sabato
13 Settembre 2025

Trovato in possesso di sette grammi di eroina, arrestato un trentunenne

Controllato in zona darsena, ha tentato di disfarsi dell’involucro contenente la droga. Aveva anche 120 euro in contanti

Polizia

La polizia di stato ha denunciato un 31enne  per i reati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e immigrazione clandestina. Ieri notte una volante nel corso del servizio di controllo del territorio, ha proceduto, in via Magazzini Posteriori, ad identificare un cittadino straniero che, accortosi della presenza degli agenti si disfaceva di un involucro gettandolo in terra.

L’uomo, che si è dichiarato di nazionalità tunisina e clandestino sul territorio nazionale, è stato trovato in possesso della somma di 120 euro in banconote di vario taglio. I poliziotti hanno recuperato in seguito l’involucro gettato in terra dallo straniero, che è risultato contenere sostanza stupefacente del tipo eroina per un peso di sette grammi. L’uomo, un 31enne senza fissa dimora, è stato quindi condotto in Questura dove è stato denunciato in stato di libertà per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e violazione del Testo Unico dell’Immigrazione.

Elezioni Regionali, affluenza definitiva: ha votato il 69,71 degli aventi diritto

Si conferma la grande partecipazione rispetto alle elezioni del 2014

SEGGI ELEZIONI REGIONALI EMILIA ROMAGNA 2020 RAVENNA
 

Ore 23  Il dato definitivo dell’affluenza è del 69,71 per cento. I i dati confermano un’affluenza che è  superiore al doppio delle elezioni regionali del 2014, con punte in alcuni territori oltre il 70%.  A livello regionale, l’affluenza è stata del 67  per cento. Nel 2014 l’affluenza era stata del 41,31 per cento. I dati comune per comune (riassunti anche nell’infografica sottostante):

Alfonsine 71,91, Bagnacavallo 71,39, Bagnara di Romagna 73,71, Brisighella 69,98, Casola Valsenio 73,01, Castel Bolognese 71,54, Cervvia 66,93, Conselice 65,68, Cotignola 72,65, Faenza 70,91, Fusignano 70,23, Lugo 71,20, Massa Lombarda 66,13, Ravenna 68,95, Riolo Terme 70,29, Russi 71,96, Sant’Agata sul Santerno 68,59, Solarolo 72,72.

 

Ore 19  Il dato delle 19 è del 60,67 per cento. I i dati confermano un’affluenza che è  superiore al doppio delle elezioni regionali del 2014, con punte in alcuni territori quasi al 65%. Ha già votato un quarto degli aventi diritto, In tutta la Regione la partecipazione è molto alta, l’affluenza è oltre il 59,32 per cento. Nel 2014 l’affluenza alle 19 era stata del 33,25%. Sotto, i dati divisi per comune

Ore 12 Ha già votato quasi un quarto degli elettori in provincia di Ravenna: il dato delle 12 è del 23,67 per cento. I primi dati mostrano un’affluenza che è già superiore al doppio delle elezioni regionali del 2014, con punte in alcuni territori del 30 per cento. Ha già votato un quarto degli aventi diritto, In tutta la Regione la partecipazione è molto alta, l’affluenza è oltre il 23 per cento. A breve, i dati divisi per comune.

Altissima l’affluenza in particolare nei piccoli comuni: a Bagnara di Romagna si è andati oltre il 29 per cento. Nel territorio del Comune di Ravenna l’affluenza è stata del 21, 56 per cento. Nella tabella sottostante i dati comune per comune.

Articolo in aggiornamento

Maria, la maestra ultracentenaria al voto al seggio Asp di Faenza

Nata nel 1918, ha insegnato per una vita. Abita nella campagna di Solarolo dal 2013

Foto (19)Lei ricorda i tempi in cui le donne non votavano e anche quelli in cui il voto non era scontato. Così anche a 101 anni Maria Mirandola non salta l’appuntamento con le urne: ex insegnante elementare dal sorriso sempre pronto ha votato questa mattina al seggio speciale dell’Asp Romagna faentina.

Maria è nata a Castel Guelfo nel 1918, trasferendosi poi nel 1950 a Bologna, dove ha iniziato ad insegnare nelle scuole elementari. Ha fatto la maestra in vari luoghi dell’Emilia: al lago di Suviana (al confine con la Toscana), a Castiglion dei Pepoli, a San Venanzio di Galliera. Dopo 18 anni da precaria, ha finalmente ottenuto il ruolo, tornando poi a Castel Guelfo dove ha insegnato per altri 20 anni. Dopo il pensionamento, nel 1999 è rimasta vedova e dal 2013 si è trasferita nella campagna solarolese.

Maria Mirandola gode ancora di una splendida lucidità mentale ed una buona salute fisica. A ciò aggiunge un livello culturale fuori dal comune per una persona della sua generazione, frutto certamente della sua vita da insegnante di scuola elementare, che l’ha portata a continui aggiornamenti, ma anche di una straordinaria curiosità per tutto ciò che il mondo offre. Tifosa da sempre del Bologna Calcio, segue con interesse non solo la Serie A, ma anche la Formula Uno.

Il suo passatempo preferito sono le parole crociate, un buon sistema per tenere allenata la mente. Inoltre, è una grande appassionata di animali e piante. Prima della Seconda guerra mondiale aveva frequentato per due anni l’Università di Bologna, per poter diventare professoressa di botanica e zoologia, poi lo scoppio del conflitto bellico la costrinse a rinunciare a questo desiderio.

I fondatori delle Sardine si tuffano in mare: «Ora al voto, abbiamo fatto il nostro»

Dopo il divieto della prefettura, i quattro giovani che hanno lanciato il movimento si sono ritrovati per un pranzo in Romagna e poi hanno fatto il bagno

Sardine Bagno

Non hanno rinunciato al loro tuffo elettorale i quattro fondatori delle Sardine. La prefettura, per far rispettare il silenzio elettorale, ha negato il flash mob che si sarebbe dovuto tenere all’altezza del Papeete Beach (il bagno frequentato da Matteo Salvini in estate) e così Mattia Santori, Giulia Trappoloni, Roberto Morotti e Andrea Garreffa hanno pranzato in zona e si sono tuffati in mare senza il contorno delle migliaia di attivisti che dal 14 novembre in poi li hanno seguiti.

Ai giornalisti che li hanno intercettati, i quattro fondatori hanno spiegato che passeranno insieme la notte elettorale per seguire i risultati, convinti che «sarà più bella del solito perché questa volta ce la godiamo in prima persona.Non esulteremo se si vincerà, non ci stracceremo i capelli se si perderà. Sappiamo tutti per chi tifiamo, come speriamo che vada finire, perché amiamo la nostra terra e speriamo che i nostri concittadini sappiano valutare le notizie vere da quelle false, un modo di fare politica rispetto a un altro. Il nostro lo abbiamo fatto». Il divieto di flash mob? «Lo abbiamo preso per il sorriso». Dopo il bagno, una foto postata su Facebook: “Chi non vota, resta spiaggiato”.

Elezioni regionali: si vota dalle 7 alle 23 del 26 gennaio. Come seguire i risultati

Per votare gli elettori dovranno esibire la tessera elettorale, unitamente alla carta di identità o altro documento di identificazione munito di fotografia

Legge Elettorale Elezioni Politiche 2018Domani, domenica 26 gennaio, si vota per eleggere il presidente della Regione Emilia-Romagna e i componenti l’Assemblea legislativa regionale Sono chiamati alle urne oltre 3,5 milioni di elettori: più esattamente, secondo la rilevazione del Ministero dell’Interno a 15 giorni dal voto, gli aventi diritto sono 3.508.332. Di essi, 1.704.295 sono uomini e 1.804.037 donne. Sono 4.520 le sezioni in cui sarà possibile votare.

L’ufficio elettorale del Comune di Ravenna pubblicherà sul sito istituzionale, i dati relativi all’affluenza degli elettori alle elezioni per il presidente della Regione Emilia – Romagna e per l’Assemblea legislativa, e a seguire i risultati degli scrutini per quanto riguarda il territorio del comune di Ravenna. E’ previsto che i dati sulle affluenze siano rilevati alle 12, alle 19 e a chiusura dei seggi.

I seggi saranno aperti dalle 7 alle 23 e potranno votare i cittadini italiani iscritti nelle liste elettorali del Comune di Ravenna che avranno compiuto il 18° anno di età entro il 26 gennaio 2020. Gli elettori che si troveranno nel seggio alla scadenza dell’orario stabilito saranno ammessi a votare. Tuttavia, al fine di evitare affollamenti nelle sezioni elettorali nell’imminenza dell’orario di chiusura, è consigliabile recarsi a votare nelle prime ore della mattina o del primo pomeriggio.

Per votare gli elettori dovranno esibire la tessera elettorale, unitamente alla carta di identità o altro documento di identificazione munito di fotografia. Per chi avesse bisogno di un duplicato della tessera elettorale, si ricordano i giorni e gli orari del servizio appositamente istituito presso lo Sportello unico polifunzionale (ex Anagrafe) di viale Berlinguer 68: oggi, venerdì 24 gennaio, dalle 8 alle 18, sabato 25 dalle 8.30 alle 18 e domenica 26 dalle 7 alle 23.

Il duplicato della tessera elettorale può essere richiesto anche negli uffici decentrati delle ex circoscrizioni. Oggi, venerdì 24 gennaio, è prevista l’apertura degli uffici decentrati di città di via Maggiore 120 e via Aquileia 13 e di tutti gli uffici decentrati del forese dalle 8 alle 14; sabato 25 gennaio il prolungamento dell’orario di apertura degli uffici decentrati del forese dalle 8 alle 14 e l’apertura straordinaria degli uffici decentrati di città di via Maggiore 120 e via Aquileia 13 negli stessi orari; domenica 26 gennaio l’ apertura straordinaria degli uffici decentrati di città di via Maggiore 120 e via Aquileia 13 e di tutti gli uffici decentrati del forese dalle 8 alle 20.

Sono stati presentati 17 simboli di liste, ma non tutti sono presenti nelle 9 circoscrizioni. Ricordiamo che in ogni caso è possibile votare il candidato presidente, che sarà sempre presente sulla scheda elettorale anche se la lista a sostegno non è stata presentata in quella determinata circoscrizione. Sono sette i candidati alla presidenza della Giunta regionale dell’Emilia-Romagna. Invece sono complessivamente 788 i candidati consigliere per l’Assemblea Legislativa, anche se quelli effettivi scendono a 739 per effetto delle pluricandidature.

Progetto dell’Ausl Romagna contro l’epatite arriva all’attenzione del Senato

Lo scopo è quello di effettuare, direttamente nelle strutture di riferimento delle persone con tossicodipendenza, la prescrizione di queste nuove terapie

Attachment 2020 01 25T155126.288L’infezione da virus dell’epatite C (Hcv) rimane una causa significativa di morbilità e mortalità a livello mondiale. Si stima che in Italia ci siano circa 280mila pazienti con Hcv ancora da diagnosticare. È quanto emerge da uno studio basato su un modello matematico presentato lo scorso novembre dalla dottoressa Loreta Kondili, ricercatrice dell’Istituto Superiore di Sanità, al Congresso annuale dell’American Association for the Study of Liver Diseases.

Lo sviluppo di innovative terapie antivirali ha aggiunto un ottimo profilo di tollerabilità e perme di ottenere l’eradicazione virale nel 90-95 per cento dei pazienti che ricevono il trattamento consentendo di trattare efficacemente anche i casi più difficili e anche nei casi di pazienti che fanno o hanno fatto uso di sostanze stupefacenti. L’utilizzo di queste nuove terapie, in particolare tra questi pazienti, potrebbe dare un forte impulso all’eradicazione di questa patologia oltre a migliorare notevolmente la qualità di vita dei pazienti.

E’ in corso nell’Ausl Romagna un progetto multidiscplinare coordinato dal Centro epatologico dell’Ospedale di Faenza e dal dottor Francesco Foschi dell’ospedale manfredo, in collaborazione con servizi per la tossicodipendenza e medici (internisti, infettivologi e gastroenterologi) di tutta l’Azienda ed il Laboratorio unico di Pieve sistina. Questo progetto ha lo scopo di effettuare, direttamente nelle strutture di riferimento delle persone con tossicodipendenza, la prescrizione di queste nuove terapie dopo aver valutato esami dei pazienti precedentemente effettuati ed una apposita ecografia epatica e fibroscan. Si stima che i casi da trattatre ancora, nell’Azienda Romagna siano poco più di 400.

Un progetto innovativo unico in Italia, tanto che altre realtà extra-romagnole stanno valutando di “adottarlo”, ed il dottor Foschi ha partecipato, nei giorni scorsi, ad una audizione presso il Senato, nell’ambito di una riunione su come, a livello nazionale, questa problematica viene trattata. «Nonostante l’ottimo lavoro finora svolto – commenta il dottor Foschi – ci sono ancora oggi casi non conosciuti che devono essere individuati e trattati, e l’emersione del sommerso continua quindi a rappresentare una sfida fondamentale per poter mirare a raggiungere l’eradicazione dell’infezione. L’Azienda si sta muovendo a tutto tondo, a questo scopo».

Anteprima al Jolly per il film di Gerardo Lamattina dedicato a Mah Jong

Il Drago di Romagna racconta, tra fiction e documentario, tra Cina e Ravenna, uno dei giochi da tavolo più amati

DonnaRosa 20Il Mah Jong non è solo un gioco, così come Il Drago di Romagna non è solo un film sul gioco del Mah Jong nel nostro Paese. Non aspettatevi la mesta linearità di una spiegazione o la storiografia di quello che probabilmente è uno dei giochi di società più antichi al mondo e sicuramente uno dei più diffusi tra bar e osterie, salotti di casa e tavolini aperti sulla spiaggia in Romagna. Il film di Gerardo Lamattina vi racconta, alternando sapientemente fiction e documentario, fantasia e testimonianze e commenti raccolti dal vero, il potere dei sogni e la forza degli affetti, tra guizzi d’ironia, emozioni, colpi di scena, malinconie e canzoni, citazioni più o meno velate.

Un docufilm, certo, ma anche una storia che arriva dritta al cuore come solo un buon racconto sa fare. E anche al cervello dello spettatore, spunto di riflessione sull’attualissima questione dell’integrazione e sulla tematica del passaggio da una generazione a quella successiva. Un documentario basato su di una rigorosa ricerca storica che parte da una tradizione orientale ben trapiantata in Italia per mostrare un felice esempio di integrazione e ibridazione culturale, un ponte tra i costumi occidentali e orientali.

Il Drago di Romagna è la cronaca che una figlia – il personaggio di Donatella (a cui da volto e voce la cantante e perfomer Fabiola Ricci) – fa di una madre stravagante e nostalgica, Luisa, che fin da bambina ha un sogno nel cassetto: volare in Cina per conoscere le origini del Mah Jong, il gioco per il quale stravede e per il quale a Ravenna tutti hanno una vera e propria passione. Interpretata da una spumeggiante Dilva Ragazzini, Luisa è l’incarnazione di ogni azdora romagnola, divisa tra mattarello e stecca, tra casa, amici e famiglia, ricordi e speranze. Luisa, seppur in disaccordo con la figlia, tra mille avventure proverà a realizzarlo quel sogno – soprattutto grazie alla complicità del giovane nipote e dei suoi nuovi amici italo-cinesi – insegnandoci che il tempo non conta, conta la tua forza interiore e quella che ricevi sentendoti parte della tua “cerchia”, dei tuoi cari.

Il film sarà in anteprima al cinema Jolly stasera, 25 gennaio, alle 21.15 e il 27 e 28 gennaio alle 21.

Terremoto: quattro le scosse registrate dall’Ingv nella giornata del 24 gennaio

Piccolo sciame sismico tra il mare e l’entroterra. Non sono stati registrati danni né persone ferite

Terremoto Earthquake Sismografo 1440x564 CSono quattro le scosse registrate dall’Ingv nella giornata del 24 gennaio a Ravenna. La maggiore è stata quella della 18.02, di magnitudo 3.4, avvertita da diverse persone. L’epicentro a largo di Punta Marina, a nove chilometri di profondità. In realtà le scosse erano state due: pochi secondi prima infatti, vicino alla città, c’era stato un terremoto di magnitudo 2.5 a poca distanza.

Nella notte sono stati registrati dagli strumenti dell’Ingv altri due terremoti. Alle 12.17 di notte un sisma di magnitudo 2,7, sempre in mare. A mezzanotte e quaranta la terra ha tremato con magnitudo 2.9, nell’entroterra ravennate. Al momento non si registrano danni né persone ferite.

“Propaganda elettorale”: la questura vieta alla Sardine il flash mob al Papeete

Lo rivela uno dei leader del movimento. Confermato invece il pranzo da Ca’ Rossi

Sardine
Sardine in piazza Kennedy il 24 gennaio

È saltato il flash mob delle Sardine al Papeete di Milano Marittima.

La questura di Ravenna infatti non ha concesso l’autorizzazione in quanto ritenuta una manifestazione di propaganda elettorale, vietata alla vigilia del voto di domenica.

Lo ha comunicato uno dei leader del movimento, Mattia Santori, in un video pubblicato su Facebook.

Confermato invece il pranzo di fine campagna elettorale delle Sardine, alle 13 al ristorante Ca’ Rossi di Savio.

Selfie, bandiere, Vasco e citazioni dai meme: la piazza del centrodestra

Il rito della autoscatto con il leader della Lega, la musica italiana degli anni Novanta in sottofondo, Meloni che ripete il mantra Giorgia-mamma-donna-cristiana: racconto di una serata tra chi voterà per Lucia Borgonzoni ma si esalta di più con i leader nazionali della coalizione

IMG 4748E cominciata con Matteo Salvini che va tra la la gente in piazza sotto al palco a concedersi per i selfie, è finita con la folla che si mette in fila per salire sul palco e fare un selfie con Matteo Salvini, in sottofondo sempre tanto Vasco, poi Battisti, Bennato, Dalla e altra roba italiana come fosse una serata amarcord 80-90 alla balera. Nel mezzo un comizio da 90 minuti per chiudere la campagna elettorale di tutto il centrodestra (Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e liste minori) a sostegno di Lucia Borgonzoni in corsa per la presidenza della Regione Emilia-Romagna (si vota domenica 26 gennaio dalle 7 alle 23). Ravenna per una sera sotto gli occhi non solo della regione ma d’Italia e forse anche oltre. Perché a sentire chi si è susseguito sul palco, in caso di vittoria a Bologna si andrà a citofonare a Palazzo Chigi per sfrattare Giuseppe Conte e andare a elezioni nazionali anticipate. E la partecipazione è talmente tanta che non c’è nemmeno tempo per avvertire la scossa di terremoto.

C’erano almeno tremila persone in piazza del Popolo a Ravenna stasera, 24 gennaio, ma molti altri altrove davanti a tv e schermi. Di sicuro tante, tantissime erano le bandiere, ché si sa quelle fanno volume e riempiono bene le inquadrature delle foto. A ogni angolo di accesso alla piazza c’era qualcuno incaricato di offrirne una a chi affluiva.

IMG 4743In ogni angolo ma non a quello tra via Muratori e piazza XX settembre: lì c’erano i contestatori, i soliti volti noti dell’antagonismo locale impegnati con cori e insulti «contro i fascisti». Con il repertorio di domande classiche rivolte agli impassibili carabinieri in tenuta antisommossa: «Cosa state a fare qua, non vi vergognate?». La risposta la fornisce un ragazzino appoggiato a una bici. Serafico e pacato risponde alla donna che urla: «Fanno il loro lavoro, evitano che vi facciate male a vicenda, voi e loro».

Le bandiere invece le hanno prese e sventolate un gruppo di quattro ragazzi di colore che hanno attraversato la piazza prima dell’inizio del comizio ridendo e cantando. Ironia? Provocazione? Nuovi leghisti? A qualcuno non sono piaciuti molto e scuoteva la testa al loro passaggio.

Alle 18.38 si comincia (ufficialmente dovevano essere le 18). I panni del conduttore li indossa Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna e parlamentare. Introduce uno alla volta i leader politici delle liste.

IMG 4736Il primo boato della piazza si è alzato con Mirko De Carli, ravennate ai vertici del Popolo della Famiglia: ha chiesto il ruggito dei suoi concittadini ed è stato accontentato. Cori e boati anche per Salvini, e ci mancherebbe visto che è il loro capitano. Ma a scaldare davvero la piazza c’è voluta «una donna, una madre, una cristiana»: la leader di Fdi Giorgia Meloni cita con il sorriso il tormentone che ha alimentato meme per giorni e per una decina di minuti tiene in pugno il popolo sotto al palco. Lo fa ridere – «Dicono che gli immigrati vengono a fare lavori che non voglio gli italiani, è vero, ad esempio votare il Pd» – e lo fa gridare quando dice che è pronta per governare il Paese con gli altri alleati. «Com’è brava lei, mi è sempre piaciuta», dice la signora in prima fila. Una Meloni a tutta carica: del resto lei non aveva problemi di voce bassa come Salvini «che si è fatto duecento piazze».

83930919 1772412119562941 6008790836312014848 NL’intervento che non ti è aspetti è quello di Berlusconi. Il Cav si prende un’accoglienza da rockstar, abbraccia Vittorio Sgarbi che fa solo un cammeo sul palco e poi imbastisce un discorso che a qualcuno pare quasi una lezioncina di storia. In un comizio per le elezioni regionali, il fondatore di Forza Italia ha infilato il comunismo, la Cina, le radici cristiane. E se gli emiliano-romagnoli pensassero di votare solo per la giunta regionale, beh, si sbagliano: «Questo è un voto per l’Occidente».

La chiusura è con la candidata, Borgonzoni. Anche lei con qualche problema di voce. Tocca vari punti: non vuole una sanità in cui ti visitano in tre giorni se paghi ma in un anno e mezzo se vai col pubblico, non vuole le aree per i nomadi, non vuole le coop che lucrano sui lavoratori, vuole regole per le moschee, vuole abbassare l’Irpef perché se l’hanno fatto in Veneto allora si può fare anche qua. E poi tutti insieme sul palco per la foto di gruppo. Ma in piazza qualcuno aveva già imboccato la via di casa mentre parlava la candidata.

Sardine, Anpi in piazza: «I partigiani sono con voi, domenica un voto antifascista»

Il leader locale Edoardo Caroli: «Siamo tantissimi, più di loro». Ma anche questa volta, contare i sostenitori del movimento a Ravenna è particolarmente difficile. Flash mob con due minuti di silenzio

Sardine
Sardine in piazza Kennedy il 24 gennaio

 

«Siamo più di loro e siamo tutti emiliano-romagnoli». Edoardo Caroli, tra i promotori delle Sardine ravennati e ormai volto nazionale del movimento, parla per ultimo davanti alla folla radunatasi in piazza Kennedy a Ravenna stasera, 24 gennaio, per un flash mob convocato meno di 48 ore prima, in risposta all’annuncio del centrodestra che avrebbe chiuso in piazza del Popolo la campagna elettorale per le Regionali con tutti i big della coalizione.

«Nella “guerra dei numeri” abbiamo sempre stravinto e così è successo anche stasera». In realtà, è difficile dire se davvero in piazza Kennedy c’erano più persone che in piazza del Popolo perché, curioso destino delle Sardine ravennati, anche questa volta sono state le prime a radunarsi nella piazza diventata solo da pochi anni pedonale, come erano stati i primi a radunarsi in Darsena il 5 dicembre scorso. Di certo quel giorno erano di più, ma l’evento allora aveva avuto una più ampia eco ed era stato organizzato con più anticipo.

E anche per questa improvvisazione, questa sera come non mai, si è vista plasticamente la differenza di mezzi a disposizione tra le due piazze. Di là l’enorme palco e un sistema di amplificazione potentissimo, di qua un microfono che a tratti non funzionava. Un po’ come sul web, che le sardine hanno usato da subito come mezzo di comunicazione ma senza mai spendere un euro, a differenza dei politici e in particolare di Salvini che, come noto, da tempo  investe sulla comunicazione social cifre importanti. Di là la musica a tutto volume, di qua un flash mob per cui tutta la piazza ha taciuto per due minuti, per lasciare spazio al silenzio e alla riflessione, contro gli slogan urlati. «Ma noi siamo una piazza dinamica, aperta, loro sono statici, chiusi» ripetono le giovani sardine dal palco.

E poi Bella Ciao, Romagna mia, le parole accoglienza, solidarietà, serietà, complessità. L’appello al voto domenica, e per un voto “antifascista” che è arrivato anche dall’Anpi. Sul palco, se tale si può definire, infatti è salita Bruna Tamarri dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia per dire: «I partigiani e le partigiane sono con voi. La destra ha scelto questa città simbolo, medaglia d’oro per la Resistenza, la città di Boldrini, Zaccagnini, Guerrini. Dobbiamo difendere quei valori e quegli ideali dall’arroganza e dalla violenza del pensiero populista. Ricolleghiamo la buona politica con la società». Applausi da una folla effettivamente, come viene detto dal palco, intergenerazionale (ma va detto che pure quella in piazza del Popolo lo era) che include sardine, «sardoni», e piccoli «sardoncelli».

Tanta gente comune, sindacalisti, uomini e donne del Pd e di altre forze. Un incontro breve, prima di salutarsi mentre in piazza del Popolo ancora stanno parlando. La strada verso piazza dell’Aquila è bloccata. Ed è facile capire perché, qui sono radunati alcuni contestatori che stanno anche loro cantando bella ciao, ma stanno anche urlando e gridando in uno stile lontano mille miglia da quello delle sardine.

Centrodestra in piazza, Salvini: «Stravinciamo». Meloni: «Pronta a governare»

Berlusconi lancia Sgarbi e fa una “lezione” su destra e sinistra

C27312f0 4b7e 4cf3 8e9c Abbb28131ac2È partita alle 18.38 con l’apertura del segretario della Lega Romagna, Jacopo Morrone, la grande manifestazione con cui il centrodestra chiude la campagna elettorale in piazza a Ravenna.

Il comizio è partito con l’inno di Mameli, davanti a una piazza forse non del tutto piena, ma di certo alcune migliaia di persone.

A prendere la parola per primo tra i leader nazionali è Matteo Salvini, che dedica la serata a Mario Cattaneo, l’oste che sparò e uccise un ladro, assolto in queste ore. Senza voce («dopo 200 piazze…»), Salvini torna alla carica sulla lotta alla droga (dopo il caso del citofono) e sulle sue denunce, dicendo che porterà con sé «questa piazza» in caso di processo. E parla di sondaggi,  è sicuro di «essere in vantaggio» e che con l’aiuto di tutti, «non solo vinciamo, ma stra-vinciamo».

Ha preso la parola poi Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia che oltre a riproporre il solito mantra su «l’Emilia-Romagna funziona nonostante il Pd e non grazie al Pd» ha attaccato il Movimento delle Sardine, che in realtà sarebbero «squali» pieni di odio e sostenuti anche da Soros, dice Meloni. Che poi ha continuato il proprio intervento attaccando il Governo per le tasse e il reddito di cittadinanza, assicurando il proprio sostegno verso le imprese. Ha attaccato la sinistra sugli immigrati e poi si è esibita anche nel suo cavallo di battaglia: «Io sono Giorgia, sono una donna, sono una mamma, sono italiana, sono cristiana», dicendosi pronta a governare «questa nazione».

Ovazione poi per Silvio Berlusconi per la prima volta a Ravenna in veste da politico, interrotto dai cori “Silvio, Silvio”. Berlusconi che ha parlato di «sistema di potere che si è consolidato», sottolineando come sia necessario un cambiamento in Emilia-Romagna. L’ex premier ha poi sottolineato l’importanza di aver candidato una donna rivendicando l’impegno del centrodestra nel valorizzare figure femminili. Berlusconi ha poi lanciato, invitandolo vicino a lui, Vittorio Sgarbi, già individuato come nuovo assessore alla Cultura della Regione, per poi concludere con una piccola lezione sulla differenza – secondo lui – tra destra e sinistra.

Infine, la candidata presidente Lucia Borgonzoni. Che attacca ricordando gli insulti ricevuti in campagna elettorale e sottolineando come «noi siamo diversi, noi non siamo quelli “contro”», continuando poi con lo slogan del «liberiamo l’Emilia-Romagna» e alcune stoccate sui presunti disservizi della sanità pubblica. Per poi passare al tradizionale «Prima gli italiani», compresi anche gli immigrati regolari arrivati in Italia tanti anni fa, ha detto. E attaccare sulle infrastrutture: «Noi le faremo, gli altri le hanno solo promesse».

Il pomeriggio si era aperto già alle 17.15 con l’arrivo in anticipo del leader della Lega Matteo Salvini, prestandosi ai selfie di rito mentre sullo schermo passavano spot elettorali e dalle casse musica italiana, da “Notti magiche” a Vasco Rossi.

Alcuni contestatori prima dell’inizio del comizio hanno cercato di attirare l’attenzione del leader del Carroccio con urla e insulti da piazza dell’Aquila, dietro le transenne delle forze dell’ordine.

Un centinaio gli uomini impegnati in centro, tra polizia e carabinieri, con rinforzi arrivati anche da fuori.

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