domenica
20 Luglio 2025

Petizione per chiedere correttivi alla «rivoluzione dei parcheggi» in via De Gasperi

LpRa: «Attuare tutte le misure necessarie per recuperare le condizioni perdute su via De Gasperi e di individuare con urgenza un’area nelle immediate vicinanze in cui disporre un congruo numero di parcheggi»

Attachment 2019 10 08T190011.849Lista per Ravenna chiede un ripristino dei parcheggi di via De Gasperi in una petizione. Secondo la lista civica l’eliminazione di alcuni parcheggi perpendicolari alla carreggiata «ha aumentato i disagi» e «peggiorato la sicurezza»  della zona.  I poti auto sono stati sostituiti con altri paralleli che ne hanno diminuito il numero. «La richiesta è di attuare tutte le misure necessarie per recuperare le condizioni perdute su via De Gasperi e di individuare con urgenza un’area nelle immediate vicinanze in cui disporre un congruo numero di parcheggi in grado di compensare quelli tagliati».

La petizione può essere sottoscritta fin d’ora al “Wild Free Tatoo Studio”, in via De Gasperi, 20, oppure nelle sede del Gruppo Consiliare di Lista per Ravenna, al quarto piano delle sede comunale di piazza del Popolo. Primo firmatario è Stefano Donati, capogruppo di Lista per Ravenna nel Consiglio del Centro Urbano; secondo firmatario Gianluigi Mancinelli, residente in via De Gasperi.

In via De Gasperi – si legge nel dossier di LpRa – «sono stati tagliati venti posti auto tra cui cinque dei sei riservati ai disabili». Ci sono così di frequente «auto in sosta sulla carreggiata» oppure mezzi per il carico o lo scarico merci. «Persone disabili in carrozzina, residenti nella via, anche anziane, spesso costrette a cercare un parcheggio in via Santa Teresa, a causa della frequentissima occupazione dell’unico posto rimasto a loro in via De Gasperi».  Dunque, conclude la lista civica, «oltre ai disagi arrecati ai residenti, ai commercianti e ad altri utenti, la nuova disposizione dei pochi stalli presenti non ha affatto risolto le criticità di sicurezza rilevate dall’Amministrazione nella precedente situazione, avendo solo provocato la trasformazione dei precedenti fattori di rischio in altri analoghi o forse più pericolosi».

Truffa e peculato, indagine al Consorzio Bonifica: «Il personale è professionale»

Auto aziendali usate per scopi personali, auto private usate per finti compiti lavorativi, straordinari inesistenti ma retribuiti: tre persone indagate. I vertici attendono informazioni dalla magistratura a cui garantiscono collaborazione e disponibilità

CanaleDisponibili a collaborare con la Digos, fiduciosi nella magistratura, consapevoli della professionalità di tutto il personale: il Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale con sede a Lugo, che vede alcuni suoi dipendenti indagati per presunti rimborsi gonfiati o irregolari e assenteismo, interviene a distanza di alcuni giorni dalle rivelazioni del Corriere Romagna che hanno svelato l’esistenza di un fascicolo in procura per truffa e peculato con tre indagati.

I vertici affermano che dai quotidiani «abbiamo appreso diverse informazioni non ancora in nostro possesso e, in alcuni punti, anche incongruenti tra loro». Gli agenti della polizia hanno fatto visita negli uffici lughesi per due volte: «Fin dai primi giorni delle indagini e dalle prime visite da parte della Digos nella nostra sede di Lugo, ci siamo resi disponibili e collaborativi per fornire agli investigatori il supporto necessario e tutte le informazioni per permettere loro il miglior svolgimento del lavoro. Siamo ora in attesa, al di là di quanto scritto sui giornali, di ricevere comunicazione sullo stato dell’inchiesta, consapevoli della professionalità di tutto il nostro personale che, quotidianamente, è impegnato a svolgere mansioni, spesso anche in orario notturno e festivo per fronteggiare allerte e situazioni di emergenza, “invisibili” agli occhi dell’opinione pubblica, ma fondamentali per mantenere in buono stato idrogeologico l’ampio territorio di competenza, a servizio di tutti i cittadini e delle imprese agricole, fornendo a quest’ultime anche il servizio di irrigazione per le proprie attività».

Il Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale opera in un comprensorio di oltre duemila km quadrati (con una rete canali di 962 km), tra i fiumi Sillaro a ovest, Lamone a est, Reno a nord e il crinale appenninico tosco-romagnolo a sud. Cinque le province coinvolte: Ravenna, in prevalenza; Bologna, nell’area imolese; Forlì-Cesena, nell’area collinare di Modigliana e Tredozio; Ferrara, al confine nord-ovest del comprensorio; Firenze, nel versante adriatico della Regione Toscana che comprende i centri abitati di Firenzuola, Palazzuolo e Marradi. 35 i comuni che fanno parte del comprensorio. Il Consorzio, che ha sedi a Lugo, Faenza, Imola e Firenzuola, è articolato in due distretti: pianura e montano.

Ecobonus: riapre il bando regionale. Incentivi per la rottamazione dell’auto

A disposizione ci sono 485mila per assegni riservati ai proprietari di mezzi più datati che passano ad auto con minori emissioni

EcobonusL’Emilia-Romagna continua a rottamare i veicoli privati più inquinanti. Riapre il bando regionale – il terzo da febbraio – per l’ecobonus destinato ai cittadini che intendono sostituire la vecchia auto con un mezzo più ecologico. A disposizione ci sono 485 mila euro per “assegni” riservati ai proprietari di mezzi alimentati a benzina fino all’euro 2 o diesel fino all’euro 4 che passano ad auto con minori emissioni. Il contributo regionale è di 3 mila euro per l’acquisto di mezzi elettrici o ibridi e di 2 mila per quelli a metano e gpl. «L’ecobonus è sicuramente una misura di successo: dall’inizio dell’anno l’opportunità è stata colta da circa 1.900 privati con richieste per un totale di circa 4 milioni e 600 mila euro”» spiega Paola Gazzolo, assessore regionale alle politiche ambientali.

Con la riapertura dei termini, le nuove domande possono essere presentate da oggi fino al 29 ottobre, senza alcun vincolo legato al reddito o all’Isee dell’interessato. Non serve nemmeno la certezza dello sconto ulteriore del 15 per cento sul prezzo di listino del modello base praticato dalle case produttrici, previsto dal Protocollo di intesa siglato il 6 novembre 2018 tra Regione, Anfia, Unrae e Federauto, e si considerano automaticamente acquisite le richieste pervenute nell’ambito della seconda edizione del bando (scaduta a fine settembre) per le quali i rivenditori non lo abbiano applicato.

«L’obiettivo è assegnare il 100% dei 5 milioni stanziati con il bilancio regionale del 2019 per promuovere il rinnovo dei veicoli- aggiunge Gazzolo-. L’Emilia-Romagna è stata la prima Regione del bacino padano a credere nella necessità di rinnovare il parco-mezzi privato per contribuire a migliorare la qualità dell’aria e a stanziare i fondi necessari. Un modello -chiude- che si è fatto strada su scala nazionale e che si integra con le varie azioni messe in campo per vincere lo smog: dall’ecobonus anche per i veicoli commerciali leggeri, al bollo auto gratis per le auto ibride, fino agli abbonamenti del bus per gli abbonati del treno».

Cosa prevede il bando

Potranno richiedere il contributo i cittadini residenti in Emilia-Romagna che intendono rottamare – o hanno rottamato dal 1^ gennaio 2019 – un’autovettura di proprietà o intestata a un’altra persona sempre residente in regione (che abbia dato il consenso). Deve trattarsi di veicoli fino alla classe euro 2 se alimentati a benzina, benzina/metano o benzina/gpl e fino alla classe euro 4 per i diesel. Gli incentivi riguardano l’acquisto di un’autovettura nuova – con prima immatricolazione tra il 24 giugno 2019 e il 30 aprile 2020 – elettrica, ibrida (benzina/elettrica), a metano (mono e bifuel benzina) o gpl (mono e bifuel benzina). Queste ultime tre categorie devono essere di classe ambientale euro 6. Il contributo regionale è di tremila euro per l’acquisto di mezzi elettrici o ibridi; di 2 mila per quelli a metano e gpl.

La procedura per la richiesta di contributo si articola in tre fasi tutte online: prenotazione del contributo entro il prossimo 29 ottobre; invio dell’ordine di acquisto entro il successivo 31 ottobre e rendicontazione attraverso un applicativo regionale entro il 30 aprile 2020.

La graduatoria dei soggetti beneficiari sarà stilata secondo l’ordine di arrivo delle prenotazioni on line, fino ad esaurimento delle risorse disponibili.

 

Strage di uccelli in valle, al via l’inchiesta: sopralluogo del procuratore capo

Mancini con gli investigatori sui luoghi dove continua il recupero delle carcasse di anatre e oche: si stimano duemila decessi. Indagine al momento contro ignoti: ipotesi di reato tra inquinamento e disastro ambientale

Al centro Alessandro Mancini, procuratore capo di Ravenna, con gli operatori in azione nella Valle della Canna

Il procuratore capo di Ravenna, Alessandro Mancini, nella mattinata dell’8 ottobre ha svolto un sopralluogo nella Valle della Canna, nota anche come Valle Mandriole, dove da alcuni giorni stanno morendo centinaia di volatili di varie specie per una probabile intossicazione da botulino. È la conferma dell’avvio di un’inchiesta sulla vicenda. Al momento, anche da quanto si apprende dalla lettura dei quotidiani locali, non ci sono indagati e l’ipotesi di reato è ancora da inquadrare nel dettaglio. Potrebbe trattarsi di inquinamento ambientale o del più grave disastro ambientale: a fare la differenza sarà la misurazione degli effetti nell’ecosistema e quanto questo risulterà compromesso dal proliferare delle tossine di tipo C.

Esigenza primaria degli investigatori – Mancini è stato accompagnato dai carabinieri forestali e dalla polizia provinciale – è ricostruire la sequenza di eventi che hanno portato alle morti dell’avifauna. Il botulino sarebbe proliferato a causa della siccità nella valle e del mancato ricambio di acqua che è diventata così povera di ossigeno. Perché è accaduto questo? Ma soprattutto, a chi spettava evitarlo? Gli enti pubblici coinvolti a vario titolo nella gestione di quelle aree – zone umide protette con una biodiversità unica riconosciuta da più parti e certificata – sono diversi: in primis l’ente Parco del Delta ma anche il Comune, la Provincia e la Regione.

È bene precisare, per evitare ingiustificato allarmismo sanitario, che il ceppo di botulino letale per gli uccelli è specifico solo per quelli e non per l’uomo. Inevitabile però riconoscere che centinaia di carcasse di animali morti in valle – si stima che possano essere quasi duemila gli esemplari deceduti ed è in corso l’attività di recupero – comporterebbero conseguenze anche per la salute del territorio. Al momento il Parco del Delta ha sospeso la caccia per un raggio di tre km dall’area più interessata dell’intossicazione.

“Umarel”, lettere nelle buchette e Whatsapp: così il verde di via Nizza si è salvato

Sono stati i pensionati del quartiere Nullo Baldini a scoprire l’inizio del cantiere del Comune che avrebbe trasformato una parte del parco in una nuova scuola. Poi uno dei residenti ha distribuito cento fogli nelle case e dalla chat è nata la petizione di 3600 firme che ha cambiato la decisione del pubblico

Parco di via Nizza
Parco di via Nizza

Se nel quartiere Nullo Baldini di Ravenna sopravviverà l’area verde di via Nizza è grazie a un gruppo di comuni cittadini che hanno deciso di attivarsi e far arrivare la loro voce fino al palazzo. Una pacata petizione con oltre 3.600 sostenitori – nata da un centinaio di lettere che il primo firmatario ha distribuito nelle buchette del vicinato – ha convinto la giunta comunale a rivedere i progetti scegliendo un vicino campo agricolo incolto per la costruzione di una nuova scuola dell’infanzia al posto del parco di via Nizza.

Il primo firmatario è il 50enne Roberto Romagnoli, socio di una ditta di Faenza che produce macchinari per il packaging: «A maggio tra i residenti della zona girava voce che il Comune volesse costruire una scuola al posto del parchetto e con qualche conoscente abbiamo cominciato come si poteva saperne di più». Perché la prima necessità era quella di verificare la fonte: alcuni anziani della zona, i cosiddetti e ormai celeberrimi “umarel”, avevano visto degli operai fare dei rilievi nel terreno e alla loro domanda si erano sentiti rispondere che erano analisi in previsioni del cantiere per una scuola. «Volevamo saperne di più e un vicino mi disse che aveva un contatto con Alvaro Ancisi (il consigliere comunale decano dell’opposizione con Lista per Ravenna, ndr). Ci è sembrato che potesse darci una mano, ma ci saremmo rivolti a qualunque consigliere anche di altri schieramenti se avessimo avuto qualche contatto».

Ancisi una settimana dopo conferma il progetto per la scuola. E allora Romagnoli si mette alla tastiera del computer per buttare giù una lettera: «Ne feci cento copie in A4 e le andai a mettere nelle buchette dei dintorni. Spiegavamo cosa avevamo saputo e invitavo a contattarmi se qualcuno era intenzionato a fare qualcosa per difendere il verde». Per diversi giorni il cellulare di Romagnoli è rovente. Nascono un gruppo su Whatsapp e una pagina Facebook, «strumenti preziosi per questa battaglia, senza queste disponibilità forse sarebbe stato impossibile o di sicuro ci sarebbero voluti tempi più lunghi».

Che fare per arrivare al potere? In chat si comincia a parlare di raccolta firme. E quando si decide di procedere si ripresenta la necessità di avere consigli su come farlo per essere ascoltati: «Nessuno di noi aveva mai fatto qualcosa del genere, non sapevamo le procedure e volevamo evitare che per qualche cavillo venisse tutto cestinato». I contatti con Ancisi erano già avviati ma prima di coinvolgero nuovamente, ci si è confrontati tra cittadini: «Ho posto la questione in chat, ho chiesto se qualcuno avesse dubbi per ragioni politiche. Ci siamo trovati concordi nel dire che avendo già visto la sua disponibilità verso la nostra causa potevamo continuare con lui».

Dalla petizione si è arrivati a un incontro a settembre tra firmatari e alcuni esponenti della giunta tra cui il sindaco Michele de Pascale che ha comunicato la proposta: conservare il parco di via Nizza e attrezzarlo per l’uso pubblico (sono già arrivate due panchine), costruire la nuova scuola in un lotto adiacente alla rotonda Portogallo, tra viale Saragat e via Leopardi, e abbattere l’ex scuola infermieri di via Palestro per ampliare il verde a disposizione dell’asilo adiacente». Insomma, i residenti hanno vinto la battaglia: «È stato entusiamante e anche gratificante quando il sindaco ha dimostrato interesse nei nostri confronti». Questa esperienza potrebbe aver cambiato l’orientamento politico di qualcuno dei firmatari? «Penso che chi già sosteneva Ancisi continui a farlo perché si è dimostrato davvero interessato, chi sosteneva la maggioranza continuerà a farlo perché ha visto che c’è stata disponibilità a rivedere le decisioni».

“Il Giardino del Labirinto”: Dante e la natura come strumento di purificazione

Giardino Del Labirinto La Casa Circondariale di Ravenna ospita un’opera d’arte che omaggia la tradizione artistica ravennate e il Sommo Poeta

Ancora una volta Dante torna ad essere protagonista nella nostra città. Di recente, nell’ambito della manifestazione RavennaMosaico 2019 – Biennale di Mosaico Contemporaneo, è stato inaugurato, alla presenza dell’Assessora alla Cultura del Comune di Ravenna Elsa Signorino e della Direttrice della Casa Circondiariale, Carmela De Lorenzo, Il Giardino del Labirinto: un percorso di consapevolezza, un’opera d’arte pavimentale che sfrutta la tecnica del mosaico e il tema dantesco del viaggio per guidare l’individuo in un percorso di conoscenza ed purificazione (inevitabile il riferimento a “E quindi riuscimmo a rivedere le stelle” del canto trentaquattresimo dell’Inferno); non a caso, il luogo scelto per ospitare questa iniziativa è il giardino di Via Port’Aurea, di fonte al Carcere di Ravenna. Il progetto, sviluppato dall’associazione Dis-ORDINE, con il Patrocinio di Ministero della Difesa e Comune di Ravenna (Assessorato alle Politiche Sociali – Assessorato alla Cultura – Assessorato Ambiente) e in collaborazione con LandShapes di Paolo Gueltrini,  ha visto la partecipazione di moltissimi ravennati, a partire da artisti e mosaicisti, passando per gli studenti delle scuole, fino ad arrivare agli stessi ospiti della Casa Circondariale, dal 2017 ad oggi.

Coloro che hanno concesso il loro prezioso contributo artistico al labirinto in mosaico del progetto “Dis-Ordine a Port’Aurea” sono: Anna Agati, Sara Alberani, Shuichi Amano JAPAN, Enrico Argelli, Elisabetta Argnani, Barbara  Arveda, Giuliano Babini, Rossella Baccolini, Nicole Balducci, Andrea Louis Ballardini, Giorgia Baroncelli, Anna Bartolotti, Giulia Baschetti,Rosetta Berardi Lavatura, Serena Berci, Giovanna Bezzi, Micòl Bezzi, Severo Bignami, Giorgia Bocchini, Marit Bockelie, Rita Bombi, Lella Borghesi, Dalida Bosi, Eleonora Branchetti, Dusciana Bravura, Marco Bravura,Claudio Brunelli,Elisa Lagonegro, Mariella Busi De Logu, Stefano Cangini, Daniela Caravita, Livia Ferruzzi, Saturno Carnoli, Elena Casini, Adua Castellucci, Silvia Causin, Giampiero Cevoli, Silvia Colizzi, Sergio Cicognani, Diego Daira-Katia Mauro, Marika Dall’Omo, Laura Dalmonte, Keti Darchini-Fabrizia Vichi, Nedo Del Bene, Marco De Luca, Barbara Diani, Martina Di Mattia, Kiara e Gojart Dollia,Giada Donati, Dana Donnoli, Ngawang Dorjee (Titeb), Dorotea Drudo,Valeria Ercolani, Marijan Erste, Fulvio Fiorentini,Stefania Fogli, Gloria Foletti, Simonetta Foletti, Maria Cristina Foschini, Daniela Fruci, Debora Gaetta, Sonia Golfari, Linda Griffiths, Francesca Grilli, Sara Guberti, Laura Guerra, Silvia Guerra, Francesca Guerzoni, Andrea Hafsi, Mauro Hafsi, Loredana Lamanuzzi, Marcello Landi, Rossana Lanzotti, Tamara Latteo, Barbara Lodoli, Bianca Lupi, Michela Manfrini, Nina Marazza,Gianluca Mazzotti, Davide Medri, Alessandra Melandri, Giulio Menossi, Jessica Mongiusti, Barbara Morara-Fabiola Mordenti-Bruna Vanoni, Adriana Morelli, Verdiano Marzi, Jessica Mascia, Edoardo Missiroli, Silvia Naddeo, Felice Nittolo, Stella Nittolo, Luciana Notturni, Clarissa Nuzzi, Adello Onofri, Elena Pagani, Michele Pagani, Giulia Pagnani, Roshanak Payrovi, Irene Pasini, Dalila Pattavino, Nira Ben David Peled, Jonatan Sato Pereira, Chiara Piovan, Diana Pocaterra, Elisabetta Papageorgiou, Maddalena Quattrocchi, Paolo Racagni, Barbara Raimondi, Maria Lucia Raimondi, Simona Righi, Gabriela Rigoni-Cristian Sansavini, Ylenia Roma, Chiara Sansoni, Laura Salvatori, Sabrina Santoro, Serena Saporetti, Federico Senni,Suzanne Spahi, Samkia Spinazzi, Silvia Stanzani, Nicoletta Stradaioli, Tiziana Tesselli, Enzo Tinarelli, Anna Togni, Paola Turchetti, Virna Valli, Silvia Venturi, Cesare Vitali, Francesca Vitali, Brunetta Zavatti, Virginia Zanotti, Roseanne Kopchuk (Usa),
Casa Circondariale – Ravenna con Driss, Josè Manaurys Feliz, Frank, Hatem, Aymen, Rmait, Moussa, Marcello, Aziz, Salahddene – Fondazione Nuovo Villaggio del Fanciullo – Ravenna con Davide.P, Michele G., Michele S., Roberto E., Silvano P.,Giovanni G. – Azienda Galassi-Labirinto Effimero, Fraternità San Damiano – Ravenna, Albergo Cappello – Ravenna, Fondazione Ravennantica,  Laboratorio Arcobaleno – Ravenna, Istituto Ghepelling – Milano, ER Concerti – Ravenna, Mama’s Club – Ravenna, Ritmica Edera Ravenna, Musaico – Cesena, Koko Mosaico – Ravenna, Les 3R Chartres (Francia), Monastero Clarisse Cappuccine con Laura Dalmonte, Stefania De Palma, Donatella Bezzi, Silvia Colizzi, Antonella Filipponi, Nicoletta Gobbi, Marianna Improta, Maria Rita Servadei, Carmela Parente e Michela Perla assieme alle suore cappuccine, oltre che gli allievi delle Scuole: Scuola Elementare R. Ricci, Scuola dell’Infanzia Landoni, Scuola Elementare F. Mordani, Scuola Elementare G. Pascoli, Scuola Elementare B. Pasini, Scuola Elementare G. Garibaldi, Scuola Elementare M. Bartolotti di Savarna, Istituto Comprensivo Satta-Fais di Ploaghe e gli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna – Corso di Mosaico prof. Daniele Strada e del Liceo Artistico Nervi-Severini – Laboratorio di Mosaico prof. Elena Pagani – Laboratorio di Scultura dei proff. Marinella Tassinari e Henry Rossi con Steven Bortolussi e Riccardo Mariotti per la realizzazione della scultura del toro androcefalo.

La grande opera collettiva – realizzata con il contributo di Comune di Ravenna, Orsoni (Venezia), Siderurgica Ravennate, Amici di Chartres, Cmac, Dollia Costruzioni e Ristrutturazioni, la Bottega del Fabbro, Aracadia e Azimut – è stata inserita nel progetto di restyling del Giardino del Labirinto, che sarà arricchito con arredi per accogliere i visitatori della Casa Circondariale e uno spazio espositivo per mostre temporanee che ravviveranno l’intera zona.

 

Lo splendore del vetro nelle opere di Josef Albers

A Palazzo Rasponi delle Teste, il 10 ottobre una conferenza di Nicholas Fox Weber sul grande esponente del Bauhaus

Josef Albers OperaSi intitola “Vetro, colore, luce: l’insegnamento di Josef Albers al Bauhaus” la conferenza che vede protagonista Nicholas Fox Weber, direttore esecutivo della Josef and Anni Albers Foundation, in programma giovedì 10 ottobre (inizio ore 17) al Palazzo Rasponi dalle Teste di Ravenna.
L’incontro, che sarà introdotto dal docente e studioso di storia dell’architettura Alberto Giorgio Cassani, fa parte del progetto “Incursioni” dell’Accademia di Belle Arti in occasione della Biennale di Mosaico Contemporaneo 2019.
Nicholas Fox Weber è da più di quarant’anni direttore della Josef and Anni Albers Foundation che ha sede a Bethany in Connecticut negli Stati Uniti. Autore di numerose monografie sull’arte e sull’architettura, pubblicate in diverse lingue, dal 2005 dirige Le Korsa, un’organizzazione no-profit che ha fondato per diffondere l’arte grazie al centro culturale e residenza per artisti Thread. Recentemente è uscito in Italia, per la casa editrice Il Saggiatore, il suo libro Bauhaus. Vita e arte di sei maestri del modernismo, che tratta fra le altre anche l’opera di Josef Albers, tema della conferenza Ravenna.
Il tedesco Josef Albers (1888 – 1976), è stato uno degli esponenti di spicco del Bauhaus, rivoluzionaria scuola d’arte, architettura e design fondata nel 1919 a Weimar da Walter Gropius, a cui si avvicinò nel 1920. Dopo essersi iscritto al corso propedeutico dell’istituto, Albers comincio a sperimentare l’uso del vetro per opere a mosaico e pannelli vetrati di straordiniario equilibro geometrico e cromatico. Negli anni seguenti divenne un docente del Bauhaus su incarico del direttore Gropius, entrando a far parte, a pieno, titolo dei grandi maestri di quella scuola che segnò la storia artistica del primo Novecento, assieme, oltre a Gropius, di Kandinsky, Klee, Meyer, Itten, Feininger, Breuer, van der Rohe…
Quando l’istituzione artistica di Weimar fu costretta a chiudere a causa delle persecuzioni naziste, Albers emigro negli Sati Uniti assieme alla moglie Anni, anche lei artista nel campo dei tessuti. Oltreoceano Albers fu assunto come docente prima al Black Mountain Collage, dove continuò a divulgare le idee del Bauhas, e nel 1950 divenne direttore del Dipartimento di Design all’Università di Yale. A chi gli chiedeva quale fosse la sua missione come insegnante, lui rispondeva: “to make open the eyes”, far aprire gli occhi…

Parte da Ravenna la missione Antartide della prima nave rompighiaccio italiana

Il 15 ottobre sarà possibile visitare la “Laura Bassi”, ma solo per i primi 50 cittadini che si prenoteranno via mail

Foto Laura BassiAl via da Ravenna la missione Antartide della nuova nave polare dell’Istituto nazionale di Oceanografia, acquistata in Norvegia grazie a un finanziamento di 12 milioni di euro accordato dal Miur. È stata intitolata a Laura Bassi, prima donna al mondo ad ottenere, nel 1732, una cattedra universitaria, in fisica all’Università di Bologna; e Laura Bassi nave ha a sua volta un primato, essendo la prima rompighiaccio (cioè in grado di incedere infrangendo ghiaccio marino) italiana.

Le missioni in Antartide si svolgono grazie alla collaborazione tra Ogs, Enea, Pnra e Cnr nell’ambito di un programma di ricerca scientifica attuato dal Miur allo scopo tra l’altro di analizzare la perdita di massa dei ghiacci e di riconoscere l’influenza umana in Antartide, dati essenziali per cercare antidoti allo scioglimento.

Come già l’Italica, storica nave delle missioni antartiche partite da Ravenna fin dal 1991, la Laura Bassi farà base al porto del capoluogo bizantino dove il Cnr, Consiglio Nazionale delle Ricerche, dispone, all’interno del terminal Sapir, di un magazzino e dove avranno luogo, prima e dopo ogni missione, le operazioni di imbarco e sbarco delle attrezzature necessarie per l’attività di ricerca.

La nave è lunga 80 metri e ha una stazza di 4.000 tonnellate, è dotata di due gru e di un ponte di volo per elicotteri. Può accogliere complessivamente 72 persone (22 di equipaggio e 50 di personale scientifico) mentre, per quanto riguarda le attività scientifiche, dispone di due laboratori di 45 metri quadrati ciascuno, uno asciutto e uno umido.

La missione partirà da Ravenna il 17 ottobre diretta al Mare di Ross, dove giungerà intorno a Natale. Nell’occasione Sapir, unitamente all’agenzia marittima Italteam Shipping, che coordina il trasferimento del materiale scientifico, ha deciso, grazie alla disponibilità dell’Ogs e in particolare del direttore del dipartimento infrastrutture Franco Coren, di offrire ai ravennati la possibilità di visitare la nave.

Naturalmente gli spazi limitati e le norme di sicurezza del porto possono consentire l’accesso a un numero limitato di persone e solo su prenotazione.

L’open day è in programma martedì prossimo 15 ottobre e sarà riservato, oltre che agli studenti dell’Itis Baldini che hanno in corso un progetto di alternanza scuola lavoro con Sapir, ai primi 50 cittadini che si prenoteranno inviando una mail, esclusivamente giovedì 10 ottobre, a partire dalle 9, secondo le istruzioni indicate sul sito web di Sapir.

I tifosi: «La morte di un poliziotto deve valere come quella di un altro lavoratore»

Gli Ultras Ravenna tornano sul caso di Trieste, dove hanno disertato il minuto di silenzio per i due agenti uccisi

TRIESTINA RAVENNA
Gli Ultras del Ravenna a Trieste

Arriva sui social la replica degli Ultras Ravenna ai tifosi della Triestina che ne avevano denunciato il comportamento poco rispettoso.

I supporter ravennati, infatti, domenica allo stadio friulano (dove il Ravenna si è imposto per 1-0) avevano disertato il minuto di silenzio in memoria dei due poliziotti uccisi due giorni prima proprio a Trieste, uscendo dallo stadio e poi rientrando solo una volta terminato il momento di raccoglimento.

«La nostra forma di protesta, composta e non violenta – scrivono gli Ultras Ravenna sui canali social –, di disertare il minuto di silenzio è dovuta alla disparità di trattamento verso la morte di un lavoratore, qualsiasi esso sia. Non ha nulla a che fare con i fatti che riguardano il tifo ravennate e la Questura di Ravenna (il tema è quello degli striscioni e le bandiere vietate allo stadio Benelli, ndr). Continueremo con questa posizione anche in futuro finché non sarà equiparata la morte di tutti i lavoratori».

Valle della Canna, caccia sospesa nel raggio di tre chilometri dal parco del Delta

Il provvedimento motivato dalla necessità di non causare un’eccessiva pressione sulle specie già interessate dalla moria

Caccia 1200x800Il Parco del Delta del Po ha disposto oggi – 7 ottobre –  la sospensione di qualsiasi forma di attività venatoria in un raggio di 3 km dal perimetro dell’area interessata dalla moria di uccelli anatidi a causa, presumibilmente, dell’intossicazione da tossina botulinica di tipo C, fenomeno riscontrato la scorsa settimana in Valle Mandriole, o Valle della Canna. Va ricordato che nell’area interessata dal fenomeno l’attività venatoria non è mai consentita, a differenza delle zone contigue.

Tale provvedimento, “assunto anche dalla Regione Emilia-Romagna per le aree di competenza, risponde a un triplice obiettivo: in primis, permette consentire la permanenza degli uccelli in acque non contaminate, evitando la migrazione dalla zone contigue all’area di criticità. In secondo luogo, evita il potenziale abbattimento a un numero consistente di esemplari sani che, presumibilmente, a fronte dell’anomala presenza umana nell’area interna della Valle per la rimozione delle carcasse, si sono spostati nelle zone contigue ove vi è minor disturbo; infine, tale provvedimento è motivato dalla necessità di non causare un’eccessiva pressione sulle specie già interessate dalla moria”.

La sospensione dell’attività venatoria è immediatamente in vigore nelle AC (aree contigue) del Sub comprensorio n.4 “Ravenna- Alfonsine- Cervia” denominato PP Ravenna, in un raggio di 3 km dal perimetro della Valle Mandriole, e resterà valida fino a specifica revoca.

Il Parco del Delta del Po comunica che tale provvedimento è stato condiviso con Ispa e con tutti gli enti competenti che si sono attivati immediatamente a partire dalla segnalazione del Comune di Ravenna e l’immediata convocazione del tavolo emergenziale di giovedì 3 ottobre. “Il Comune nel frattempo, insieme a tutti gli enti competenti, ha favorito azioni straordinarie per il ricambio delle acque della valle in maniera rapida e per fornire così ossigeno all’area e limitare la proliferazione del botulino con l’auspicio di uscire dall’emergenza”.

Teatro come scuola di vita: 7 incontri con gli studenti, saggio finale all’Almagià

I laboratori di Panda Project che si chiamano “Le nostre città invisibili” e “Rosso Malpelo” rivolto alle elementari e alle medie

Laboratori Panda ProjectIl teatro come scuola di vita, come luogo privilegiato per imparare le regole di convivenza con i propri compagni; il teatro come spazio dello stare assieme, ognuno con i suoi difetti e con le sue stranezze, senza chiudere le porte a nessuno. A questo, e a molto altro, serve il teatro nelle scuole: uno spazio di libertà nel quale essere se stessi, che può aiutare nella gestione dei conflitti interni ed esterni alla classe. Lo spirito dei laboratori teatrali di Panda Project sta tutto qui. Si chiamano “Le nostre città invisibili” e “Rosso Malpelo”: sono i due progetti scolastici dei Panda, compagnia romagnola che quest’anno festeggia i 10 anni di attività, e s’ispirano ai classici della letteratura italiana per affrontare temi difficili assieme ai ragazzi.

Il primo, rivolto alle scuole elementari, è finalizzato alla gestione del bullismo e del cyber-bullismo; il secondo, pensato per le scuole medie, affronta lo spinoso tema del razzismo con l’aiuto dell’indimenticabile personaggio creato da Verga. Quest’anno, per il quinto anno consecutivo, i Panda Project – al secolo Beatrice Cevolani, Hendry Proni e Delia Trice – affiancati dai due attori professionisti Annalisa Salis e Denis Campitelli, propongono i loro laboratori freschi e ironici alle classi delle scuole di Ravenna, realizzati in collaborazione con l’Assessorato alle politiche giovanili e con la Fondazione del Monte. Articolati in sette incontri settimanali della durata di 2 ore, i laboratori quest’anno prevederanno la possibilità di un momento di resa finale all’Almagià di Ravenna, a fine maggio 2020.

I laboratori verranno presentati ufficialmente a chiunque sia interessato il prossimo 14 ottobre, dalle 16.30 alle 18.30 presso l’Informagiovani di Ravenna, dentro a Palazzo Rasponi delle Teste (entrata via Longhi n.9). Gli ideatori dei laboratori – compresa Delia Trice direttamente da Copenaghen – risponderanno a tutte le domande e raccoglieranno le adesioni

Il progetto

«Ci piace tantissimo il confronto con i giovani», racconta Beatrice Cevolani. «Nei nostri laboratori i ragazzi partecipano attivamente e hanno tantissime cose da dire, spesso con punti di vista diversi e inaspettati. Affrontiamo assieme a loro tematiche difficili e sentite, che fanno paura ai “grandi”; e lo facciamo cercando di usare l’ironia, nostra passione da sempre», continua Cevolani.

«Dopo una serie di esercizi e giochi teatrali che servono per fare gruppo e capire i bisogni della classe, affrontiamo gli argomenti con una serie di domande generali. Per esempio: cosa significa per voi prendersi cura di qualcuno? Quanto vi sentite voluti bene? Si tratta di capire, attraverso le loro suggestioni, quando e come il problema si presenta nella quotidianità».

«Poi includiamo i ragazzi a livello creativo, partendo da ciò che li ha colpiti di più dei testi letti e chiedendo nuovo materiale: musica, fumetti, serie tv, ciò che loro sentono più vicino. Quindi si sintetizza tutto, col nostro aiuto, nella creazione collettiva di una vera e propria scena teatrale finale, senza ruoli predefiniti, imposizioni o costrizioni», spiega Cevolani.

«L’intento di “Rosso Malpelo”, dedicato alle medie, è capire quando la diversità diventa un problema. È ovvio che siamo tutti diversi, e questa diversità è una ricchezza. Ma quando c’è paura, ignoranza, pregiudizio, quando non ci si conosce, allora la diversità diventa un problema per tutti. Per questo ci basiamo sul teatro, sul lavoro di gruppo, sul confronto e sulla mediazione».

«Ne “Le nostre città invisibili”, insegniamo ai ragazzi delle elementari a litigare meglio. Dato che è impossibile non litigare, bisogna imparare a gestire la rabbia e le frustrazioni. Partendo dal libro di Calvino cerchiamo di immaginare assieme a loro delle città fantasiose, nelle quali collocare i conflitti reali per imparare a risolverli».

Una vera e propria esperienza di vita attraverso il teatro, che purtroppo è ancora poco diffusa nelle scuole italiane. Come conclude Cevolani: «Il teatro è un’esperienza straordinaria, e le reazioni dei partecipanti ce lo dimostrano. Sulla scena ci sono regole ben precise, che non ti vengono imposte come nella vita reale, ma che devi seguire se vuoi che la scena funzioni. Si impara a seguire le regole stando assieme. A teatro bisogna capirsi, accettare di farsi guardare, ascoltarsi, rispettarsi. Sono le stesse regole della vita, ma vissute e accettate assieme, senza paura».

Duecento concerti e oltre trentamila presenze: il Mei ha festeggiato così i 25 anni

Oltre ai live, sono state discusse anche alcune proposte per favorire l’ingresso della musica indipendente nei locali da ballo e nelle scuole

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La piazza del Mei

La 25esima  edizione del Mei – Meeting delle Etichette indipendenti si è conclusa ieri, domenica 6 ottobre, confermandosi come un successo. Secondo gli organizzatori ci sono state oltre 30.000 presenze, «un record mai registrato prima», durante le tre giornate di incontri, premiazioni e concerti, un afflusso di persone mai visto per oltre 200 live di artisti e band emergenti!

Dopo l’inaugurazione di venerdì pomeriggio, che ha visto l’apertura di mostre dedicate alla storia della musica e all’arte, mentre la sera e’ stato reso omaggio in un cinema strapieno a Don Gallo con un film che ha visto la partecipazione corale di tutta la musica italiana, nel centro di Faenza sono stati protagonisti tanti artisti, dai giovani emergenti ai talenti premiati con illustri riconoscimenti. Tra i tanti protagonisti i Marlene Kuntz che hanno  ricevuto il Premio Ciampi per i loro 30 anni di carriera. Si sono esibiti e sono stati premiati, tra gli altri, Fulminacci, Morgan, Negrita, Cristina Donà.

Sempre durante la giornata di sabato si è svolta la prima giornata del convegno Internazionale Digital Day a cura di Stefano Negrin e Giordano Sangiorgi. Durante tale meeting internazionale sono emerse alcune proposte: la prima riguarda la necessità da parte dei produttori indipendenti europei di organizzare una protesta a Bruxelles al fine di chiedere un equo compenso alla filiera creativa musicale da parte delle piattaforme multinazionali monopoliste digitali del settore musicale; la seconda riguarda il nuovo patto, stipulato proprio oggi, tra il Silb (Sindacato Italiano Locali da Ballo) e il Mei per l’ingresso della musica indipendente ed emergente attraverso festival, concerti live e rassegne anche nelle discoteche; mentre la terza ha segnalato la necessita’ dell’ingresso della musica in modo permanente nelle scuole con la presentazione del Corso sui Cantautori Italiani del Novecento che si terra’ con il Mei al Liceo Torricelli – Ballardini di Faenza grazie al sostegno MIbac e Siae presentato dal cantautore Edoardo De Angelis che ha celebrato i 50 anni del suo storico brano “Lella”

«Godiamoci questo straordinario risultato che conferma il Mei come un punto di riferimento nazionale di tutta la nuova musica indipendente ed emergente italiana che da qui porta i nuovi suoni di una nuova generazione e registriamo un aumentato interesse da parte del pubblico visto il record di presenze verso gli artisti e le band agli esordi che propongono nuove proposte musicali»  dichiara il patron Giordano Sangiorgi, ringraziando tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita dell’edizione . «Ora, arrivati al giro di boa, si deve avviare una vera e propria rivoluzione per il nuovo percorso del Mei che gli permetta, di poter attivare la sua ricca rete durante tutto l’anno e poter rispondere ancora meglio alle nuove esigenze dei nuovi giovani produttori indipendenti e dell’attuale filiera creativa musicale, fatta da produttori, artisti, festival e promoter».

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