mercoledì
10 Settembre 2025

Addio a Matteucci, il sindaco che ha traghettato la città attraverso la crisi

Dalle ordinanze sulla sicurezza alla Moschea, da “uomo di partito” a “sceriffo”, dall’attenzione al welfare all’ossessione (buona) per il ricambio generazionale: un ritratto dell’uomo scomparso per un malore a 63 anni

A pochi giorni dal suo 63esimo compleanno, un infarto si è portato via l’ex sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci. Nella mattinata di domenica 16 febbraio la notizia ha sconvolto la città: Matteucci era stato sindaco fino al 2016 e il suo volto è noto anche ai più giovani.

Ma chi è stato e cosa ha rappresentato per la città Matteucci? La sua è stata una vita per la politica. Figlio di quella generazione in cui il partito poteva rappresentare un ideale ma anche darti un lavoro e una carriera, Matteucci fin da ragazzo ne ha fatto parte iscrivendosi al Pci a 16 anni e facendosi coinvolgere al punto da non finire l’università e fermarsi alla maturità classica. È stato consigliere comunale, provinciale, regionale prima di diventare sindaco di Ravenna nel 2006. Era stato dirigente nazionale della Fgci, e nel partito segretario provinciale e poi regionale, incarico da cui si dimise dopo la storica sconfitta della sinistra alle amministrative di Bologna nel 1999.

Ravennate doc, residente in Darsena, Matteucci era conosciuto e apprezzato da tutto il mondo politico cittadino per la sua umanità e indiscussa onestà. Non a caso fu candidato a sindaco di Ravenna in un momento in cui il suo nome poteva unire e placare ambizioni personali di altri. Vinse con un voto a valanga, che sfiorò il 70 percento dei consensi (superando il 54 cinque anni più tardi), dopo una lunga campagna elettorale che lo portò ovunque sul territorio. Con lui, dopo dieci anni di pragmatismo di Vidmer Mercatali, vinse anche un’idea di politica più dialogante, più colta e raffinata, anche se gli oppositori, che pure lo stimavano, avevano gioco facile a dire che si trattava di un “prodotto del partito”.

In realtà, con l’andare degli anni, Matteucci si rivelò più autonomo del previsto da via della Lirica, tanto da arrivare anche a vere e proprie frizioni, come sul “caso Marina”. Sicuramente si trattò dell’intervento che più ha segnato i suoi dieci anni da Primo cittadino. Una serie di ordinanze che portarono a un drastico ridimensionamento del fenomeno degli happy hour e delle “feste danzanti” motivate dal sindaco innanzitutto per limitare gli eccessi del cosiddetto sballo che accompagnava i fine settimana della località. Qui Matteucci ha sfoderato il suo lato di sindaco “sceriffo” che lo porterà alle cronache nazionali e riguarderà non solo i lidi, ma anche la città. Ordinanze contro chi chiedeva spiccioli nei parcheggi, ordinanze per regolamentare la vendita di alcol di alcuni esercizi commerciali fino all’annuncio di essere andato a fotografare personalmente i clienti delle lucciole a Lido di Classe. A Matteucci si deve l’iniziativa, oggi spesso contestata a sindaci leghisti, di togliere le panchine dalla zona della stazione per evitare assembramenti (principalmente di cittadini stranieri). Nel suo secondo mandato, accorpò, anche qui creando non pochi mal di pancia a sinistra, le deleghe di sicurezza e immigrazione. Nel 2014 fece scalpore una sua dichiarazione in cui chiedeva limiti e regolamentazioni per l’ingresso degli stranieri. A contatto tutti i giorni con i cittadini, Matteucci era convinto che i temi relativi alla sicurezza non si potessero lasciare in mano alla destra ma andassero governati anche dalla sinistra, senza tentennamenti.

Allo stesso tempo, tuttavia, si fece promotore anche di battaglie non proprio popolari: difese a spada tratta la moschea che inaugurò durante il suo secondo mandato (e oggi c’è chi vorrebbe che via Guido Rossa diventi via Fabrizio Matteucci) e portò avanti una battaglia personale per migliorare le condizioni, allora pessime, dei detenuti di via Port’Aurea. Non solo, sostenne numerosi progetti di accoglienza e integrazione. Tra le battaglie care alla sinistra sposate dal primo cittadino c’è sicuramente quella per le Unioni civili, rispetto alla quale Matteucci si spese personalmente. Molte, in generale, le battaglie simboliche, gli atti a costo zero, la visibilità conquistata anche sui social con interventi quasi quotidiani su temi diversi. Al sindaco “sceriffo” si affianca ben presto quello “paterno” che vuole proteggere, educare, salvare i giovani, che sono la sua vera e propria ossessione. E se anche questo atteggiamento, soprattutto se declinato sul lato Marina di Ravenna, è stato più volte oggetto di critiche anche all’interno del suo stesso partito (tanto che Michele De Pascale durante la propria campagna elettorale per succedergli scelse una linea di discontinuità piuttosto netta su questi temi), gli va invece dato merito di essere stato tra i politici che hanno concretamente cercato di far crescere una nuova generazione di amministratori, ma anche di organizzatori, artisti, protagonisti della vita pubblica cittadina a vari livelli.

Non a caso, resta forse infatti il suo più grande merito la candidatura a capitale europea della cultura che per anni ha coinvolto forze ed energie in un grande progetto collettivo, un sogno proprio incentrato su teatro, musica, letteratura, arte. Anche questo a costi ridottissimi. Perché ciò che va sempre ricordato è che Matteucci è stato sindaco negli anni della crisi più dura, quelli del fallimento di una realtà come Iter, in cui le risorse per i comuni continuavano ad assottigliarsi. Da qui gli atti più eclatanti, come la promessa (non mantenuta) di abolire la mini-Imu per i ravennati e sforare i patti di stabilità, ma anche quelli meno visibili ma forse più concreti: il mantenimento della spesa per il welfare. Come non fossero bastati i vincoli di bilancio, fu lui a dover affrontare il cosiddetto “buco” del Consorzio per i servizi sociali (con risorse extra da trovare per pagare prestazioni non previste).

A lui si deve certo la realizzazione della piazza Kennedy pedonale, l’elemento più incisivo del suo mandato dal punto di vista urbanistico insieme all’apertura di piazzetta Unità d’Italia e l’avvio del cantiere del Mercato Coperto. Suo è stato anche il taglio del nastro di Marinara, la posa della prima pietra dell’hotel Mattei, ma si tratta di eredità di un passato, peraltro piuttosto ingombrante.

I suoi sogni di rilancio della Darsena (come non ricordare il viaggio per incontrare l’archistar Calatrava a cui avrebbe voluto affidare lo scavalco della stazione) si sono infranti contro la crisi e la mancanza di denaro anche per tappare le buche.

E tra le difficoltà di quel periodo non si può non citare la terribile perdita per Mattuecci di un amico, ma anche dell’assessore più forte della sua seconda squadra: Gabrio Maraldi, ucciso anche lui per un malore improvviso, nel 2012.

Quando si valutano dunque i dieci anni di Matteucci è imprescindibile tener conto del contesto difficilissimo per tutti i primi cittadini a cui si è aggiunta la crisi della rappresentanza tradizionalmente intesa e del partito stesso.

Uomo della “ditta”, sposò comunque, con ritardo, la causa renziana e non fu mai tentato da possibili scissioni, nemmeno per il compagno di battaglie politiche di una vita Vasco Errani o Pier Luigi Bersani. Da lui non è mai arrivata una parola di critica verso chi lo aveva preceduto e ha mantenuto la promessa di non intervenire sull’operato di chi gli è succeduto.

Dopo dieci anni sotto i riflettori da protagonista, ha ricoperto l’incarico di direttore regionale dell’Anci in disparte dalla vita pubblica, dedicando più tempo alla sua amatissima moglie, Simona (sempre lontana dai riflettori, sempre al suo fianco negli anni da primo cittadino) e al figlio Sayo, oggi adulto, bambino al tempo della prima elezione. Ma anche da “dietro le quinte” è rimasto sempre un punto di riferimento per chi invece fa politica attiva, come ha rivelato proprio il sindaco De Pascale: «La sua era sempre l’ultima telefonata della sera o la prima della mattina, per confrontarci. E non ti faceva mai pesare quando sceglievi una strada diversa da quella che avrebbe preso lui».

Centinaia in piazza per l’addio all’ex sindaco Matteucci, sulle note di Celentano

Il sindaco De Pascale depone la fascia tricolore sul feretro e canta insieme a moglie e figlio del suo predecessore

Centinaia di persone in piazza del Popolo per l’ultimo saluto all’ex sindaco Fabrizio Matteucci, morto per un infarto domenica 16 febbraio quando ancora non aveva compiuto 63 anni.

Applausi hanno accompagnato l’arrivo del feretro dal municipio, dove era stata allestita la camera ardente.

A prendere la parola è poi stato un commosso Michele de Pascale, che ha definito il suo predecessore come «un leader politico vero», sottolineando come non avesse mai pensato davvero che sarebbe stato costretto a usare la fascia tricolore che lo stesso Matteucci gli aveva consegnato quattro anni fa per un’occasione come questa. Deponendola poi sul feretro, al termine del discorso durante il quale ha ricordato anche come Matteucci continuasse a ricevere i sorrisi dei ravennati, quando girava per la propria città «ed è la cosa più bella che può capitare a un ex sindaco».

Ha poi preso la parola l’assessore Ouidad Bakkali, nominata per la prima volta, giovanissima, proprio da Matteucci, da lei definito «indimenticabile» e paragonato, con una bella citazione, a L’uomo che piantava gli alberi di Jean Giono. Sottolineando poi come Matteucci avesse meritoriamente deciso di investire quelle poche risorse a disposizione – ai tempi della sua legislatura – in scuola, cultura e servizi alle persone.

Sono poi partite le note della canzone di Adriano Celentano “L’emozione non ha voce”, cantata insieme allo stesso De Pascale da moglie e figlio di Matteucci, a cui sono stati rivolti i pensieri di tutti. «Tutta la città vi sarà vicina», ha detto il sindaco. E la moglie, travolta dall’affetto, ha invitato i presenti ad avvicinarsi al feretro.

In piazza anche l’ex ministro Graziano Delrio e il presidente della Regione Stefano Bonaccini, l’ex governatore Vasco Errani, oltre a diversi sindaci, tra cui quello di Rimini Andrea Gnassi, la giunta e il consiglio comunale al completo. E anche tanti oppositori al governo locale del centrosinistra, dal leghista Gianluca Pini alla grillina Francesca Santarella.

Alle 14 i funerali nella chiesa di San Pier Damiano.

Piazza Funerali MatteucciPubblichiamo qui integralmente il discorso pronunciato da Michele de Pascale in piazza.

Ciao Fabrizio,
qui, nella tua piazza, c’è tutta la tua città.
In queste giornate sono passati da casa tua e poi dalla casa comunale, che era come se fosse parte di casa tua. i tuoi affetti, la tua famiglia, i compagni di una vita sono venuti da tutta la regione e da tutta Italia per darti un saluto.
Non dovevi farci questo scherzo.
Quando mi hai passato la fascia tricolore, non mi avevi prospettato l’idea di doverla utilizzare in questa giornata. Avrebbe sì parlato un sindaco al tuo funerale, ma fra molti e molti anni.
Volevo ringraziare di cuore tutte le persone che in questi giorni hanno parlato e scritto di Fabrizio, quelle parole le ho sentite profondamente sincere e non di circostanza.
Perché Fabrizio era una persona la cui umanità ti toccava nel profondo, il suo essere un uomo saldo nei suoi valori, fiero di una tradizione, ma contemporaneo. Un sindaco generoso e innamorato di Ravenna che si appassionava delle vicende dei suoi cittadini, in particolare di chi ne aveva più bisogno.
Un sindaco onesto e buono, un leader politico vero, che ha saputo guidare la nostra comunità con autorevolezza, assumere decisioni difficili, affrontare anni complessi con negli occhi i suoi valori, la storia della sua comunità, ma sempre con uno sguardo al futuro:
Il suo pensiero costante era quello di passare il testimone, come in una staffetta, alle nuove generazioni.
Ricordo anche gli ulti anni all’Associazione dei comuni felice di trasferire ai tanti sindaci la sua esperienza e sereno perché attraversa le strade di Ravenna e le persone lo fermavano, gli sorridevano e lo abbracciavano. Questa penso sia la cosa più bella che può capitare ad un ex sindaco.
Ci mancherai immensamente. Mancherai più che a chiunque altro a Simona e Sayo, la ragione che portava Fabrizio a svegliarsi con il sorriso tutte le mattine e che abbraccio a nome di tutti i ravennati. Tutta la città sarà sempre al loro fianco nel tuo ricordo.

Inps: aumentati i contributi per la frequenza agli asili nido nel 2020

I nuovi bonus 2020 vanno da un massimo di 3mila a un minimo di 1500 euro a seconda dell’Isee minorenni. Come presentare domanda

NidoCon la nuova legge finanziaria sono stati incrementati, per l’anno 2020, gli importi dei contributi per il pagamento di rette per la frequenza di asili nido pubblici e privati, e anche per l’introduzione di forme di supporto presso la propria abitazione in favore dei bambini al di sotto dei tre anni, affetti da gravi patologie croniche, portandolo fino ad un massimo di 3mila euro su base annua per i nuclei familiari in possesso di Isee minorenni in corso di validità (riferito al minore per il quale è richiesta la prestazione) fino a 25mila euro.
Per i nuclei familiari con un lsee minorenni compreso tra 25mila e 40mila euro, l’agevolazione potrà essere al massimo di 2.500 euro.
Infine, spetterà l’importo minimo di 1.500 euro nel caso di Isee minorenni oltre la soglia di 40mila euro, ovvero in assenza dell’Isee.

La domanda, come di consueto, può essere presentata via web, tramite il servizio on line dedicato accessibile direttamente dal cittadino in possesso di un pin Inps dispositivo, di una identità Spid o di una Carta Nazionale dei Servizi (Cns) per l’accesso ai servizi telematizzati dell’Istituto; in alternativa, attraverso il Contact Center multicanale, chiamando da telefono fisso il numero verde gratuito 803 164 o da telefono cellulare il numero 06 164164, a pagamento in base al piano tariffario del gestore telefonico, se in possesso di pin; oppure tramite i Patronati, con i i servizi telematici offerti dagli stessi, anche se non in possesso di pin.

Coloro che hanno già presentato domanda di bonus nido nel 2019, invece, stanno ricevendo un sms che permetterà loro, tramite accesso con pin Inps, Spid, Cns o Cie, di confermare o modificare i dati nella domanda precompilata dall’Istituto, senza doverne riproporre una nuova per l’anno 2020.

A proposito dei rimborsi relativi al bonus nidi del 2019, l’Inps precisa che tutte le domande correttamente presentate per il 2019 sono coperte da budget e pertanto in corso di liquidazione, previa verifica delle fatture inviate dai cittadini. Sono infatti in corso accertamenti su eventuali anomalie riferite a singole posizioni. L’Istituto previdenziale sottolinea che, ai fini della corretta liquidazione della prestazione, è necessario aver inserito nella domanda tutte le mensilità per le quali si richiede il pagamento e ricorda agli utenti che ancora non avessero ancora provveduto, che il termine ultimo per allegare la documentazione di spesa relativa alle domande di bonus nido 2019 è fissato al 1° aprile 2020, tempistica che è estesa a tutte le strutture private autorizzate.

Confiscati immobili per 700mila euro a un artigiano a Faenza per evasione fiscale

Il provvedimento eseguito dalle Fiamme Gialle dopo la condanna dell’imprenditore che emetteva fatture false

Guardia Di FinanzaEmetteva fatture false ed evadeva le tasse: per questi reati, a un imprenditore di nazionalità cinese condannato in via definitiva per il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, la Guarda di Finanza del comando provinciale di Ravenna ha confiscato a Faenza immobili per un valore intorno ai 700mila euro.

Il provvedimento di confisca è stato emesso dal Tribunale di Ravenna nell’ambito di un procedimento penale avviato dalla Procura della Repubblica di Ravenna a seguito di una verifica fiscale eseguita dalla Guardia di Finanza di Faenza nei confronti di una ditta individuale operante nel settore dell’abbigliamento. Nel corso dei controlli amministrativi, infatti, le Fiamme Gialle avevano rilevato come la ditta avesse fatto sistematicamente ricorso a fatture per operazioni inesistenti emesse da imprese compiacenti, per oltre un milione di euro, al fine di abbattere in modo fraudolento i redditi dichiarati ed evadere l’Iva.

Ulteriori indagini avevano anche consentito di appurare che, successivamente all’intervento dei Finanzieri, l’indagato, per sottrarre il proprio patrimonio aziendale e personale all’azione di accertamento per recuperare le imposte evase, aveva simulato la cessione della propria abitazione, un immobile indipendente di circa 300 metri quadri con giardino  e del laboratorio aziendale, ad un soggetto apparentemente terzo, anch’egli di origine cinese, continuando tuttavia a risiedervi ed a proseguire l’attività imprenditoriale.

Sulla base di questi accertamenti, le Fiamme Gialle manfrede avevano denunciato il titolare della ditta per il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e la Procura della Repubblica di Ravenna aveva disposto il sequestro preventivo degli immobili che l’imprenditore aveva tentato di mettere al riparo dall’azione di riscossione.

Al termine del procedimento penale, l’imprenditore cinese è stato condannato alla pena di due anni di reclusione, con contestuale confisca dell’abitazione e del laboratorio artigianale sottoposti a sequestro, il cui valore complessivo di stima è di circa 700 mila euro.

Anziano pedone investito da un’auto mentre attraversa la strada, è grave

L’uomo di novantanni è stato portato all’ospedale di Ravenna dal personale del 118

A1d790ee 7b1f 4c3d Acf6 4745b8a0c22bUn novantenne è in gravi condizioni all’ospedale di di Ravenna per le ferite riportate in un incidente stradale avvenuto nella prima mattinata di oggi, 18 febbraio, a Carraie, frazione del comune di Ravenna. L’anziano stava attraversando via Cella a poca distanza dall’incrocio con via San Rocco ed è stato colpito dalla vettura condotta da una 60enne. Il personale del 118 intervenuto con ambulanza e auto medica ha trovato l’uomo in gravi condizioni. Sul posto la polizia locale di Ravenna sta svolgendo i rilievi di legge.

Lorenzo Pezzilli, a 14 anni al timone verso il suo sogno: «Vorrei fare le Olimpiadi»

Il giovanissimo che si allena al Circolo velico ravennate è una delle promesse italiane: ha iniziato quando aveva 6 anni e dopo due ori a squadre ai campionati europei Optimist ora cambia categoria

Pezzilli 5Il mare si riflette sugli occhiali a specchi, mentre prepara la barca prima di scendere in acqua. Ha solo 14 anni, ma i suoi movimenti sono già quelli di un velista esperto e sul viso abbronzato sono disegnati ben chiari l’entusiasmo e la determinazione tipici della sua età. Lorenzo Pezzilli, classe 2005, è una delle promesse della vela italiana, in virtù dei numerosi successi raccolti agli albori della sua giovane carriera, e non nasconde l’intenzione di proseguire la felice tradizione dei ravennati in questo sport. Un passo alla volta, però, perché il talento cresciuto nel Circolo Velico Ravennate ha di fronte a sé tanta strada da percorrere, sfidando onde e vento, prima di realizzare il grande sogno, quello di partecipare alle Olimpiadi.

Lorenzo, quando sei salito per la prima volta su una barca?
«Avevo sei anni, a un corso estivo organizzato dalla Scuola Vela del Circolo Velico Ravennate. Ho iniziato con Daniela Rossi, la mia prima istruttrice, e mi è piaciuto fin da subito stare in mezzo al mare».

Un colpo di fulmine, quindi?
«Sì. Ho seguito l’esempio di mio fratello, Federico, che continuava a fare attività anche nel corso dell’inverno. Siccome ero ancora troppo piccolo non potevo andare in barca, quindi assistevo alle sue gare sul gommone degli organizzatori. Poi l’anno dopo sono entrato nella categoria pre-agonistica, con Cristina Celli e Carolina Rendano allenatrici nei cadetti, e non ho più smesso».

Come mai questo amore per la vela?
«Frequentando Marina di Ravenna l’acqua ha sempre rappresentato uno dei miei elementi preferiti, al punto che di inverno pratico anche nuoto in piscina. Sono tesserato con la Rinascita Team Romagna, ma non partecipo alle gare. Era inevitabile, quindi, che l’unione tra l’amore per il mare e quello per la competizione mi spingessero a buttarmi a capofitto sulla vela».

Pezzilli 6Come è proseguita la tua carriera?
«Ovviamente mi sono cimentato nella categoria Optimist, vivendo anni davvero entusiasmanti. Ho sudato tanto negli allenamenti, ma mi sono tolto anche la soddisfazione di partecipare a due campionati europei. In entrambe le edizioni, la seconda da capitano, ho vinto l’oro a squadre, mentre a livello individuale (nell’Optimist si gareggia da soli in barca, ndr) sono salito sul terzo gradino del podio. Inoltre, sempre a squadre, sono arrivato primo per due volte nell’importante competizione sul lago di Postdam, nei pressi di Berlino».

Che sensazione ti porta vestire la maglia azzurra?
«È bellissimo e mi dà grandi motivazioni, anche perché per arrivarci bisogna sudare tantissimo. La concorrenza è durissima, come è testimoniato dal fatto che gli italiani nell’Optimist primeggiano anche a livello mondiale. Davanti a me ci sarebbe stato un terzo anno in questa categoria, ma ho deciso di cambiare strada. Un po’ mi dispiace, perché nel 2020 il Mondiale si disputa a Riva del Garda».

In che categoria gareggi adesso?
«Da ottobre mi cimento nel 29er. Sullo scafo si va in due: io sto al timone, il mio compagno di team Tobia Torroni, di Forlì, è il prodiere, con cui ho una bella intesa. Mi piace stare in squadra, è più divertente, e dal punto di vista tecnico stiamo imparando tutto molto in fretta».

Che ruolo ricopre il Circolo Velico Ravennate nella tua attività?
«Sono felice di farne parte, perché qui c’è una bella atmosfera e mi sento supportato. C’è grande attenzione sui giovani, ci sono tante squadre e il livello è davvero molto alto. I dirigenti e gli allenatori ci trasmettono la bellezza della vela. In più ci sono tanti punti di riferimento, come i fratelli Ivaldi, Jacopo e Federico Pasini, Jacopo Plazzi, giusto per citarne qualcuno».

Quali sono i tuoi obiettivi stagionali?
«Il 2020 è un anno un po’ “al buio”, tutto da scoprire. Il debutto stagionale è a marzo, con la prima delle cinque tappe del circuito nazionale prevista a Palermo. Per noi è un’avventura tutta nuova, quindi non sappiamo cosa aspettarci. Di sicuro l’obiettivo principale è quello di crescere e imparare il più possibile, con l’intenzione di raccogliere i primi frutti del lavoro nel 2021. Quest’anno sono in programma anche Europei e Mondiali, entrambi open: mi piacerebbe parteciparvi, sia per fare esperienza, sia per avere un primo confronto importante».

Come mai hai deciso di passare nella categoria 29er?
«Perché è propedeutica alla 49er, che è classe olimpica».

Pezzilli 3Quindi è questo il tuo grande sogno?
«Sì, un giorno vorrei partecipare alle Olimpiadi. So bene che la strada è lunga e in salita, ma il tempo è dalla mia parte e sono pronto ad allenarmi tantissimo per raggiungere questo obiettivo».

È complicato far convivere al meglio lo sport con la scuola?
«Frequento il primo anno di Liceo Scientifico e finora non ho avuto problemi. Sono contento anche di come vanno gli studi e ho scelto questa scuola perché, non avendo le idee chiare su quale sarà il mio futuro, lascia spazio libero a tante opportunità diverse. Anzi, in realtà so bene quello che voglio fare da grande: il velista professionista ad alti livelli».

Ragazza di 17 anni in ospedale per il troppo alcol dopo la serata in discoteca

Indagano i carabinieri. La giovane bolognese era stata insieme ad alcune amiche al Baccara di Lugo

Una ragazza di 17 anni è finita all’ospedale di Lugo nella notte tra sabato e domenica, praticamente in coma etilico dopo una serata in discoteca.

La notizia è riportata dal Carlino Ravenna, che rivela come sull’episodio stiano indagando i carabinieri, allertati dai sanitari dell’ospedale, trattandosi di una ragazza minorenne.

I militari dovranno cercare di capire se la giovane fosse già ubriaca prima di entrare in discoteca – il Baccara di Lugo – oppure se il locale le abbia servito alcol nonostante la giovane età.

La 17enne – bolognese – è stata trasportata in ospedale attorno alle 2.30 con un tasso di alcol nel sangue pari a 2 g/l, quattro volte il tradizionale limite consentito per guidare, tanto per intenderci. Trascorsa la notte in ospedale con tanto di flebo, ma sempre cosciente, la giovane è stata dimessa verso l’ora di pranzo di domenica, quando è potuta tornare a casa con i genitori, informati durante la notte dagli stessi carabinieri.

La nonna di Diletta Leotta diventa sexy con Veronica Graf a “Quelli che il calcio”

La modella di Faenza ex Gf fa la parte della 85enne parente della conduttrice di Dazn interpretata da Brenda Lodigiani nella parodia del monologo di Sanremo

Il monologo di Diletta Leotta a Sanremo, “La bellezza capita”, è finito tra i momenti più criticati della 70esima edizione del Festival e ha portato in mondovisione il volto della nonna della celebre conduttrice, in platea ad assistere impassibile e forse anche un po’ a disagio mentre la nipote 28enne la coinvolgeva indirettamente con le sue parole. E la coppia nonna-nipote è diventata una parodia a “Quelli che il calcio”, con Brenda Lodigiani a imitare la regina di Dazn e la faentina Veronica Graf a incarnare una 85enne nonna Rosalia in versione sexy.

Per la 30enne modella – che mise piede nel piccolo schermo la prima volta nel 2014 con la partecipazione al Grande Fratello e lo scorso settembre ha posato nuda per For Men – è un ritorno su Rai Due con un taglio ironico: nell’estate 2019 era nel cast di “Realiti”, programma di Enrico Lucci, a recitare la parte della segretaria del notaio. Due interpretazioni fatte restando muta, senza pronunciare battute, ma riuscendo a scatenare le risate del pubblico e degli ospiti in studio per quel piglio da anziana contrita e emozionata, come successo con la scena vera all’Ariston. Quest’anno la parodia di nonna Rosalia e nel 2021 sul vero palco di Sanremo? Veronica ci risponde al volo al telefono con una risata: «Direi che non sarebbe una cattiva idea».

La modella manfreda è stata nonna Rosalia nelle ultime due puntate andate in onda il 9 e il 16 febbraio (in fondo alla pagine il video della seconda data). «Da giovane è stata eroica combattete in alta montagna contro le doppie punte – dice Brenda “Diletta” Lodigiani –, al fretto sotto zero per la criosauna, nonna ancora oggi fa una vita di sacrifici tra pilates acquagym e torte ai mandarini».

Confcooperative a congresso, primo dopo la fusione delle Unioni di Ravenna e Rimini

Appuntamento a Cervia venerdì 21 febbraio per l’elezione dei nuovi organi dirigenti dell’organizzazione

L'assemblea di Confcooperative
Assemblea di Confcooperative, in primo piano il presidente Luca Bracci

Confcooperative va a congresso venerdì  21 febbraio a Cervia. Ed è la prima assise dell’organizzazione cooperativa dopo la fusione fra le Unioni territoriali di Ravenna e Rimini che, dopo il dibattito assembleare, si concluderà con l’elezione del nuovo consiglio territoriale, dell’organo di controllo, dei delegati alle assemblee regionali e nazionali e del nuovo presidente di Confcooperative Ravenna-Rimini.

L’evento, ospitato all’Hotel Dante (viale Milazzo 81) si aprirà alle ore 9 con l’elezione del presidente dell’assemblea e gli adempimenti congressuali cui seguirà la relazione del presidente uscente Luca Bracci. Successivamente sono in programma i saluti del sindaco di Ravenna e presidente della provincia Michele De Pascale e del sindaco di Rimini Andrea Gnassi. In chiusura della parte pubblica interverrà Elisabetta Gualmini, professoressa di Scienze Politiche all’Università di Bologna e Parlamentare Europea. Alle 11 prenderà il via la parte privata del Congresso con il dibattito assembleare e l’intervento del presidente nazionale di Confcooperative Maurizio Gardini. Al termine le elezioni dei nuovi organismi dirigenti.

«La nostra è una realtà solida che in questo primo anno e mezzo di lavoro ha dimostrato di saper lavorare insieme e saper mettere a frutto le professionalità presenti al suo interno – dichiara Luca Bracci, attuale presidente di Confcooperative Ravenna-Rimini a proposito dello “stato dell’arte” dell’organizzazione in previsione del congresso – . Siamo stati i primi in regione a decidere di unire le forze per garantire alle cooperative una rappresentanza più forte e possiamo dire che questa scelta è stata non solo lungimirante, ma anche proficua. Gli obiettivi che ci eravamo posti all’inizio sono stati realizzati, vale a dire una riorganizzazione interna per ottimizzare le risorse, una più alta specializzazione dei nostri funzionari e un centro servizi unico, tra i più qualificati del panorama nazionale, al servizio delle nostre associate».

L’omaggio dei bambini a Matteucci. In tanti in municipio per salutare l’ex sindaco

Il coro della scuola Mordani alla camera ardente allestita nella sala preconsiliare di Palazzo merlato

Il coro dei bambini della scuola elementare Mordani ha reso omaggio nel pomeriggio a Fabrizio Matteucci.

La salma dell’ex sindaco è esposta nella camera ardente allestita in municipio, dove tantissimi ravennati hanno portato il loro saluto alla famiglia. Sindaci e assessori (di oggi e di ieri) hanno partecipato al picchetto che veglia la salma.

La camera ardente riaprirà domani (18 febbraio) alle 7.30 del mattino e resterà visitabile fino alle 12.30. Alle 13 invece, come noto, si terrà una commemorazione pubblica in piazza del Popolo. Alle 14 i funerali sono fissati invece nella chiesa di San Pier Damiano.

L’embargo Russo ha compromesso un quarto del valore dell’ortofrutta ravennate

Lo denuncia Coldiretti, evidenziando come il danno per gli agricoltori locali riguardi in particolare la produzione di frutta estiva

Frutta RomagnaL’embargo rispetto alle esportazioni di prodotti agroalimentari italiani in Russia, avviato da Putin nel 2014, come ritorsione alla decisione dell’UE di applicare sanzioni per la guerra in Ucraina, è costato a questo settore del Made in Italy, 1,2 miliardi di euro negli ultimi cinque anni e mezzo di “conflitto” economico. Notevoli ripercussioni negative hanno colpito anche i contadini ravennati, che hanno dovuto rinunciare a un quarto del valore della produzione estiva destinato al grande paese dell’Est.

Lo denuncia Coldiretti in una analisi presentata recentemente insieme a Filiera Italia alla fiera agroalimentare di Mosca Prodexpo 2020, visitata dalla Ministra delle Politiche Agricole Teresa Bellanova. In una nota stampa dell’associazione dei coltivatori si sottolinea che «L’embargo è costato carissimo anche ai produttori ravennati di ortofrutta che si sono visti privare della possibilità di esportare sul mercato russo, un bacino che valeva 150milioni di consumatori e che rappresentava lo sbocco per un buon 25% della produzione di frutta estiva. Senza contare gli effetti provocati “a caduta” dall’embargo. La chiusura del mercato russo, infatti, ha fatto sì che Spagna, Grecia e la stessa Italia abbiano concentrato il proprio export ortofrutticolo sull’Europa con aumento dell’offerta, saturazione del mercato e inevitabile crollo dei prezzi alla produzione».

«La riapertura delle frontiere russe è quindi fondamentale per ridare ossigeno all’export tricolore e ravennate, anche se – precisa la Coldiretti – va segnalato che negli ultimi anni si è verificato un recupero e nel 2019 l’export agroalimentare italiano è cresciuto del 5% rispetto all’anno precedente ma solo grazie ai comparti non colpiti dal blocco, come il vino, le paste alimentari, pomodori pelati e polpe, tabacchi e olio, a conferma della fame d’Italia dei cittadini russi.
I valori – conclude la Coldiretti – rimangono comunque nettamente inferiori a quelli del 2013, l’ultimo anno prima dell’embargo, quando le esportazioni agroalimentari Made in Italy avevano raggiunto i 705 milioni di euro».

Un villaggio per bambini (e non solo) appassionati delle armi giocattolo Nerf

NerfSabato 22 e domenica 23 febbraio al centro commerciale Esp di Ravenna un weekend con il Nerf Village, un villaggio interamente dedicato al marchio delle celebri armi giocattolo.

Dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 19 sono in programma sfide riservate ai maggiori di 8 anni e gare di abilità con tirassegni. Non mancherà un’area social con un corner fotografico.

L’ingresso e tutte le attività sono gratuite.

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