giovedì
11 Settembre 2025

Coronavirus, 78 contagiati: a Ravenna monitorati i frequentatori di una palestra

Altre 11 persone ricoverate in ospedale, ma nessuno in terapia intensiva

Ambulanza CoronavirusSono 78 i contagiati dall’inizio dell’emergenza coronavirus in provincia di Ravenna. Rispetto ai 23 nuovi casi di positività accertati nella giornata di oggi (14 marzo) dalla Provincia fanno sapere che 11 riguardano donne e 12 uomini.

Undici persone sono ricoverate in ospedale a Ravenna, nessuno in terapia intensiva, mentre le altre dodici sono in isolamento domiciliare poiché privi di sintomi o con sintomi molto lievi.

Due di questi 23 nuovi casi fanno riferimento a persone che lavorano o hanno residenza fuori provincia, tre sono riconducibili ad un “cluster” presente in un’altra provincia e gli altri sono invece collegati a casi già noti sul territorio.

In particolare 9 casi sono a Ravenna, di cui alcuni riconducibili a una palestra, i cui frequentatori sono stati individuati e contattati dal Dipartimento di igiene pubblica dell’Ausl Romagna e sono monitorati.

A Cervia sono 8 i casi, tutti riconducibili a nuclei famigliari collegati con positività già note, a loro volta individuati e monitorati.

Coronavirus, 23 casi positivi in più in un giorno in provincia di Ravenna

Complessivamento sono 78 le persone che hanno contratto la malattia

UnnamedIn Emilia-Romagna sono complessivamente 2.644 i casi di positività al Coronavirus a oggi (14 marzo), 381 in più rispetto all’aggiornamento di ieri. Passano da 8.787 a 10.043 i campioni refertati. Si tratta di dati disponibili e accertati alle ore 12, sulla base delle richieste istituzionali.

Complessivamente, sono 1.055 le persone in isolamento a casa perché con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o prive di sintomi; quelle ricoverate in terapia intensiva sono invece 152 (24 in più rispetto a ieri). E salgono a 54 (ieri erano 51) le guarigioni, 51 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione e 3 dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultata negativa in due test consecutivi.

Purtroppo, però, crescono anche i decessi, passati da 201 a 241: 40, quindi, quelli nuovi, che riguardano 22 uomini e 18 donne. Per 10 delle persone decedute erano note patologie pregresse, in qualche caso plurime, per le altre sono in corso approfondimenti epidemiologici. I nuovi decessi registrati riguardano 24 residenti in provincia di Piacenza, 8 in quella di Parma, 1 in quella di Reggio Emilia, 4 in quella di Bologna, 2 in quella di Ferrara e 1 del lodigiano.

In dettaglio, questi sul territorio i casi di positività, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 853 (143 in più rispetto a ieri), Parma 570 (52 in più), Rimini  398 (35 in più), Modena 306 (55 in più), Reggio Emilia 153 (15 in più), Bologna 195, di cui 63 del circondario imolese (complessivamente 40 in più, di cui 16 a Imola e 24 a Bologna), Ravenna 78 (23 in più), Forlì-Cesena  62 (di cui 38 a Forlì, 8 in più rispetto a ieri, e 24 a Cesena, 5 in più rispetto a ieri),  Ferrara 29 (5 in più rispetto a ieri).

Coronavirus, il vescovo prega in videomessaggio e affida la città alla Vergine Greca

Monsignor Ghizzoni pensa a malati, operatori sanitari e anziani

Mons Lorenzo Ghizzoni Web
Mons Lorenzo Ghizzoni

Un videomessaggio sul sito e sulla pagina Facebook del settimanale diocesano Risveglio Duemila: affida alle nuove tecnologie la sua preghiera per la città monsignor Lorenzo Ghizzoni, arcivescovo di Ravenna-Cervia.

Venerdì, infatti, il presule ha registrato nel Santuario di Santa Maria in Porto la preghiera di affidamento della città e della Diocesi alla Vergine Greca, in questo tempo di fragilità dovuto all’epidemia da coronavirus. E nell’impossibilità di condividerlo con i fedeli (a causa delle restrizioni anti-contagio), per la prima volta, monsignor Ghizzoni ha scelto di diffonderlo attraverso un videomessaggio.

«Vogliamo proporre questo momento di preghiera –  spiega monsignor Ghizzoni nel videomessaggio – invocando Maria e i santi perché ci proteggano e intercedano per noi e diano la forza a tutti noi, alle nostre comunità e alle nostre famiglie e  ci aiutino a superare questo momento di crisi, ci rendano più forti nella carità e disponibili gli uni per gli altri e ci aiutino ad osservare le regole che ci sono state chieste; per coloro che stanno lavorando a favore dei malati, gli operatori sanitari e i nostri anziani . E speriamo di poter ritornare presto a celebrare insieme l’Eucaristia nelle grandi feste della nostra vita cristiana».

Tra le invocazioni fatte durante la preghiera, l’arcivescovo Lorenzo ha chiesto al Signore di proteggere la «nostra chiesa di Ravenna-Cervia ed essere presente in ogni casa e in ogni famiglia, di sorreggere e confortare gli anziani con la Grazia dello Spirito, di illuminare i legislatori, ridare la patria agli esuli e confortare gli infermi». È seguita poi una preghiera alla Vergine Greca che lo stesso Arcivescovo aveva composto in un’altra occasione.

La foto dei portuali ravennati: «Moriremo tutti, ma non questa volta»

Portuali Moriremo TuttiSui social continuano a moltiplicarsi le foto che vogliono cercare di rincuorere i cittadini in questi giorni di “quarantena” forzata.

L’ultima arriva dal porto, fulcro dell’economia ravennate, dove l’attività continua. E così un gruppo di portuali ha inviato alla pagina Facebook “Succede a Ravenna” una foto (con mascherine) e un messaggio ironico e (almeno un po’) benaugurante. “Moriremo tutti, ma non questa volta”.

L’appello di Cristiano Cavina ai pensionati: «È una pandemia, non una festa»

Lo scrittore scherza, ma non troppo, su Facebook: «Il prossimo che entra in cortile a fare chiacchiere lo prendo a calci in culo»

Cristiano Cavina«Vabbè, mi son rotto le palle. Stamattina hanno chiamato una signora a lavare le scale. A lavare le scale! È una pandemia non la festa di Sant’Antonio. Un viavai di pensionati in visita. Tutti in giro tranquilli».

Il colorito sfogo è di Cristiano Cavina, scrittore casolano di fama nazionale, che sulla propria pagina Facebook lancia il suo personale appello.

«Forse non hanno capito. Il virus non arriva con le truppe cammellate dalla bassa e finché non lo vediamo a Borgo Rivola facciamo il cavolo che ci pare, poi ci chiudiamo dentro. Il virus statisticamente potrebbe già essere qui! Dobbiamo stare in casa per evitare di passarcelo l’un l’altro. Cazzo – continua Cavina –, abbiamo un solo super mercato e una farmacia e qualche alimentare. Non si trasmette solo starnutendosi in faccia. Si trasmette toccando cose. Domenica scorsa a Casola c’erano un fottio di turisti di città in giro. Hanno mangiato, girato, si sono seduti qui. In Cina andavano a fare la spesa una volta alla settimana accompagnati da un soldato. C’era un militare davanti a ogni porta per non fare uscire. Qual è la parte del “dobbiamo cambiare le nostre abitudini” che non ci entra in testa? Il prossimo pensionato che entra in cortile a fare chiacchiere lo prendo a calci in culo. Non per proteggere me. Per proteggere lui. Ci stiamo massacrando per non lasciarvi indietro, cazzo state a casa. Uscite quando passa la tempesta. Cioè, ci voleva un’epidemia per farvi scoprire il piacere di una camminata? Stasiv in cà!».

Studi dentistici aperti? «Devono chiudere, altrimenti sanzioni disciplinari»

Il presidente della commissione Albo Odontoiatri alza la voce dopo alcune segnalazioni

DentistaIl presidente della commissione Albo Odontoiatri  dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Ravenna denuncia pubblicamente la scorrettezza di alcuni studi dentistici che sarebbero aperti anche in questo periodo di emergenza legata alla diffusione del coronavirus.

Gli odontoiatri della provincia, nonostante non ci sia alcun obbligo di legge, hanno infatti deciso nei giorni scorsi di chiudere i propri studi a scopo precauzionale, limitandosi a garantire solo ed esclusivamente le prestazioni urgenti e non differibili, “previo un attento triage telefonico e seguendo pedissequamente tutte le indicazioni per limitare la diffusione del contagio”.

Nonostante questo, sono pervenute all’Ordine segnalazioni da parte di cittadini e personale ausiliario di alcuni studi dentistici che stanno tuttora operando senza alcuna limitazione.

«Nel biasimare un simile comportamento – scrive in una nota inviata alla stampa il presidente della commissione Giorgio Papale –, che mette a rischio la salute generale della popolazione e che contravviene allo spirito delle disposizioni del Governo, ricordiamo che il contravvenire a queste disposizioni si potrebbe profilare come grave violazione deontologica che obbligherà la commissione, organo sussidiario dello Stato, a intervenire con sanzioni disciplinari».

“Parco chiuso”, la surreale quotidianità ai tempi del coronavirus

E a Marina di Ravenna la polizia municipale presidia l’ingresso della “palizzata”

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L’ingresso chiuso al parco Baronio di Ravenna

Di certo non ci siamo abituati, a ritrovarci di fronte a cartelli davanti agli ingressi dei parchi per informare che sono chiusi. Così come a una pattuglia della polizia municipale che chiude la tanto amata, dai ravennati, “palizzata” di Marina di Ravenna.

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I vigili all’ingresso della “palizzata” di Marina

Ma sono le misure prese in modo congiunto dai sindaci di tutta la provincia di Ravenna per contenere la diffusione del coronavirus (a questo link tutti i dettagli delle chiusure, che coinvolgono anche pinete e spiagge).

Sperando che presto quei cartelli possano restare solo un brutto ricordo…

All’ingresso della città spunta il cartello “Andrà tutto bene! Stiamo a casa”

Realizzato dall’artista Renato Mancini a Massa Lombarda. Il sindaco: «La creatività è di conforto»

Il Cartello All'ingresso Di Massa LombardaUn cartello che invita a stare a casa è comparso in queste ore a Massa Lombarda, all’ingresso della città. Il cartello, realizzato dall’artista massese Renato Mancini, recita “Bimbi, andrà tutto bene! Stiamo a casa!” e si trova a Fruges, sulla San Vitale, in corrispondenza dell’ingresso del Comune provenendo da Bologna.

«Grazie a tutte le persone che si stanno impegnando per rendere meno faticosa questa fase, nel rispetto delle misure adottate e necessarie per sconfiggere il virus – commenta il sindaco di Massa Lombarda Daniele Bassi -. La creatività dei miei concittadini è di grande conforto, insieme al rigore e alla severità con cui dobbiamo rispettare i provvedimenti assunti. Naturalmente spero che questo cartello sia visto ‘dal vivo’ solo da coloro che escono di casa per i motivi previsti dal Decreto in vigore. Nel nostro territorio saranno intensificati i controlli da parte delle forze dell’ordine per verificare il rispetto delle norme».

L’ospedale di Lugo si prepara a diventare Covid-19. E la Cgil chiede investimenti

Saranno un centinaio i posti all’Umberto I, da utilizzare una volta esauriti quelli di Ravenna. Le richieste del sindacato

Visita All'Ospedale Di Lugo, 15 Marzo 2019 (2)
Il sindaco Ranalli durante una visita all’ospedale di Lugo nel 2019

Come ormai noto, l’ospedale di Lugo è deputato in Romagna, insieme a quello di Riccione, a essere dedicato esclusivamente ai casi accertati di Covid-19. Ed è lo spunto per la Fp Cgil e la Fp Cgil Medici e dirigenti Ssn dell’Ausl Romagna a chiedere un numero adeguato di risorse umane e tecnologiche.

Il nuovo allestimento dell’ospedale Umberto I di Lugo sarà pronto all’inizio della prossima settimana e riguarderà la palazzina di Medicina interna, che può contare su un centinaio di posti letto, oltre ai sei di rianimazione, e su un’entrata autonoma. Ad annunciarlo è il direttore sanitario dell’ospedale di Ravenna, Paolo Tarlazzi, intervistato dal Carlino in edicola oggi, 14 marzo.

Tarlazzi spiega anche che l’ospedale di Lugo diventerà “Covid-19” solo una volta che sarà saturo quello di Ravenna, dove sono a disposizione per l’emergenza 12 posti nel reparto di Rianimazione, 19 in Pneumologia e 20 in Malattie Infettive, che in queste ore si sta completando. Per questo si stanno attrezzando posti per i pazienti contagiati anche in Chirurgia, per un totale di circa 100 posti letto.

Tarlazzi tranquillizza anche i cittadini lughesi sul fatto che saranno garantite anche le altre urgenze, mentre rivela che sono «pochi, meno di dieci» i casi positivi al coronavirus tra medici e infermieri della provincia di Ravenna.

La Cgil, intanto, continua a chiedere di «investire di più sui servizi sanitari e sugli operatori, che vengono definiti «in affanno».

«È necessario – continua la nota della Cgil – impegnare tutte le nostre risorse per sostenere i servizi e i professionisti sanitari che sono in prima linea per garantire la salute della cittadinanza». Per il sindacato, «servono subito medici e infermieri, così come una maggiore distribuzione dei dispositivi di protezione individuale. Serve una maggiore integrazione tra la medicina generale e quella ospedaliera per garantire una migliore presa in carico e gestione dei pazienti più fragili che necessitano di un’assistenza continua domiciliare e ospedaliera. I Pronto Soccorso, le Unità operative degli ospedali e del territorio, i servizi di prevenzione sono in prima linea ad affrontare l’emergenza, con immani sacrifici da parte degli operatori sanitari e tecnici. Sono all’ordine del giorno i contatti al sindacato per chiedere specifiche, per avere tutele nel lavoro».

All’Azienda Ausl della Romagna «chiediamo in particolare risposte in tempi rapidi – conclude la Cgil –, potenziamento delle dotazioni di personale e un rifornimento costante e capillare di dispositivi di protezione individuali adatti a fronteggiare la nota emergenza, sapendo che il problema del reperimento dei Dpi idonei è un problema di carattere nazionale, che andrebbe trattato soprattutto in termini di produzione nazionale».

Due giorni di ferie collettive ai lavoratori di Marcegaglia per la sanificazione

Il risultato, rivendicato da Uilm e Fim, fa saltare lo sciopero proclamato dalla Fiom

Marcegaglia Ravenna AereaNessuno sciopero, come inizialmente proclamato dalla Fiom, ma due giorni di ferie collettive per tutti i lavoratori di Marcegaglia spa e Carbon Steel (salvo i servizi garantiti) per i giorni sabato 14 e domenica 15 marzo “per consentire una piena sanificazione di tutti i posti di lavoro all’interno dello stabilimento”.

Un risultato rivendicato dalle Rsu di Uilm e Fim che nell’incontro di giovedì hanno richiesto e ottenuto ulteriori interventi per mettere in sicurezza le postazioni di lavoro all’interno dello stabilimento, così come previsto dal decreto ministeriale.

Tra i provvedimenti in vigore fin da ieri, 13 marzo, i sindacati evidenziano l’obbligo per tutti dell’utilizzo di mascherina protettiva nei casi in cui non sia possibile mantenere una distanza interpersonale superiore a 1,5 metri; la sanificazione di tutti i locali (bagni, pulpiti, uffici, docce  e salette) ampliata con l’inserimento di due nuove ditte specializzate al lavoro anche nei weekend; l’intensificazione dei controlli sulle ditte esterne con distribuzione e obbligo di mascherini per tutto il personale.

È indispensabile – scrivono i sindacati – che ogni lavoratore vigili nel rispetto di tali normative.

Coronavirus, il sindaco: «Siamo in una fase di cambiamento, un momento storico»

De Pascale: «Per anni abbiamo sottovalutato troppo il fenomeno dell’influenza stagionale»

De PascaleParliamo al sindaco nei giorni in cui la crisi per il corona-virus sta entrando nella vita della città con misure sempre più stringenti. «Il tempo percommentare – ci dirà a fine intervista – ci sarà nei prossimi secoli visto la portata storica dell’evento».

Nel giro di pochi giorni siamo precipitati nella cosiddetta zona rossa, dove alla chiusura di scuole, teatri e cinema si sono aggiunte altre misure fortemente restrittive e soprattutto con la raccomandazione a tutti di restare in casa se non per andare al lavoro e fare la spesa. Come sta reagendo la città?
«Non vorrei che il cattivo comportamento di pochi mettesse in ombra il senso di responsabilità e il senso civico mo-strato da decine di migliaia di persone fin dall’inizio. Dal nostro osservatorio vediamo che le persone chiedono, si infor-mano e poi rispettano le indicazioni. Quando questo non succede vengono erogate le sanzioni. Se nei primi giorni c’è stata soprattutto un’attività informativa anche dalla polizia municipale, già da martedì mattina sono state fermate e multate persone per spostamenti ingiustificati».

Nonostante i chiarimenti, i dubbi per i cittadini restano tanti.
«Noi cerchiamo di rispondere a tutti, anch’io personalmente, e l’informazione locale sta facendo un lavoro eccelso. In caso di dubbio, tuttavia, consiglierei innanzitutto di attenersi a un principio sempre valido: tutto ciò che è evitabile va evitato. Tutto ciò che non è necessario va evitato. Anche chi ha i bambini può “allenarsi” a usare videochiamate e le nuove tecnologie a disposizione per tenerli in contatto. Io stesso in questo periodo sto facendo videochiamate in tutta Italia con modalità che poi potranno essere utilizzate anche in seguito risparmiando tempo…».

C’è quindi da imparare da ciò che sta succedendo?
«Questa non è una parentesi ma una fase di cambiamento, un momento storico. Molte abitudini che abbiamo oggi potranno avere una ripercussione sul futuro anche dal punto di vista sanitario. Per anni abbiamo sottovalutato troppo il fenomeno dell’influenza stagionale. Chi andava al lavoro con 37,5 di febbre è stato considerato un eroe, mentre ora sappiamo che è da irresponsabili, perché quel 37,5 per un collega può comportare complicanze importanti».

Cosa ci dobbiamo aspettare il 3 aprile? Come usciremo da questa situazione?
«Impossibile adesso prevedere tempi perché non sappiamo come il virus possa reagire all’innalzarsi delle temperature, ma noi dobbiamo comportarci come se la situazione potesse durare ancora a lungo».

Come sta affrontando l’emergenza la macchina comunale?
«Le funzioni del Comune sono tutte coinvolte, con una cabina di regia in Municipio. In prima linea ci sono la protezione civile, polizia municipale e i servizi sociali, naturalmente, e poi l’ufficio stampa, attività economiche, servizi educativi, ragioneria e tributi per il sostegno alle imprese, ma è al lavoro anche il resto della macchina comunale, ad esempio l’ufficio progettazione perché dobbiamo evitare che quando tutto questo sarà finito si debba aspettare ad avviare i can-tieri».

A proposito di servizi sociali, chi si sta prendendo cura degli anziani che non possono uscire di casa e vivono soli?
«Come Comune di Ravenna e insieme all’Ausl e a tutto il distretto di Russi e Cervia abbiamo individuato 31mila numeri di telefono di over 70 e 75 e una task force di decine di persone sta telefonando per informare della situazione e anche per capire se ci sono particolari necessità. I servizi sociali già conoscono e seguono circa 300 o 400 persone con cui siamo costantemente in contatto e di cui conosciamo i bisogni, ma dato il momento straordinario, vogliamo appunto approntare una misura straordinaria».

Le maestre comunali che lavorano per nidi e materne riceveranno lo stipendio anche se non andranno al lavoro nelle prossime settimane?
«Assolutamente sì. Tra quelle a tempo determinato alcune saranno appunto richiamate per contattare le persone anziane nel progetto che spiegavo prima».

E gli educatori che fanno assistenza ai ragazzi disabili a scuola? Avranno la cassa integrazione? Faranno interventi a “domicilio” come prospettato dall’assessora Bakkali?
«Per quanto riguarda i lavoratori privati, va detto che la cassa integrazione è una tutela universale e necessaria. La domiciliarità del servizio è invece qualcosa che già applichiamo per casi specifici fuori dall’emergenza e su cui ora dobbiamo ragionare per studiare soluzioni che sono essenziali, ma devono anche essere personalizzate».

Avete fatto un primo calcolo su costi/risparmi per ilbilancio comunale? Al di là delle risorse regionali e statali, cosa potrà fare il Comune?
«Tra i nostri obiettivi c’è quello di evitare che il costo di alcuni mancati servizi si scarichino solo su alcune famiglie o sui gestori. Se non ci saranno provvedimenti nazionali, impegneremo fondi e strumenti. Sono personalmente in una commissione nazionale che si sta occupando anche di questi temi».

Quale settore economico la preoccupa di più nel dopo?
«Sicuramente il turismo sta pagando un prezzo altissimo e la crisi rischia di diventare particolarmente importante per noi se consideriamo che il nostro bacino è principalmente quello lombardo e dell’alta Emilia. Serve un grande provvedimento nazionale sul comparto e non basteranno pannicelli caldi».

A proposito: ci sono lombardi che sono venuti nelleseconde case al mare sui nostri lidi proprio lo scorso fine settimana. Esiste un pericolo sanitario?
«I cittadini lombardi hanno contribuito più di chiunque altro negli ultimi 70 anni alla crescita del turismo in Romagna, tanti hanno una seconda casa qui, tanti sono di casa qui. Chi è sceso prima dell’8 di marzo non ha commesso nessuna irregolarità, può permanere alla sua abitazione, ma credo sia giusto chiedergli di rimanere in autoisolamento per almeno 14 giorni come cautela ulteriore. Dall’8 di marzo in poi, invece, gli spostamenti per turismo sono vietati e nel caso qualcuno ne sia a conoscenza fa bene a fare segnalazioni».

La nostra provincia dal punto di vista sanitario è ben attrezzata. E infatti stiamo ricevendo pazienti anche da altri ospedali…
«Sì, per fortuna abbiamo una dotazione significativa di posti in rianimazione, un ottimo reparto di infettivologia e abbiamo rafforzato pneumologia. Stiamo lavorando anche per aumentare il personale medico e infermieristico, perché i macchinari e i letti da soli non bastano. In questo momento siamo in grado di aiutare gli altri, che significa salvare vite, non è detto che in un futuro non saremo noi ad aver bisogno della solidarietà altrui. Anche perché le persone, nel frattempo, non smettono di aver bisogno di cure oncologiche urgenti o di avere incidenti stradali…».

È morto Enzo “Macky” Gulminelli, tra i fondatori del circolo Teatro Socjale

Il ricordo dei volontari di Piangipane: «Lo ricorderemo con un evento a lui dedicato»

Enzo Gulminelli
Gulminelli in una foto di qualche anno fa con la cantante inglese Sarah Jane Morris e l’attuale direttore artistico del Socjale, Christian Ravaglioli

Lutto a Piangipane e non solo per la morte, a 73 anni, di Enzo Gulminelli. Con un passato di tecnico musicale in Rai, è stato tra i fondatori del circolo Teatro Socjale e uno dei suoi primi direttori artistici, negli anni pioneristici della nascita, assieme al compianto Danilo Papa e ad Antonio De Rosa.

I volontari del Socjale, in una nota inviata alla stampa, «piangono con dolore la scomparsa del caro amico Enzo, da tutti conosciuto come Macky».

«Amante di tutti i generi musicali – continua la nota –, ma era profondamente esperto di jazz, di blues e della musica d’autore italiana. Amico di tantissimi artisti, non c’era concerto in regione che non vedesse la sua partecipazione. Una casa piena di dischi e di Cd, era sempre pronto a consigliare ed indirizzare il Socjale nella sua programmazione e proposta musicale. È stato il maestro di tanti di noi, ma anche l’amico, anzi il fratello maggiore, sempre pronto a ridere e scherzare su tutto e grande compagno di gioco. Un grande amore per la vita e per il piacere, che ha sempre affrontato con un po’ di sfrontatezza, anche non curandosi dei problemi che, inesorabilmente, stavano minando il suo stato di salute. E che alla fine lo hanno travolto».

«I volontari del Socjale – termina la nota – abbracciano (virtualmente in questo periodo di restrizione) con calore la moglie, la figlia e i nipoti. Il teatro lo ricorderà con un evento a lui dedicato, non appena sarà possibile. Durante il suo funerale, in forma strettamente privata per le vigenti disposizioni governative, il teatro risuonerà (a porte chiuse), della sua musica preferita».

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