martedì
26 Agosto 2025

Una 22enne di Riolo tra i 20 agricoltori da tutto il mondo selezionati da Oma

Parteciperà a un percorso di specializzazione internazionale lungo due anni

Angelica MontiUn percorso di specializzazione internazionale per i giovani agricoltori, promosso dall’Organizzazione mondiale degli agricoltori (Oma). Tra i 20 giovani provenienti da tutto il mondo che prenderanno parte alla formazione sui principali temi di carattere internazionale è stata selezionata anche Angelica Monti, imprenditrice agricola della provincia di Ravenna di Coldiretti Giovani Impresa.

Un percorso lungo due anni che vedrà giovani impegnati ad affrontare i principali temi agricoli internazionali, individuare le problematiche, ma soprattutto condividere le più diverse esperienze e trovare insieme soluzioni comuni.

Tenuto conto delle sfide che i giovani agricoltori sono chiamati a fronteggiare per garantire la sicurezza alimentare a livello globale, tra cui il cambiamento climatico e la creazione di filiere agricole trasparenti capaci di riconoscere il giusto reddito agli agricoltori, il Gymnasium si pone come obiettivo quello di fornire ai futuri leader del settore tutti gli strumenti e le conoscenze gestionali affinché possano raggiugere al meglio tali ambiziosi obiettivi.

«Un primo incontro interessante anche in considerazione delle sfide a cui siamo chiamati a rispondere a seguito della pandemia che ha coinvolto tutto il mondo agricolo. Problematiche comuni che abbiamo affrontato in un dialogo costruttivo e aperto abbattendo ogni confine e vedendo nell’altro una risorsa in termini di esperienze da poter replicare», ha dichiarato Angelica Monti al termine del primo meeting.

“Scienza, ricerca e innovazione nel settore agricolo: come colmare il divario con gli agricoltori” il titolo del primo incontro della nuova edizione. Tanti i temi affrontati nel primo incontro; partendo dall’importanza di promuovere la ricerca volta all’innovazione del settore, il dibattito si è focalizzato su come questi due fattori possano realmente essere messi a servizio degli agricoltori garantendo una gestione efficace ed efficiente delle risorse al fine di promuovere una crescita economica sostenibile dove l’agricoltura giochi un ruolo da protagonista. Elementi essenziali per una transizione green dell’agricoltura sono stati individuati nei giovani, e dunque in politiche capaci di promuovere il ricambio generazionale, nell’uso sostenibile del suolo e nella valorizzazione della biodiversità, nonché nei finanziamenti per poter attuare un’agricoltura sostenibile.

Angelica, 22 anni e prossima alla laurea in Economia e Marketing nel Sistema Agroindustriale presso l’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, gestisce con la famiglia un’azienda sulle colline di Riolo Terme. L’attività principale è l’allevamento di bovini da carne di razza Romagnola, razza tipica della regione in cui vive. Insieme alla madre e alla sorella, si prende cura con passione del bestiame, investendo in genetica e innovazione. Amante della natura, Angelica è desiderosa di preservare la biodiversità agricola, punto di forza del Paese e di contribuire con la sua energia ed esperienza al prestigioso momento di dialogo internazionale costituto dal Gymnasium.

La metodologia del corso è basata su un metodo estremamente interattivo, che prevede la combinazione di lezioni in aula impartite da leader internazionali di diverse aree politiche a l’opportunità di partecipare ed essere attivamente coinvolti in eventi globali legati all’agricoltura (sessioni plenarie del Comitato per la sicurezza alimentare mondiale, Cfs, Forum globale sull’alimentazione e l’agricoltura, Gffa, Conferenza delle parti Unfccc, Cop, Forum politico ad alto livello delle Nazioni Unite, Hlpf).

Tutte le sere lascia le pizze invendute ai bisognosi: «E quel padre in lacrime…»

«Sempre più persone “hanno fame”, c’è chi è venuto al mio negozio a Ravenna appositamente da Cotignola»

Playfood RavennaNon vuole fare pubblicità al proprio locale, «perché la beneficenza è bene farla in silenzio», ma la voce si è sparsa ugualmente, tanto che l’altro giorno una persona è venuta appositamente da Cotignola nel suo negozio di via Maggiore, a Ravenna. «Un padre di famiglia che si è ritrovato senza lavoro, lui e la moglie, con tre figli: si stava mettendo a piangere. Gli ho preparato pizza e wurstel».

«Sono vent’anni che ho attività a Ravenna, è una città che mi ha dato tanto e per quel poco che posso cerco di restituire». A parlare è Carlo Infurna, titolare di Playfood19, pizza e fast food a pochi passi da Porta Adriana.

Dalle 20.30 alle 21 lascia gratuitamente a chi ne ha bisogno i prodotti invenduti della vetrina. E lo faceva anche prima del Covid.

«Le richieste durante la pandemia sono aumentate, diciamo che sono arrivate a essere una quarantina nell’ultimo mese. A parte un paio di “scrocconi”, sono quasi tutte persone che hanno fame. Credo che in questo periodo dobbiamo darci tutti una mano».

Covid, ancora sopra i 200 i contagi giornalieri a Ravenna. Morta una 79enne

 

Diminuiscono i nuovi casi giornalieri in Emilia-Romagna, ma Ravenna resta tra le province più colpite con i contagi ancora sopra quota 200.

Il bollettino regionale del 29 novembre

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 121.032 casi di positività, 1.850 in più rispetto a ieri (di cui 1.067 asintomatici), su un totale di 13.434 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 13,8%.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 70.229 (+448 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 67.316 (+453), il 95,9% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 30 nuovi decessi: 10 in provincia di Modena (7 donne  rispettivamente di 99, 96, due di 92 anni, 87, 78 e 69 e 3 uomini di 91, 82  e 77 anni); 6 in quella di Piacenza (4 donne rispettivamente di 86 anni, due di 81 e una 71 anni e 2 uomini di 81 e 59 anni), 6 in quella di Reggio Emilia (4 donne di 96, 86, 74 e 54 anni e 2 uomini di 82 e 77 anni), 3 in quella di Parma  (2 donne di 88 e 70 anni  e un uomo di 94 anni), 2 a Imola (Bo) (un uomo di 96 e una donna di 91 anni) e uno in quella di Ferrara (uomo di 87 anni) e, infine, a Ravenna (una donna di 79 anni). Un’altra donna di 81 anni deceduta era residente fuori dal territorio regionale.

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 5.714.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 245, dato invariato rispetto a ieri, 2.668 quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-5). Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 13 a Piacenza (+1 rispetto a ieri), 13 a Parma (-2), 34 a Reggio Emilia (invariato), 60 a Modena (+1), 56 a Bologna (-1), 4 a Imola (-1), 19 a Ferrara (+1),15 a Ravenna (-1), 6 a Forlì (+2), 2 a Cesena (invariato) e 23 a Rimini (invariato).

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 1.372 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 45.089.

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 12.406 a Piacenza (+123 rispetto a ieri, di cui 43 sintomatici), 10.253 a Parma (+160, di cui 95 sintomatici), 17.380 a Reggio Emilia (+227 di cui 114 sintomatici), 21.977 a Modena (+404, di cui 111 sintomatici), 23.660 a Bologna (+308, di cui 139 sintomatici), 3.408 casi a Imola (+57, di cui 15 sintomatici), 5.941 a Ferrara (+88, di cui 3 sintomatici), 7.880 a Ravenna (+202, di cui 88 sintomatici), 4.484 a Forlì (+40, di cui 24 sintomatici), 3.885 a Cesena (+58, di cui 45 sintomatici) e 9.758 a Rimini (+183, di cui 104 sintomatici)

Quel “negozio” dove può fare la spesa anche chi non se la può permettere

A Cervia l’unico “emporio solidale” della provincia, dove i più bisognosi possono acquistare la merce gratuitamente

Emporio Solidale Cervia
Lavori di allestimento degli scaffali all’emporio solidale di Cervia

In attesa di quello che la Caritas aprirà il prossimo anno a Ravenna, quello di Cervia è al momento l’unico emporio solidale della provincia, tra gli oltre venti presenti in Emilia-Romagna.

Si tratta di una sorta di supermercato pensato per ridare dignità e consapevolezza alle persone che lo frequentano – in una temporanea situazione di estremo bisogno – e dove possono fare la spesa gratuitamente, scegliendo tra prodotti ottenuti grazie a donazioni e non solo.

Nato cinque anni fa con il sostegno del Comune e gestito dal Coordinamento del Volontariato, con capofila la Onlus “Un posto a tavola” (che gestisce anche il servizio della mensa per i poveri), anche l’emporio solidale di Cervia ha visto aumentare i suoi “clienti” a causa della pandemia.

«In primavera abbiamo avuto il primo sussulto importante, passando da circa 70 a 100 famiglie, numero che crediamo ora con questa nuova ondata possa anche aumentare», racconta il responsabile, Andrea Vorabbi.

Le persone, come detto, possono attingere liberamente dagli scaffali tra la merce che durante la settimana l’emporio acquisisce tramite donazioni, collaborazioni con altri empori, con il Banco Alimentare e anche con piccoli acquisti, quando non è possibile fare altrimenti.

«Le persone si rivolgono a noi tramite i servizi sociali o anche direttamente. Possono farlo i nuclei con Isee inferiore ai 7.500 euro e un limite di spesa che varia a seconda del nucleo famiglaire». Prima della pandemia le persone potevano contare su una scheda a punti con ogni prodotto che ne valeva un tot, a seconda della disponibilità. «Oggi invece, con le disposizioni anti Covid, le persone entrano in negozio accompagnate da un volontario che ha una scheda mensile su cui è riportato il massimale. E dopo aver sperimentato il “domicilio” durante il lockdown, ancora oggi ci sono una decina di famiglie a cui portiamo direttamente la spesa a casa». Grazie anche agli scout, che hanno fornito un aiuto rigenerante a un parco volontari ridotto dal fatto che quelli più anziani sono stati invitati a restare a casa per azzerare il rischio contagio.

Ma chi sono i “clienti” dell’emporio? «Se nella nostra mensa aiutiamo gli ultimi, quelli senza una casa o che non sanno per quanto potranno permettersela – commenta ancora Vorabbi –all’emporio ci sono invece i “penultimi”, le vittime di un nuovo impoverimento, causato anche dal Covid,soprattutto in una realtà come quella cervese, che si basa su un’economia balneare, dopo una stagione in cui non c’è stato lavoro per tutti. La maggior parte è composta da italiani, stagionali in difficoltà. Dal punto di vista psicologico, alcuni sono sfacciati nel chiedere aiuti, certo, ma molti sono invece restii. E in questi casi ha funzionato l’aspetto della “reciprocità”: in cambio degli aiuti in molti hanno scelto di darci una mano, in ore di volontariato, per un coinvolgimento positivo, sempre nell’ottica di cercare di ridare dignità alle persone».

Bonaccini: «I ragazzi devono tornare a scuola. Al lavoro per farci trovare pronti»

Il presidente dell’Emilia-Romagna rivela: «Penso che si aprirà ai primi di gennaio. Con turni pomeridiani»

Rientro Scuola Liceo
Ragazzi fuori dal liceo classico di Ravenna

Sul fronte scolastico, alla luce dell’emergenza Coronavirus, «penso che si aprirà ai primi di gennaio perché la quasi totalità delle regioni preferisce così. La cosa che a me interessa non è qualche settimana in più o in meno, a me interessa che al più presto i nostri ragazzi, gli studenti, tornino a scuola».

Lo ha detto il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini intervenendo al telegiornale della Tgr regionale.

«Noi – ha proseguito Bonaccini riferendosi agli stessi studenti – rischiamo di non renderci conto del danno che subiscono per troppi mesi a casa. Perché è giusto fare le lezioni a distanza per proteggere la salute ma se queste proseguono troppo a lungo noi rischiamo di avere un danno su quello che è l’apprendimento. E poi – ha sottolineato ancora – la scuola non è solo apprendimento ma anche socialità, amicizia, è stare insieme agli altri».

Ad ogni modo, ha puntualizzato Bonaccini, in Emilia-Romagna, «noi siamo pronti a fare le cose per bene» a partire «dal potenziamento del trasporto pubblico. Penso che andrebbero differenziati anche gli orari, anche su qualche turno pomeridiano per avere meno assembramento ma stiamo lavorando per farci trovare pronti insieme ai comuni e alle province». (fonte ANSA.it)

Pianeti e stelle cadenti a Faenza per esprimere desideri in quest’anno difficile»

Accese le luminarie natalizie: ecco il programma di iniziative del consorzio

Faenza Piazza NataleIeri pomeriggio (sabato 28 novembre) sono state accese le luminarie anche a Faenza. Piazza del Popolo si presenta con un nuovo progetto fatto di pianeti e stelle cadenti «per poter esprimere desideri in questo anno così difficile a causa dell’emergenza», spiegano gli organizzatori del consorzio Faenza C’Entro.

L’albero di Natale, illuminato grazie a Caviro Extra, è stato posizionato in piazza della Libertà, di fianco al Duomo. L’abete proviene dalla Toscana, da un’area in cui era stato programmato l’abbattimento.

Ai piedi dell’albero, confermata, nonostante le incertezze del periodo, anche la Posta degli elfi, con la casetta in legno (aperta nelle giornate del 5, 6, 8, 11, 12, 13, 18, 19, 20 e 24 dicembre; dalle 16 alle 19) e la cassetta dove poter imbucare le lettere per Babbo Natale.

Albero Natale FaenzaDall’8 dicembre al 3 gennaio diverse attività commerciali del centro storico allestiranno le loro vetrine declinando il Natale e le sue tradizioni e passanti e clienti potranno votare la loro preferita sulla pagina Instagram del Consorzio Faenza C’entro.

Grazie alla rinnovata collaborazione con Caviro, fino al 31 dicembre, a fronte di un acquisto minimo di 20 euro con scontrino unico nei negozi del Consorzio, i clienti potranno ricevere una cartolina valida per il ritiro gratuito di una bottiglia di vino e, in esclusiva per questo 2020, di un liquido detergente igienizzante mani da ritirare presso la Caviroteca, in via Convertite 12 a Faenza, entro il 28 febbraio.

Dal 2 dicembre fino al 7 gennaio saranno allestiti i “Giardini a Natale”. Il titolo della manifestazione di quest’anno sarà “Giardini in gioco”. Il progetto si ispira al “gioco dell’oca” e prevede la realizzazione, lungo i corsi del centro città, di un percorso ludico composto da diverse postazioni allestite con alcuni giochi per bambini e ragazzi, il tutto arredato con piante. Oscar Dominguez, direttore creativo della manifestazione, si occuperà anche dell’allestimento in piazza Nenni.

Dal 24 dicembre al 6 gennaio e in tutte le domeniche di gennaio presso il Convento di San Francesco (piazza San Francesco 14) sarà allestito il tradizionale presepe meccanico di San Francesco. I fratelli Mauro e Roberto Gorini, quest’ultimo anche autore del presepe, firmano inoltre quest’anno, in collaborazione con il Consorzio Faenza C’entro, un’installazione luminosa che sarà inaugurata martedì 8 dicembre che potrà essere azionata spingendo un pulsante.

Con la Faenza Shopping Card, infine, la carta fedeltà da utilizzare tra i negozi aderenti al progetto, a ogni acquisto il cliente accumulerà sul suo borsellino elettronico un credito che potrà essere utilizzato come sconto sugli acquisti successivi. Novità anche per le idee regalo grazie alla gift card che permette a chi la riceverà di scegliere tra una vasta gamma di prodotti nei negozi del centro aderenti.

Tutti i dettagli del programma sono disponibili sul sito www.faenzacentro.it, oppure sulla pagina Facebook “Faenza C’entro”. Per ulteriori informazioni, contattare la segreteria del Consorzio al numero 0546 061945, email info@faenzacentro.it.

 

 

 

Una donna vendeva bevande, in sette bevevano: otto pattuglie ai giardini Speyer

Sanzionati per la normativa anti Covid. E la commerciante abusiva rischia il Daspo urbano

126903626 816835679154310 2699376016457438270 NOtto pattuglie tra polizia di Stato e polizia locale sono intervenute attorno alle 20 di oggi, sabato 28 novembre, ai giardini Speyer di Ravenna, per contenere le proteste di alcune persone che stavano bevendo all’aperto, nonostante sia vietato dalle normative anti Covid.

In particolare, è stata sanzionata una 31enne che stava vendendo in maniera ambulante bevande, alcoliche e non. La donna, già fermata per gli stessi motivi in passato, ha ricevuto anche un ordine di allontanamento e riceverà con tutta probabilità anche un Daspo urbano, così come previsto dal nuovo regolamento di polizia urbana del Comune di Ravenna.

Le pattuglie di polizia locale e polizia di Stato ai giardini Speyer il 28 novembreSempre ai sensi dello stesso regolamento sono stati sanzionati sette “consumatori”, che stavano infrangendo anche la normativa anti Covid che vieta il consumo di alimenti e bevande in luogo pubblico o aperto al pubblico.

A intervenire è stata inizialmente la polizia locale, supportata poi dagli agenti della polizia di Stato quando è arrivato il momento di calmare i sette consumatori, particolarmente esagitati.

Ravenna, acceso l’albero di Natale in piazza – LE FOTO

 

Con una diretta streaming alla presenza del sindaco Michele de Pascale, è stato inaugurato l’Albero di Natale di Ravenna.

Realizzato come di consueto in piazza del Popolo, i costi sono stati sostenuti direttamente dall’Amministrazione, per non pesare sui commercianti (che già hanno comunque sostenuto in parte i costi delle luminarie).

In giro durante il coprifuoco e lontano dal proprio comune, su un’auto rubata

Denunciato un 23enne foggiano fermato in via Maggiore a Ravenna

Polizia Stradale
Immagine di repertorio

È stato sorpreso in giro durante il “coprifuoco”, in una zona arancione fuori dal proprio comune di residenza e a bordo di un’auto rubata, senza documenti.

La polizia lo ha così denunciato per ricettazione, ma anche multato per le violazioni della normativa di contrasto alla diffusione del Covid.

Si tratta di un 23enne residente a Foggia, fermato per un controllo l’altra notte in via Maggiore, a Ravenna. Stava guidando una Bmw risultata poi rubata (il 20 novembre proprio a Foggia), senza documenti di identificazione.

Alla Caritas il 50% di famiglie in più rispetto al 2019: «1 su 3 non era mai venuto»

Dall’inizio dell’epidemia consegnati 5.400 pacchi alimentari. «E la situazione peggiorerà…»

Pacchi Alimentari 1024x576Più che dati e statistiche a cura delle istituzioni ufficiali –che arrivano spesso inevitabilmente con mesi di ritardo – è l’attività della Caritas a rendere bene l’idea dello stato di salute di una popolazione. E come ampiamente prevedibile, dai dati della Caritas di Ravenna emerge un improvviso impoverimento della cittadinanza a causa dell’epidemia.

L’organismo pastorale interviene come noto per aiutare chiunque bussi alla propria porta, offrendo aiuti primari come i pacchi alimentari, ma anche sostegno nel pagamento delle bollette e nell’acquisto di farmaci.

Nel periodo Covid, da fine febbraio a ottobre, le persone (in rappresentanza di altrettanti nuclei famigliari) che si sono rivolte al centro di ascolto diocesano di piazza Duomo sono state il 50 percento in più rispetto a quelle dello stesso periodo del 2019. In valori assoluti si tratta di 1.746 nuclei registrati a fine ottobre, contro i 1.100 circa dell’anno scorso. E quasi 2mila pacchi alimentari consegnati in più: 5.400 contro i 3.500 del 2019.

Dati ancora più preoccupanti se si considera che sono riferiti solo alla popolazione della città di Ravenna (quindi circa100mila abitanti) e non a quella più numerosa dell’intero comune, il cui bilancio Caritas è in grado di pubblicare solo nei primi mesi dell’anno nuovo.

«E una persona su tre che si è presentata in questo 2020 non era mai venuta alla Caritas – commenta Daniela Biondi, responsabile del centro di ascolto di Ravenna –, anzi, in alcuni casi era venuta, ma solo per darci una mano: mai si sarebbe immaginata di passare dall’altra parte».

«Si tratta – continua Biondi, rispondendo alla nostra domanda su quale sia l’identikit di questi “nuovi poveri” – di persone tendenzialmente giovani, sotto i 50 anni, quasi sempre con figli, la maggior parte italiani. Che avevano un lavoro legato in particolare al turismo o all’agricoltura e che con il Covid lo hanno perso praticamente da un giorno all’altro. Sono persone che ci dicono che fino a poco tempo prima stavano bene e che si presentano quindi con grande imbarazzo, si sentono umiliate».

Dopo il boom di richieste della scorsa primavera e il rallentamento in estate, solo nell’ultimo mese alla Caritas si sono presentati 20 nuclei famigliari nuovi. Un fenomeno che, secondo Biondi, non potrà che peggiorare con il passare dei mesi. «Credo sia inevitabile un effetto domino in tutta una fetta della popolazione che contava molto anche sulla cosiddetta “disoccupazione”, ma che, senza lavoro ormai da tempo, nei prossimi mesi non ci sarà più. E il problema sarà anche abitativo, perché molti sfratti al momento rimandati potrebbero diventare esecutivi il prossimo anno».

Caritas al momento è comunque in grado di fronteggiare le richieste. «Le donazioni non sono mai andate in lockdown –conclude Biondi –tante famiglie e aziende ci danno una mano, con gli alimenti; ricordo che li preferiamo in scatola e a lunga conservazione. Abbiamo avuto qualche difficoltà con i volontari, visto che molti erano anziani e non era il caso di esporli al rischio di contagi, ma abbiamo ricevuto in compenso una grande mano dai giovani scout e da tanti universitari».

Covid, a Ravenna 184 positivi su 1.687 tamponi. Altri 5 morti (età media 85 anni)

 

Altri 184 casi di positività al coronavirus registrati in 24 ore in provincia di Ravenna,  di cui 90 asintomatici e 11 ricoverati. Sono stati 1.687 i tamponi effettuati in provincia.

Il bollettino regionale del 28 novembre

Dall’inizio dell’epidemia da coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 119.184 casi di positività, 2.172 (di cui 1.009 asintomatici) in più rispetto a ieri, su un totale di 17.241 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore.

La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 12,6%.

Sceso il numero dei casi attivi, cioè dei malati effettivi: a oggi sono 68.783 (-499 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 66.865 (-494), il 95,8% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 71 nuovi decessi, alcuni relativi ai giorni scorsi: 5 in provincia di Piacenza (4 uomini, rispettivamente di 80, 70, 84, 69 anni e una donna di 96 anni; 2 donne nel parmense di 91 e 88 anni, 3 in quella di Reggio Emilia (1 donna di 71 anni e una donna di 80 anni, un uomo di 78); 11 in quella di Modena (4 donne – di 82, 94, 80, 90 e 95 – e 7 uomini, rispettivamente di 89, 67, 86, 88, 84,49 e 86 anni); 11 in quella di Bologna (4 uomini  – di 78, 83 e due rispettivamente di 86 – e 7 donne, di 94, 85,86,93,72, 96 e 95); 7 nel ferrarese (4 uomini di 73, 74, 68, 53 anni e 3 donne di 87, 72 e 91), 5 nel ravennate (3 uomini di 82, 87 e 91 anni – e 2 donne di 87 e 78 anni); 4 in provincia di Rimini (di cui 2 uomini di 64 e 66 anni – e 2 donne di 101 e 90 anni) e 23 a Forlì (12 donne di 82, 85, 89, 74, 78,91,92,81,85,86,80 e 88 – 11 uomini di 80,78,65,91, 90, 67,53, 92, 85,86, 83 e 87 anni). Il dato di Forlì risente di un disallineamento informatico dovuto a ritardi nel caricamento dei dati nei giorni scorsi.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 245 (-5 rispetto a ieri), invariato rispetto a ieri il numero dei ricoverati negli altri reparti Covid: 2.673.
Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 12 a Piacenza (-3), 15 a Parma (+ 1), 34 a Reggio Emilia (invariato), 59 a Modena (-4), 57 a Bologna (+2 rispetto a ieri), 5 a Imola (invariato), 18 a Ferrara (-1),16 a Ravenna (+ 1), 4 a Forlì (invariato), 2 a Cesena (+1) e 23 a Rimini (-2).

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 2.600 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 43.717.

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 12.283 a Piacenza (+166 rispetto a ieri, di cui 64 sintomatici), 10.093 a Parma (+181, di cui 98 sintomatici), 17.153 a Reggio Emilia (+305 di cui 172 sintomatici), 21.574 a Modena (+364, di cui 223 sintomatici), 23.352 a Bologna (+413, di cui 235 sintomatici), 3.351 casi a Imola (+143, di cui 55 sintomatici), 5.853 a Ferrara (+92, di cui 23 sintomatici), 7.678 a Ravenna (+184, di cui 94 sintomatici), 4.444 a Forlì (+59, di cui 47 sintomatici), 3.827 a Cesena (+103, di cui 75 sintomatici) e 9.576 a Rimini (+162, di cui 77 sintomatici).

Al Teatro Binario due nuovi vagoni: diventeranno una sala prove per musicisti

Si tratta di due carri ferroviari dismessi da Mercitalia, arrivati dallo scalo merci di Forlì

Teatro Binario Cotignola vagoni sala proveA Cotignola c’è un teatro molto speciale, nato accanto alla stazione ferroviaria, di cui utilizza alcuni spazi dismessi e ristrutturati grazie a un accordo tra Ferrovie dello Stato e Amministrazione Comunale. A gestirlo è l’associazione di promozione sociale Cambio Binario.

Il Teatro Binario conta oggi su un palcoscenico e 84 posti a sedere ricavati all’interno dell’ex magazzino merci della stazione, un giardino per rappresentazioni all’aperto e foyer, camerini e bar realizzati all’interno di vagoni ferroviari non più in uso.

Se il Covid-19 ha costretto i teatri ad abbassare il sipario, il Teatro Binario non ha fermato i lavori in vista di una riapertura il prima possibile.

Qualche giorno fa altri due carri ferroviari dismessi da Mercitalia (Gruppo FS Italiane), partiti dallo scalo merci di Forlì con un trasporto eccezionale, sono approdati nel giardino del teatro. Obiettivo: trasformarli in una sala prove musicale, dotata di attrezzature all’avanguardia, per favorire la nascita di gruppi e nuove proposte nel campo della musica.

Il Teatro Binario è infatti un contenitore di vita e cultura in continuo movimento, grazie a spettacoli, concerti, laboratori per aspiranti attori o semplici amanti del teatro di tutte le età.

«L’arrivo dei due nuovi vagoni è la partenza per un nuovo viaggio, un viaggio che abbiamo sognato, che abbiamo desiderato». Commenta così la nuova sfida Maurizio Casadio, Presidente dell’Associazione Cambio Binario, che citando Adriano Olivetti aggiunge: «Il termine utopia è forse la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità o coraggio di fare. Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia da qualche parte, solo allora diventa un proposito, cioè qualcosa di infinitamente più grande».

Info: www.cambiobinario.it

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