giovedì
11 Settembre 2025

«Che fine ha fatto l’assicurazione collettiva contro i furti in abitazione?»

L’attacco di Alvaro Ancisi, due anni e quattro mesi dopo l’approvazione del consiglio comunale di Ravenna di un odg sul tema

Ladro«Secondo i recenti dati della Procura, i furti in casa hanno subìto un aumento vertiginoso a Ravenna, schizzando in tre anni da 1.970 a 2.473: una media di sette case svaligiate al giorno».

A sottolinearlo è il decano dell’opposizione in consiglio comunale, Alvaro Ancisi, che ricorda come nell’autunno del 2017 lo stesso consiglio approvò un ordine del giorno in cui si chiedeva al Comune di istituire un’assicurazione collettiva economica contro i furti nelle abitazioni.

«Sono trascorsi due anni e quattro mesi da quel voto in assemblea – attacca Ancisi –, ma non ci risulta che sia stata nemmeno avviata la procedura per scegliere, tramite gara tra più società assicuratrici, l’’offerta del contratto più conveniente. Così, nonostante le rassicurazioni espresse allora anche dal vicesindaco Fusignani, assessore alla sicurezza, abbiamo ogni giorno in media sette famiglie che non possono usufruire di questo servizio:  un servizio “promesso” dall’amministrazione comunale tramite il proprio massimo organo deliberativo, che l’’esecutivo (sindaco e consiglio comunale) avrebbero dovuto obbligatoriamente applicare».

«Chiediamo pertanto – continua la nota inviata alla stampa da Ancisi – che si dia immediata attuazione all’’ordine del giorno votato in Consiglio Comunale il 5 ottobre 2017, che invita il sindaco e la giunta ad applicarlo “senza che ciò comporti oneri per l’amministrazione, per individuare condizioni vantaggiose per forme assicurative collettive e facoltative per le quali risulti garante l’Amministrazione comunale, a prezzi contenuti per i cittadini che vorranno aderire”».

Un muro dove si può donare ai bisognosi, che possono servirsene in totale autonomia

L’inaugurazione a Marina di Ravenna. «Rispetto agli altri canali di assistenza, garantisce la privacy»

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L’inaugurazione del Muro della Gentilezza di Marina di Ravenna

È stato inaugurato questa mattina (8 febbraio) negli Orti di Mare di via del Marchesato, a Marina di Ravenna, un nuovo “muro della gentilezza” – dove ognuno può lasciare capi d’abbigliamento o altri oggetti inutilizzati a favore di chi ne ha bisogno – fortemente voluto dalle associazioni Auser, Ada e Anteas, in collaborazione con l’Associazione Marinai d’Italia di Marina di Ravenna e con il patrocinio del Comune di Ravenna.

L’esperienza, nata in Iran nel 2015, si è ormai diffusa in tutta Europa. «Rispetto ai tradizionali canali di assistenza – scrivono i promotori –, il “muro della gentilezza” ha il vantaggio di garantire la privacy di chi accede, perché il processo di “lasciare” e di “prendere” è lasciato alla totale autonomia degli utenti. Inoltre, come già sta succedendo altrove, i muri diventano veri e propri punti di aggregazione e socializzazione».

«Grazie agli ortisti di via del Marchesato – racconta Simona Stranieri, coordinatrice degli Orti di Mare – facciamo tanta solidarietà consegnando frutta e verdura alla Parrocchia, che si occupa di distribuirla a chi ne ha bisogno, ma mi sono resa conto che il bisogno non è solamente quello di generi alimentari. Abbiamo fatto una prima prova alla sede dell’Anmi e la cosa ha immediatamente preso piede».

L’idea è quella di aprire diversi “muri della gentilezza” in zone diverse del comune. «L’obiettivo che vogliamo raggiungere – spiega Mirella Rossi, presidente di Auser – è quello di restituire un po’ di dignità, quella che in molti credono di perdere chiedendo aiuti o elemosine. Qui si può venire anche di notte, non devi nemmeno bussare, prendi ciò che ti serve.  Un luogo dove la generosità di chi dona incontra le necessità di chi spesso si vergogna a tendere la mano, di chi non ce la fa a mendicare aiuto, di chi prova imbarazzo a mettersi in coda per un giaccone o un paio di scarpe in buono stato, o un cestino di verdura».

Calcio, il Bologna potrebbe giocare a Ravenna durante i lavori allo stadio Dall’Ara

La rivelazione è dell’amministratore delegato, che sta vagliando la possibilità di “trasferirsi” al Benelli

Bologna Napoli
I tifosi del Bologna

Il Bologna (al momento brillante sesto in classifica nel campionato di calcio di serie A) potrebbe disputare le partite casalinghe allo stadio Benelli di Ravenna.

Lo ha dichiarato l’Amministratore delegato del club felsineo, Claudio Fenucci, in un’intervista alla Gazzetta dello Sport.

Il tema è quello della location temporanea durante i lavori di ristrutturazione del Dall’Ara di Bologna, che secondo le previsioni dovrebbero iniziare a fine 2021.

Tra gli stadi valutati ci sono quelli di Ferrara, di Modena e appunto anche Ravenna, che al momento (con la squadra locale impegnata in serie C) ha una capienza ridotta a 6mila spettatori, ma che completamente aperto può arrivare a 12mila, soglia eventualmente da aumentare in caso di accordo con il Bologna.

Il principale quotidiano sportivo italiano scrive anche di un possibile incontro nei prossimi giorni tra la società bolognese e le istituzioni ravennati. A pesare sulla scelta potrebbero essere anche gli ottimi rapporti tra le tifoserie di Bologna e Ravenna, a differenza ovviamente di Modena e Ferrara, dove l’arrivo di migliaia di tifosi bolognesi potrebbe creare qualche problema di ordine pubblico.

Turismo, il 2019 è stato l’anno peggiore dell’ultimo triennio del comune di Ravenna

Ancora da record la città d’arte, ma pesa la crisi dei lidi, che dal 2015 non vedevano così pochi arrivi

TuristiI dati Istat sui flussi turistici (qui l’analisi generale della provincia) confermano le impressioni dei mesi scorsi: il 2019 per il comune di Ravenna è stato un altro anno da record per la città d’arte ma complessivamente la crisi dei lidi ha condizionato l’intera annata, che va in archivio come la peggiore dell’ultimo triennio.

Sono stati 614mila e spicci i turisti che si sono registrati nelle strutture ricettive del comune, in calo dell’1,2 percento rispetto al 2018, circa 16mila in meno rispetto al dato record del 2017, ma in netta crescita rispetto ai 593mila del 2016, anno in cui si è insediata la nuova giunta, che sul turismo aveva puntato molto in campagna elettorale.

Trend simile per i pernottamenti, nel 2019 poco più di 2,7 milioni (-0,9 percento, ossia circa 26mila notti in meno del 2018, che si era chiuso a sua volta con un calo rispetto al 2017, ma sono oltre 40mila le presenze in più rispetto al 2016).

Per un’analisi più trasparente è però bene considerare i dati scorporati. Ravenna città d’arte, come si diceva, continua una scalata senza precedenti, che dal 2016 ha visto crescere di anno in anno i turisti, passati dai circa 240mila del 2016 ai 264mila del 2019 (+2,8 percento sul 2018, in media si tratta di 724 turisti al giorno), a fronte di un calo dei pernottamenti di un punto percentuale rispetto a un 2018 da record per la città, che per la prima volta aveva superato quota 500mila notti (nel 2019 sono state circa 498mila quelle trascorse dai turisti, secondo risultato migliore di sempre, poche migliaia in più del 2017 e quasi 30mila in più del 2016). A crescere sono stati in particolare i turisti italiani (con incrementi importanti da Piemonte, Veneto, Puglia e dagli altri comuni dell’Emilia-Romagna) mentre gli stranieri restano stabili (con pernottamenti però in calo di quasi il 3 percento), circa un quarto del totale, con l’aumento più consistente che è il 20 percento in più dei croati (tenendo in considerazione solo le nazionalità con almeno 2mila turisti registrati) e francesi e tedeschi a farla da padroni (rispettivamente oltre 7mila ma in calo dell’1,8 percento, e oltre 9mila, stabili), davanti ai turisti della Gran Bretagna, circa 4.600, in netto aumento (+5,6 percento).

E sono proprio i turisti stranieri a rendere ancor più negativo invece il bilancio della nota dolente per il comune in questi ultimi tempi, ossia le presenze sui lidi ravennati, quest’anno penalizzati anche dal disastroso meteo di maggio. Analizzando infatti solo le nazionalità più numerose, spicca il -20 percento di arrivi dalla Francia, il -10 dalla Germania e anche il -21 percento dai Paesi Bassi, bacino che in questi anni era aumentato considerevolmente. Dall’Italia, invece, spicca il 12 percento in meno dei turisti del resto dell’Emilia-Romagna (che con 92mila presenze resta il “gruppo” più numeroso) che evidentemente hanno scelto di andare al mare nei lidi limitrofi (forse quelli di Rimini e Forlì-Cesena, in calo ma piuttosto stabili, non certo nei ferraresi, in forte crisi stando ai numeri), se non in altre regioni.

Complessivamente comunque sono stati 349mila i turisti nelle strutture ricettive dei nove lidi ravennati nel 2019, il dato peggiore mai registrato dal 2015, in calo del 4 percento rispetto al 2018 (stranieri -7,1 percento). Sostan- zialmente tengono invece i pernottamenti, 2.220.551 milioni (- 0,9 percento rispetto al 2018, di cui 1,2 milioni in strutture extra-alberghiere, leggi campeggi), circa 13mila in più rispetto al 2016 e comunque oltre 160mila in più del 2015, che rappresentò il punto più basso mai toccato dai tempi della mucillagine.

Dato irrilevante ai fini del risultato dell’intero anno, quello dei turisti di dicembre (tradizionalmente il più basso dopo quelli di gennaio e febbraio) negli ultimi tempi ha assunto un valore simbolico a Ravenna visto il dibattito in città sulle iniziative natalizie messe in campo dalla nuova Amministrazione. Un investimento di circa 200mila euro spesso conte- stato dall’opposizione (al centro del dibattito è finito il cosiddetto videomapping) e che nel 2018 aveva portato però anche a un ritorno in termini di presenze turistiche. Il dicembre 2019 invece (complice forse anche la chiusura di Mirabilandia) segna un netto calo, con quasi il 20 percento di turisti in meno arrivati nel comune rispetto al 2018 (in valore assoluto sono oltre mille) e un calo del 2,5 percento dei pernottamenti (che arriva al 10 percento se si considera solo la città d’arte).

Foibe, una targa in ricordo dei profughi giuliano dalmati di Marina di Ravenna

Nei primi anni Cinquanta e Sessanta furono accolte decine di persone, che si sono integrate nella comunità locale

20 02 07 Giorno Del Ricordo FotoNell’ambito delle iniziative promosse in occasione del Giorno del Ricordo, fissato per il 10 febbraio, istituito con legge dello Stato il 30 marzo del 2004, per conservare la memoria delle vittime delle foibe, lunedì 10 febbraio, alle 11, all’ufficio decentrato di Marina di Ravenna, in piazzale Marinai d’Italia 19, alla presenza delle autorità comunali, sarà scoperta una targa in ricordo dei profughi giuliano dalmati giunti nella località nel dopoguerra.

A Marina nei primi anni Cinquanta e Sessanta furono accolte, trovando alloggio, decine di famiglie giuliano-dalmate, provenienti da diverse parti d’Italia a seguito dell’emigrazione forzata della maggioranza dei cittadini di nazionalità e di lingua italiana dalla Venezia Giulia, dal Quarnaro e dalla Dalmazia, che si verificò a partire dalla fine della seconda guerra mondiale.

“Nel corso degli anni – si legge in una nota del Comune di Ravenna – tali famiglie, lavorando in modo operoso e proficuo, si sono integrate con la comunità locale, ricostruendosi una vita e un’identità, in una dimensione di serenità e accoglienza”.

L’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in Ravenna e provincia ha proposto all’ Amministrazione comunale, che ha subito condiviso la scelta, di apporre una targa, presso la sede dell’ufficio decentrato, che si trova nella zona dove erano collocate le case di prima sistemazione dei profughi giunti in città, al fine di ricordare sia il dramma dell’esodo sia la prima accoglienza e la successiva fortunata integrazione degli esuli nella comunità ravennate.

Tentò di uccidere militare in piazza: 43enne assolta perché “incapace di intendere”

Sarà però sottoposta a un anno di libertà vigilata. Durante l’interrogatorio dichiarò di aver ricevuto ordini da Putin e Berlusconi

Accoltellamento Donna
I militari in piazza con la donna arrestata subito dopo l’accoltellamento

La donna, moldava di 43 anni, che lo scorso 31 maggio tentò di uccidere con tre coltellate al collo il capitano di vascello Diego Tomat durante le prove della cerimonia per la Festa della Repubblica in piazza del Popolo, in centro a Ravenna, è stata assolta perché ritenuta incapace di intendere e di volere.

Considerata però la sua pericolosità sociale, il gip Corrado Schiaretti l’ha sottoposta a un anno di libertà vigilata.

La notizia nei dettagli è riportata sui quotidiani in edicola oggi, 8 febbraio.

La decisione è arrivata dopo la consulenza psichiatrica del medico Roberto Zanfini. La donna – che dall’estate scorsa è ricoverata in una struttura specializzata e in passato fu ricoverata più volte in psichiatria e sottoposta a due Tso – soffrirebbe di deliri e manie di persecuzione.

Durante l’interrogatorio dopo l’arresto ha dichiarato di aver tentato di uccidere il militare su ordine di Putin, Berlusconi e Merkel. Ordine arrivato – continuò nel corso del suo delirante interrogatorio – tramite i microchip che le avrebbe impiantato nel corpo il suo ex compagno.

In passato già aveva dovuto rispondere di maltrattamenti, nei confronti del suo ex marito.

Il mercatino dell’usato che ha devoluto quasi 700mila euro in beneficenza

Festeggia vent’anni l’associazione che lo organizza a Villanova di Bagnacavallo e che cerca una nuova sede

Volontari Davanti Alla SedeL’Amministrazione comunale di Bagnacavallo si congratula con il “Mercatino della Solidarietà – Riciclare si può”, associazione onlus di Villanova che nel 2020 festeggia i suoi primi vent’anni di attività.

Fondato nel 2000 da due amici, Edo Gulminelli e Francesco Pilotti, nel suo lungo percorso il mercatino ha coinvolto centinaia di villanovesi, impegnati a dare una seconda vita a oggetti usati ricevuti da moltissime persone anche fuori dal territorio comunale.

Attualmente Pilotti è segretario, mentre presidente è Ennio Baccherini; accanto a loro c’è una cinquantina di associati, quindici dei quali volontari particolarmente attivi.

Attraverso la vendita dell’usato il Mercatino della Solidarietà ha raccolto in vent’anni oltre 675.000 euro, devoluti in beneficenza a realtà del territorio e a operatori umanitari.

In particolare, quasi la metà della cifra è stata utilizzata per consentire a più di trecento bambini cardiopatici, in gran parte provenienti dall’Albania e dall’Africa, di curarsi negli ospedali italiani.

Il Mercatino aiuta inoltre diversi bambini italiani affetti da malattie rare che necessitano di cure speciali e anche numerosi cittadini in condizioni di difficoltà.

Da sottolineare poi il continuo rapporto con lo Ior, al quale il Mercatino della Solidarietà ha donato nel corso degli anni oltre 70mila euro.

Ora, proprio in concomitanza con il suo ventesimo compleanno, il Mercatino della Solidarietà si trova alle prese con un problema importante. È infatti alla ricerca di una nuova sede, sempre a Villanova, che possa garantirne il prosieguo delle azioni umanitarie. Per questo presidente e segretario lanciano un appello ai villanovesi disposti a concedere un immobile capiente in grado di ospitarne l’attività.

Il Mercatino della Solidarietà – Riciclare si può è aperto ogni sabato, dalle 9 alle 12 e dalle 14.30 alle 17 e si trova in via Glorie 115 a Villanova.

Sorpreso di notte in auto con due coltelli da cucina e arnesi da scasso: denunciato

Un 33enne con un precedente per porto abusivo di armi fermato dalla polizia a Fusignano

Polizia Notte11In auto aveva due grossi coltelli da cucina e, nel baule, diversi grimaldelli. Per questo motivo un 33enne albanese fermato dalla polizia nella notte a Fusignano è stato denunciato.

L’uomo, fermato mentre era alla guida di un Fiat Doblò, aveva già un precedente per porto abusivo di armi. Da qui la decisione dei poliziotti di perquisire a fondo l’auto.

Forza Nuova contro Anpi e Kersevan: «Vogliono nascondere la verità delle foibe»

Manifesti nelle sale dell’associazione dei partigiani che ospiteranno la saggista friulana

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Il manifesto di Forza Nuova a Solarolo

Blitz di Forza Nuova contro l’Anpi e in particolare Sandra Kersevan, saggista friulana invitata dall’associazione dei partigiani in questi giorni a Solarolo e Ravenna in occasione del Giorno del ricordo in memoria delle vittime delle foibe e degli esuli istriani. Kersevan, in particolare, è nota per le sue tesi secondo cui non ci fu alcuna pulizia etnica nei confronti della popolazione italiana e quelli morti nelle foibe sarebbero stati per la maggior parte criminali di guerra.

Forza Nuova in tutta risposta (preventiva) ha affisso manifesti contro quella che viene definita come una «negazionista» con le testimonianze dei parenti di Norma Cossetto, tra le vittime delle foibe, nelle sale che dovranno ospitare la Kersevan nel Ravennate, ossia l’Oratorio dell’Annunziata di Solarolo (stasera, 7 febbraio, alle 20.30) e la sala Buzzi di via Berlinguer, a Ravenna (l’8 febbraio dalle 16.30).

“La verità non può essere infoibata”, è lo slogan dei manifesti di Forza Nuova, con la coordinatrice regionale del movimento di estrema destra, la faentina Desideria Raggi, che in una nota inviata alla stampa attacca: «Che la storia venga scritta dai vincitori è un dato di fatto, che si tenti di nascondere le nefandezze degli stessi è sopravvivenza, ma che l’Anpi si appropri anche del Giorno del Ricordo, oltraggiando la memoria di tutte le vittime del regime titino e dei suoi fedelissimi partigiani che sfogarono la loro furia assassina su migliaia di connazionali colpevoli solamente di essere italiani, è un abominio».

«Chiunque – conclude la Raggi – ha il dovere morale e storico di tenere viva la memoria di tutti coloro che vennero infoibati per essere dalla parte sbagliata della barricata o più semplicemente per essere italiani. Colpevoli di essere nati con quel amor patrio che tanto provoca fastidio ai compagni di ieri e di oggi».

Imprese in provincia di Ravenna ai minimi storici. Male commercio e agricoltura

Crescono i prodotti on line e le aziende straniere, che sono l’11,8 percento del totale

ImpreseCalano ancora le imprese in provincia di Ravenna. Al 31 dicembre 2019 infatti ne sono state contabilizzate 38.674, ossia 435 in meno rispetto alla stessa data dell’anno precedente (-1,1 percento).

I flussi di nati-mortalità al Registro Imprese della Camera di Commercio di Ravenna, evidenziano che le imprese avviate complessivamente nel 2019 sono state 1.935, a fronte di 2.186 cancellazioni volontarie e di 191 cancellazioni d’ufficio (cioè amministrative), determinando quindi un saldo netto negativo e pari a -251 unità.

Nel tempo, le nuove aperture di attività hanno mostrato una graduale flessione e nel 2019 raggiungono il nuovo minimo storico per quanto riguarda la loro consistenza numerica.  Le cancellazioni volontarie invece aumentano, sia rispetto al 2018 che al 2017 e questi due fenomeni concomitanti e divergenti, conducono a un tasso di variazione che continua ad essere negativo e pari a -0,64 percento.

Il territorio ravennate continua a essere caratterizzato da un calo del numero delle imprese relativamente superiore a quello che si registra in Emilia Romagna (il tasso di variazione regionale è pari al – 0,31 percento). All’opposto, a livello nazionale trova conferma la crescita del numero delle imprese, in atto dal 2013, con un tasso di variazione positivo nei dodici mesi e pari a +0,44 percento; da rilevare, tuttavia, che in ambito nazionale il tasso di crescita è comunque il minore tra quelli realizzati negli ultimi cinque anni.

Se si contano alla fine di dicembre 38.674 imprese registrate, uno degli stock complessivo delle imprese in provincia di Ravenna fra i più bassi da quando è stato istituito il Registro delle Camere di commercio, quelle attive, cioè le sedi di impresa operative (e senza procedure concorsuali in atto) sono risultate 34.401 e accusano una flessione, rispetto alla fine del 2018 e in termini di variazione percentuale, pari a -1,2 percento.

In dieci anni si sono inoltre perse in provincia 3.627 imprese attive, valore assoluto corrispondente a un calo del -9,5 percento (variazione percentuale delle imprese attive fra dicembre del 2019 ed il dicembre del 2009): la tendenza alla riduzione delle imprese attive prosegue ininterrotta dal 2009.

Territorio. Quasi tutti i territori della provincia registrano una flessione, tranne i comuni di Cervia e Massa Lombarda, che realizzano incrementi, rispettivamente, di 5 e 9 unità. Negli altri territori si rilevano flessioni, più o meno ampie. In particolare nell’area di Ravenna, si registrano 170 imprese in meno, pari a -0,8 percento in termini relativi; nell’area della Bassa Romagna, calo di 123 unità (-1,3 percento) e nell’area della Romagna Faentina -142 attività, pari a -1,6 percento.

Nel comprensorio di Ravenna, che raccoglie oltre la metà delle imprese provinciali (52,8 percento), il comune di Ravenna perde 152 imprese (-1 percento).

Tra i comuni della Bassa Romagna, che nel complesso rappresentano circa un quarto delle imprese provinciali, quello di Lugo vede una riduzione di 18 unità (-0,5 percento). Per i comuni della Romagna Faentina, che pesano complessivamente per il 22,1 percento, quello di Faenza mostra una flessione di 81 ditte (-1,4 percento).

Settori produttivi. In crescita, rispetto al 31 dicembre 2018 e in controtendenza con l’andamento generale, i settori di attività dei servizi alle imprese e professionali (+105 unità, con una variazione percentuale pari a +2,1), dei servizi alla persona (+22, +0,7 percento) e il comparto del credito/ assicurazioni con 14 imprese in più ed una variazione percentuale pari a +1,9.

In flessione gli altri settori e quelli che hanno maggiormente contribuito a determinare la riduzione della base imprenditoriale provinciale sono il commercio e l’agricoltura. In termini assoluti, nell’anno 2019 il commercio perde 164 esercizi (-2 in termini di variazione percentuale) e le attività agricole si riducono di 150 unità (-2,1 percento in termini relativi). Seguono le costruzioni (-74 unità, -1,3 percento), l’industria (-67 unità, -2,1 percento), il turismo, con -57 attività e -1,7 in termini relativi e infine il comparto del trasporto e magazzinaggio (-41, -3,1 percento). Entrando in maggior dettaglio, le attività commerciali che hanno subito le maggiori perdite sono quelle della vendita al dettaglio ambulante di altri prodotti (-20 unità), il commercio dei giornali ed articoli di cartoleria (-19), il commercio al dettaglio specializzato di ferramenta, vernici e materiali da costruzione (-15), le attività del commercio al dettaglio in esercizi specializzati (-14), gli intermediari di prodotti tessili e le attività del commercio al dettaglio ambulante di prodotti tessili, abbigliamento e calzature, rispettivamente con 12 ed 11 esercizi in meno, il commercio al dettaglio di carburante per autotrazione e la riparazione e manutenzione di autoveicoli (entrambi in calo di 9 unità). All’opposto, crescono maggiormente le attività legate al commercio di prodotti on-line (+24 unità).

L’industria, nel suo complesso, perde 67 aziende e accusa una flessione del -2,1%. In particolare, nell’industria manifatturiera la perdita negli ultimi dodici mesi si traduce in un saldo negativo pari a -49 unità e la variazione percentuale, rispetto a dicembre dell’anno precedente, è pari a -1,6. Per le attività industriali, l’unico settore che fa registrare una crescita significativa è quello della riparazione, manutenzione ed installazione di macchinari ed apparecchiature (+12 unità).

All’interno del comparto dell’edilizia, che complessivamente perde 74 ditte (-1,3 percento la variazione percentuale), la flessione è più ampia, in termini di saldo, per i lavori di costruzione specializzati, con 58 unità in meno (-1,3 percento), attività maggiormente dedicate ai piccoli interventi ed alle ristrutturazioni; segue l’attività di costruzione di edifici con -17 e -1,3 percento.

Imprese artigiane. Al 31 dicembre 2019 le imprese artigiane registrate sono risultate 10.338, con una riduzione di 167 unità nel confronto con fine dicembre 2018 e che si traduce in una flessione del -1,6 percento, superiore a quella del sistema imprenditoriale nel suo complesso. Una contrazione maggiore anche rispetto alla flessione accusata dal sistema artigiano in regione ( -1,1 percento) e mediamente in Italia (-1 percento).

Imprese femminili. Le imprese femminili registrate nella provincia di Ravenna alla fine del 2019 sono risultate 8.049 ed i dati ci mostrano che, nel confronto con la stessa data dell’anno precedente, la consistenza delle imprese “in rosa” ha subito una leggera diminuzione, equivalente a 35 unità in meno. In termini relativi, la flessione corrisponde ad un -0,4 percento, un dato migliore rispetto al calo complessivo dell’1,1 percento.

Imprese straniere. Per l’imprenditoria straniera, l’andamento rilevato è in controtendenza rispetto a quello generale; si conferma infatti per l’anno 2019 il saldo positivo delle imprese con il titolare o con la maggioranza dei soci di nazionalità straniera. Al 31 dicembre ne sono state registrate 4.580 e sono 44 in più rispetto alla stessa data dell’anno precedente (+1 percento). Inoltre, la percentuale di imprese straniere sul totale è in crescita continua ed ha raggiunto l’11,8 percento, avvicinandosi alla media regionale (12,1) e mantenendosi più elevata rispetto a quella nazionale (10,1).

Imprese giovanili. A fine dicembre 2019, sono 2.571 le imprese giovanili registrate a Ravenna,104 in meno rispetto al 2018 (-3,9 percento). Sulla consistenza delle imprese giovanili incide però il continuo e costante flusso in uscita, causato dall’invecchiamento dei soggetti che le gestiscono, ai fini della definizione amministrativa per poter rientrare nelle cosiddette “imprese giovanili” (la soglia è dei 35 anni per soci e titolari). L’andamento delle imprese giovanili quindi principalmente si giustifica con la perdita dei requisiti; analizzando infatti la movimentazione tra aperture e chiusure di attività giovanili per l’intero periodo, il saldo tra iscrizioni e cessazioni non d’ufficio negli ultimi dodici mesi è positivo e pari a +255 unità. Le imprese giovanili in provincia quindi, a causa della perdita dei requisiti delle aziende iscritte negli anni precedenti, riducono la loro consistenza rispetto all’anno precedente, ma il saldo della movimentazione è largamente positivo ed è originato, per il 2019, da 499 avvii di imprese giovanili e 244 chiusure volontarie; negli ultimi dodici mesi, inoltre, al Registro Imprese di Ravenna è stata aperta da giovani “under 35” una nuova impresa al giorno. A Ravenna le imprese giovanili rappresentano il 6,6 percento del totale delle imprese registrate; in Emilia Romagna il 7,2, una delle quote più basse tra le regioni italiane, e in Italia il 9,2 percento.

Diritto e rovescio, educazione e disciplina: la filosofia della Ravenna Academy

Il professore Perticarà ha rilevato la realtà di Urbinati al circolo Zavaglia per il rilancio: «Non importa solo la tecnica, ma anche il comportamento fuori dal campo». La scuola è passata da pochi allievi a 80 iscritti

Ravenna Tennis Academy 2Da qualche mese c’è stato un passaggio di testimone che ha rilanciato in modo importante il mondo della racchetta bizantina, con la creazione della Ravenna Tennis Academy, che in pratica ha preso il posto della Uta di Omar Urbinati. Sullo storico Circolo Zavaglia vola così in alto un’aquila, scelta a rappresentare il logo della nuova realtà creata dal professore Roberto Perticarà. «Poco più di un anno fa – spiega il presidente della Rta – sui campi di una struttura tutt’altro che messa bene c’era solo qualche bambino che giocava. Ora siamo arrivati a contare già ottanta allievi per la scuola e quaranta agonisti. E ci siamo dovuti fermare, chiudendo le iscrizioni, in quanto al momento non ne riusciamo ad accogliere più».

Un risultato, questo, raggiunto grazie a uno staff di prim’ordine che vede come direttore tecnico l’esperto Patricio “Pat” Remondegui, a capo di un gruppo di allenatori molto qualificato (quattro i maestri federali), ma anche professionisti come Marco Bonitta, che segue gli atleti soprattutto a livello mentale, il professore Danilo Pizzorno e il fisioterapista Antonio Corvetta. «Il nostro punto di partenza è stato quello di creare un ambiente sano, un luogo dove i ragazzi stanno bene assieme praticando sport. L’idea è quella di accogliere i bambini dai cinque anni in su, cercando di farli crescere, ma anche i giovani che provano a imboccare la strada del professionismo».

All Focus
All-focus

Un cammino che alcuni atleti, sia provenienti dall’estero, sia italiani, hanno già intrapreso da tempo. Si tratta dei bosniaci Nerman Fatic, Nefisa Berberovic e Anita Husaric, ma anche di Nicole Fossa Huergo, tutti e quattro tra i primi mille delle classifiche Atp o Wta, per arrivare a Michele Vianello (categoria 2.3), Alessandro Dragoni (2.3), Umberto Crocetti Bernardi (2.5) e Raffaele Martignani (2.5). «Il primo anno è stato davvero molto positivo – interviene Pat Remondegui – perché i professionisti sono migliorati tantissimo e tutti sono saliti in classifica. Per esempio Nicole era partita da zero, mentre adesso ha novecento punti, disputando anche una finale. Nefisa e Nerman, poi, hanno vinto tre tornei a testa, con quest’ultimo che da numero 800 è diventato 369».

Passando alla squadra agonistica non mancano le soddisfazioni, con la promozione in Serie C del team del circolo, che si presenterà ai blocchi di partenza della prossima stagione con l’obiettivo di riportare Ravenna in Serie B dopo sei anni. «Anche qui sono stati fatti grandi progressi. Il gruppo Under 12 è addirittura tra i migliori cinque di Italia e anche quest’anno abbiamo dei team che possono ambire a ottimi risultati. Il fiore all’occhiello del 2019 è rappresentato dal fatto che la nostra scuola si è classificata al primo posto in regione e sesta a livello nazionale. Si tratta di un traguardo prestigioso che penso che il Circolo Zavaglia, seppure abbia una tradizione buonissima (qui sono cresciuti giocatori come Andrea Gaudenzi e Maria Elena Camerin, per fare un esempio), non sia mai riuscito a raggiungere. Ritengo che nel giro di un paio di anni avremo tanti atleti di ottimo livello».
Alzando il tiro degli obiettivi, cresce anche la portata del lavoro. «Il nostro incarico è impegnativo, in quanto abbiamo raccolto un’eredità pesante. Qui per tanti anni ha lavorato Omar Urbinati, uno dei migliori tecnici italiani».

Anita Husaric Michele Vianello Enrico Dalla ValleLa stessa attenzione rivolta ai professionisti e agli agonisti, però, si dirige anche sui talenti in erba. «Nonostante partissimo da una buona base, quest’anno il passo più grande lo abbiamo compiuto soprattutto con la Scuola, che negli anni era stata lasciata un po’ in disparte. Non c’era in realtà un vero vivaio, al punto che nel 2018 nessuno dei nostri giovani era stato convocato alla Coppa delle Province. Rilanciare la Scuola è stata una delle nostre priorità. Nel 2019, infatti, c’erano tre nostri rappresentanti nella squadra ravennate e due in quella di Forlì-Cesena».

Ma l’attenzione della Ravenna Tennis Academy non si concentra solo sul fattore agonistico e coinvolge anche quello sociale. «Oltre a “costruire” dei giocatori, vogliamo far crescere delle persone per bene, con delle regole, puntando quindi moltissimo al lato umano. Questa è un’impronta che si inizia già a vedere e di cui siamo molto contenti. I nostri ragazzi non devono essere riconosciuti solo per un buon diritto e rovescio, ma soprattutto per una certa maniera di comportarsi fuori e dentro al campo di gioco, con educazione, rispetto e disciplina».
Il rilancio del tennis ravennate passa anche dai meriti di un nuovo gruppo dirigenziale, guidato da Carlo Licciardi, che sta facendo rinverdire i fasti del passato del sodalizio di via Marani. «Un grande ringraziamento va ai dirigenti del Circolo Zavaglia, in quanto siamo stati fortunati a trovare un nuovo direttivo che si è rivelato molto disponibile nei nostri confronti. Hanno dato una spinta importantissima alla struttura, migliorandola sotto ogni punto di vista, dall’installazione di nuovi palloni e di una migliore illuminazione fino al cambiamento di un campo in erba sintetica, ora diventato di nuova generazione, davvero bellissimo».

Con la speranza, però, di poter ricominciare ad accogliere nuovi piccoli talenti della racchetta, facendo così crescere anche il numero dei tesserati. «Il nostro obiettivo a lungo termine – aggiunge Perticarà – è quello di allargare in modo ulteriore la base degli iscritti e di fornire un servizio ancora migliore ai nostri agonisti, cercando però di tenere tutto circoscritto negli impianti dello Zavaglia. Inoltre vogliamo migliorare la sinergia con le scuole cittadine, in particolare le elementari, proseguendo la nostra opera di promozione».

All’asta l’affitto dei locali dell’ex Camprini Sport: 78mila euro per 9 anni

Gli spazi sono di proprietà del Comune in piazza Garibaldi, offerta al rialzo, domande entro il 7 aprile

Il Comune di Cervia mette all’asta l’affitto degli spazi commerciali di sua proprietà al civico 5 di piazza Garibaldi, un tempo occupati dal negozio Camprini Sport.

La durata sarà di nove anni con possibilità di rinnovo per ulteriori tre, il criterio è quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa, con un canone annuo non soggetto a Iva e progressivo di settemila euro per la prima annualità, ottomila per la seconda e novemila dalla terza in poi (con adeguamento ISTAT a decorrere dalla seconda annualità contrattuale).

Le offerte vanno presentate entro il 7 aprile. Gli interessati devono effettuare a pena di esclusione la visita obbligatoria all’immobile oggetto di concessione da concordare con il Servizio Patrimonio mediante appuntamento telefonico al numero 0544-979310 (referente: Ing. Pietro Azzarone) e da effettuare entro il 30 marzo 2020. L’apertura delle buste si terrà in municipio l’8 aprile.

Sull’albo pretorio online del Comune si può visionare tutta la documentazione.

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