martedì
19 Agosto 2025

Crematorio di Ravenna: un estraniate e inospitale commiato per il caro estinto

Riceviamo e pubblichiamo questa riflessione di Luigi De Angelis sui limiti imposti all’incontro di parenti e amici per condividere un ultimo saluto

Forno Crematorio Ravenna«Mi rivolgo al vostro giornale per una riflessione. So quanto siete sensibili e attenti nel generare dibattiti vivaci che possano trasformarsi in contributo civico e culturale per la città di Ravenna.
Non abito più a Ravenna da alcuni anni, sono residente in Belgio (sono per metà Belga e metà Italiano), ma la mia compagnia teatrale Fanny & Alexander continua a essere attiva e a produrre nel territorio Ravennate. È inutile dire che mi porto nel cuore Ravenna per tanti motivi, per cui mi fa piacere poter far sentire la mia voce su un aspetto della vita quotidiana della città.

Recentemente la mia famiglia ha attraversato un lutto perché è deceduto mio padre, Leonardo De Angelis. La sua volontà è stata quella di esssere cremato.
L’esperienza del funerale ha generato in me e nella cerchia di persone che hanno accompagnato la salma fino al cimitero, presso l’impianto di cremazione alcune considerazioni e domande.

Funerale Laico LuceLa conformazione architettonica dell’impianto di cremazione del cimitero di Ravenna non prevede un luogo o camera del commiato per i parenti e la cerchia di amici. Nel momento in cui si arriva alla sbarra dell’impianto bisogna ovviamente scendere dall’auto, ma non esiste una camera o stanza o giardino o recinto in cui raccogliersi un’ultima volta per un saluto collettivo. Il “rituale” consiste in alcuni passaggi tecnici da farsi con gli impiegati (gentilissimi e disponibilissimi dell’Aser), fuori da una porta-garage, sul lato destro dell’edificio, dove si firmano dei documenti per la consegna delle ceneri, la bara viene fatta entrare, la porta del garage si chiude e si rimane tutti fuori, in un luogo di risulta, sull’erba, tra i pini (per fortuna il tempo era clemente)… È evidente che l’architettura di un tale spazio sia solamente funzionale e non accogliente, non prevede lo svolgersi di un rituale aconfessionale, alternativo a quello cattolico o a quello della tumulazione. Essendo cittadino Belga, ho assistito a rituali aconfessionali a Bruxelles in cui alla fine del funerale si può assistere al lento scivolare della bara nell’impianto di cremazione, immediatamente prima dell’incenerazione, in una stanza ampia, per almeno 50 persone, dove è possibile ascoltare una musica, vedere un video, delle immagini del parente che se ne sta andando. Un luogo che garantisca un’intimità, un rito a suo modo alternativo alla funzione religiosa in chiesa o a quello della tumulazione.

È evidente che il funerale è una rappresentazione simbolica per i vivi, ma ha una sua funzione catartica importante per la comunità degli amici e la cerchia stretta dei parenti, così come è importante la ricomposizione della salma all’interno della bara, la cura di ogni dettaglio per l’ultimo saluto. Avere un luogo dove guardarsi negli occhi, pronunciare un’ultima parola insieme. Si continua a vivere nello sguardo di chi rimane, per questo è importante avere un luogo dove potersi raccogliere, accanto al parente o amico che se ne va, giusto un attimo prima della sua tumulazione o cremazione, per testimoniare un’appartenenza, un legame, la trasformazione in atto…

Funerale LaicoLe domande che sorgono sono le seguenti: per quale motivo a Ravenna presso l’impianto di cremazione non esiste una sala del commiato per l’addio alla salma? Un luogo, un recinto, un’architettura che permetta una cerimonia laica del saluto? Per quale motivo la cremazione non può cominciare contestualmente al funerale? Esistono normative che lo impediscono, in Italia? C’è carenza di personale? Il forno non riesce a stare al ritmo dei funerali, ci sono troppe richieste? E se, per motivi tecnici, la cremazione non può essere fatta contestualmente al funerale, perché non prevedere ugualmente una stanza per una cerimonia laica del saluto, nel momento della consegna della bara? È un vuoto culturale o legislativo oppure una dimenticanza dell’architetto dell’impianto?

La mia famiglia è stata chiamata telefonicamente da Aser per poter assistere alla cremazione una mattina di qualche giorno dopo il funerale, alle 7.30. È ovvio che avvenendo vari giorni dopo il momento del funerale questa possibilità rimane assolutamente avulsa da una possibile ritualità comunitaria, è molto difficile poter prevedere una raccolta e chiamata di parenti. Da regista, attento alle scansioni e ai tempi sulla scena, che non sono mai puramente estetici, ma sempre essenziali per la profondità di un discorso, considero proprio questo strano singhiozzo temporale, questa scissione di tempi e impossibilità di una fluidità nella sequenza dei momenti del funerale, dalla camera ardente, alla chiusura della bara, all’arrivo al cimitero e impianto di cremazione e alla vera e propria cremazione a essere problematici e deficitari rispetto alle possibilità del rito cattolico tradizionale. Mi piacerebbe che una città come Ravenna, tradizionalmente attenta a contemplare le pluralità e diversità, potesse evolversi anche su questo aspetto.

Vi ringrazio fin da ora per avere accolto i miei pensieri!
Buona e lunga vita!

*Luigi De Angelis. Regista, scenografo e light designer, tra i fondatori di Fanny & Alexander, nato in Belgio e cresciuto a Ravenna, è attivo nel panorama della scena Europea in ambito teatrale e operistico.

Gene Gnocchi in piazza a Faenza per la festa di fine campagna del centrosinistra

Il celebre comico intervisterà il candidato sindaco Isola

GeneGnocchiUna chiusura della campagna elettorale quella di Massimo Isola e dell’ampia coalizione di centrosinistra che lo sostiene, all’insegna della musica e dell’ironia, in piazza a Faenza.

Clou della serata in veste di “special guest”  Gene Gnocchi che sul palco intervisterà Isola.

Prima e dopo la musica dei Funky Jazz Explosion, di Castellina Friends e dei Cadillac 61.

L’appuntamento è per venerdì 18 settembre alle 20.30 in Piazza del Popolo.

Camion pirata: l’autista si presenta ai vigili il giorno dopo aver ferito un 82enne

La polizia locale era sulle sue tracce grazie a testimonianze e videocamere

Ha avuto un incidente stradale con un apecar in cui è rimasto ferito un uomo di 82 anni e si è allontanato senza prestare soccorso, poi il giorno successivo si è presentato dai vigili urbani. È la sintesi di quanto accaduto lunedì 14 settembre alle 19 in via Pinarella a Cervia. Dai primi accertamenti, dalle testimonianze raccolte, ma soprattutto grazie al sistema di videosorveglianza e ai varchi di lettura targhe, l’attenzione degli operatori della polizia locale si è concentrata su un autocarro di una società di servizi del Forlivese, il quale corrispondeva per le caratteristiche al veicolo allontanatosi. Mentre erano in corso  le verifiche del caso per identificare il conducente, questi  il giorno successivo si è presentato spontaneamente presso gli uffici del Comando di Polizia Locale di Cervia,  ammettendo le sue responsabilità. A seguito dei fatti accertati il conducente cervese  M.A. di anni 34 è stato deferito a piede libero all’autorità giudiziaria  per essersi reso responsabile di fuga ed omissione di soccorso a seguito di incidente stradale con feriti che lo vedeva coinvolto.

Il comandante della polizia locale Sergio Rusticali ha dichiarato: «Le preziose testimonianze delle persone e i sistemi di videosorveglianza sono stati determinanti per svolgere un’indagine accurata che portasse ad individuare il responsabile. Sempre più sono frequenti le situazioni di omissioni di soccorso, per questo è indispensabile la collaborazione di tutti nel testimoniare quanto visto, al fine del buon esito delle indagini e per chiarire con certezza l’accaduto».

Giretto d’Italia: vince la città che ha più biciclette, non importa pedalare veloce

Basterà recarsi al lavoro o a scuola passando in uno dei cinque check point: via Maggiore, via Romea sud, via Mazzini, viale Randi e viale Santi Baldini tra le 7.30 e le 9.30

Pista Ciclabile 600x400È una gara in bicicletta in cui non serve andare veloci ma bisogna essere in tanti. Giovedì 17 settembre i ravennati potranno partecipare all’evento Giretto d’Italia promosso da Legambiente e che si sta svolgendo in varie città italiane. Si tratta di una gara in città, il cui scopo è quello di promuovere gli spostamenti casa-lavoro e/o casa-scuola effettuati tramite bicicletta e altri mezzi di micromobilità elettrica.

Partecipare è semplice: basterà recarsi al lavoro o a scuola in bici, passando in uno dei cinque check point allestiti in via Maggiore (presso farmacia incrocio semaforo via Fiume Montone Abbandonato), via Romea sud (rotonda viale Po), via Mazzini (angolo via Tombesi dall’Ova), viale Randi (fermata bus parcheggio ospedale) e viale Santi Baldini (angolo via Alberoni) tra le 7.30 e le 9.30 del mattino. Vincerà la città che totalizzerà, nel periodo di monitoraggio, il maggior numero di spostamenti e quindi di passaggi di biciclette.

L’evento rientra tra le iniziative della Settimana Europea della mobilità in svolgimento dal 16 al 22 settembre.

La passerella in darsena piace e il Comune chiede allo Stato i soldi per prolungarla

La giunta punta a una rimodulazione dei fondi destinati a progetti di privati ormai saltati, come quello del recupero del Sigarone

INAUGURAZIONE PASSEGGIATA LUNGO IL CANDIANO IN DARSENA A RAVENNALa giunta del Comune di Ravenna, in una delibera approvata nei giorni scorsi, propone al Comitato di monitoraggio della presidenza del Consiglio dei ministri la rimodulazione del progetto “Ravenna in Darsena – il mare in piazza”, chiedendo di reindirizzare parte dei fondi che il cosiddetto Bando periferie ha assegnato ad alcuni dei 12 interventi ammessi ai finanziamenti nel 2018.

Al Comitato di monitoraggio, in particolare, il Comune chiede di poter utilizzare 2 milioni e 22mila euro per il prolungamento della passeggiata lungo il canale Candiano, il cui primo tratto, inaugurato nel luglio scorso – si legge nella nota dell’Amministrazione – “è molto apprezzato da cittadini e turisti dimostrando, fin dalla sua entrata in funzione, una grande efficacia nel raggiungimento degli obiettivi del progetto di rigenerazione della Darsena”. Significherebbe poter aggiungere un tratto molto più lungo agli attuali 280 metri. Se sarà concesso anche l’utilizzo di un solo milione di euro, a suo tempo assegnato al recupero dell’edificio di archeologia industriale noto come “Sigarone”, sarà possibile completare l’intera passeggiata fino al ponte mobile.

Dalla sottoscrizione della convenzione tra la presidenza del Consiglio dei ministri e il Comune di Ravenna nella primavera del 2018, sono stati realizzati totalmente o in parte diversi degli interventi programmati ed altri sono in corso di costruzione, ma è emerso solo ora, su esplicita domanda dell’Amministrazione comunale al Comitato di monitoraggio, l’obbligo della piena applicazione del Codice dei contratti pubblici anche per i soggetti privati e ciò ha generato un cambio di scenario. Alcuni di loro, per la complessità e per gli stretti vincoli dei bandi pubblici, non risultano più interessati a proseguire nella realizzazione dei progetti, mentre altri hanno deciso di non attendere la risposta da Roma finanziando interamente gli interventi di propria competenza.

Da qui la possibilità di ottenere che parte di quei finanziamenti del Bando periferie siano utilizzati per il completamento della passerella.

La Finanza negli alberghi a 4 e 5 stelle di Milano Marittima: 22 lavoratori in nero

Pagati in contanti per circa 300mila euro. In arrivo la maxi-sanzione, fino a 10mila euro per ogni irregolare

Guardia Di FinanzaNell’ambito dell’azione di contrasto all’impiego della manodopera irregolare, le Fiamme Gialle del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ravenna hanno eseguito un controllo nei confronti di un imprenditore di Milano Marittima, gestore di alcune strutture alberghiere a quattro e cinque stelle.

L’attività ispettiva ha consentito di identificare ben 22 lavoratori completamente in “nero”, cioè sprovvisti di contratto di assunzione e della preventiva comunicazione ai competenti uffici del lavoro, per i quali è stata avviata la procedura di irrogazione della cosiddetta “maxi-sanzione”, che va da un minimo di 1.800 euro ad un massimo di 10.800 euro per ogni lavoratore.

Per gli altri cinque dipendenti “irregolari” gli accertamenti eseguiti hanno permesso di appurare che gli stessi prestavano più ore lavorative rispetto a quelle poi registrate nel Libro Unico del Lavoro e, quindi, contabilizzate in busta paga. Per tali violazioni il datore di lavoro è stato diffidato alla regolarizzazione delle posizioni lavorative, mentre con riguardo l’omesso versamento dei contributi dovuti in ragione delle retribuzioni corrisposte in “nero” è stata coinvolta la Direzione Provinciale dell’Inps per l’applicazione delle relative sanzioni.

Inoltre, il pagamento in contanti ai lavoratori dei compensi in “nero” per circa 300.000 euro è stato posto a base della contestazione, “in via presuntiva”, di maggiori ricavi per pari importo ritenuti incassati dall’imprenditore cervese, ma sottratti a tassazione.

L’allarme del Comune: «Nessuno passa a riscuotere la Tari a casa, è una truffa»

Alcuni sedicenti operatori pubblici starebbero contattando anziani per la tassa sui rifiuti

Sono pervenute al Comune di Lugo alcune segnalazioni di tentate truffe agli anziani. In particolare, alcuni sedicenti operatori del Comune stanno chiedendo soldi ai cittadini per il pagamento della Tari, la tassa sui rifiuti. Il Comune comunica che si tratta appunto di una truffa e invita la popolazione a non dare alcuna somma a chi si presenta a casa con questa motivazione e segnalare tempestivamente l’episodio alle autorità. Si ricorda che il pagamento della Tari avviene tramite il Modello F24 allegato alla bolletta che sarà recapitata via posta nei prossimi giorni ai cittadini. Il pagamento non avviene mai direttamente a operatori che si presentano a casa.

Covid, altri 15 contagi in provincia di Ravenna: 11 sono avvenuti in famiglia

 

Ravenna è ancora tra le province con più casi giornalieri di Covid in Emilia-Romagna. Sono 15 quelli registrati nelle ultime 24 ore, con i dati aggiornati alle 12 di oggi, 16 settembre. Su 15 nuovi casi, 12 sono contatti di contagi già noti (11 in ambito famigliare), mentre due sono casi sporadici emersi a seguito di sintomi e uno a seguito di tampone eseguito spontaneamente dal paziente. Tutti sono in isolamento domiciliare.

Il bollettino regionale. Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna sono stati registrati 33.862 casi di positività, 106 in più rispetto a ieri, di cui 52 asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali.

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei 106 nuovi casi, 66 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone e 52 sono stati individuati nell’ambito di focolai già noti.

Sono 12 i nuovi contagi collegati a rientri dall’estero, per i quali la Regione ha previsto due tamponi naso-faringei durante l’isolamento fiduciario se in arrivo da Paesi extra Schengen e un tampone se di rientro da Grecia, Spagna, Croazia e Malta. Il numero di casi di rientro da altre regioni è 8.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 39 anni.

Su 52nuovi asintomatici, 11 sono stati individuati attraverso i test per categoria introdotti dalla Regione, 4 tramite i test pre-ricovero, 36 grazie all’attività di contact tracing mentre in 1 caso da screening sierologico.

Per quanto riguarda la situazione nel territorio, il maggior numero di casi si registrano nelle province Bologna (22), Modena (16), Ravenna e Ferrara (15).

I tamponi effettuati sono 10.024, per un totale di 1.050.690. A questi si aggiungono anche 2.971 test sierologici.

I casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 4.179 (77 in più di quelli registrati ieri). Non si registra alcun decesso.

Le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 3.986 (69 in più rispetto a ieri), il 95% dei casi attivi. I pazienti in terapia intensiva sono 19 (2 in più rispetto a ieri), mentre i ricoverati negli altri reparti Covid 174 (+6).

Le persone complessivamente guarite hanno raggiunto quota 25.213 (+29 rispetto a ieri): 9 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 25.204 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Questi i nuovi casi di positività sul territorio, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.919 a Piacenza (+7, un sintomatico), 4.128 a Parma (+5, di cui 1 sintomatico), 5.628 a Reggio Emilia (+9, di cui 5 sintomatici), 4.723 a Modena (+16,  di cui 5  sintomatici), 6.016 a Bologna (+22, di cui 18 sintomatici), 543 a Imola (+6, di cui 3 sintomatici ), Ferrara 1.346 ( +15, di cui 8 sintomatici ), a Ravenna 1.682  (+15, di cui 6 sintomatici), 1.280 a Forlì (+1, nessun sintomatico ), 1.071 a Cesena (+5, tutti sintomatici ) e 2.526 a Rimini (+5, di cui 2 sintomatici)

Inaugura ufficialmente il mini-mercato autogestito della coop Stadera, con 130 soci

Un progetto sperimentale con l’obiettivo di aprire un vero e proprio supermercato

Minimercato Stadera 3È programmata per sabato 19 settembre a Ravenna l’inaugurazione della cooperativa Stadera, con un Open Day dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19 nei locali del mini-mercato in via Veneto 4.

Il progetto, partito in via sperimentale qualche mese fa nonostante la crisi epidemica, si riafferma ufficialmente e con forza portando nel suo paniere già 130 soci cooperatori con un’idea alternativa  nel settore della distribuzione.

Stadera apre quindi eccezionalmente le porte a chi vuole scoprire il negozio, che è solo il primo passo verso l’apertura di un supermercato quando il numero di soci sarà sufficientemente alto.

Un progetto che conta già un assortimento di tutto rispetto: una gamma di circa 400 prodotti selezionati prevalentemente nel biologico, nella filiera corta, ecostenibile e sociale e a cui si aggiungeranno a breve i latticini,  un’offerta di circa 60 prodotti sfusi sia alimentari che per la detergenza personale e della casa.

Stadera non è un progetto di tipo associativo ma una vera e propria impresa, pur senza fini di lucro ma improntata al totale reinvestimento degli introiti, un’esprienza sostenuta dal volontariato dei soci che credono nella compartecipazione delle scelte e all’autorganizzazione della cooperativa.

Un’esprienza innovativa anche negli strumenti, con la predisposizione dell’e-commerce per evitare assembramenti in negozio, la gestione informatica, la Stadera card che permette di precaricare credito per poi fare la spesa senza pensieri sul pagamento.

«Stadera – si legge nel comunicato inviato alla stampa – vuole essere anche un punto di incontro per le  tante associazioni e realtà ravennati impegnate nella lotta allo spreco, nella riduzione degli imballaggi e dell’inquinamento da plastica, nella promozione di una filiera produttiva equa, sostenibile e responsabile». L’open day sarà quindi anche un’occasione per invitarle ed incontrarle, nonché per trovare il primo prodotto a marchio Stadera realizzato in collaborazione con le altre food coop emiliano-romagnole: Pomilla, la passata locale, etica e biologica.

Oltre alla giornata di inaugurazione ed Open Day, il minimercato di Stadera è aperto ai soci lunedì, mercoledì e venerdì al pomeriggio, martedì mattina e sabato tutta la giornata.

In questo intenso fine settimana Stadera sarà inoltre presente con uno stand promozionale alla fiera Bell’Italia in Piazza del Popolo a Ravenna.

È sempre possibile aderire alla cooperativa, attraverso una quota base di almeno 25 euro.

Tutte le informazioni sulla cooperativa ed il modulo per aderire sono disponibili all’indirizzo: www.staderacoop.it .

Festa di San Michele in epoca Covid: accessi contingentati e osterie su prenotazione

Le misure da adottare in vista dell’evento in programma dal 25 al 29 settembre

Piazza Della Liberta BagnacavalloSarà una Festa di San Michele rinnovata e ripensata alla luce delle normative anti Covid-19 quella che si svolgerà a Bagnacavallo da venerdì 25 a martedì 29 settembre.

In primo luogo, l’accesso a tutta l’area della manifestazione sarà contingentato e consentito soltanto con l’utilizzo della mascherina.

Per favorire il distanziamento su strade e piazze sono state contenute le occupazioni di suolo pubblico ed è stato ridimensionato il tradizionale Mercato di San Michele, che occuperà soltanto una parte di via Mazzini il pomeriggio e la sera di sabato 26 e nelle giornate del 27 e 29 settembre. Non si svolgeranno invece né il mercato Di Buono e di Bello in via Ramenghi né il Mercatino dei ragazzi, tradizionalmente previsto in piazza della Libertà nel pomeriggio del 29. Gli appuntamenti dedicati ai bambini si sposteranno dall’Arena di piazzetta Carducci al Giardino dei Semplici, dove l’accesso sarà contingentato a cura degli organizzatori dei singoli appuntamenti.

In piazza della Libertà non sarà installato il palco con la platea di sedie, mentre spettacoli a ingresso contingentato e su prenotazione sono previsti al Teatro Goldoni con Accademia Perduta/Romagna Teatri e Accademia Bizantina e al chiostro di San Francesco con il Collettivo Magma.

Le osterie della festa quest’anno saranno sei e sarà possibile gustare le loro specialità soltanto su prenotazione: Mucho Gusto alla Pieve di San Pietro in Sylvis, La Cicala in via Garibaldi 75. L’Azdora in via Mazzini 49, I sapori della Musica in via Baracca 8, Ristor’Ail in via Cadorna 12, la Locanda dell’Arcangelo in via Mazzini 1. I recapiti e le modalità di prenotazione sono pubblicati sul sito www.festasanmichele.it.

Saranno poi presenti, accanto ai ristoranti e agli esercizi pubblici del centro, alcuni piccoli punti ristoro gestiti da associazioni di volontariato secondo i necessari protocolli Covid.

Sarà adottato un piano generale per la gestione dei flussi dei partecipanti le cui disposizioni saranno diffuse nei prossimi giorni.

Il consiglio degli organizzatori è quello di programmare la propria visita per tempo e si ricorda che tutte le mostre saranno già visitabili nei giorni precedenti la festa e resteranno aperte anche nelle settimane successive.

Sciopero alla centrale Enel: «Organici inadeguati, sicurezza a rischio»

Una giornata di fermo per il 28 settembre alla Teodora. I sindacati lamentano l’ennesimo rifiiuto di conciliazione dell’azienda

Centrale Enel TeodoraI lavoratori della centrale Enel di Porto Corsini hanno proclamato una giornata di sciopero per il 28 settembre con la fermata dell’impianto Teodora sulla sponda del Candiano. “La situazione è diventata insostenibile – si legge in un comunicato firmato dalle segreterie territoriali dei sindacati di categoria Filctem, Flaei e Uiltec –: gli organici non sono adeguati a condurre in sicurezza gli impianti che hanno ripreso a funzionare con continuità, la manutenzione non viene più eseguita con regolarità ed è troppo spesso appaltata”.

La proclamazione dello sciopero è arrivata a seguito dell’esito negativo dell’ennesimo tentativo di conciliazione davanti alla direzione aziendale e coinvolge anche la centrale Amaldi di Piacenza. Lo sciopero sarà così articolato: per tutto il personale in orario giornaliero intera giornata lavorativa; per tutto il personale turnista tutte le linee di turno dalle 6 del 28 settembre alle 6 del 29 settembre; per tutto il personale semiturnista di Porto Corsini, tutti i semiturni che ricadono il 28 settembre.

«La sicurezza – prosegue ancora la nota dei sindacati –, ritenuta da Enel un cardine fondamentale dell’operatività quotidiana, è diventata uno slogan; non viene più percepita dai lavoratori che non sono più nelle condizioni di svolgere le proprie mansioni con la necessaria tranquillità. Le risposte ricevute da Enel in merito alle nostre richieste non sono sufficienti, abbiamo bisogno di dare risposte certe e immediate a tutti quei lavoratori che negli ultimi anni hanno pagato il prezzo delle scelte irrazionali effettuate dall’azienda. Per questi motivi abbiamo deciso di proclamare una prima giornata di sciopero con la fermata degli impianti e per questi motivi, se Enel non presenterà soluzioni concrete ai nostri problemi, continueremo la nostra battaglia con altre iniziative».

Tra le motivazioni dello sciopero si fa riferimento «all’esasperante lentezza aziendale nel riportare la consistenza del personale e le relative professionalità ai livelli previsti», al «susseguirsi di episodi posti al limite delle norme di sicurezza, spesso determinati dalla cronica carenza di personale presente in turno e giornaliero», «il continuo ricorso a prestazioni straordinarie, i cambi di turno e gli spostamenti di riposo a cui è sottoposto il personale di esercizio, evidentemente privo della consistenza necessaria a mantenere un regime di turnazione stabile».

Un altro ministro del Movimento 5 Stelle a Faenza per il candidato sindaco Pd

Federico D’Incà in piazza con anche i parlamentari Croatti, Lanzi, Sarti e Mollame

Federico DIncà
Il ministro D’Incà

Dopo Di Maio, un altro ministro del Movimento 5 Stelle è in arrivo a Faenza.

L’appuntamento è con Federico D’Incà, ministro per i Rapporti con il Parlamento con delega alle Riforme istituzionali, venerdì 18 settembre attorno a mezzogiorno al bar Centrale di piazza del Popolo.

Saranno presenti il sindaco Giovanni Malpezzi e il candidato sindaco del centrosinistra, Massimo Isola, della cui coalizione fa parte come ormai noto anche il Movimento 5 Stelle.

Annunciate anche le presenze dei parlamentari grillini Marco Croatti, Gabriele Lanzi, Giulia Sarti, Francesco Mollame e dell’europarlamentare Sabrina Pignedoli.

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi