza del monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute.
Da domenica, quindi, in Emilia-Romagna tornano a chiudere al pubblico in presenza bar e ristoranti, così come dovranno chiudere i battenti le mostre.
Andrea Bazzini tra i personaggi chiave del team italiano che sogna la Coppa America
Andrea Bazzini, ravennate classe 1968, è uno dei personaggi chiave del team italiano di Luna Rossa, attualmente impegnato in Nuova Zelanda nella finale di Prada Cup contro Ineos Team UK.
Cresciuto sportivamente nel Circolo Velico Ravennate e già impegnato in due campagne di Coppa America (1997 e 2007) come consulente esterno del team griffato Prada, Bazzini si occupa di performance ed è oggi uno degli sviluppatori del software utilizzato da Francesco Bruni, James Spithill, Pietro Sibello e Gilberto Nobili durante le regate per avere sotto controllo le performance di Luna Rossa.
Laureato in informatica, Bazzini è uno dei soci della Joy Pictures, tra le poche società che si occupano di realizzare i software che scattano le foto ricordo sulle attrazioni nei parchi di divertimento. Ed è proprio la sua competenza nella gestione e nel ritocco delle fotografie (in particolare quelle ai profili delle vele durante le varie fasi della navigazione) che gli hanno permesso di partecipare alla campagna del 1997 di Luna Rossa, prima di entrare nell’organico del team, dieci anni dopo.
Oggi è Bazzini stesso a sintetizzare quali siano le proprie mansioni all’interno del team: «Possiamo dire che, partendo dai dati disponibili in un dato momento, cerco di capire dove sarà la barca e come starà navigando da lì a un certo numero di secondi», si legge in una nota inviata alla stampa dal Circolo Velico Ravennate.
L’iniziativa promossa a Ravenna dall’associazione Avvocato di Strada
Si è conclusa in città l’iniziativa “Mascherina sospesa”, promossa dall’associazione Avvocato di Strada, idea lanciata a livello nazionale che ha visto a Ravenna una grande adesione e la raccolta di circa 6.500 mascherine e oltre 500 gel sanificanti.
L’iniziativa, che prende spunto dalla tradizione napoletana del “caffè sospeso”, l’abitudine di lasciare una tazzina di caffè al bar pagata per chi non può permettersela, è stata destinata alle persona senza fissa dimora che, in un momento complesso e delicato per tutti, hanno visto aggravarsi una già delicata condizione di marginalità sociale.
«È doveroso ringraziare tutti coloro che hanno aderito all’iniziativa (sostenuta anche dal Comune di Ravenna, ndr) e i cittadini che hanno attivamente contribuito al successo della stessa – spiega Michele Muscillo, coordinatore dello sportello di Avvocato di Strada di Ravenna –. Abbiamo potuto contare su una rete di raccolta capillare grazie all’adesione di Ravenna Farmacie, con le sue sedici farmacie sparse nel territorio ravennate, all’Ordine dei Farmacisti di Ravenna, e a tutte le farmacie, bar-tabacchi ed esercenti privati che hanno aderito con entusiasmo, oltre alle persone ed agli enti del territorio che ci hanno spontaneamente donato una notevole quantità di materiale. Ciò ha dimostrato quanto la sinergia e il coinvolgimento di tutti, cittadini, soggetti pubblici e privati, sia una risorsa indispensabile per continuare a garantire servizi basilari anche alle persone prive di una casa».
I cittadini potranno portare (o inviare via mail) biglietti con messaggi sulla necessità della cultura
Il Teatro Comunale di Russi aderisce all’iniziativa nazionale “Facciamo luce sul teatro” promossa da U.N.I.T.A. (Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo). L’iniziativa ha l’obiettivo di portare all’attenzione la difficile situazione dei teatri italiani.
Lunedì 22 febbraio, dalle 18.30 alle 21, il Teatro Comunale di via Cavour sarà simbolicamente aperto, invitando tutti coloro che intendano lasciare una traccia scritta di un proprio pensiero a portare un foglio o un biglietto da casa che rimarrà in teatro.
Lo scopo dell’iniziativa è quello di chiedere al nuovo Governo e a tutta la cittadinanza «che si torni immediatamente a parlare di teatro e di spettacolo dal vivo, che lo si torni a nominare, che si programmi e si renda pubblico un piano che porti prima possibile ad una riapertura in sicurezza di questi luoghi».
Il teatro invita tutti i cittadini a scrivere anche a cultura@comune.russi.ra.it il loro desiderio di tornare a teatro e la loro necessità di cultura. I messaggi saranno poi pubblicati sui social.
Potrebbe esserci proprio l’assassino di Ilenia Fabbri nelle immagini captate il 6 febbraio scorso da una telecamera privata della zona poco prima dell’omicidio della donna nella sua casa di Faenza. Un killer “non professionale ma pericoloso”, come lo ha tratteggiato il Procuratore capo facente funzione Daniele Barberini, per il quale la polizia Scientifica sta eseguendo valutazioni “su aspetti morfologici” proprio sulla base del video in questione.
Si tratta – come riportato dalla stampa locale – di una sequenza della durata di 15 secondi circa immortalata tra le 5.50 e le 5.52 dalla telecamera di una casa di via Testi, strada che interseca via Corbara, dove è stata uccisa Ilenia. Nelle immagini appare una persona vestita di scuro e con cappuccio che cammina sul marciapiede fino a fermarsi quasi sotto all’obbiettivo. Forse si accorge della telecamera: gira di scatto verso sinistra, riprende a camminare ma dall’altra parte, come se fosse in attesa. Quindi attraversa l’incrocio tra via Testi e via Corbara e scompare.
Poco dopo la medesima telecamera immortala l’arrivo dell’auto di Claudio Nanni, ex marito della vittima ora indagato a piede libero per omicidio doloso pluriaggravato in concorso con persona ignota. L’uomo è in procinto di dare un passaggio alla figlia Arianna, convivente con la vittima, per andare fino a Milano a ritirare un’auto: alle 5.57 le scrive di scendere perché lui è già sotto casa. Pochi minuti dopo i due sono già in viaggio e la telecamera sempre di via Testi registra di nuovo il passaggio della sua auto.
Mentre padre e figlia sono in autostrada, alle 6.06 a chiamare Arianna è l’amica rimasta a dormire quella notte nella casa dell’omicidio: ha sentito dei rumori accompagnati dalle urla di Ilenia, poi ha visto qualcuno inseguire la donna giù per le scale. E la descrizione sommaria fornita dalla giovane, da pochi giorni sotto protezione, è compatibile proprio con l’aspetto dell’uomo che appare nel video della telecamera di via Testi. (ANSA.it).
Domande online entro il 19 marzo per chi ha Isee inferiore a 17mila euro. Per chi arriva a 35mila solo se c’è stata una diminuzione superiore al 20 percento
È online l’avviso pubblico per i residenti nei comuni di Ravenna, Cervia e Russi che vogliono richiedere contributi destinati al pagamento dei canoni di affitto mercato privato. Si tratta di risorse assegnate dal fondo regionale per l’accesso all’abitazione in locazione. Potranno beneficiare dei contributi i nuclei familiari con Isee non superiore a 17.154 euro e i nuclei familiari con Isee non superiore a 35mila euro che hanno subito una perdita o una diminuzione rilevante del reddito a causa dell’emergenza Covid-19 (in questo caso possono fare domanda anche gli assegnatari di alloggi Erp). Il contributo massimo concedibile è una somma fissa pari a tre mensilità del canone, per un importo massimo di 1.500 euro. Le domande possono essere presentate esclusivamente in modalità telematica entro venerdì 19 marzo.
La riduzione del reddito familiare, valutato nel trimestre marzo, aprile, maggio 2020 deve essere superiore al 20% nei confronti dei rispettivi tre mesi dell’anno 2019. La perdita o diminuzione del reddito familiare possono essere dovute, a titolo esemplificativo e non esaustivo, alle seguenti motivazioni: cessazione o mancato rinnovo del rapporto di lavoro subordinato o atipico (ad esclusione delle risoluzioni consensuali o di quelle avvenute per raggiunti limiti di età); cassa integrazione, sospensione o consistente riduzione dell’orario di lavoro per almeno 30 giorni; cessazione, sospensione o riduzione di attività libero professionale o di impresa registrata; lavoratori o lavoratrici stagionali senza contratti in essere ed in grado di documentare la prestazione lavorativa nel 2019; malattia o grave decesso di un componente del nucleo familiare (anche dovute a cause diverse dal Covid-19).
Sono ammessi al contributo i nuclei familiari Isee in possesso dei seguenti requisiti al momento della presentazione della domanda:
a) cittadinanza italiana; cittadinanza di uno Stato appartenente all’Unione Europea; cittadinanza di uno Stato non appartenente all’Unione europea per gli stranieri che siano muniti di permesso di soggiorno di almeno 1 anno o permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo ai sensi del D. Lgs. N. 286/98 e successive modifiche;
b) valore Isee ordinario oppure corrente contenuto nell’attestazione emessa dall’Inps nell’anno 2021 non superiore ad € 17.154,00 (graduatoria 1) oppure € 35.000,00 (graduatoria 2). Nel caso non sia disponibile il valore Isee dell’anno 2021 è possibile fare domanda con l’Isee dell’anno 2020;
c) titolarità di un contratto di locazione ad uso abitativo (con esclusione delle categorie catastali A/1, A/8, A/9) redatto ai sensi dell’ordinamento vigente al momento della stipula e regolarmente registrato (in caso di contratto in corso di registrazione presso l’Agenzia delle Entrate, sono ammessi a contributo i contratti con la relativa imposta pagata) oppure titolarità di un contratto di assegnazione in godimento di un alloggio di proprietà di Cooperativa di abitazione con esclusione della clausola della proprietà differita. La sussistenza delle predette condizioni deve essere certificata dal rappresentante legale della Cooperativa assegnante.
I cittadini che desiderino ricevere assistenza nella compilazione on line della domanda possono rivolgersi alle organizzazioni sindacali, ai Caf o ad altri soggetti (enti, associazioni, ecc.) di propria fiducia.
E il Governatore Bonaccini invoca misure più restrittive su tutto il territorio nazionale
Bonaccini con il neo ministro Gelmini
L’indice Rt dell’Emilia-Romagna è a 1.05. Lo anticipa Repubblica.it in un articolo a firma Rosario di Raimondo, che ricorda quindi come sia ormai probabile il ritorno alla zona arancione, a partire da domenica 21 febbraio.
Intanto – ricorda sempre Repubblica – il Presidente della Regione Stefano Bonaccini ha sdoganato il lockdown nazionale per fermare le varianti. «Il governo dovrebbe porsi questa domanda: non conviene forse due o tre settimane non dico di lockdown totale come l’abbiamo conosciuto, ma magari un arancione?», ha dichiarato a Piazza Pulita, su La7.
Sulla stessa linea l’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini, che sui social ha scritto che «l’Italia “maculata” non funziona. Non si può cambiare colore e regime di restrizioni ogni tre settimane, da parte di diverse regioni. Bisogna abbassare la curva dei contagi in modo definitivo in tutto il Paese».
Da marzo manutenzione sui manufatti nel tratto tra la centrale Enel e Porto Corsini. Nel primo periodo transito a senso alternato. Saranno utilizzati anche sommozzatori
Nelle aree tratteggiate i ponti che dovranno avere manutenzione
È in partenza un intervento da 1,8 milioni di euro, finanziato dal Comune di Ravenna, per il ripristino tecnologico e il risanamento strutturale di due ponti in via Baiona, nel tratto compreso tra lo svincolo che porta alla centrale Enel e l’abitato di Porto Corsini. Considerando la direzione Ravenna-Porto Corsini, il primo ponte interessato è a due campate, lungo 54 metri; il secondo è a cinque campate, di cui quella centrale in acciaio, lungo 130 metri.
Si comincerà con il ripristino strutturale di uno dei due ponti. I lavori avranno inizio con l’allestimento del cantiere che interesserà metà della carreggiata, garantendo la viabilità a senso unico alternato. Per l’esecuzione dei lavori all’intradosso è previsto l’uso di ponteggi per le aree golenali e chiatte galleggianti per le restanti campate. Nella seconda fase saranno completati i lavori di ripristino e in contemporanea si eseguiranno i lavori di ripristino strutturale dell’altro ponte. Sarà sempre garantito il traffico veicolare alternato. Per quanto riguarda il secondo ponte, vista la ridotta luce libera tra l’intradosso delle travi e il pelo dell’acqua, si procederà all’esecuzione delle lavorazioni necessarie con l’ausilio di chiatte galleggianti semisommerse. In assistenza è possibile l’ausilio di una squadra di sommozzatori per le parti dei manufatti immerse (pile e spalle). La durata contrattuale dell’intervento è di 390 giorni naturali e consecutivi (circa 13 mesi) e l’ultimazione è prevista per marzo dell’anno prossimo.
Durante la prima e la seconda fase, il transito dei veicoli avverrà su una sola corsia, a senso unico alternato da semafori; nel corso della terza fase (che inizierà dopo l’estate), sarà necessario interrompere il transito, per consentire l’esecuzione delle lavorazioni da effettuare sul piano viario degli impalcati, e verrà predisposto e comunicato un apposito piano di deviazioni.
Il progetto si inserisce in una più ampia azione di monitoraggio e manutenzione di tutti i ponti del territorio da parte dell’amministrazione comunale e prevede interventi di ripristino tecnologico e risanamento strutturale degli impalcati per ristabilire la funzionalità degli stessi, togliere le limitazioni di portata a 32 tonnellate, attualmente vigenti, e rendere i ponti idonei a sopportare carichi di Prima categoria, ricreando le migliori condizioni di sicurezza possibili per la viabilità.
L’ex parlamentare al lavoro con Ravenna in Comune, parla del suo progetto di alleanza con il Pd
Andrea Maestri
Ex parlamentare, avvocato, vicepresidente della consulta provinciale antifascista, scrittore a tempo perso, il 46enne Andrea Maestri è forse il volto più noto in città della sinistra cosiddetta alternativa al Pd (lui che nel Pd ci era “nato”).
Inevitabile farci una chiacchierata, una volta scoperto che è al lavoro per costruire il programma di Ravenna in Comune – la lista che in questi cinque anni ha fatto opposizione in consiglio comunale e che al momento si sta interrogando sulla possibilità di valutare un’alleanza con la coalizione di maggioranza di centrosinistra – in vista delle prossime elezioni amministrative.
Maestri, si vuole candidare a sindaco? «Per carità, no (ride, ndr), se dovesse servire un candidato, quello naturale sarebbe il consigliere uscente Massimo Manzoli. Io mi limito a dare una mano, a titolo personale, come sorta di cerniera tra le due anime che al momento si stanno confrontando all’interno di Ravenna in Comune. Personalmente sono tra quelli che ritengono che un confronto con la coalizione di centrosinistra vada assolutamente fatto, partendo dai programmi».
Crede quindi cha Ravenna in Comune sia compatibile con l’attuale coalizione di maggioranza? «Ritengo che questa maggioranza sia conservatrice, con pochissimi margini di innovazione e creatività. Ma mi auguro che ci sia il tempo per fare scelte un po’ più coraggiose. Sarebbe bello sperimentare per la città uno schema nuovo».
Con Movimento 5 Stelle e Pri?
«Prima bisognerebbe capire qual è il Movimento 5 Stelle a Ravenna, con Maiolini (consigliere del Gruppo Misto, ndr) per esempio abbiamo molte cose in comune. Il Pri, invece, limita molto la possibilità di ampliare lo schieramento».
Come giudica questi cinque anni di De Pascale e del centrosinistra?
«Senza infamia e senza lode. Abbastanza piatti. Devo dare atto al sindaco di una certa capacità comunicativa e nel tessere relazioni, ma non mi pare ci sia stata una giunta in grado di spiccare per qualche particolare idea o capacità di innovazione. È stata una discreta giunta di centrosinistra, nulla più, molto allineata alle vecchie».
In che cosa chiede invece un cambio di passo?
«Nelle persone innanzitutto. In tanti anni di politica mi sono reso conto che più che i partiti, contano le persone, che devono però essere messe nelle condizioni di incidere. Faccio un esempio: l’assessora Valentina Morigi è molto in gamba, molto capace, ma non si è potuta esprimere al meglio, non ha avuto margine di manovra. L’impressione è che il Pd sia ancora una forza troppo influente, con l’obiettivo della conservazione, anche in senso buono per carità, visto che sul territorio è stato possibile mantenere comunque uno stato sociale inclusivo. Ma per la mia città, dopo questa pandemia, questa crisi economica, le fratture sociali, spero in qualcosa di veramente coraggioso, in grado di dare voce al nuovo proletariato, che è composto anche da molti colleghi, liberi professionisti».
Qual è quindi il suo appello alla sinistra in vista delle Amministrative? «Io credo sia necessario avere il coraggio di abbandonare i propri recinti, i simboli, per costruire un progetto davvero di tutta la sinistra ravennate, in grado di federare tante forze sotto un unico comune denominatore che è quello della solidarietà. Ecco, vorrei lanciare l’appello per la nuova Ravenna Solidale, in grado di unire Rifondazione e i Fridays for Future, Ravenna Coraggiosa e le Sardine, Ravenna in Comune e le associazioni di volontariato».
Ma Rifondazione ha già detto di voler correre contro il centrosinistra mentre Ravenna Coraggiosa nasce come lista a sostegno di De Pascale… «Con il rischio che diventi solo una tra le altre liste a sostegno del sindaco uscente. Mentre il rischio per Rifondazione è continuare a fare battaglie solo di testimonianza. Un’unica federazione di sinistra non deve essere “anti”, contro il Pd, anche per una mera questione matematica: se si vuole incidere sulle decisioni politiche, è necessario avere maggiore rappresentanza. Un’unica Ravenna Solidale, ecologista e progressista, contribuirebbe invece a spostare un po’ più a sinistra l’azione di governo della città. Una volta costruito questo progetto si dovrà per questo motivo lavorare per trovare un’alleanza con la coalizione di De Pascale, sulla base dei programmi».
Lei al momento a quale partito si sente più vicino a livello nazionale? «Mi definisco un apolide della sinistra, rivendico questa mia non appartenenza a nessun gruppo o partito e quindi a tutti. Le loro battaglie sono anche le mie. Sto semplicemente cercando di dare il mio piccolissimo contributo per far avvicinare le isole dell’arcipelago della sinistra».
Cosa ne pensa del nuovo Governo Draghi? «Non posso che provare molta, molta freddezza, come ho sempre vissuto con molta freddezza il passo indietro della politica davanti ai tecnici, all’alta burocrazia. Sappiamo tutti cosa incarna Draghi, è intuibile dalla sua storia: non certo una persona affezionata a temi che stanno a cuore alla sinistra. Oltretutto potrà agire praticamente senza opposizione. Lo spero, ma non credo che sarà particolarmente innovativo nelle scelte rivolte alla popolazione più in difficoltà, da grande banchiere qual è. Ma Draghi è solo il frutto dell’inadeguatezza dei leader della sinistra italiana, che mancano di coraggio e visione: più comodo trovare un loro sostituto…».
E Renzi? Ha lavorato per Draghi?
«Credo si lavorasse in molti ambienti al superamento del governo giallorosso, verso cui ho provato una sorta di amore-odio. E che Renzi abbia eseguito il mandato di gruppi di potere che spingono da mesi per l’avvento di un nuovo governo di questo tipo».
Cosa ricorda della sua avventura in Parlamento?
«Un’esperienza positiva: quando si ha la passione della politica è fantastico poter avere la possibilità di concretizzarla attraverso progetti di legge, così come poter interrogare un ministro su temi ampi, per esempio. Mi sono potuto occupare di temi a me cari come i diritti della magistratura onoraria, dei carcerati, delle donne detenute con minori, di casa, antifascismo, laicità. E credo da “secchione” come mio solito, sempre presente».
Cosa non funziona, nella macchina parlamentare? «Ci sono alcuni meccanismi, come il funzionamento delle commissioni, in cui si percepisce la primazia del Governo, lo spazio limitato che hanno i singoli parlamentari. A maggior ragione quelli di opposizione. In questo senso la cosa più dolorosa è stato l’aver dovuto avere a che fare con l’abuso della decretazione di urgenza, con la fiducia che tronca il dibattito parlamentare. Auspicherei molto il ritorno a un parlamentarismo vero. Che dovrebbe essere favorito da un sistema proporzionale, in grado di garantire maggiore rappresentanza».