Dalle 10.30 di domani, lunedì 17 febbraio, in municipio a Ravenna sarà allestita la camera ardente, aperta a tutti coloro che vorranno portare l’ultimo saluto a Fabrizio Matteucci, sindaco della città dal 2006 al 2016.
Matteucci è morto per un malore a pochi giorni dal suo 63esimo compleanno.
I funerali si svolgeranno martedì 18 febbraio alle 14 nella chiesa di San Pier Damiano.
«Fabrizio – continua De Pascale – era un gentiluomo che amava profondamente la nostra Ravenna e la nostra comunità, al servizio della quale ha rivolto buona parte della sua vita, dedicandovisi sempre con generosità, attenzione e impegno.
Se ne va un amico caro, una guida sincera e riservata. Sempre allegro e scherzoso, era con lui l’ultima telefonata della sera per un consiglio o un confronto o la prima della mattina per iniziare con il piede giusto la giornata. Quella telefonata mi mancherà tantissimo. Ciao Fabrizio».
Colpito da un malore, era stato primo cittadino di Ravenna dal 2006 al 2016
È morto l’ex sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci, colpito da un malore.
Esponente del Pd, è stato primo cittadino dal 2006 al 2016, per due mandati, e attualmente era direttore dell’Anci dell’Emilia-Romagna. Dal 2000 al 2005 era stato consigliere regionale.
Avrebbe compiuto 63 anni il 21 febbraio.
Tra le altre cose – ricorda in un’agenzia l’Ansa – divenne noto a livello nazionale e non solo per la sue battaglie contro lo sballo e la prostituzione in strada. Ad esempio fu celebre un clamoroso annuncio (poi ritirato) su una possibile campagna fatta di scatti fotografici a trans e clienti a Lido di Classe, nel 2008.
In un’altra occasione versò in un tombino alcolici appena acquistati, in un secchiello, facendosi fotografare dai giornalisti, l’estate successiva.
L’iniziativa davanti al dipartimento regionale del ministero della Giustizia: il dermatologo sta scontando un ergastolo e nella casa circondariale di Port’Aurea dovrebbero stare solo detenuti con pene fino a 5 anni
Davanti al dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) del ministero della Giustizia a Bologna si terrà lunedì 17 febbraio dalle 11 alle 12 un sit-in promosso dal mondo femminista ravennate per avere spiegazioni sulle ragioni che hanno consentito il trasferimento dal carcere della Dozza di Bologna a quello di Ravenna di Matteo Cagnoni, il medico condannato all’ergastolo in primo e secondo grado per l’omicidio della moglie Giulia Ballestri a settembre 2016. L’iniziativa è promossa da Udi, Linea Rosa, Dalla parte dei minori e Casa delle donne. Le prime tre associazioni figurano tra le parti civile del processo.
Già due volte, il 29 novembre 2018 e il 22 luglio 2019, è stata chiesta la stessa spiegazione al Dap senza ottenere alcuna risposta. Dal 29 novembre scorso si è svolto ogni venerdì, davanti al carcere di Ravenna, un presidio organizzato per sollecitare una risposta del Dap competente all’interpello promosso dalle avvocate delle tre associazioni parti civili nel processo penale che, «censurandone la legittimità sotto più profili, domandavano chiarimenti». È stato chiesto anche alla presidente della Commissione d’inchiesta sul Femminicidio del Senato affinché intervenga sulla decisione dell’amministrazione penitenziaria «denunciando il carattere discriminatorio e di soggettivo privilegio del trasferimento». Per dovere di cronaca va infatti ricordato che Port’Aurea è una casa circondariale dove sono rinchiusi detenuti con condanne inferiori a cinque anni o in attesa di giudizio.
«Ci siamo mobilitate sia tramite l’interpello delle avvocate delle tre associazioni parti civili, sia con la promozione di una raccolta di firme sottoscritta da oltre 62.000 persone, sia con una fiaccolata silenziosa per le vie della città, conclusasi davanti alla Casa Circondariale di Ravenna. Ringraziamo le cittadine e i cittadini che ci hanno sostenuto in questi mesi e ci sostengono in questa nostra mobilitazione che ha come unico scopo di affermare una giustizia uguale per tutti e tutte».
Otto incontri e dialoghi dal 17 giugno al 16 luglio fra grandi protagonisti della cultura e della musica
Paolo Rumiz
Si stringe e si sviluppa nel 2020 il sodalizio fra Il Ravenna Festival e Cervia, dopo alcuni appuntamenti episodici (ma va sottolineato il memorabile concerto trakking con Ambrogio Sparagna alle Saline) di alcuni anni fa. Quest’anno si profila un vero e proprio festival nel festival che nelle parole del sindaco della citta Massimo Medri e del soprintendente del festival Antonio De Rosa rafforzano la vocazione della località nel legame fra cultura, ambiente e turismo, all’insegna di eventi di alta qualità sociale e artistica.
Si tratta di otto appuntamenti per una rassegna creata ad hoc intitolata “Per l’alto sale – Il Trebbo in musica 2.0”: un itinerario di incontri che si ispira alla tradizione romagnola del trebbo, celebrandone la dimensione di condivisione e confronto e al contempo traghettandola nel XXI secolo nell’alternare gli omaggi a “eroi” di Romagna – Tonino Guerra, l’Artusi, Fellini – a voci contemporanee e tematiche attuali. In collaborazione con il Comune di Cervia e con il contributo della Cooperativa Bagnini, dal 17 giugno al 16 luglio gli appuntamenti sono in programma al Palazzo dei Congressi di Milano Marittima, ad eccezione di due eventi in programma rispettivamente al Bagno Club Milano e alla Pieve di Pisignano.
Trebbo, italianizzazione del romagnolo trébb, ha nobili natali: dallo stesso termine latino trivium non solo deriva trebbio – l’incrocio di tre vie e, per metonimia, la conversazione di chi si incontra a quell’incrocio – ma anche trivio, che in epoca medievale designava le tre arti liberali della grammatica, retorica e dialettica o filosofia. Il Trebbo, in Romagna, è tutto questo: incontro, confronto, occasione sociale ed intellettuale, condivisione di idee e incrocio di culture e sensibilità. Una dimensione che era apparsa evidente, negli anni Cinquanta, a due giovani appassionati di poesia – Walter Della Monica e l’attore Antonio (“Toni”) Comello – che con una pionieristica iniziativa di letture pubbliche proposero dal 1956 al 1960, in tutta la loro freschezza, versi di poeti di tutti i tempi.
Ivano Marescotti
È proprio nel solco del trebbo poetico di quegli anni che, mercoledì 17 giugno, la rassegna si inaugura con un “Omaggio a Tonino Guerra”: in occasione del centenario della nascita del poeta –ma anche scrittore, sceneggiatore e artista a 360 gradi – di Santarcangelo, è affidato a Ivano Marescotti il compito di restituirne un ritratto attraverso lettura e commento di testi, anche dialettali, con il contrappunto musicale di Paolo Damiani al contrabbasso e live electronics.
Mercoledì 24 giugno si celebrano invece i duecento anni dalla nascita dell’autore del più celebre dei trattati gastronomici, vero e proprio nume di ogni cucina dell’Italia unita: l’“Omaggio a Pellegrino Artusi“sarà tracciato da Alberto Capatti, autorevole storico dell’alimentazione e della gastronomia nonché direttore del comitato scientifico di CasArtusi, con un occhio di riguardo per il sale, l’oro bianco di Cervia. Accompagneranno l’incontro i Bevano Est, che condividono con l’Artusi le origini forlimpopolesi e hanno fatto del dialogo con strumenti e sonorità della tradizione contadina l’ingrediente distintivo del proprio stile. In questo caso l’evento sarà ospitato dal Bagno Club Milano e preceduto da una passeggiata gastronomica con menu artusiano a cura di CheftoChef.
Il trittico di ricorrenze non può che completarsi con l’“Omaggio a Federico Fellini” di sabato 27 giugno: classe 1920, proprio come Guerra (con cui firmò per altro la sceneggiatura del premio Oscar Amarcord), il regista riminese sarà celebrato attraverso le musiche di Nino Rota, compagno di strada di molte avventure cinematografiche. Gli arrangiamenti sono stati commissionati dal Festival a Fabio Petretti per la sua Italian Jazz Orchestra, accompagnata dalla fisarmonica di Simone Zanchini.
Se questi omaggi celebrano tre figure fondamentali dell’identità culturale della Romagna, è invece l’identità dell’Europa, quella intessuta di contatti con l’Oriente, al centro dell’incontro di domenica 21 giugno. La sapienza narrativa del giornalista e scrittore Paolo Rumiz svelerà Quell’Europa che viene da Oriente, in un percorso – anche musicale grazie al flauto di Fabio Mina – che si inserisce perfettamente sulla rotta della XXXI edizione del Festival. Il programma di quest’anno, esteso dal 3 giugno al 19 luglio, è infatti dedicato al Dolce color d’oriental zaffiro, che Dante descrive nel Purgatorio (I, v. 13), e quindi anche al lungo e mai interrotto confronto – e non solo scontro – fra Occidente e Oriente, di cui sono splendida espressione la Ravenna bizantina e i mosaici che il poeta stesso ammirò. Cornice di questo viaggio attraverso i secoli sarà in questo caso la Pieve di Santo Stefano, testimone – almeno dal X secolo – di una storia spirituale che si intreccia alle vicissitudini del territorio romagnolo.
Ilaria Capua
Lo storytelling – la narrazione che valica i confini della letteratura per appropriarsi anche dei linguaggi del giornalismo, della televisione, della divulgazione scientifica e storica – è il fil rouge di quattro appuntamenti del giovedì, realizzati in collaborazione con Elastica Live & Comunicazione, destinati a discutere i grandi temi, e soprattutto le grande sfide, della nostra epoca.
A partire da quella della salute e della bioetica, con la conversazione fra Ilaria Capua e Gad Lerner, in programma il 25 giugno. Sostenitrice dello sviluppo scientifico open-source, cioè del libero accesso per tutti ai dati in particolare dei virus influenzali, la virologa è fra i cinquanta più rivoluzionari scienziati al mondo per la prestigiosa rivista “Scientific American” e autrice di Salute circolare, edito da Egea, storie di progresso reso possibile dalla capacità di non seguire sempre e solo la strada maestra di una conoscenza già consolidata. A seguire il momento musicale con Gianluca Petrella e Pasquale Mirra, rispettivamente al trombone e al vibrafono.
Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura
È invece fra i cinquanta grattacieli più iconici del mondo, secondo il “Council on Tall Buildings and Urban Habitat” (organo internazionale sullo sviluppo urbano sostenibile), il Bosco verticale di Milano. Questo progetto di riforestazione metropolitana in verticale porta la firma dell’architetto e urbanista Stefano Boeri, a cui la parola passa il 2 luglio per “Architettura e Natura”. Le note sono, in questo caso, della tromba di Paolo Fresu e del bandoneon di Daniele Di Bonaventura. Dall’ecosostenibilità, tema ancor più saliente per una città che ha saputo istituire già nel lontano 1973 il Premio CerviaAmbiente rivelando una spiccata e lungimirante sensibilità, alla riscoperta di donne che hanno fatto la storia, cambiando le regole di un gioco quasi esclusivamente maschile.
L’incontro del 9 luglio è infatti con Melania Mazzucco e il suo nuovo libro L’architettrice (Einaudi), storia di Plautilla, misteriosa pittrice e primo architetto donna dell’età moderna nel torbido splendore della Roma barocca. Al pianoforte un’altra donna, Rita Marcotulli, musicista e compositrice che vanta collaborazioni con i migliori artisti della scena jazz americana.
Massimo Gramellini
La rassegna si conclude il 16 luglio con il reading di Massimo Gramellini: il giornalista e scrittore, che sulle pagine del “Corriere della Sera” ha celebrato la capacità di Milano Marittima di fare comunità e reagire prontamente alla tromba d’aria che a luglio 2019 aveva flagellato il litorale e danneggiato gli stabilimenti, propone il suo libro Prima che tu venga al mondo (Solferino), una lettera al figlio che è anche un inno alla paternità e un delicato ritratto del rapporto fra generazioni. Seguirà il concerto della pianista e compositrice Virginia Guastella.
Convenzione fra Comune e Bper Banca per la riqualificazione dell’area verde vicina a piazza Kennedy
foto Angelo Palmieri
È stata approvata la convenzione tra il Comune e Bper Banca per l’uso pubblico, la custodia e la manutenzione del giardino Spalletti o delle “Erbe della Memoria”, nei pressi di piazza Kennedy, la cui apertura è prevista in primavera.
Bper, proprietaria dell’area, condividendo l’intento del Comune di rendere alla cittadinanza un servizio gradito e atteso, si è impegnata a destinare il giardino alla frequentazione pubblica: è nata pertanto l’esigenza di definire i rapporti tra i due enti con l’obiettivo di riqualificare, manutentare e gestire il giardino stesso e il locale adiacente, da utilizzare come punto di ritrovo, informativo, di conoscenza, vendita e degustazione delle erbe e dei prodotti derivati.
Tra gli impegni di Bper Banca, che dovrà affidare a un soggetto da individuare previa selezione il servizio di custodia e manutenzione e di gestione dell’immobile, rientrano interventi manutentivi ordinari e di pulizia delle aiuole e del verde, l’attivazione dell’impianto di irrigazione, l’apertura e chiusura del giardino con modalità e orari da concordare con il Comune, la custodia e la sorveglianza durante l’apertura.
Nel locale sono previste attività di vendita e degustazione di alimenti e bevande a base di erbe (torte, focacce, biscotti, tisane e infusi etc.) e attività divulgative e didattiche sulle erbe e sul loro impiego anche attraverso dibattiti e piccole iniziative culturali.
La convenzione avrà la durata di un anno quale periodo sperimentale.
Tra i papabili l’attuale vicesindaco Massimo Isola che in questi anni si è occupato di promozione culturale e turistica
Andrea Corsini è stato confermato nella compagine della giunta regionale del neoeletto presidente Stefano Bonaccini a Bologna, anche perché Manuela Rontin – che ha fatto l’en-plein delle preferenze in provincia superando anche il favorito nuovo assessore – non ha avanzato pretese e ha deciso di restare in consiglio regionale e lì portare il suo contributo come ha fatto negli ultimi cinque anni, evidentemente in modo peraltro piuttosto apprezzato.
Ma certo le sue 7.198 preferenze hanno un valore anche in vista delle elezioni future, soprattutto perché il prossimo appuntamento elettorale sono le amministrative di Faenza dove ancora non ci sono nomi di candidati. E nel centrosinistra non sono mancati momenti di tensione negli ultimi mesi (per usare un eufemismo).
Innanzitutto, la frattura con la lista civica che aveva permesso l’elezione del sindaco Giovanni Malpezzi già dieci anni fa e che è uscita dalla giunta e dalla maggioranza. Il suo esponente di spicco, Domizio Piroddi, candidato alle Regionali ha ottenuto 700 preferenze, un risultato di tutto rispetto se si considera quello complessivo della lista.
E Paolo Cavina, capogruppo della lista civica (che aveva posto un veto sul nome di Manuela Rontini come candidata sindaco), aveva dato la disponibilità a candidarsi a sindaco di Faenza.
Nel frattempo, un’altra area del Pd, quella più a sinistra, sta puntando su Massimo Isola, vicesindaco di Malpezzi che in questi anni ha lavorato moltissimo sulla promozione del territorio faentino in termini culturali e turistici (Faenza è uno dei territori cresciuti di più sotto questo profilo). Un nome che potrebbe sicuramente non dispiacere anche alle forze di sinistra che potrebbero allearsi al Pd a differenza di quanto accaduto cinque anni fa, quando l’Altra Faenza si presentò all’opposizione.
Ma ora, complice anche l’esito appunto delle regionali, l’area a sinistra del Pd potrebbe stare dentro una coalizione sul modello di Coraggiosa. Anche se, come noto, a Faenza è sempre stata molto forte la parte del Pd di ispirazione cattolica, e anche renziana fino a che Renzi non ha abbandonato il partito, rappresentata in particolare dal senatore Stefano Collina e appunto dalla consigliera regionale Rontini.
In tutto questo, sta per affacciarsi sul quadro manfredo anche Italia Viva che, nel frattempo sta invece facendo scintille con il Pd lughese di Davide Ranalli, a riprova che non sarà un elemento silente e facilmente addomesticabile in una coalizione. Insomma, la quadra ancora non sembra trovata del tutto, anche perché chiunque sarà il candidato (nomi di donne al momento non ne sono circolati, al di là di quello di Rontini) avrà bisogno di un sostegno largo per battere una Lega che a Faenza è storicamente parecchio agguerrita e che già cinque anni fa perse lo scontro con Malpezzi per una manciata di voti al ballottaggio.
Il 17 febbraio, alle 18, prosegue il secondo ciclo delle “Storie di Ravenna” con un incontro sull’avvento del fascismo
Il quinto appuntamento con “Storie di Ravenna” è in programma lunedì 17 febbraio, alle 18, al teatro Rasi con il titolo “All’armi siam fascisti! La marcia su Ravenna del settembre 1921″ e vede sul palco Luigi Dadina (attore Teatro delle Albe), Giovanni Gardini (Museo Diocesano di Faenza-Modigliana) e Alessandro Luparini (storico e direttore della Fondazione Casa Oriani), e con la partecipazione straordinaria di Paolo Cavassini (ricercatore e saggista storico) e Alberto Malfitano (Dipartimento di Beni Culturali, Università di Bologna).
Come sempre una lezione-spettacolo con una formula del tutto nuova che ha conquistato il pubblico. Il momento conviviale enogastronomico che segue l’incontro per questa data è curato dallo chef Pierpaolo Spadoni (Osteria del Pancotto).
Appuntamento per i volontari domenica 16 febbraio alle 9, all’ingresso della pineta Ramazzotti
Domenica mattina 16 febbraio volontari ambientalisti si danno appuntamento a Lido di Dante per pulire dalla plastica l’area protetta della Foce del Bevano. L’iniziativa è promossa dal circolo ravennate di Legambiente Matelda
L’inizio è previsto alle ore 9 alla sbarra di ingresso delle Pineta Ramazzotti (viale Paolo e Francesca a Lido di Dante) per la registrazione, la consegna dell’attrezzatura ed una breve introduzione da parte di Giorgio Lazzari sul libro Il Caso Ortazzo per ricordare le urbanizzazioni che tempo fa videro sotto minaccia queste zone.
Si parte tutti assime per una ricognizione sulla quantità di rifiuti presenti alla Foce e poi procedere nella rimozione, all’interno del progetto Green Eye 2.0.
La pulizia riguarderà particolarmente l’area interna della Foce, senza andare sulla spiaggia a seguito di monitoraggi in corso da parte dell’Ispra.
Partecipano e aderiscono all’iniziativa: Wwf Ravenna, Italia Nostra Ravenna, L’Arca, Mama’s Club, Ortisti di Strada, UNIamoci ed il Comitato Cittadino di Lido di Dante
Sabato 15 e domenica 16 (alle 15.30) sul palcoscenico il Nuovo Balletto di Toscana diretto da Cristina Bozzolini
foto Michele Monasta
Una ragazza coraggiosa, capace di credere ai suoi sogni e di non arrendersi ai rovesci del destino: è la Cenerentola di Jiří Bubeníček , che apre la stagione di danza del Teatro Alighieri a Ravenna sabato 15 febbraio alle 20.30 e in replica domenica 16 alle 15.30.
È una versione stringata, 70 minuti senza intervallo, basata sulle musiche di Prokof’ev, e che l’artista praghese ha creato per le misure del Nuovo Balletto di Toscana, un organico di 14 elementi scelti, diretti da Cristina Bozzolini, che si sono lanciati con entusiasmo nell’avventura moderna e un pizzico pop di quest’eroina da libro di fiabe. Dopo essere stato eccellente danzatore, Jiří Bubeníček è alla sua seconda carriera di successo come coreografo. Nel suo nuovo curriculum figura già una lunga lista di creazioni, tra le quali soggetti originali come il lavoro multimediale su Kafka o il Dottor Zivago. Con la Cenerentola – coprodotta con il Maggio –, si cimenta ancora una volta con un titolo di repertorio, dopo la Carmen messa in scena all’Opera di Roma. Ma lo fa sempre a modo suo, estrosamente, mettendo mano a (quasi) tutti gli elementi, dalla regia alle scene, dalla coreografia al soggetto, ispirato al racconto dei fratelli Grimm, ma rimaneggiato in chiave più moderna.
Affiancato da Nadina Cojacaru – compagna d’arte e di vita, che firma i costumi e partecipa alla drammaturgia –, Jiří Bubeníček mette da parte gli elementi più fiabeschi che la precedente versione della Cenerentola di Perrault seguiva e sceglie di esaltare quelli simbolici, a volte più crudi e realisti, proposti dai fratelli Grimm. La protagonista del suo balletto prende così in mano le redini del suo destino, si fa forte dell’eredità spirituale lasciatale dalla madre e realizza i suoi desideri. Il suo apprendistato di vita è un pellegrinaggio anche interiore, un dialogo intimo con se stessa e i ricordi della mamma scomparsa prematuramente. La capacità di rendersi artefice della propria felicità, sulla scorta degli insegnamenti materni.
La scenografia è essenziale, basata su pochi e allusivi oggetti; quanto alla danza, la cifra del coreografo praghese mantiene di fondo la nota neoclassica che ha caratterizzato tutta la sua precedente “vita” da ballerino, ma con una versatilità curiosa. Nel caso dell’incontro con la giovane e grintosa compagine toscana, una bella patina contemporanea gli permette di spaziare dai duetti più classici alle scivolate a terra o ai movimenti fluidi ed elastici dei danzatori moderni. Muovendosi liberamente nella partitura di Prokof’ev – della quale esegue un montaggio adatto alla sua drammaturgia –, Jiří Bubeníček offre una Cenerentola “reloaded” che è anche un invito alla resilienza in tempi difficili: credere nei propri sogni e perseguirli, è la giusta via per poterli realizzare.
Preoccupazioni a Ravenna dopo la proroga al cosiddetto blocca-trivelle
Il sindaco di Ravenna Michele de Pascale
Il sindaco di Ravenna Michele de Pascale ha chiesto oggi al prefetto Enrico Caterino, nella sua veste di rappresentante del Governo, di convocare “un incontro urgente al fine di favorire la costituzione di un tavolo di crisi per il settore offshore, con tutti i rappresentanti delle associazioni economiche, dei sindacati e della comunità del comparto”, si legge in una nota inviata alla stampa.
La richiesta fa seguito alla notizia, “appresa in questi giorni con profondo sconforto e disappunto”, che nell’ambito del percorso di conversione del decreto Milleproroghe è previsto un rinvio di ulteriori sei mesi della stesura del Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee.
Il sindaco fa presente di aver chiesto per ben due volte al ministro Patuanelli, il 9 settembre e il 17 dicembre scorsi, un confronto urgente sul Pitesai, senza aver mai ricevuto alcun riscontro.
«Sottolineando come permanga inalterata l’apprensione per il futuro del comparto delle estrazioni di gas naturale, che riguarda il destino di numerosissimi lavoratori e aziende del nostro territorio e che rappresenta storicamente un’eccellenza internazionale», il sindaco chiede quindi al prefetto di convocare «quanto prima un incontro urgente al fine di favorire la costituzione di un tavolo di crisi».
Il 24 febbraio verranno aperte le buste digitali. L’obiettivo è iniziare a scavare verso fine anno
È scaduto alle 13 di oggi, 14 febbraio, il termine per la presentazione delle offerte relative alla gara europea a procedura aperta per l’affidamento della progettazione esecutiva e della realizzazione dei lavori del cosiddetto “Hub portuale di Ravenna”. Si tratta del progetto (un maxi appalto con base d’asta da 235 milioni di euro) atteso da anni che prevede in particolare l’escavo del canale del porto.
Le offerte arrivate sono state due, rendono noto da Autorità Portuale. Ma le imprese potrebbero essere di più, in quanto era possibile formulare l’offerta insieme ad altri soggetti, “in ragione della complessità delle opere la cui realizzazione è richiesta nel bando”.
Le buste digitali saranno aperte nella mattinata del 24 febbraio. Le offerte saranno poi esaminate per arrivare all’aggiudicazione dei lavori nei prossimi mesi con l’obiettivo di Autorità portuale che è quello di iniziare a scavare a fine anno. Il progetto che dovrà portare i fondali a una profondità di 12,5 metri, rimuovendo in totale 4,7 milioni di metri cubi di materiale, durerà poi anni: Autorità Portuale nel bando concedeva 3.100 giorni (8 anni e mezzo) ma chi si sarà impegnato a farlo in tempi minori avrà un punteggio migliore per la graduatoria.