domenica
14 Settembre 2025

Flash mob in ospedale: la protezione civile ringrazia il mondo della sanità

A Ravenna Mistral ha partecipato «a nome di tutti i volontari»

DSC 8232La Protezione Civile dell’Emilia Romagna ha voluto dire grazie a tutto il mondo della sanità che è impegnato quotidianamente per gestire e superare l’emergenza legata al coronavirus.

Anche in ospedale a Ravenna si è svolto per questo motivo un flash mob, con tanto di tricolore.

L’associazione Mistral della protezione civile di Ravenna ha ringraziato gli operatori a nome di tutti i volontari.

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Le celebrazioni di Pasqua trasmesse dal duomo in diretta via Facebook, radio e tv

Gli appuntamenti del triduo saranno officiati dal vescovo

Il vescovo Ghizzoni

Tutte le celebrazioni del triduo pasquale a Ravenna si terranno nella cattedrale, presiedute dall’arcivescovo Lorenzo Ghizzoni e concelebrate dal parroco don Arienzo Colombo, ma saranno visibili solo in streaming sulla pagina Facebook del settimanale diocesano Risveglio 2000, via radio (Ravegnana Radio Inblu: 94 Mhz, www.ravegnanaradio.it) o in tv.

Celebrazioni senza fedeli anche per la Settimana santa come richiesto dalle attuali norme per contenere la diffusione del contagio da Covid-19 e come stabilito dagli orientamenti della Cei.

In particolare, la Messa in Coena Domini è in programma giovedì 9 aprile alle 18 (sulla pagina Facebook di Risveglio Duemila e su Ravegnana Radio).

La celebrazione della Passione sarà venerdì 10 aprile, alle 18 (sulla pagina Facebook di Risveglio Duemila e su Ravegnana Radio).

Sabato 11 aprile, sarà invece Teleromagna a trasmettere, sul canale 14, la Veglia pasquale alle 21.

Infine, domenica 12 aprile, la Messa di Pasqua sarà trasmessa sulla nostra pagina Facebook e da Ravegnana Radio alle ore 11. Le dirette sono accessibili anche a chi non ha un profilo Facebook digitando su pc o lo smartphone www.facebook/watch.

Pasqua, l’appello delle istituzioni: «Restate a casa, non sprechiamo sforzi fatti»

Sindaci e consiglieri comunali del territorio invitano la popolazione a rispettare le limitazioni ancora in vigore. Saranno rafforzati i controlli

IMG 5544Si avvicina il weekend di Pasqua e dalle istituzioni locali arriva l’invito, ancora una volta, a rispettare le disposizioni di contenimento del Covid-19. Restano ancora valide tutte le norme che impediscono la circolazione delle persone se non per motivi di salute, lavoro o improcrastinabile necessità. Le uniche attività consentite sono quelle di passeggiate entro i 200 metri dalla propria abitazione o per bisogni fisiologici degli animali. È vietato andare nelle seconde case al mare o in collina. Le sanzioni vanno da un minimo di 400 euro a un massimo di tremila, con aggiunta della denuncia penale per chi violasse l’obbligo di quarantena.

Temendo una maggiore propensione agli spostamenti proprio per le festività, la prefettura ha disposto maggiori controlli controlli e saranno fatte rispettare rigorosamente le restrizioni, applicando le sanzioni previste.

Le forze politiche in consiglio comunale a Ravenna, maggioranza e opposizione, hanno diffuso un appello congiunto ai cittadini. «Non possiamo pensare che l’emergenza Coronavirus sia già in fase di superamento, anzi siamo nella fase più delicata. L’attenzione deve continuare a rimanere alta: non allentiamola proprio adesso, altrimenti i sacrifici di tutti noi saranno stati inutili. Il tessuto economico del nostro territorio è già fortemente in difficoltà e non possiamo rischiare di compromettere, comportandoci imprudentemente, una possibile riapertura delle attività produttive, nei tempi e coi limiti che saranno imposti dalle autorità sanitarie. Non possiamo permettercelo. Solo con comportamenti responsabili e con la tenacia e costanza che da sempre contraddistingue la comunità ravennate, potremo garantire la salute e il benessere delle nostre famiglie».

Appello analogo arriva dai sindaci della Romagna Faentina: «La progressiva stabilizzazione dei dati dei contagi nella nostra Unione dei Comuni è un dato positivo, che incoraggia ma che deriva dalla rigida applicazione delle misure restrittive adottate da un mese a questa parte. Questo dato non deve pertanto illudere nessuno. Il pericolo di una espansione del Covid-19 è dietro l’angolo e oggi non bisogna assolutamente abbassare la guardia e vanno rispettate puntualmente le restrizioni vigenti. I sindaci, nell’augurare Buona Pasqua a tutti i cittadini, confidano che ciascuno rispetti le regole ed invitano tutta la popolazione a rimanere in casa».

Anche Massimo Medri, primo cittadino di Cervia, chiama i suoi concittadini al senso di responsabilità: «Siamo in una fase molto delicata dell’emergenza; i dati che ci pervengono dalle autorità sanitarie confermano che i provvedimenti assunti cominciano a dare i primi risultati positivi. Invito tutta la popolazione ad osservare scrupolosamente tutte le norme in vigore. Capisco la difficoltà di ognuno a rimanere a casa, soprattutto in questo periodo di festività pasquali, ma è assolutamente necessario farlo per proteggere sé stessi e gli altri. È un doveroso comportamento che dobbiamo tenere anche per rispettare il lavoro di tutti coloro che si stanno sacrificando per farci uscire da questo incubo. I controlli saranno rigorosi e invitiamo tutti a collaborare e a segnalare eventuali comportamenti scorretti alle autorità. Un grazie a tutti i cittadini che stanno collaborando con spirito civico e responsabilità».

La Uisp chiede ai piccoli scacchisti un disegno sul progetto fatto a scuola

La realtà di promozione sportiva ha portato torri e alfieri nelle scuole elementari e ora per mantenere i rapporti fra i partecipanti lancia un’idea sul proprio sito

Scacchi Bambini Uisp 3In questo momento così particolare con le scuole chiuse dal 23 febbraio e l’obbligo di restare a casa per non diffondere il coronavirus, la Uisp Ravenna-Lugo sta cercando di mantenere un legame con i bambini del progetto scacchi che da 15 anni coinvolge le primarie del comune di Ravenna.

È nata l’idea di aprire una pagina dedicata sul sito web della Uisp, «uno spazio nel quale – spiega Alberto Piergiacomi, referente della Uisp territoriale per il progetto scacchi – i ragazzi diventino protagonisti, salgano loro in cattedra e ci insegnino qualcosa. Abbiamo chiesto che ci raccontino qualcosa del progetto scacchi, attraverso un disegno o un breve scritto che noi stiamo provvedendo a pubblicare in un’apposita galleria di immagini. Ci siamo rivolti alle classi e alle scuole che quest’anno hanno già frequentato i corsi perché ci sembravano quelle più adatte, ma essendo questo uno spazio che vogliamo considerare aperto, ed al quale non vogliamo porre limiti, tutti i ragazzi che hanno partecipato ai corsi negli anni passati e vogliono inviarci un loro contributo potranno farlo. Stesso discorso per chi attendeva di poter partecipare al corso e che evidentemente dovrà aspettare ancora un po’».

Scacchi Bambini Uisp 7Il progetto degli scacchi nelle scuole punta ad avvicinare i piccoli, indicativamente dagli 8 agli 11 anni e dunque delle classi Terze, Quarte e Quinte ad uno dei giochi più antichi ed affascinanti che mette alla prova ingegno e strategia, «elementi fondamentali per la crescita non solo fisica, ma anche mentale, dei bambini».

Ora che tutto è fermo ci si inventa qualcos’altro per «conservare un contatto umano con i nostri allievi, per sentirci tutti meno soli, per sottolineare che anche fermi in casa possiamo proporre qualcosa di interessante».

Piergiacomi infine ringrazia tutte le maestre che in questi anni «ci hanno supportato sempre con grande entusiasmo e i dirigenti scolastici che hanno avallato il nostro progetto, oltre a Fabrizio Mordenti, l’istruttore che ha seguito quasi tutte le classi, e Antonio Mellini che ha coordinato il progetto con me».

Pestato e rapinato dopo il volontariato agli anziani, tre minorenni arrestati

Aggressione in pieno giorno al parco Teodorico con un bastone e il collo di una bottiglia di vetro rotta. Per la vittima prognosi di 25 giorni. Un quarto giovane è ricercato

RAVENNA 19/06/18. SPACCTA IN VIA CIRCONVALLAZIONE MOLINETTOMentre tornava a casa in bicicletta dopo un turno di volontariato per una associazione che distribuisce farmaci agli anziani durante l’emergenza sanitaria, un 23enne è stato agganciato da un gruppo di quattro giovani che lo hanno picchiato e rapinato. I carabinieri hanno arrestato tre minorenni (14, 16 e 17)  e un quarto complice è ancora ricercato. È successo nel pomeriggio del 6 aprile al parco Teodorico di Ravenna. La notizia è riportata sulle pagine delle edizioni odierne di Resto del Carlino e Corriere Romagna.

Secondo la testimonianza della vittima, uno dei giovani lo avrebbe fermato con una scusa mentre pedalava in bicicletta e poi sarebbe scattato il pestaggio di gruppo usando anche un bastone e il coccio di vetro di una bottiglia rotta. Per il 23enne la prognosi è di 25 giorni. A interrompere la furia degli aggressori l’arrivo casuale di un passante a spasso con il cane. Il gruppo è fuggito con lo zainetto del 23enne che è stato ritrovato poco dopo dai carabinieri intervenuti.

L’apertura è sospesa e intanto il circolo tennis costruisce nuovi campi da padel

In via Medaglie d’Oro nuovi spazi con area pubblico per tornei e partite e un nuovo spogliatoio: «Vogliamo essere pronti per la ripartenza più forti di prima»

Tennis Club Faenza Rendering Nuovi Campi Da PadelL’emergenza coronavirus impedisce l’apertura dei centri sportivi e le strutture ne approfittano per tirarsi a lucido e farsi trovare pronte alla riapertura. Lo sta facendo il Tennis Club Faenza dove sono iniziati i lavori per realizzare due campi da padel di ultima generazione, con area pubblico dedicata per tornei e partite, ed è stato completato il nuovo spogliatoio realizzato “ad hoc” per tennis e padel.

«Stiamo lavorando per mettere a disposizione dei nostri soci questo nuovo sport molto amato, ma anche per fornire loro agevolazioni e promozioni dedicate, che ne rendano l’utilizzo ancora più gradito – spiega l’avvocato Carlo Zoli, presidente club -. Al momento i lavori sono sospesi, ma contiamo di poterli riprendere appena sarà possibile e concluderli nel giro di pochi mesi». Il nuovo spogliatoio sarà in funzione subito dopo la riapertura: «Verrà riservato ai soci, che vi potranno accedere con un apposito badge».

Il circolo di via Medaglie d’Oro sta allestendo anche una nuova sala Tv, con un grande schermo da 60” per una visione ottimale dei canali sportivi. «Vogliamo rendere ancor più attrattivo il nostro circolo, tra tennis, padel, ma anche calcetto, la palestra frequentata non solo dai soci, così come le altre strutture, bar e ristorante, che lavorano anche fuori dall’ambito dei soci, il tutto per fornire un’offerta sempre più ampia. Quando ripartiremo, torneremo più forti di prima».

«Rischiamo si diffonda la preesistente cultura dell’obbedienza volontaria per paura»

La sociologa Raffaella Sutter: «Il linguaggio bellico del Covid-19 come nemico ci impedisce di comprendere cosa sta succedendo, un’emergenza sanitaria si trasforma in emergenza sociale ed economica perché siamo in un sistema fragile»

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Raffaella Sutter

Raffaella Sutter, 65 anni, è sociologa, è stata dirigente del Comune di Ravenna occupandosi prima di servizi sociali, poi di politiche giovanili, pari opportunità, immigrazione, cooperazione decentrata, progetti di cittadinanza attiva. Svolge tuttora un’attività di consulenza e ricerca per organismi che si occupano in particolare di cooperazione internazionale. È una delle voci ravennati che abbiamo invitato sulle nostre pagine per immaginare il dopo coronavirus.

Spesso si sente dire che “niente sarà più come prima” finita la pandemia, che la crisi è un momento di catarsi che cambierà i valori, comportamenti e le relazioni tra le persone; ma probabilmente non li cambierà in meglio. Neanche usare la metafora della guerra ci aiuta a capire gli scenari futuri, perché non siamo in guerra, anzi il linguaggio bellico del covid 19 come nemico ci impedisce di comprendere cosa sta succedendo: un’emergenza sanitaria si trasforma in emergenza sociale ed economica non perché c’è un nemico ma perché siamo in un sistema fragile che non è in grado di farsi carico delle sue componenti più deboli da punto di vista della salute, dell’età, della malattia psichica, della fragilità sociale, della precarietà economica.

La pandemia ci mostra tulle le criticità del nostro sistema sociale e politico e gli strumenti con cui la affrontiamo sono in perfetta continuità con esse. E lo scenario futuro che si configura è un aggravarsi della crisi che già era in atto. La pandemia evidenzia ancora di più le disuguaglianze economiche, la precarizzazione del mercato del lavoro, l’esistenza di sacche di povertà soprattutto al sud; le misure emergenziali decise dal Governo cercano di tamponare gli esiti più tragici per chi si ritrova senza alcun reddito, ma anche fossero efficaci, non modificano strutturalmente la situazione pre covid19, che ritroveremo aggravata nel post.

Adult Business Computer 374720Anche la didattica a distanza, con la chiusura delle scuole, amplia le disuguaglianze già esistenti e non include tutti e tante altre sono le misure di emergenza che, per tutelare la salute di tutti, hanno aggravato le condizioni di salute psichica di tanti; i lutti, la violenza domestica, il carico di cura di famiglie con disabili, il disagio psichico, l’isolamento che tanti si trovano ad affrontare, lasciano un segno e prefigurano ulteriori situazioni di disagio psichico e sociale nel post covid19.

Il sistema sanitario smantellato, frammentato, privatizzato, con poco personale e posti letto, non ha retto l’urto e si è rivelato fragile in due nodi cruciali, la prevenzione e le terapie intensive, ma difficilmente in futuro ci saranno le risorse per ripristinare un sistema sanitario pubblico ed equamente distribuito, né per sostenere l’occupazione dei tanti giovani medici e infermieri precari oggi catapultati nell’emergenza.

DSC 5170È prevalsa poi una logica della sicurezza di tipo poliziesco e limitativo delle libertà personali, che ha allentato i legami sociali, annullato i riti collettivi, indotto a denunciare come untore chi esce di casa, a sanzionare i senza tetto. Il clima d’odio c’era già (prima verso i migranti) ed è stato acuito dalla pandemia, ma, in una situazione di precarietà, paura, diffidenza, colpevolizzazione dei cittadini, rischia di consolidarsi e prevalere la logica del controllo sociale rispetto alle iniziative solidaristiche pur esistenti.

La limitazione delle libertà personali ed il controllo poliziesco dei comportamenti, la sorveglianza coi droni o il prospettato tracciamento digitale della mobilità, insieme all’adozione di procedure normative d’emergenza (DPCM) e alla riduzione del ruolo del Parlamento, aprono anche per il futuro uno scenario inquietante per la democrazia; dice il garante della privacy Soro che proporzionalità e ragionevolezza degli interventi oltre alla loro temporaneità sono la chiave per tornare alla normalità e per evitare il rischio di “scambiare per efficienza la rinuncia ad ogni libertà e la delega cieca all’algoritmo”.

Ma il rischio per il futuro è il diffondersi della già preesistente cultura della obbedienza volontaria per paura e insicurezza; come dice il filosofo M. Benasayag, l’epidemia è il sogno del tiranno.

Fiamme in una abitazione dopo un’esplosione, un uomo ferito grave

Sul posto i vigili del fuoco e la polizia locale. Accertamenti in corso sulle cause

Una violenta esplosione in una abitazione di Cotignola in via 4 novembre nel pomeriggio di oggi, 8 aprile. Un uomo di circa 60 anni, l’unico residente, è rimasto gravemente ferito: dopo l’iniziale ricovero all’ospedale di Lugo è stato trasferito al centro grandi ustionati del Bufalini di Cesena.

Al momento non è ancora chiara la causa della deflagrazione nella casa. Dopo lo scoppiosi sono sviluppate fiamme e sono intervenuti i vigili del fuoco con il supporto della polizia locale e dei carabinieri. Il personale del 118 ha preso in cura il ferito. Sul posto anche il sindaco Luca Piovaccari.

Mascherine gratuite, l’appello del sindaco: «Lasciatele a chi non può permettersele»

Il Comune di Ravenna ne ha ricevute 70mila su 175mila destinate alla provincia. Una metà sarà consegnata a anziani e persone in difficoltà economica, l’altra metà distribuita tramite la rete delle farmacie. Ma servirà ancora qualche giorno

Woman Wearing Face Mask 3869390Il Comune di Ravenna ha ricevuto dalla Regione la propria quota di mascherine messe a disposizione gratuitamente per la popolazione. Si tratta di circa 70mila pezzi (175mila per l’intero territorio provinciale). Si è deciso che una metà andrà alle persone nelle condizioni di maggiore fragilità, ad esempio anziani non autosufficienti o famiglie in difficoltà economica, e l’altra metà sarà tramite la rete delle farmacie, comunali e private.

Maggiori dettagli sulla disitrubione saranno diffusi nei prossimi giorni, intanto il sindaco Michele de Pascale prega i cittadini «di aspettare e non recarsi in farmacia per questo motivo, come ci dicono stia accadendo». E un’ulteriore raccomandazione dal primo cittadino: è vero che si tratta di protezioni a disposizione di tutti «chi ne ha la possibilità economica le lasci a chi ne ha più bisogno, provvedendo con senso di responsabilità ad un opportuno approvvigionamento autonomo». Negli ultimi giorni la disponibilità nelle stesse farmacie è aumentata.

Per procedere con la distribuzione serviranno alcuni giorni per questioni operative. Le mascherine sono state consegnate in pacchi da 50 e dovranno essere suddivise in confezioni con la massima attenzione, per garantire sicurezza sotto il profilo igienico-sanitario: se ne occuperanno operatori che utilizzano a loro volta strumenti di protezione come mascherine e guanti monouso. Per questo il Comune ha chiesto il supporto operativo di Ravenna Farmacie.

Covid: 8 nuovi casi, l’aumento giornaliero più basso da 27 giorni. Ma 42esima morte

I numeri della provincia diffusi dalla Regione: alcuni esiti sono in ritardo, attesi per le prossime ore. In totale 746 contagi. Il nuovo decesso è un 86enne con patologie pregresse. Altre 35 guarigioni

CONTROLLI CAMIONISTI PER COVID PORTO RAVENNASono 8 i nuovi casi di contagi da Covid-19 registrati in provincia di Ravenna tra le 12 di ieri, 7 aprile, e lo stesso orario di oggi. Si tratta dell’aumento giornaliero più basso da 27 giorni a questa parte. L’11 marzo infatti erano stati 7, da allora sempre più alti con dei picchi di 74 e 64, anche legati a questioni tecniche di tempistiche di laboratorio. Accanto a questa notizia positiva va però registrato anche un ulteriore decesso, il 42esimo, che arriva dopo due giorni senza morti di pazienti infetti da coronavirus. I dati sono diffusi dalla Regione. Il totale per la provincia di Ravenna parla di 746 casi (che includono i deceduti e oltre 160 guarigioni).

Rispetto alle 8 positività comunicate oggi ci sono due donne e sei uomini. Tre pazienti sono in isolamento domiciliare poiché completamente privi di sintomi o con sintomi leggeri, gli altri 5 sono ricoverati, nessuno in terapia intensiva. Va però chiarito che anche oggi risultano tamponi non eseguiti per questioni tecniche, che saranno processati nelle prossime ore. Sul fronte epidemiologico, si tratta principalmente di pazienti che hanno avuto contatti stretti con casi già accertati.

Il decesso riguarda un paziente di 86 anni con patologie pregresse. Si sono verificate 35 guarigioni cliniche (16 uomini e 19 donne) per le quali sono programmati i tamponi di verifica attraverso il sistema drive through.

Complessivamente in regione il totale è di 18.234 casi di positività, 409 in più rispetto a ieri. E sono 78.367 i test effettuati in totale, 3.176 in più. Complessivamente, sono 7.864 le persone in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (3 in più rispetto a ieri). 361 le persone ricoverate in terapia intensiva: 5 in meno rispetto a ieri.  Si registrano 54 nuovi decessi: 41 uomini e 13 donne. Continuano, nel frattempo, a salire le guarigioni, che raggiungono quota 2.890 (293 in più rispetto a ieri), delle quali 1.747 riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione; 1.143 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Per quanto riguarda i decessi nel resto della Regione, per la maggior parte sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse. I nuovi decessi riguardano 11 residenti nella provincia di Piacenza, 16 in quella di Parma, 8 in quella di Reggio Emilia,5 in quella di Modena, 7 in quella di Bologna (nessuno nel territorio imolese), 2 nella provincia di Forlì-Cesena (1 a Forlì e 1 a Cesena), 1 a Ferrara, 1 in quella di Rimini e 2 fuori regione.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 2.980 a Piacenza (27 in più rispetto a ieri),  2.395 Parma (30 in più),  3.352 Reggio Emilia (137 in più), 2.811  Modena (53 in più), 2.433  Bologna (99in più), 325 Imola (3 in più),  538 Ferrara (16 in più), 1.058  Forlì-Cesena (di cui  585 Forlì, 21 in più rispetto a ieri, e 473 a Cesena,3 in più),  1.596 Rimini  (12 in più).

Parla un medico in pensione, volontario all’ospedale Covid di Lugo: «Nessuna paura»

Michele Massaro, cardiologo romano di 67 anni: «Non si poteva restare a guardare. Servirebbero ancora più persone»

IMG 20200407 WA0028Ci arriva direttamente dall’ufficio stampa dell’Ausl un’intervista a un medico che ha aderito al bando della Protezione Civile e che è stato indirizzato al Covid Hospital di Lugo.

Si tratta di Michele Massaro, 67 anni, cardiologo romano presso il Policlinico universitario Tor Vergata di Roma, in pensione da circa un anno.

Ecco l’intervista realizzata dall’Ausl.

Dottor Massaro, una domanda forse banale ma cosa l’ha spinta a tornare in corsia?
«Beh di fronte alla situazione che si stava prospettando, e di fronte alla richiesta della protezione civile per dare una mano, non si poteva restare inerti. Avevo già chiesto a Roma se potevo essere d’aiuto, ma in quel momento la situazione in quel territorio non lo richiedeva. Pochi giorni dopo è uscito il bando della Protezione Civile e mi sono subito iscritto. La risposta dei medici è stata molto al di sopra della richiesta e questo mi fa molto piacere. A seguito di quel bando ho saputo che ero stato destinato alla Romagna e in particolare a Lugo, così sono partito».

Ora che è qui e che sta affrontando questa prova non facile, si è mai detto “chi me l’ha fatto fare”?
«No mai. Certo, è dura, ma è importante portare aiuto proprio in questa fase delicata».

E i suoi famigliari? Sono in ansia per lei?
«Mia moglie quando le ho detto che avrei aderito al bando della Protezione civile è stata orgogliosa, poi quando è stato il momento di partire si è un po’ rattristata. Ma ci sentiamo tutti i giorni».

Dottore, conosceva Lugo? Che realtà ha trovato?
«Non conoscevo Lugo, non ero mai stato da queste parti. Dell’Emilia-Romagna conosco un po’ Bologna dove sono stato per alcuni congressi medici. Devo dire che ho trovato tanti colleghi bravi ed esperti. Mi stanno ad esempio aiutando a lavorare col sistema informatico dell’Emilia-Romagna, che è diverso dal nostro (che bello sarebbe se ve ne fosse uno comune a tutti gli ospedali italiani…): loro sono delle “schegge”. Ho trovato una buona organizzazione sanitaria che mi ha positivamente colpito. In poco tempo l’ospedale è stato trasformato».

E la situazione clinica?
«Questi pazienti sono molto impegnativi da un punto di vista clinico, anche perché ve ne sono di anziani e/o con patologie pregresse, ad esempio neoplastiche. L’impegno dunque è tanto, ma è tanta anche la soddisfazione quando poi, per contro, vediamo dei miglioramenti in queste persone».

Come è strutturata la sua giornata?
«Molto semplice, sono in ospedale alle 8 di mattina e ci resto fino alle 15:30, o nel pomeriggio dalle 15 alle 21, salvo situazioni che richiedano il prolungamento del lavoro. Poi, di lì, vado direttamente presso l’alloggio che mi è stato assegnato, salvo passare a fare un po’ di spesa poiché non ci sono ovviamente locali aperti. Il resto della giornata lo trascorro a studiare ed aggiornarmi sulla situazione del coronavirus».

Quindi non ha modo di conoscere la città…
«Direi proprio di no. Ma magari quando questa esperienza sarà superata, mi piacerebbe tornare e conoscerla».

Paura? Tensione?
«Direi proprio di no. Prima di accettare questo incarico avevo valutato le cose. Poi devo dire che ho trovato la massima attenzione rispetto all’uso dei dispositivi di protezione individuale, mi sono state insegnate la vestizione e la svestizione, e questo aiuta. Certo ci vorrebbero ancora più persone. Ora dovrebbero iniziare ad essere operativi anche gli infermieri volontari, in modo da dare un po’ di respiro a chi è in trincea dall’inizio».

La proposta di Ancisi: «Per il futuro politecnico una sede unica in darsena»

Il consigliere comunale critica il bando del Comune che cerca una sede provvisoria in centro per 12 anni che non potrà ospitare per intero l’Accademia di Belle arti e l’istituto musicale Verdi

DarsenaÈ la darsena di città il quartiere di Ravenna più adatto per la sede del futuro Politecnico delle Arti. Ne è convinto Alvaro Ancisi, consigliere comunale di Lista per Ravenna, che critica il bando del Comune per la ricerca di un immobile da almeno 1.500 mq in centro storico da affittare per 12 anni per la direzione amministrativa di Accademia di Belle Arti (via delle Industrie) e istituto superiore musicale Verdi (via di Roma), le due entità che confluirebbero nel politecnico. Insomma si avrebbero tre sedi distaccate e distanti.

Il bando scade il 29 aprile. Il decano dell’opposizione lo bolla con l’aggettivo “strano” e ne chiede il ritiro: «Non ricerca una nuova sede unica dei due istituti al posto di quelle attuali ma intende acquisire una sede di rappresentanza per entrambi gli insegnamenti comuni e i servizi per il diritto allo studio, la promozione e l’orientamento». Le richieste del Comune sono piuttosto stringenti: in centro storico, con agevoli collegamenti con le principali vie di comunicazione, adeguata presenza di collegamenti con i mezzi pubblici, agevole fruibilità di aree parcheggio. «Una specie di araba fenice per chi conosce la città storica», taglia corto Ancisi.

Per il consigliere comunale sarebbe meglio assicurarsi una sede che, «anche se provvisoriamente limitata alle sole funzioni comuni, abbia nel tempo le potenzialità per essere opportunamente ampliata, fino a diventare l’unica sede di un vero politecnico di prestigio». E con questa prospettiva la visuale non può che finire oltre le mura della città storica: «Parliamo della darsena di città e dei suoi immobili di archeologia industriale: ex magazzini portuali, ex industrie ed ex silos granari abbandonati al degrado, palla al piede del grande progetto della Nuova Darsena, che il Comune ha vincolato proprio ad usi formativi/culturali». Ancisi ha presentato un question time al sindaco per chiedere come intenda considerare queste valutazioni.

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