L’ex giocatore del Ravenna indossò anche la maglia del Forlì. Oggi è un osservatore del Bologna
«È una partita da 1X2, ma decisiva solo se dovesse vincere il Forlì che andrebbe a più 5. Per il Ravenna sarà importante non perdere perché il calendario delle ultime sei partite potrebbe consentirgli di rosicchiare punti». Non si sbilancia con un pronostico Angelo Affatigato. Il 49enne nato a Ravenna oggi è osservatore delle giovanili del Bologna: dei giallorossi è stato capitano (2003-07 in C2 e C1) e allenatore (2012-14 in Promozione e Eccellenza dove allenò l’attuale direttore sportivo Davide Mandorlini), ma ha giocato anche con i biancorossi (2002-2003 in C2). «Ho avuto il privilegio di essere capitano della squadra della mia città con cui ho vinto due campionati in quattro anni. È ovvio che il periodo a Ravenna per me rimane un momento stupendo. Però anche a Forlì è stata una bella esperienza: in quella serie C c’era la Fiorentina e alla fine del girone di andata eravamo terzi dietro alla Viola e al Rimini».
I derby della Ravegnana li ha giocati solo con la maglia del Ravenna. Due in particolare rimangono nella memoria del mediano e risalgono a vent’anni fa: «Le semifinali play-off di C2 nel 2005. Passare il turno fu una bella impresa per una squadra che aveva iniziato il ritiro con 7-8 giocatori e completò la rosa poco prima dell’inizio del campionato».
Nel big match del 23 marzo non conterà più di tanto il fattore campo: «L’unica differenza per il Ravenna sarà non essere sul solito terreno, anche se il fondo del “Benelli” non è in grandi condizioni. La presenza del tifo sembra secondaria, ma non lo è: un giocatore sente il sostegno e aiuta a fare la prestazione. Questa è anche una delle differenze principali che vedo tra le due società e che ricordo dal mio passato. L’ambiente ravennate è più appagante, negli ultimi vent’anni Ravenna ha fatto anche la serie B».
Affatigato ha visto il Ravenna tre volte quest’anno, tra cui i due derby contro i galletti (l’andata di campionato e il primo turno di Coppa Italia): «Il Forlì fece vedere un gioco migliore, ma il Ravenna riuscì a dimostrarsi compatto». L’altra partita da spettatore è stata contro lo Zenith, vinta 3-2 ribaltando lo 0-2 ospite.
Affatigato non sarà al “Morgagni” domenica perché inviato a Bordeaux a visionare le nazionali under 17 di Francia, Danimarca, Grecia e Finlandia: «È un ruolo diverso dal campo e le soddisfazioni sono altre, per esempio vedere Francesconi in prima squadra al Cesena in B che io segnalai quando ero un loro osservatore e lo vidi con l’Imolese al torneo Futuri Campioni di Ravenna».
Si è svolto il primo consiglio dopo le elezioni del 2 marzo
Da sinistra Luca Della Godenza, Valentina Palli, Luca Cortesi e Riccardo Graziani
Si è svolto nel palazzo della Provincia di Ravenna il primo consiglio provinciale dopo le consultazioni elettorali del 2 marzo 2025.
Il primo punto all’ordine del giorno è stato la convalida della sindaca di Russi Valentina Palli, eletta alla carica di Presidente, a cui ha fatto seguito il suo giuramento. Si è quindi proceduto alla surroga del posto da consigliera ricoperto da Palli con Marco Neri della lista “Insieme per la provincia di Ravenna”, consigliere del Movimento 5 Stelle in carica del Comune di Faenza.
«Desidero ringraziare tutti i consiglieri e le consigliere per la fiducia – dichiara la presidente della Provincia e sindaca di Russi Valentina Palli -. È stato un momento emozionante, continueremo a lavorare insieme con determinazione, umiltà ed entusiasmo per il benessere della nostra comunità».
Il presidente Rossi alla vigilia della prima sfida contro Siena: «Grande lavoro di coach Valentini con un gruppo di giovani»
Il presidente Matteo Rossi
L’addio di coach Marco Bonitta e di pedine fondamentali nello scacchiere potevano far pensare a un passo indietro nelle ambizioni della Porto Robur Costa dopo l’esaltante stagione passata, chiusa al quinto set della terza partita di semifinale playoff di A2. Ma la Consar Ravenna, guidata da coach Antonio Valentini, ha terminato al terzo posto una stagione regolare condita da 20 vittorie su 26 partite e si appresta a disputare i playoff per la promozione in massima serie da pericolosa outsider. La prima partita della serie contro Siena è in programma domenica 23 marzo alle 18 al Pala Costa di Ravenna e il presidente del sodalizio sportivo, Matteo Rossi, è pronto per il rush finale.
Venti vittorie in stagione, terzo posto in classifica e un’ottima pallavolo. Che bilancio fa della stagione regolare appena conclusa? «Siamo molto contenti. Probabilmente nessuno avrebbe scommesso su un numero così alto di vittorie. Abbiamo un gruppo di ragazzi molto giovane e quindi ciò che hanno fatto in questa regular season è qualcosa di molto importante».
Dopo l’addio di Bonitta che aveva composto la squadra, si aspettava un impatto di questo tipo di Valentini?
«A Bonitta devo molto. Non avevo esperienze nella pallavolo e mi ha insegnato tanto, facendomi entrare in questo mondo. Valentini è ragazzo giovane con una volontà e una dedizione, sia lui che il suo staff, veramente importante, che difficilmente si trova anche nel mondo del lavoro. I risultati si vedono. Tutti i giorni, dalla mattina alla sera, sono al Pala Costa, anche il giorno libero. Credo che questa attitudine al lavoro sia un buon punto di partenza che gioca a suo e nostro favore».
Rispetto ad altre stagioni quest’anno non c’è stata la cosiddetta “ammazza campionato”. Questo equilibrio può favorire Ravenna anche negli imminenti playoff o è un’utopia pensare al salto in Superlega? «Utopia direi di no, perché siamo la squadra del campionato con il numero più alto di vittorie (Ravenna ha anche battuto sia all’andata che al ritorno la capolista Prata, ndr) e questi ragazzi hanno dimostrato che possono giocarsela con tutti. C’è da dire che ci sono squadre come Prata e Brescia che, nonostante la partenza un po’ a rilento, hanno cambiato marcia nella seconda parte di campionato esprimendo un’ottima pallavolo. Direi che sono loro le favorite ma Ravenna vuole far la sua parte».
Questo è il terzo anno del progetto che punta al ritorno in Superlega costruendo squadre con i giovani. Sta andando come previsto? «Quando parliamo di squadre giovani è chiaro che è sempre una scommessa. C’è sempre la speranza ma mai la certezza. C’è da dire che gli imprevisti capitano anche a chi costruisce squadre con nomi altisonanti. I play-off sono da giocare. Dicono che è un altro campionato, ma secondo me i nostri ragazzi hanno dimostrato che se la possono giocare davvero con tutti».
A partire da domenica contro Siena.
«Tutte le prime sette hanno dei valori notevoli nonostante alcune flessioni all’interno della regular season. È difficile fare dei pronostici, però noi scenderemo in campo per giocarci il campionato».
Qualche anno fa il basket disputò i playoff al Pala Cattani di Faenza in assenza del Pala De Andrè. Voi avete pensato ad altri palazzetti per disputare i playoff o il Pala Costa è sufficiente? «Avendo giocato tutta la regular season al Pala De André sarebbe stato bello finire lì la stagione, ma per impegni già noti non è possibile (l’allestimento della fiera Omc, ndr). I pensieri di spostarci ci sono stati e li abbiamo valutati ma per una serie di cose sono rimasti solo pensieri. Negli anni mi hanno insegnato che la pallavolo Ravenna deve stare a Ravenna e il Pala Costa è comunque un impianto che può ospitare un evento di questo tipo. Quindi la scelta di rimanere penso che sia la soluzione migliore dato che il Pala Costa fa parte della nostra storia e soprattutto della nostra quotidianità di allenamenti».
Anche per la prossima stagione non sarà pronto il palazzetto nuovo. Nel caso di un salto in Superlega dove pensate di disputare il campionato? «Credo che comunque il Pala De André sarà sempre a disposizione per gran parte della stagione, quindi assolutamente Pala De André».
Dopo tre anni importanti anche a livello di risultati, la città si sta avvicinando maggiormente alla squadra anche sotto il punto di vista delle sponsorizzazioni? «La città e il territorio sono attenti e danno segnali di vicinanza al volley. Qualche nuova realtà è entrata e bisogna essere pronti a costruire e soprattutto condividere con loro un percorso, una linea di progetto. Le realtà entrate hanno la volontà di dialogare e capire come stare insieme, a prescindere dal risultato del campo».
In futuro, in previsione di un altro piano triennale, cosa ci si aspetta dalla Consar come sponsor e proprietà della squadra? «Consar conferma di voler rimanere nel mondo della pallavolo. E quindi questa per noi è la parte più importante. E poi dobbiamo essere bravi anche noi nel conquistare qualche partner che possa entrare o comunque aumentare il proprio interesse in questo mondo anche a livello giovanile. Da quest’anno abbiamo aperto una Under 12 femminile: il procedere passo dopo passo è l’approccio che abbiamo da sempre e che vogliamo che anche la comunità recepisca».
Presentati Anna Maria Bava e lo storico gestore di “Ramiro”, aspettando di ufficializzare il candidato sindaco
Due “addetti ai lavori” per affrontare le problematiche del centro storico. Ramiro Recine, storico ex titolare del bar Ramiro di piazza Caduti, e Annamaria Bava (co-proprietaria del Caffè Il Nazionale di piazza del Popolo) si candidano con la Pigna. La lista civica di opposizione (che ha annunciato di non voler sostenere nessuno dei due candidati a sindaco al momento presentati dal centrodestra) ha presentato alla stampa una prima parte del proprio programma elettorale, quella più concentrata sul ridare importanza e vitalità al centro storico.
Uno dei punti principali è sicuramente la logistica: «Sono tante le cose da fare – dichiara Recine -. Innanzitutto la città deve diventare adatta a pedoni e bici per aiutare turismo e commercio. Servono più illuminazione, fonti d’acqua, panchine e vie pedonali. Bisogna fare in modo che in città si possa arrivare bene, attualmente c’è troppo traffico. Va ripensato anche il trasporto urbano: bus elettrici veloci e rapidi che passino spesso e bisogna costruire parcheggi multipiano perché quelli attuali sono insufficienti».
È stato toccato anche il tema della sicurezza che, secondo gli esponenti della lista civica è una problematica sempre più frequente: «Il nostro bar è stato colpito da due rapine, servono sicuramente più illuminazione e telecamere – dice Annamaria Bava -. Purtroppo la tranquillità che c’era una volta a Ravenna, ora non c’è più. La violenza e lo spaccio non sono circoscritti solo in stazione, perché i giardini Speyer sono a due passi dal centro storico pedonale». La stessa Bava ha parlato della carenza di eventi: «Ho speso 3mila euro di tasca mia per finanziare eventi. Nel centro è da anni che mancano iniziative di livello. Ce ne sono di più nei comuni limitrofi e ciò è inaccettabile».
Anche l’abbandono dei locali e la chiusura dei negozi è un tema centrale del programma de La Pigna: «Il centro storico è un problema, ma deve diventare una risorsa – afferma Recine -. Ci sono troppe vetrine vuote e chi vuole investire deve essere aiutato dal Comune, se non fosse per i monumenti Unesco sarebbe abbandonato».
La consigliera comunale e capogruppo uscente Veronica Verlicchi ha chiuso la conferenza parlando della lista attiva dal 2015 e dell’importanza della sinergia già in atto con i due aspiranti consiglieri comunali: «Vorrei ricordare che la nostra non è una lista che “si lamenta e basta”. Dal 2016 abbiamo fatto oltre 100 mozioni e proposte in consiglio comunale. La nostra idea è rendere Ravenna anche “bella dentro”, ovvero puntare sul centro, spesso dimenticato. Vogliamo rivalorizzare gli edifici che sono già presenti e dire basta alla cementificazione costante. Sarà importante anche incentivare l’affitto dei locali, non solo in via Cavour ma anche in Borgo San Rocco e San Biagio».
La lista civica La Pigna presenterà nel dettaglio il proprio programma elettorale nelle prossime settimane, mentre a brevissimo annuncerà il proprio candidato sindaco, probabilmente la stessa Verlicchi (che già si era candidata alle ultime amministrative).
L’iniziativa di “Turbe giovanili”. Primo appuntamento fissato per mercoledì 26 marzo alle 20
Foto presa dalla pagina Instagram di Walk&Talk
“Walk&Talk Turbato” è un nuovo progetto dedicato ai giovani e alla città di Ravenna. L’iniziativa si articola in quattro camminate tematiche, una al mese a partire dal 26 marzo. L’obiettivo del progetto organizzato da Turbe Giovanili e Walk&Talk è permettere ai giovani di uscire dalla comfort zone e sperimentare nuove connessioni con il territorio e la comunità.
Ogni camminata avrà un luogo di partenza e un percorso diversi. I presenti saranno invitati a disporsi a coppie o a piccoli gruppi e, guidati, cammineranno per circa un’ora. Ogni 15 minuti, con un fischio, verrà richiesto di cambiare compagno o gruppo per poi ripartire. Al termine della camminata ci sarà un momento di socializzazione in un bar del centro dove saranno offerte agevolazioni sui prezzi del menù.
Il primo appuntamento è per mercoledì 26 marzo, alle 20, con partenza da Porta Adriana e vedrà il coinvolgimento di Esn Ravenna (Erasmus student network). Si camminerà per il centro con l’idea di animarlo. La presenza di studenti Erasmus permetterà di aggiungere un aspetto internazionale, favorendo l’incontro fra gli studenti fuori sede e stranieri per stimolare la scoperta del patrimonio locale.
I successivi appuntamenti, le cui date saranno annunciate a breve, vedranno la partecipazione di Seachange (gruppo ambientalista); Spasso in Ravenna (comitato per il sostengo ad artigiani e commercianti del territorio); marte (piattaforma di collaborazione tra figure professionali specializzate in arti visive).
La partecipazione, gratuita, è aperta a tutte e a tutti, il focus è sugli under 35, senza necessità di iscriversi.
Si tratta del nuovo contenitore che ospita Azione, Italia Viva, Psi e Più Europa
C’è un nuovo simbolo nella coalizione di centrosinistra che appoggia il candidato sindaco Alessandro Barattoni alle prossime elezioni comunali di Ravenna: è stata presentata alla stampa infatti la lista Progetto Ravenna, costituita dai partiti Azione, Italia Viva, Psi e Più Europa, i cui simboli non sono presenti nel logo.
«I valori comuni dei quattro partiti che l’hanno promossa e la netta collocazione nel perimetro riformista, liberaldemocratico ed europeista – si legge in una nota inviata alla stampa – consentiranno a Progetto Ravenna di non essere un cartello elettorale, ma di diventare un “contenitore” permanente e aperto alla città. Per questo tra i candidati saranno presenti anche civici e indipendenti che vogliono mettersi in gioco e condividono le idee fondative e gli ideali di questa lista».
Progetto Ravenna si caratterizza con un programma «che prevede una forte attenzione ai temi dell’ambiente, del turismo, dello sviluppo economico e del territorio, al riconoscimento della cittadinanza attiva, dei diritti civili e delle conseguenti responsabilità sociali, della cultura e della socialità; all’attenzione ai servizi forniti dove, tra l’altro, venga riconosciuto il giusto ruolo alle imprese quale motore per la stabilità sociale delle comunità e del mercato del lavoro».
La lista completa è in via di definizione ma ci saranno di certo Chiara Francesconi (in rappresentanza di Azione), Pierdomenico Lonzi (Psi), Barbara Monti (Italia Viva) e Nevio Salimbeni (Più Europa).
La coalizione di centrosinistra. Prende sempre più forma quindi la coalizione di centrosinistra che, a meno di clamorose sorprese, vedrà la partecipazione delle liste di Pd, Movimento 5 Stelle, Repubblicani, Alleanza Verdi Sinistra, Ama Ravenna e appunto Progetto Ravenna.
Blacks e Orasì sono le due squadre di punta della provincia, impegnate con obiettivi diversi nei due gironi della serie B nazionale
La festa dell’Orasì Ravenna dopo l’ultima vittoria casalinga
Orasì Ravenna e Raggisolaris Blacks Faenza sono impegnate nel rush finale della regular season dei rispettivi gironi di Serie B nazionale di basket. Per le due compagini di punta del movimento provinciale (impegnate nella terza serie nazionale) restano sei partite per cercare di scongiurare definitivamente la retrocessione nella serie B interregionale (per Ravenna) e di centrare l’obiettivo playoff per la promozione in A2 (per Faenza).
Ravenna sta vivendo un buon momento: sono 3 le vittorie nelle ultime 5 partite, di cui l’ultima arrivata in rimonta 86-81 contro la corazzata Ruvo di Puglia. Dopo aver chiuso il primo tempo in svantaggio, la squadra di coach Gabrielli ha avuto un’ottima reazione, centrando il secondo successo consecutivo grazie ai 52 punti segnati nella ripresa ed alla solida difesa nei momenti chiave del match. Decisivi i 14 punti e i tiri liberi finali del capitano Gabriel Dron. Ora Ravenna si trova in un vero e proprio limbo. Nel girone B è tredicesima a 24 punti, a più quattro lunghezze dalla zona playout e a meno due dall’ultima piazza valevole per accedere ai play-in. Per scongiurare i rischi retrocessione dovrà battere nel prossimo impegno Piombino (sedicesima a 20 punti), che arriverà in anticipo al Pala Costa sabato 22 marzo (ore 20) per cercare di accorciare sulla zona salvezza. I giallorossi – nonostante l’obiettivo più volte annunciato sia la permanenza nella categoria – hanno buone possibilità di agguantare un posto nei play-in: la settimana successiva saranno infatti ospiti della Paperdi Juvecaserta, attualmente dodicesima a più 2 punti dall’Orasì. Ai play-in partecipano infatti le squadre classificate dal settimo al dodicesimo posto di ogni girone. La particolare formula, adottata da qualche anno anche dall’Nba, prevede ulteriori partite a eliminazione diretta all’interno del girone per decretare il completamento del quadro playoff. Nel primo turno, la nona classificata incontrerà la dodicesima mentre la decima affronterà l’undicesima. Le vincenti di queste due partite andranno ad affrontare rispettivamente la settima e ottava del rispettivo girone per poter accedere al tabellone playoff. Tutte le gare saranno in gara secca e ospitate dalla squadra con il miglior piazzamento in regular season.
Il meccanismo appena descritto sarà da evitare invece per il Raggisolaris Blacks Faenza, che attualmente si trova al sesto posto del girone A, a 38 punti. Se il campionato finisse oggi la squadra manfreda sarebbe l’ultima direttamente dentro ai playoff ma la sconfitta subita per 90 a 114 contro San Vendemiano non è di buon auspicio. Il ritorno di Mitchell Poletti dopo quasi due mesi di assenza è stata l’unica buona notizia dell’ultima uscita contro i Ruckers.
Mitchell Poletti
La volata finale di sei partite per conquistare i primi sei posti partirà sabato 22 in casa di Crema. In quella occasione ci sarà con tutta probabilità anche Magagnoli, tenuto a riposo precauzionale con San Vendemiano per un problema alla schiena, ma recuperato anche grazie ai giorni di sosta per la Coppa Italia. L’obiettivo dei manfredi è quello di vincere in trasferta a Crema e poi al Pala Cattani contro Fidenza (il 30 marzo) per arrivare nel migliore dei modi al derby contro l’Andrea Costa Imola in programma domenica 6 aprile. La squadra di coach Garelli deve guardarsi le spalle dall’arrivo di Mestre che, grazie al contributo dell’ex faentino Aromando, ha vinto quattro delle ultime cinque gare disputate.
A differenza del play-in, i playoff vedranno i due gironi incrociarsi e solo le vincitrici di ogni tabellone (formato da 8 squadre ciascuno) saliranno in serie A2. Tutti i turni di playoff (al via in maggio) si disputano al meglio delle 5 partite.
Il nuovo presidente si occupa di soluzioni digitali e proviene da Federpubblicità
Il nuovo volto di rappresentanza di Confesercenti, sede di Ravenna, è Maurizio Melandri, giovane imprenditore conosciuto in città e socio di Moga Studio, agenzia di comunicazione e soluzioni digitali che recentemente ha inaugurato i nuovi uffici in centro storico.
Giovedì 20 marzo si è riunita la presidenza, alla presenza della presidente d’area Ravenna-Cesena Monica Ciarapica, per iniziare un nuovo percorso: infatti, dopo tanti anni di rappresentanza dell’associazione, Mauro Tagiuri ha passato il testimone a Melandri, rimanendo a disposizione per collaborare come membro del “Comitato di Presidenza”.
Maurizio Melandri, classe 1981, cresciuto a Sant’Alberto e molto attivo nella comunità, è uno sviluppatore e si occupa di soluzioni digitali e web marketing; è attivo nel sindacato comunicatori di Confesercenti, Federpubblicità.
«Sono fiero e orgoglioso dell’opportunità di poter rappresentare Confesercenti – commenta Melandri -, di cui sono associato da una decina di anni e con cui condivido una visione di prospettiva per il mondo dei piccoli imprenditori, aiutandoli nelle scelte e con servizi verso le sfide anche digitali con cui conviviamo. Le aziende del territorio, in centro storico, ma anche il commercio di prossimità nel forese, sono presidio del territorio e vanno valorizzate e sostenute con strumenti e formazione adatti alle sfide contemporanee. Il lavoro di squadra è fondamentale per dare voce alle diverse categorie e voci che vivono l’associazione, per questo il nuovo Comitato di Presidenza diventa essenziale per l’avvio di questo percorso».
In tutto 110mila utenze. Raggiunto l’obiettivo fissato dalla Regione per il 2027
Aumenta la percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti nel comune di Ravenna. Nel 2024 la media annua per utenze domestiche e non domestiche è stata del 79,4 percento (dato non ancora definitivo, che potrebbe subire piccole variazioni), contro il 76 percento del 2023. Nel 2019 la percentuale media era il 56 percento. Con l’inserimento del centro storico a ottobre 2023, tutto il territorio comunale è coperto dal sistema di raccolta differenziata: complessivamente 110mila utenze.
I dati sono forniti da Hera, che ha l’appalto del servizio con Ciclat e Formula Ambiente e ricorda il raggiungimento in anticipo dell’obiettivo stabilito dal Piano regionale di gestione dei rifiuti previsto al 2027. «Questo avviene grazie all’impegno di tutti gli abitanti, ma anche dei turisti che vivono momenti estemporanei sul territorio».
Hera fa un confronto fra il 2018 e il 2024: «Il dato più incoraggiante è la diminuzione dell’indifferenziato, che passa da 52mila a 23mila tonnellate, con una diminuzione importante di materiale destinato a smaltimento». Questo è compensato da un aumento percentuale della raccolta differenziata: «La plastica è cresciuta del 220 percento, da 3.250 tonnellate a circa 10.400; dell’organico di oltre il 115 percento, da circa 6.500 tonnellate a 13.980; della carta del 73 percento, da quasi 7.300 tonnellate a oltre 12.500; del vetro del 43 percento, da oltre 5.500 a quasi 8.000 tonnellate; degli ingombranti del 40 percento, da quasi 6.700 a 9.400 tonnellate».
Dall’1 gennaio 2025 nel territorio del comune di Ravenna è avvenuto il passaggio alla tariffa corrispettiva puntuale (Tcp), fatturata direttamente da Hera. Le modalità di raccolta dei rifiuti rimangono invariate, ma viene calcolato il numero di ritiri del bidoncino grigio indifferenziato con il codice a barre personalizzato, così da consentire una accurata misurazione della produzione di rifiuti non separabili e di migliorare la qualità delle raccolte differenziate. Hera consiglia di esporre il contenitore dell’indifferenziato solo quando è pieno oppure, se si utilizza il cassonetto Smarty (cassonetto apribile con tessera), di gettare un sacchetto riempito adeguatamente. Per tutto il 2025 i conferimenti di indifferenziato saranno conteggiati ma non verranno applicati costi aggiuntivi corrispondenti alle eccedenze, cosa che succederà a regime nel 2026.
Interventi di efficientamento energetico e di rifacimento della pavimentazione esterna
Foto di repertorio
È stato approvato dalla giunta del Comune un progetto per la realizzazione di interventi di efficientamento energetico alla scuola dell’infanzia “Felici insieme”, in via Palestro 5 a Ravenna, del valore di 350 mila euro.
L’edificio, costituito da un unico corpo di fabbrica ad un solo piano fuori terra, è composto da un salone centrale sul quale si affacciano le aule e la zona servizi (cucina, depositi, ripostigli, spogliatoi). Il fabbricato è circondato da un’ampia area esterna a verde, utilizzata per le attività didattiche e ludiche all’aperto.
Il progetto prevede, tra gli altri, la realizzazione di interventi di efficientamento energetico tramite la sostituzione degli attuali infissi esterni con l’installazione di nuovi, in alluminio, dotati di vetro camera in grado di garantire adeguate prestazioni in termini di sicurezza e di isolamento termoacustico, migliorando il confort termico e acustico, con la conseguente riduzione del consumo energetico per la climatizzazione invernale.
Si provvederà inoltre all’installazione di sistemi di ombreggiamento del tipo tende frangisole motorizzate e tende alla veneziana.
È inoltre previsto il rifacimento della pavimentazione esterna disconnessa tramite rimozione di quella esistente in lastre in cemento prefabbricate e la sostituzione con pavimentazione autobloccante per rimuovere i dislivelli attualmente esistenti tra interno ed esterno.
La spesa è contenuta nel Piano degli Investimenti 2025 del Comune di Ravenna.
Inaugura domani pomeriggio (sabato 22 marzo) alle 16 al Circolo Ravennate e dei Forestieri di via Corrado Ricci 22, in centro a Ravenna, la mostra fotografica “Traversara 19 9 24”.
In esposizione, una selezione di foto di grande impatto, scattate dal noto fotografo ravennate Luigi Tazzari nella piccola frazione bagnacavallese all’indomani della devastante alluvione dello scorso settembre.
La mostra è organizzata dai quattro Lions Club di Ravenna (Host, Bisanzio, Dante Alighieri, Romagna Padusa) ed è a offerta libera: il ricavato sarà devoluto a favore degli alluvionati di Traversara.
Scampato il rischio di un’altra diffusa inondazione, nel territorio si fanno i conti con la gestione delle precipitazioni sempre più intense e frequenti. Ma i lavori in corso non bastano
Campi allagati a Brisighella (14 marzo)
Nel Ravennate si è sfiorata un’altra grande alluvione. Tra il 13 e il 14 marzo due intensi temporali hanno messo a rischio la tenuta degli argini, in particolare del fiume Lamone, e provocato allagamenti e danni a Brisighella. La quantità media di pioggia caduta è stata inferiore rispetto agli eventi del 2023 e 2024 (50-150 mm, contro i 250-350 dello scorso anno) e solo per questo si è evitato il peggio. Ma il territorio resta molto fragile e compromesso dai precedenti eventi, e ogni volta che piove tanto, i pericoli e le criticità sono enormi. Sono le conseguenze del riscaldamento globale di causa antropica, che in Romagna colpiscono più che altrove, e che i lavori della Regione non possono bastare a contenere.
La tabella elaborata da Pierluigi Randi, presidente dell’associazione meteorologi professionisti
La cronaca: cosa è accaduto L’evento temporalesco era atteso. La Protezione civile ha diramato l’allerta rossa per venerdì e sabato, e in tutta la provincia di Ravenna è stata ordinata la chiusura delle scuole, al fine di diminuire gli spostamenti. Le precipitazioni si sono accanite sulla fascia appenninica e hanno ingrossato i fiumi, facendo temere per l’arrivo delle piene in pianura. Tutti i sindaci del territorio coinvolto hanno disposto l’evacuazione delle case più a rischio, l’allestimento dei presidi di accoglienza e la chiusura delle strade vicino ai fiumi. Nel primo pomeriggio di venerdì il Santerno e il Lamone hanno superato la soglia rossa; il Senio, il Marzeno e il Ronco quella arancione. Ma gli argini hanno per lo più tenuto. Gli unici danni sono avvenuti a Brisighella, dove il Lamone ha allagato i campi e le case di circa 50 famiglie.
Il dibattito Una nota della Regione Emilia-Romagna ha erroneamente paragonato le precipitazioni della settimana scorsa con quelle delle precedenti alluvioni, affermando che «la situazione è rimasta sotto controllo anche grazie ai lavori effettuati negli ultimi due anni». Ma la realtà è più complessa. Secondo i dati Arpae, le ultime precipitazioni sono state meno della metà rispetto alle alluvioni del 2023 e 2024. «Non è vero che questa volta non ci siamo allagati grazie ai lavori», ha commentato lo scienziato ambientale ravennate Antonio Lazzari. «I dati ci dicono altro: non ci siamo allagati solo perché è caduta meno acqua». Ad ammetterlo è anche il presidente della Regione Michele De Pascale: «Gli interventi fatti negli ultimi due anni sono stati molto importanti, ma non sono ancora sufficienti a fronteggiare questa nuova normalità di eventi di pioggia violenti e frequenti. Se avesse piovuto ancora di più, difficilmente saremmo riusciti a contenere le acque nell’area di pianura».
La situazione, sottolinea Lazzari, è di emergenza costante: «Il nostro territorio non è in grado di accogliere grandi quantitativi di pioggia. L’aumento della temperatura è direttamente proporzionale alla quantità di acqua che rimane in sospensione nell’atmosfera. Oggi siamo solo a marzo, ma purtroppo nei prossimi mesi potremmo aspettarci molto peggio di ciò che è accaduto negli anni precedenti. E ogni anno sarà sempre più grave. Prima ce ne rendiamo conto e smettiamo di blaterare sui social, prima potremo trovare delle soluzioni, che sono molto complesse e difficili». Ma quanti e quali sono i lavori in corso? La Regione ha pubblicato un database che elenca oltre mille interventi, di cui 395 conclusi e il resto da avviare o terminare. Ma nella lista sono state inserite sia le opere urgenti di ricostruzione e ripristino, sia quelle di ordinaria manutenzione, che si effettuano a prescindere dalle emergenze. Inoltre, tutto ciò non può bastare a mettere in sicurezza il territorio.
Gli interventi: come evitare che accada di nuovo La crisi climatica è un fenomeno globale con conseguenze locali. Con l’aumento delle temperature dovuto alle emissioni di anidride carbonica, l’acqua evapora in maggiore quantità e si accumula nell’atmosfera, provocando precipitazioni sempre più intense e violente. Questo accade soprattutto nell’alto Adriatico, che essendo un mare basso, si riscalda più velocemente. Ma c’è un altro motivo per cui la Romagna è ritenuta un “hotspot climatico”, ovvero un luogo dove le conseguenze del riscaldamento globale sono più gravi che altrove: si tratta dell’eccessiva antropizzazione del territorio, favorita dalle politiche degli ultimi decenni. Il cemento, l’asfalto e la riduzione del verde contribuiscono ad aggravare le conseguenze delle forti piogge, poiché il suolo è più impermeabile e meno in grado di assorbire l’acqua. A ciò si aggiungono la deviazione e la costrizione dei fiumi in argini artificiali, che hanno eliminato lo spazio libero nel quale l’acqua poteva uscire in caso di piene. Peraltro, ogni piena stressa gli argini e quindi li rende più fragili e meno pronti a contenere l’evento successivo. In un territorio pianeggiante come l’Emilia- Romagna, un’ex palude con molte aree sotto il livello del mare, colpite dalla subsidenza e tenute all’asciutto da bonifiche e idrovore, tutto ciò è un mix esplosivo di cui oggi stiamo vedendo solo le prime conseguenze.
La situazione di emergenza è ormai costante. «È vietato utilizzare le parole eccezionale e straordinario», ha detto De Pascale al Post. «Se dopo una pioggia abbondante il livello sale fino a dieci metri, bisogna dare l’allerta. È come vivere in una zona sismica. Non è bello affrontare questo senso di precarietà, però non possiamo mentire alle persone». La consapevolezza sembra diversa rispetto a quella di maggio 2023, quando l’allora sindaco di Ravenna additava le tane delle nutrie (e gli ambientalisti che le difendevano) tra le cause delle esondazioni.
Mentre la duplice alluvione del 2023 ha rappresentato un trauma in un territorio ancora in gran parte inconsapevole, le repliche di settembre e ottobre 2024 sono state uno spartiacque necessario a far capire che questo tipo di evento sarà ricorrente e frequente. Le istituzioni locali sono dunque chiamate a ripensare subito e profondamente la gestione del territorio. Non per evitare altre alluvioni – che sono ormai certe – bensì per limitare i danni e invertire la rotta. L’interruzione delle emissioni inquinanti è una responsabilità delle politiche nazionali e globali, ma a livello regionale e comunale si può impedire altro consumo di suolo, smettere di costruire e rinaturalizzare il territorio. Oltre a ciò, sarà necessario spostare i complessi industriali e residenziali costruiti troppo vicino all’acqua, in zone oggi a elevato rischio di inondazione, e restituire più spazio ai fiumi.
I lavori propagandati da via Aldo Moro potranno cercare di tranquillizzare i cittadini impauriti, ma non bastano ad affrontare la situazione. Dopo l’evento del 2023, la Regione sta lavorando a un “Piano speciale per la ricostruzione post alluvione”. Si tratta di una serie di interventi per ridurre il dissesto idrogeologico, ripristinare o rafforzare le infrastrutture e potenziare la laminazione. Gran parte delle opere riguarda la ricostruzione di argini, strade ed edifici e la difesa attraverso muri e bacini di contenimento. In provincia di Ravenna, secondo il database della Regione, 99 interventi sono stati conclusi (per un totale di oltre 8 miliardi) e altri 205 devono ancora essere avviati o progettati. Tuttavia, il pensiero dietro il piano sembra quello di ripristinare la situazione pre-esistente e difenderla, anziché ripensarla. Nel piano non si parla di decementificare e delocalizzare interi quartieri o città, per dare più spazio ad acqua e piante, come la scienza suggerisce da tempo. Solo nelle aree più esposte alle inondazioni, i cittadini dovranno decidere se seguire il consiglio di traslocare oppure restare a proprio rischio e pericolo.
«Non parliamo di migliaia di abitazioni, ma sicuramente di qualche centinaio su cui agire in tempi rapidi, prevedendo per i cittadini un indennizzo per poter riacquistare una casa nuova», ha detto De Pascale. Tuttavia, le previsioni scientifiche prevedono che ad andare sott’acqua nei prossimi decenni non saranno poche centinaia di case, bensì un’intera regione. Per questo, anziché intervenire in post-emergenza, servirebbero visioni più lungimiranti e ingenti risorse.
Ad oggi il governo ha stanziato 2,5 miliardi per le opere più urgenti in tutta la regione, a cui si aggiungono 375 milioni dal Fondo di solidarietà europea, ma un’operazione di tale portata ha bisogno di molti più soldi – 40 miliardi solo nella provincia di Ravenna – e non è chiaro da dove arriveranno. Il rischio è che non basteranno per tutto, e che si sarà costretti a decidere quali zone salvare e quali sacrificare.