sabato
13 Settembre 2025

Assembramenti ai distributori automatici, la polizia locale sospende il “What’s Bar”

Il piccolo locale senza personale sotto le finestre del municipio non aveva misure per favorire il distanziamento tra persone. Tre giorni prima un altro negozio della catena in darsena vendeva alcolici ai minori di 16 anni

WhatsApp Image 2020 03 27 At 20.40.58 (1)Non c’erano misure di prevenzione per favorire il distanziamento sociale e in alcuni casi si sono verificati degli assembramenti: per queste ragioni la polizia locale di Ravenna ha sospeso il “What’s Bar” in centro, il locale dotato solo di distributori automatici di bevande e alimenti in via Santi Muratori. La chiusura dell’attività – dopo un provvedimento dello sportello unico per le attività produttive – è stata eseguita ieri, 27 marzo, e resterà valida fino al 3 aprile. L’azienda proprietaria dell’attività ha sede a Brisighella ed è gestita da un 58enne ravennate.

La stessa impresa era già stata colpita da un altro provvedimento dei vigili urbani tre giorni prima: il 24 marzo è stato chiuso il punto vendita “Open Shop 24” – anch’esso attrezzato solo con distributori automatici – in via Magazzini Anteriori in zona darsena. In quel caso era stata accertata che la vendita di alcolici avveniva anche ai minori di 16 anni nonostante un lettore della tessera sanitaria.

Confagricoltura: «Il gelo ha distrutto fino all’80 percento di alcune produzioni»

Le stime dell’associazione di categoria nel Ravennate dopo il maltempo di fine marzo: albicocche e susine le più colpite

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Un campo sulle colline faentine nella mattinata del 25 marzo

Affiorano i danni lasciati causati all’agricoltura dalle gelate notturne dei giorni scorsi. Confagricoltura regionale diffonde una stima prudenziale per territori: «Nel Ravennate per le albicocche è previsto un crollo della produzione lorda vendibile (Plv) vicino all’80 percento, nelle susine dal 60 all’80 e nelle pesche e nettarine intorno al 50-60. Giù il raccolto del 60 percento nel kiwi giallo e del 40 nel verde. Mancherà inoltre il 5 percento della produzione di kaki».

Le riflessioni che seguono sono di Marcello Bonvicini, presidente in Emilia-Romagna: «Oltre alla pesante perdita di produzione frutticola di cui stiamo verificando l’entità zona per zona, sarà drastico l’impatto sull’indotto anche a valle e a monte della filiera e soprattutto in termini di giornate di lavoro perse nelle operazioni colturali dal diradamento dei frutti alla raccolta e a seguire nelle successive attività di pre e post confezionamento del prodotto, con evidenti disastrose ricadute sulla tenuta sociale ed economica».

Le stime, provenienti sempre dall’organizzazione agricola, parlano di danni derivanti dalla mancata occupazione intorno ai 37 milioni di euro nel comparto albicocche; 78 milioni nelle pesche e nettarine; 12 milioni nelle susine e 5 nelle ciliegie.

 

C’è l’emergenza e l’azienda aumenta gli stipendi: «Dovevamo aiutare i nostri operai»

La Ecogest si occupa di manutenzione del verde sulle autostrade e non si è mai fermata dall’inizio della pandemia. La famiglia Molinari aiuta i lavoratori «perché le misure del Governo sono nulle per noi»

Ecogest Operatore Al LavoroIl periodo è molto difficile e chi deve lavorare è esposto a più rischi così l’azienda decide un aumento del 20 percento sulla retribuzione netta dei suoi dipendenti. È la scelta fatta da Ecogest, azienda di Ravenna leader nella manutenzione del verde stradale e autostradale. Gli azionisti hanno anche indicato al consiglio di amministrazione di provvedere ad accantonare somme utili al sostentamento delle famiglie dei lavoratori per l’eventuale assenza dal posto di lavoro e per il pagamento delle spese scolastiche. L’ultima disposizione, valida per tutto il 2020, viene resa possibile anche grazie al sostegno dei programmi di assistenza di Banca Intesa, ai quali l’azienda aveva precedentemente aderito per le cosiddette azioni di welfare.

Mezzi In AzioneDall’inizio della pandemia, l’azienda non si è fermata un solo giorno e ha garantito il mantenimento dei programmi manutentivi lungo le 12 concessionarie autostradali italiane, e lungo le strade statali di quattro compartimenti regionali Anas per complessivi 6.300 km di strade, «sostenendo quotidianamente significativi costi di protezione sanitaria individuale e di disinfezione dei propri mezzi ed attrezzature, e provvedendo, a proprie spese, a garantire vitto ed alloggio al proprio personale, anche straniero, in trasferta, che ha rinunciato al ricongiungimento con i propri cari pur di garantire continuità alla struttura operativa, sicurezza agli utenti e per tutelare il proprio stipendio».

Valerio Molinari Verticale OkLa decisione della Ecogest per l’aumento degli stipendi nasce dalla mancanza di misure utili contenute nel decreto Cura Itali: «Non potevamo rimanere in silenzio rispetto ai proclami di Governo in materia di assistenza alle imprese ed ai cittadini, che per la nostra azienda sono sostanzialmente nulli – è la presa di posizione della famiglia Molinari, unica azionista dell’azienda –; se lo Stato non fa niente, noi tutti imprenditori abbiamo il dovere di sostenere l’economia derivata dalle nostre attività.

Ravenna, Palazzo Rasponi dalle Teste si illumina coi colori della bandiera italiana

L’assessore Fagnani: «Un segno di unità e solidarietà nazionale per affrontare l’isolamento»

Plazzo 1Palazzo Rasponi dalle Teste in piazza Kennedy, a Ravenna, si illumina con i colori della bandiera italiana. Fasci di luce tricolori da questa sera (27 marzo) proiettano sulla facciata «come messaggio di speranza e forza in queste giornate delicate per tutto il Paese», si legge in una nota del Comune.

Palazzo2«Il tricolore su Palazzo Rasponi si unisce a quelli esposti da tanti ravennati alle loro finestre – afferma l’assessore ai lavori pubblici Roberto Fagnani -. Un segno di unità e solidarietà nazionale per affrontare questo periodo di isolamento forzato per arginare la diffusione del Coronavirus».

L’illuminazione è stata allestita da Cpl Concordia.

Coronavirus, quattro nuovi decessi registrati in provincia di Ravenna

Tra i 37 nuovi casi di positività altri 3 sono riconducibili alla palestra di cui si è parlato nei giorni scorsi

UnnamedSono quattro i decessi registrati in 24 ore in provincia di Ravenna e non uno come da bollettino ufficiale della Regione (l’errore è dovuto a «un problema tecnico di comunicazione»).

Si tratta di due donne di 73 e 83 anni e di due uomini di 79 (il noto intellettuale ravennate Saturno Carnoli) e 83 anni.

La Provincia in una nota registra anche tre nuove guarigioni cliniche, in due uomini e una donna.

Rispetto alle 37 positività comunicate oggi (27 marzo) si tratta di 18 donne e 19 uomini. 29 pazienti su 37 sono in isolamento domiciliare poiché privi di sintomi o con sintomi leggeri, 8 sono ricoverati, nessuno in terapia intensiva.

Sul fronte epidemiologico, si tratta principalmente di pazienti che hanno avuto contatti stretti con casi già accertati, «3 dei quali riconducibili alla palestra di cui si è parlato nei giorni scorsi; altri due casi si riferiscono a contatti con aree fuori provincia», si legge nella nota della Provincia.

Sono 433 le persone in osservazione attiva al domicilio.

Complessivamente i contagiati in provincia di Ravenna sono 488, confermati alle 12 del 27 marzo, così distribuiti per Comune (23 sono residenti al di fuori della provincia):

– 214 Ravenna
– 72 Faenza
– 39 Cervia
– 40 Lugo
– 9 Russi
– 11 Alfonsine
– 14 Bagnacavallo
– 17 Castel Bolognese
– 8 Conselice
– 6 Massa Lombarda
– 2 Sant’Agata sul Santerno
– 12 Cotignola
– 5 Riolo Terme
– 6 Fusignano
– 5 Solarolo
– 4 Brisighella
– 1 Casola Valsenio

Porto, esteso il protocollo per la sicurezza a tutte le maestranze

Il sindaco: «Con l’emergenza coronavirus l’ampliamento era imprescindibile»

24296271 1643340865688572 992522666620685918 N«Da oggi il protocollo per la sicurezza dei lavoratori del porto è esteso a tutte le maestranze a qualsiasi titolo attive nell’ambito portuale». Lo annuncia il sindaco di Ravenna Michele de Pascale, che spiega: «Già da qualche mese, prima dell’emergenza Covid, stavamo lavorando con i sindacati e le associazioni delle imprese per un’estensione del protocollo di sicurezza del porto non solo al lavoro portuale ma a tutte le categorie e gli ambiti del porto. Non si era ancora arrivati alla sottoscrizione perché erano in corso di definizione alcuni aspetti tecnici ed economici».

«Stamattina (27 marzo, ndr) – continua De Pascale – ho riunito tutte le parti sociali, il confronto è stato serrato e molto proficuo e alla fine dell’incontro ho proposto di arrivare in poche ore alla firma del protocollo. Tutte hanno accettato questo mio invito e per questo ringrazio di cuore i sindacati e le associazioni delle imprese e le istituzioni coinvolte, che hanno confermato l’attenzione a questo tema e la coesione necessaria ad affrontare questa sfida. Da oggi avremo maggiori e ulteriori risorse per le attività dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza di sito, che si occuperanno della sicurezza in tutti i meandri della vita del porto, in tutte le imprese a prescindere dalla loro dimensione e anche in riferimento a tutti gli ambiti portuali e anche a quello  dell’autotrasporto. Avremo anche un tavolo operativo azionabile sia da parte dei sindacati che da parte delle imprese in qualunque momento per poter affrontare – con il supporto della Capitaneria di porto, della Ausl, dell’Autorità di sistema portuale per i loro ambiti di competenza- tutte le questioni specifiche laddove si verificassero problemi o anche solo incomprensioni».

La sollecitazione del sindaco è nata anche dopo che nei giorni scorsi il primo cittadino aveva appreso «con preoccupazione delle tensioni che si stavano sviluppando nel lavoro portuale, ben rappresentate dalle organizzazioni sindacali. Tutti i lavoratori che operano nel comparto, sia quelli portuali che quelli dell’indotto, dell’autotrasporto, delle operazioni di facchinaggio e dei servizi, già sono abituati a lavorare in un contesto di stress che merita particolare attenzione. È più che evidente che l’emergenza Covid desta nei lavoratori del porto e anche nelle imprese ulteriori preoccupazioni rispetto alle problematiche legate alla salute e anche alla tenuta economica di un comparto così strategico. Il nostro porto è uno dei porti che a livello nazionale ha uno dei ruoli più significativi sul versante agroalimentare ed è una infrastruttura strategica. Per tutti questi motivi e in primis per la sicurezza dei lavoratori l’estensione e l’ampliamento del protocollo sulla sicurezza erano imprescindibili».

Le cliniche private di Cotignola e Faenza del gruppo Gvm a supporto degli ospedali

Maria Cecilia e San Pier Damiano Hospital nella rete emergenziale per curare i pazienti Covid-19

Box Isolati UTI MCHPer l’emergenza dovuta alla diffusione del Covid-19, GVM Care & Research attivo a supporto della Regione Emilia Romagna e delle Ausl locali già dalla prima settimana di marzo con Villa Torri Hospital, inserisce nella rete emergenziale, in accordo con le istituzioni, anche Maria Cecilia Hospital di Cotignola e San Pier Damiano Hospital di Faenza.

In totale ora sono 5 gli ospedali GVM a supporto del Servizio Sanitario Regionale: oltre ai due in provincia di Ravenna ci sono Clinica Privata Villalba e Villa Torri Hospital a Bologna e Salus Hospital a Reggio Emilia.

Già attivo, su richiesta dell’Ausl Romagna, Maria Cecilia Hospital, «Ospedale di Alta Specialità accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale, ha trasformato una parte della propria terapia intensiva in area Covid per accogliere i pazienti affetti da Covid-19 provenienti da altri ospedali del territorio», si legge in una nota inviata alla stampa dal gruppo. Si tratta di 8 posti letto nel reparto di Terapia Intensiva ad alta tecnologia con box isolati. Questa area si trova nel piano della terapia intensiva di Maria Cecilia Hospital, con 24 posti letto complessivi, ma in un’ala separata rispetto al resto del reparto. Ogni paziente nel box è monitorato tramite una consolle centrale del reparto, con la quale è possibile creare condizioni di pressione neutra, positiva o negativa.

«Per contribuire a decongestionare le attività urgenti e indifferibili – continua la nota –, si sta in questi giorni perfezionando un possibile accordo organizzativo con l’Ausl Romagna con cui le attività chirurgiche urgenti e indifferibili degli Ospedali Pubblici saranno trasferite insieme alle equipe e pazienti nelle sale operatorie dell’Ospedale di Cotignola. Il possibile accordo di collaborazione ha l’obiettivo di supportare la struttura pubblica nella gestione dei pazienti chirurgici con priorità elevata in maniera da riuscire a fronteggiare meglio l’assistenza di un numero elevato di pazienti Covid-19 in Terapia Intensiva».

Box Isolati UTI MCH 2Infine, Maria Cecilia Hospital, su indicazione dell’Ausl Romagna, sta predisponendo il trasferimento di pazienti Covid-19 che non richiedono trattamento di Terapia Intensiva presso l’Ospedale Pubblico di Lugo, che è stato trasformato da giorni in Covid Hospital, così da migliorare la gestione e la disponibilità della struttura anche per le attività descritte.

«In questo momento di emergenza sanitaria abbiamo tutti la responsabilità e il dovere di dare il nostro contributo. Maria Cecilia Hospital, come gli altri Ospedali del Gruppo, è come sempre a fianco del Servizio Sanitario Nazionale, delle Regione e dell’Ausl Romagna a beneficio dei cittadini ora più che mai – dichiara Lorenzo Venturini, direttore generale Maria Cecilia Hospital –. Ci impegniamo quotidianamente a farlo attraverso la cooperazione nella gestione dei pazienti e la messa in disponibilità della nostra piattaforma tecnologica anche ai professionisti provenienti dagli ospedali pubblici, realizzando in questo modo un reale modello integrato di assistenza pubblico-privato che si dimostra la sua efficienza soprattutto in questi momenti».

Sempre in ottica di solidale risposta alla richiesta di sostegno pervenuta da Ausl Romagna e Ausl di Imola, San Pier Damiano Hospital, che aveva già dato la sua disponibilità per 148 posti letto istituzioni regionali e locali, è ora attivo con 102 posti letto di cui 26 dedicati ai pazienti Covid, e 70 ai pazienti No Covid con 6 posti in Terapia Intensiva.

«San Pier Damiano Hospital, in questo momento di grave emergenza per l’Italia e sulla base dell’esperienza che il nostro Gruppo sta facendo in altre regioni del Paese, aveva già dato la sua disponibilità alla Ausl Romagna per supportare gli Ospedali Pubblici e i cittadini – afferma Maria Cecilia Sansavini, amministratore delegato di San Pier Damiano Hospital –. Per questa ragione abbiamo investito direttamente convertendo anche un nostro intero reparto per il trattamento dei pazienti affetti da Covid-19 e siamo già attivi per fare la nostra parte. Questo importante sforzo organizzativo è merito di tutti i nostri tecnici, infermieri, medici e operatori di staff a qualsiasi livello che, con grande senso di responsabilità, hanno dedicato loro stessi alla realizzazione di tutto questo nell’interesse della popolazione».

Emergenza coronavirus, sono 1.267 i morti in regione. Quasi 12mila i contagi

In provincia di Ravenna 37 nuovi casi nelle ultime 24 ore

Tamponi Coronavirus 1280x720Sono 11.588 i casi di positività al coronavirus accertati in Emilia-Romagna alle 12 di oggi, 27 marzo, ossia 772 in più di ieri. 47.798 i test refertati, 5.403 in più sempre rispetto a ieri.

Complessivamente, sono 5.057 le persone in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (377 in più rispetto a ieri); aumentano di poche unità – come si sta verificando negli ultimi giorni – quelle ricoverate in terapia intensiva, che sono 308, 7 in più rispetto a ieri. I decessi sono passati da 1.174 a 1.267: 93, quindi, quelli nuovi, di cui 59 uomini e 34 donne.

Al tempo stesso, continuano a salire le guarigioni, che raggiungono quota 960 (168 in più rispetto a ieri), 806 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione; 154 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi (+30 rispetto a ieri).

Per quanto riguarda i decessi, per la maggior parte sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse. I nuovi decessi riguardano 25 residenti nella provincia di Piacenza, 13 in quella di Parma, 16 in quella di Reggio Emilia, 15 in quella di Modena, 13 in quella di Bologna (di cui 2 nel territorio imolese), 2 in quella di Ferrara, 4 in quella di Ravenna, 3 in quella di Forlì-Cesena (2 nel territorio di Forlì), 5 in quella di Rimini.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 2.276 (63 in più rispetto a ieri), Parma 1.690 (79 in più), Reggio Emilia 1.861 (163 in più), Modena 1.772 (96 in più), Bologna 1.185 (+151più rispetto a ieri, e 228  Imola, 9 in più), Ferrara 244 (32 in più rispetto a ieri), Ravenna 488 (37 in più), Forlì-Cesena 580 (di cui 278 a Forlì, 37 in più rispetto a ieri, e 302 a Cesena, 30 in più), Rimini 1.264 (75 in più).

Migliaia di mascherine e tute dalla Cina per gli ospedali di Ravenna, Faenza e Lugo

La donazione della China Merchants Industry, la compagnia che ha la sede europea a Ravenna

1La China Merchants Industry – una delle più significative compagnie di Stato cinesi, operante nei settori della logistica portuale, della cantieristica, delle infrastrutture e della finanza che ha stabilito la sua sede europea a Ravenna – attraverso la China Merchants Charitable Fundation ha donato agli ospedali di Ravenna, Faenza e Lugo 50.000 mascherine di tipo chirurgico e 5.000 NFPP2, 2.000 occhiali monouso, 1.000 tute di protezione medica monouso, disponibili già da oggi (27 marzo) nelle strutture sanitarie.

Il general manager della China Merchants Industry Holdings, Simple Hu Xianfu, ha annunciato questa generosa donazione attraverso una lettera amichevole indirizzata al sindaco di Ravenna Michele de Pascale, nella quale ha espresso una grande empatia per la popolazione italiana che sta fronteggiando la stessa epidemia globale della Cina, e la volontà di sostenere concretamente l’Italia nella lotta al Covid-19 elargendo dispositivi di protezione individuale, ai medici e agli operatori sanitari del nostro territorio.

3L’arrivo dei Dpi donati, è stato gestito attraverso una joint venture tra Ravenna Farmacie, che si è occupata di verificare l’idoneità dei prodotti, Sapir che ha gestito la parte logistica e la Casa di spedizione Casadei Ghinassi che si occupata degli aspetti doganali e d’importazione.

«Ringrazio di cuore – commenta il sindaco – il general manager della CMGH Simple Hu Xianfu per le bellissime parole e il generoso gesto di cui la nostra comunità è immensamente grata e di cui non ci dimenticheremo.  L’amicizia e la leale collaborazione che ci lega, trova in questo difficile frangente l’espressione più alta, quella di due comunità che stanno fianco a fianco, in uno dei momenti più dolorosi di questa epoca storica. Nei prossimi giorni spero di poter annunciare l’arrivo di ulteriori Dispositivi di protezione individuale per i nostri medici e operatori sanitari, che sono ogni giorno in prima linea nel fronteggiare l’emergenza e devono poterlo fare nelle migliori condizioni di sicurezza».

«Parlo a nome di tutti i miei colleghi che lavorano per China Merchants – commenta Stefano Schiavo Chief executive officer di Cmit – siamo molto orgogliosi che il management della nostra casa madre, abbia immediatamente e senza alcuna esitazione, accolto con entusiasmo la nostra richiesta di supporto per l’ospedale di Ravenna. Essere parte di un grande gruppo ha fatto si che nonostante tutte le difficoltà note per l’approvvigionamento, siano passati solo pochi giorni dalla nostra richiesta, all’arrivo del materiale sanitario. Ringrazio ancora Mr. Li Jianhong Presidente di China Merchants Group , Mr. Wang Cuijun,Vice Presidente China Merchants Group e Mr. Simple Hu General Manager di China Merchants Industry,  ed evidenzio come aver voluto scegliere una espressione latina (Verae amicitiae sempiternae sunt) per manifestare la loro vicinanza, testimoni il grande rispetto per la nostra cultura.  Agli operatori sanitari va tutto il nostro aiuto e supporto perché lavorano per i nostri cari e per la nostra salute. Devono essere tutelati per primi perché sono loro in prima fila e senza la loro opera non riusciremo mai a sconfiggere questo mostro del Covid-19.  Aggiungo, infine, che tutti i dipendenti di China Merchants Industry Technology, hanno deciso di contribuire in proprio per l’acquisto  di un piccolo macchinario medico che possa essere di vero aiuto ai chi lavora per noi. Un caloroso grazie infine a tutti quelli che hanno contribuito ad aiutarci a far arrivare il materiale e che si sono adoperati con entusiasmo e professionalità».

L’azienda che sanifica con l’ozono: «Richieste moltiplicate, interventi quotidiani»

La Mito di Cesena ha una filiale a Ravenna. L’amministratore: «È un gas con potere ossidante, le direttive del ministero certificano che agisce contro virus e batteri». Partita anche una produzione interna di mascherine per il personale

90599174 2925498244152798 8620205388358221824 O«La sanificazione con l’uso dell’ozono è un servizio che facciamo da tempo ma adesso con la diffusione del coronavirus le richieste si sono moltiplicate: facciamo in media quattro interventi al giorno». Andrea Sintucci è l’amministratore della Mito Sistema Ambiente, società multiservizi di Cesena con una filiale a Ravenna. E nella provincia ravennate sta svolgendo un terzo degli interventi di sanificazione: aziende, abitazioni, industrie, automezzi.

Sintucci, prima del coronavirus dove si usava la sanificazione con l’ozono?
«Da anni noi lo facciamo in ambienti dove ci sono stati incendi, oppure come trattamento anti-larvale o contro gli insetti, ma anche contro i cattivi odori. Eravamo già preparati e abbiamo aggiornato le procedure secondo le indicazioni sanitarie».

Come funziona?
«L’ozono è un gas che da anni viene usato per questi scopi. La sua efficacia per sterilizzare batteri, virus, acari e spore è attestata dalle direttive del ministero. In poche parole ha un effetto ossidante molto elevato che agisce sulle proteine che rivestono il virus e ne causa la morte».

Qual è il procedimento delle vostre squadre?
«Se si tratta di un ambiente circoscritto, come una stanza o un ufficio, si calcola il volume dello spazio e si mette un macchinario all’interno per il tempo necessario a saturare l’ambiente. Se invece è uno spazio più grande come un capannone industriale o lo spazio comune di un condominio si utilizza un atomizzatore a ultra basso volume, che può essere a spalla o su un carrello: le particelle sono talmente fini che rimangono in sospensione. Poi gli ambienti vanno aerati per il tempo necessario».

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Andrea Sintucci

Nessun danno o conseguenza per gli elementi di arredo o macchinari?
«Nessuno. Il gas penetra negli interstizi ma non danneggia, non ci sono problemi per circuiti elettrici. Ma nemmeno per gli alimenti».

Dove state facendo interventi?
«Molte aziende, case di riposo, condomini. Un intervento può richiedere anche 4-5 ore: abbiamo due squadre operative da due persone ognuna e siamo fuori tutti i giorni».

C’è difficoltà a reperire mascherine e dispositivi di sicurezza, come vanno le cose per i prodotti che servono per i vostri servizi?
«Avevamo una buona scorta in magazzino e per ora siamo coperti. Con le mascherine invece ci siamo trovati con gli stessi problemi di tutti: ogni tanto ci chiama qualcuno per chiederci se vogliamo comprarne, facciamo l’ordine ma poi non arrivano. E allora abbiamo messo in piedi una piccola produzione interna per il nostro uso…».

Come le producete?
«Tra i prodotti che vendiamo ci sono coprimaterassi e coprifedere in Tnt, il tessuto non tessuto. Abbiamo preso quel materiale e lo abbiamo trasformato».

Pensa che passata l’emergenza rimarrà l’abitudine di sanificare gli ambienti di lavoro o in cui si vive?
«Credo che sarà inevitabile. In certi spazi ci sarà gente che vuole avere la garanzia di trovare una pulizia completa. È una questione di salute. Abbiamo sempre consigliato di farlo, è una buona prassi: almeno una volta al mese sarebbe utile per migliorare l’igiene degli spazi comuni. Invece negli ultimi anni della crisi le pulizie sono uno dei servizi su cui si è tagliato più spesso».

Le scuole potrebbero anche non riaprire, ma l’anno sarà valido. Calendario invariato

Non ci sarà promozione d’ufficio, gli insegnanti dovranno valutare gli studenti

Chairs Classroom College Desks 289740Le scuole potrebbero anche non riaprire più per quest’anno. Un’eventualità già considerata da molti e che è ufficialmente presa in considerazione dal Governo, con il ministro all’Istruzione Lucia Azzolina che al Senato ha dichiarato che «si tornerà a scuola se e quando le condizioni lo consentiranno».

L’anno scolastico, però, sarà valido in ogni caso e non si prolungherà – almeno secondo l’interpretazione di oggi sul Corriere della Sera – oltre la data di chiusura formale prevista per la seconda settimana di giugno, così come non dovrebbe subire cambiamenti radicali neppure l’avvio del prossimo anno scolastico, a metà settembre.

Il Governo però non emanerà una norma per la promozione d’ufficio e rimanda ai professori la gestione di voti e valutazioni a distanza (che si dovranno comunque dare), con la possibilità che, per quanto riguarda le scuole superiori, il recupero dei “debiti” venga rinviato al prossimo anno.

Per gli esami di maturità, il ministro ha dichiarato che le commissioni saranno formate solo da membri interni, con un presidente esterno, con possibilità di allargare un po’ le maglie per il voto di ammissione.

Il vescovo prega per i defunti di fronte ai cancelli chiusi del cimitero

Un momento di raccoglimento in particolare per le vittime della pandemia. Al termine è stata benedetta la città

Arcivescovo CimiteroUna preghiera silenziosa, un momento di raccoglimento e la benedizione per tutti i defunti e in particolare quelli uccisi in questi giorni dalla Covid-19. Questa mattina (27 marzo) l’Arcivescovo di Ravenna-Cervia si è recato al cimitero monumentale, facendo sua l’iniziativa dei vescovi italiani di «affidare alla misericordia del Padre tutti i defunti di questa pandemia ed esprimere anche in questo modo la vicinanza della Chiesa a quanti sono nel pianto e nel dolore».

Di fronte ai cancelli del cimitero chiuso a causa dell’ordinanza provinciale per il contenimento del virus, monsignor Ghizzoni ha sostato in silenzio e ha recitato alcune preghiere in suffragio di tutti i defunti e in particolare di quelli causati dalla pandemia.

A conclusione di questo momento, l’Arcivescovo ha voluto benedire anche tutta la città.

Nella nota della Cei sull’iniziativa anche un riferimento all’immagine dei mezzi militari, a Bergamo, che trasportano le bare verso i forni crematori: «Rende in maniera plastica la drammaticità di quello che il Paese vive. Per il rispetto delle misure sanitarie, tanti di questi defunti sono morti isolati, senza alcun conforto, né quello degli affetti più cari, né quello assicurato dai sacramenti». Di qui, l’iniziativa di preghiera nei cimiteri da parte dei vescovi, che ricordano come «le comunità cristiane, pur impossibilitate alla vicinanza fisica, non fanno mancare la loro prossimità di preghiera e di carità». Tutti i giorni, infatti, i sacerdoti e l’arcivescovo, monsignor Lorenzo Ghizzoni, celebrano la Messa per «l’intero popolo di Dio, vivi e defunti».

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