Due gli esperimenti d’asta per cedere l’azienda lasciata in eredità: un taxi che è in servizio a Ravenna dal 1998
A ottobre l’Ausl Romagna ha espletato un’asta pubblica per la vendita di un servizio molto particolare: una licenza di taxi. Asta che si è conclusa alla fine del mese e che ha permesso di incassare 115mila euro all’azienda sanitaria. Il motivi per cui quest’ultima si sia trovata proprietaria della licenza vanno ricercati in un lascito testamentario dell’aprile scorso. Un tassista ha deciso infatti di lasciare all’Ausl la sua azienda che consisteva in sostanza in quella licenza ottenuta dal Comune di Ravenna nel lontano 1998. Testamento accettato con l’amministrazione che si è trovata a gestire la questione della vendita della licenza per incassare.
Per cederla si è deciso di procedere con un’asta, con base fissata a 130mila euro e il cui avviso è stato pubblicato sul sito istituzionale, dove di solito compaiono bandi legati alla sanità e servizi connessi. Prezzo giudicato evidentemente troppo alto: nessun compratore. Il giorno successivo all’esito negativo dell’asta l’Ausl ha deciso di procedere con un altro esperimento d’asta, abbassando di ventimila euro il prezzo. Questa volta l’asta è andata a buon fine e il bel gesto del tassista è stato quantificabile in 115mila euro di eredità che ora potranno essere utilizzate per gli scopi medici come probabilmente aveva desiderato il tassista defunto.
Serata conclusiva con Liliana Cavani e il suo “Il portiere di notte”, quindi la premiazione: è “Nathan’s Kingdom” il miglior lungometraggio
Liliana Cavani in dialogo con Gianluca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna
Anche quest’anno il Nightmare Film Fest, la rassegna cinematografica di film da brivido di Ravenna, è giunta al termine. Nella serata di sabato 2 novembre sono stati proclamati i vincitori della diciassettesima edizione dei tre concorsi indetti dal festival e il pubblico ha potuto conoscere la regista Liliana Cavani, ospite d’onore dell’edizione 2019 del Festival assieme a Jean Jacques Annaud. Per l’occasione, il Palazzo dei Congressi si è riempito di cinefili e semplici curiosi che hanno partecipato ai tre momenti in cui la serata si articolava: in apertura, le parole di Liliana Cavani, in dialogo con il direttore della Cineteca di Bologna Gianluca Farinelli. La regista ha raccontato al pubblico il suo percorso di regista, dalla scoperta del cinema, avvenuta grazie alla madre, ai film che ne hanno segnato la carriera.
L’attrice Madison Ford riceve il premio per il miglior lungometraggio vinto da “Nathan’s Kingdom”
Alle 21 si è poi sciolta l’attesa per la proclamazione dei vincitori dei Concorsi ed è avvenuta la consegna dei premi, realizzati dall’orafo ravennate Marco Gerbella: l’anello d’Oro al miglior film lungometraggio è andato a Nathan’s Kingdom di Olicer Muños, mentre Skin di Guy Nattiv si è aggiudicato il premio di argento per il miglior cortometraggio. Infine, il premio della critica alla miglior regia del concorso internazionale lungometraggio è stato assegnato a Les Garçons Sauvages di Bertrand Mandico.
Terzo momento della serata, la proiezione del film Il portiere di notte di Liliana Cavani, recentemente restaurato da CSC-Cineteca Nazionale e Istituto Luce-Cinecittà. Il film, realizzato nel 1974 con Charlotte Rampling e Dirk Bogarde, è la storia di due amanti atipici nella Vienna degli anni cinquanta: un’ebrea sopravvissuta all’Olocausto, sposata a un direttore d’orchestra, incontra alla portineria dell’hotel in cui alloggia il suo amante/aguzzino, ex ufficiale delle SS, con cui intraprende un rapporto sadomasochista.
Nel corso della serata la Cavani ha anche rivelato una curiosità sulla pellicola: in fase di montaggio, la regista si accorse di un filo che spuntava all’interno dell’inquadratura, proprio nella scena di maggior intensità emotiva tra i due protagonisti. Decise di lasciarlo «come portafortuna». Il filo non è stato ritoccato nemmeno con l’avvento del digitale, ed è quinti tutt’oggi presente nel film.
La giocatrice che si è ritirata da poco è il modello a cui si ispira la schiacciatrice di Ravenna arrivata da poco al Club Italia a Milano dopo due anni a Sassuolo: «Sogno l’A1 e le Olimpiadi. Negli allemaneti l’altra ravennate Sara Panetoni mi sta aiutando molto»
Piccole stelle ravennati crescono sottorete, per la speranza per il volley non solo cittadino, ma anche nazionale. Se la 19enne Sara Panetoni è ormai una “veterana”, in virtù di una già notevole esperienza acquisita sul campo, e la classe 2004 Vittoria Balducci è l’ultimo prodotto del sempre florido settore giovanile della Teodora Mib Service, in virtù del trasferimento all’Anderlini Modena, i riflettori sono in questo momento puntati soprattutto su Beatrice Gardini. Nata l’1 aprile del 2003, la schiacciatrice cresciuta sotto gli insegnamenti dei tecnici Pierpaolo Pasini, Maria Grazia Montevecchi e Mattia Focchi ha spiccato infatti il grande salto verso l’azzurro, andando a vestire la maglia del Club Italia Crai dopo due anni vissuti nel vivaio della Volley Academy Sassuolo.
Beatrice, come è iniziata l’avventura nel Club Italia Crai?
«Molto bene, anche perché molte compagne (Frosini, Graziani, Marconato, Monza, Nwakalor e Omoruyu, ndr) le conoscevo dall’esperienza ai recenti campionati mondiali Under 18. Arrivare in questa squadra è un sogno che si realizza, in quanto mi permette di potermi misurare sia in una realtà, sia in un campionato, di alto livello. Per me è un grande onore vestire la maglia azzurra».
A soli 16 anni in una città come Milano: come prosegue l’ambientamento?
«Sto ormai terminando la fase di assestamento dovuta anche all’inizio della scuola. Frequento il Liceo socio-economico e mi trovo bene grazie all’aiuto dei miei compagni di classe e dei professori. Milano è molto grande, ma non ho molto tempo libero per visitarla. Tra Centro Pavesi, dove ci alleniamo, e scuola, sto cominciando a conoscere la zona in cui vivo».
Sulla sfondo Beatrice Gardini, in primo piano Sara Panetoni
In squadra con te c’è anche un’altra ravennate, Sara Panetoni, tra le più “vecchie” del gruppo in virtù dei suoi 19 anni. Come ti trovi con lei?
«La conosco ormai da tanto tempo per via di mia sorella Alessia, con cui giocava assieme nella Teodora. Mi è di grande aiuto e mi dà sempre buoni consigli».
Come è la vita al Centro Pavesi?
«È la nostra casa, facciamo tutto lì, dal dormire al mangiare, fino ovviamente all’allenarsi e al giocare le partite. In pratica stiamo 24 ore su 24 assieme e c’è grande affiatamento tra di noi. Divido la mia stanza con Julia Ituma, con cui mi trovo molto bene».
È stato difficile lasciare una realtà come Sassuolo, dove sei cresciuta negli ultimi due anni?
«Mi sono trasferita a Sassuolo a soli 14 anni e per me rappresentava una grande occasione. Quando però c’è stata la possibilità di passare al Club Italia non ci ho pensato due volte, perché mi dà l’opportunità di crescere meglio. Mi piacerebbe fare della pallavolo il mio lavoro».
Ravenna ti manca?
«È stato difficile soprattutto il primo anno a Sassuolo, in quanto ero più piccola. Adesso che so quello che voglio fare davvero non mi pesa vivere lontano da casa, anche se ogni tanto mi manca un po’ la mia famiglia».
Hai qualche giocatrice come modello?
«Di quelle che hanno fatto la storia del volley italiano non posso che dire Francesca Piccinini, che tra l’altro giocava nel mio stesso ruolo».
Dal punto di vista tecnico, cosa ti aspetti da questa stagione?
«Io sono una delle più giovani del gruppo e quindi sono consapevole che non giocherò sempre. Va comunque benissimo così, in quanto il mio obiettivo principale è quello di crescere, migliorando soprattutto in ricezione. Anche Sara mi aiuto molto in allenamento, come del resto tutte le compagne più grandi».
Come ti trovi con il coach Massimo Bellano?
«Vivendo al Centro Pavesi ci sta vicino anche dal punto di vista emotivo e caratteriale, mentre da quello tecnico è sempre pronto a insegnarci e a correggere i nostri errori».
Hai assaggiato l’azzurro questa estate, giocando da titolare i campionati mondiali Under 18. Contenta della medaglia d’argento?
«Era la mia prima esperienza in nazionale e non mi aspettavo di giocare così tanto. È stato bellissimo vestire la maglia dell’Italia: un onore, ma anche una responsabilità. Io e le mie compagne ci siamo divertite molto e il secondo posto vale come il primo, ripagandoci del lavoro e dei sacrifici fatti in tutti quei mesi. È stato anche bello confrontarsi con le altre nazionali, comprendendo quanto sia alto anche il livello delle nostre avversarie».
Qual è il sogno nel cassetto?
«Senza dubbio partecipare alle Olimpiadi e, ovviamente, giocare in Serie A1».
Il portavoce nazionale è il senatore Laforgia di Leu. Il nuovo movimento sarà a Bologna il 9 novembre agli “stati generali” per creare un soggetto in sostegno al candidato Bonaccini
Francesco Laforgia
Nasce anche a Ravenna il comitato promotore di un nuovo soggetto a sinistra che si chiama “È viva” che ha come portavoce nazionale il senatore di Leu Francesco Laforgia. Si tratta, spiegano i promotori locali tra cui c’è Alessandro Perini, di «un movimento politico che nasce con l’ambizione di ricomporre la frammentazione a sinistra, che non intende diventare l’ennesimo micro partitino, ma essere strumento di dialogo, di elaborazione, di costruzione di cultura politica per una sinistra capace di tenere insieme questione ambientale e questione sociale, di incrociare i movimenti che si battono per questi temi, di far uscire la sinistra da una condizione di marginalità. Anche per questo siamo pienamente parte del progetto per l’Emilia Romagna che prenderà avvio il 9 novembre dallo spazio Dumbo a Bologna, un progetto sostenuto da varie personalità civiche e politiche in cui ci riconosciamo, a partire da Silvia Prodi consigliera regionale tra i fondatori del nostro movimento».
Per fare parte del comitato di Ravenna e ricevere informazioni è possibile scrivere alla pagina Fb: E’VIVA RAVENNA o all’indirizzo mail: evivaravenna@yahoo.com
Nel 2010 il Comune di Ravenna affidò il bando, ma il cantiere partì solo nel 2015 e molti sono stati gli slittamenti
I rinvii sono finiti e ora c’è la data ufficiale di inaugurazione: il 5 dicembre riapre il mercato coperto in centro storico a Ravenna dopo una radicale riqualificazione andata avanti per anni. L’immobile fu affidato nel 2010 dal Comune a Coop Alleanza per 35 anni tramite un bando pubblico e a quell’epoca si prevedeva di impiegare due anni per completare i lavori (in project financing) ma addirittura per la partenza – complice anche la trattativa con gli ambulanti storici del mercato, che hanno poi tutti abbandonato il progetto – bisognò attendere fino al 2015.
La nuova veste dello spazio in piazza Andrea Costa è il risultato della collaborazione fra Coop Alleanza e Molino Spadoni.
Nell’edificio inaugurato per la prima volta nel 1922 – nell’area dove una volta scorreva il fiume Padenna e che fin dal Medioevo ha ospitato gli scambi e le botteghe alimentari della città – troverà posto un polo dedicato al cibo, da acquistare o da consumare sul posto, ma anche aperto a manifestazioni culturali in varie forme. A pieno regime sarà aperto tutti i giorni dal primo mattino fino a tarda sera e occuperà circa 40 persone.
Costo dell’intervento 12,4 milioni di euro suddivisi fra i due soggetti riuniti nel conosorzio Mercora (10,4 milioni da Coop Alleanza 3.0 per il restauro e l’adattamento funzionale dell’edificio e la realizzazione del punto vendita Coop, e due milioni da Molino Spadoni per l’allestimento degli spazi e la gestione della struttura).
L’azienda di Conselice con ricavi annui da 660 milioni di euro ha acquistato un terminal sulle banchine di Ravenna: «Riduciamo il traffico su gomma da 200 camion al giorno a 60»
Dopo aver acquisito nel 2016 un terminal nel porto di Ravenna, il gruppo agroindustriale Unigrà di Conselice ha investito circa 10 milioni di euro per realizzare sulle banchine un parco serbatoi da 50mila tonnellate per lo stoccaggio degli oli vegetali grezzi diretti allo stabilimento nella Bassa Romagna per la successiva trasformazione. Il nuovo parco serbatoi occuperà cinque lavoratori a cui si affianca il personale di sbarco in occasione dell’arrivo delle navi. Mediamente sono due le navi che approdano ogni mese al terminal per un trasporto totale di circa 380mila tonnellate di oli vegetali l’anno. Unihtà gestisce l’arrivo delle materie prime dai Paesi partner tramite la Italterminali, propria controllata al 100 percento.
«Attraverso questo centro di stoccaggio da 50mila tonnellate – spiega Davide Magnani, direttore di stabilimento dell’azienda – possiamo diluire il traffico in maniera importante, rendendolo meno impattante per abitanti e pendolari del territorio. Se prima nel momento di sbarco della nave arrivavamo a movimentare anche 200 camion al giorno, ora non supereremo i 60. Una risposta concreta alle istanze della popolazione in tema di riduzione del traffico su gomma che quotidianamente interessa la tratta Porto di Ravenna-Stabilimento di Conselice e ritorno».
Unigrà è nata nel 1972 grazie al fondatore Luciano Martini, che opera nel settore della trasformazione e vendita di ingredienti per cibo e semilavorati destinati alla produzione alimentare, in particolare dolciaria. Il gruppo oggi è una realtà internazionale che presenta ricavi per circa 660 milioni di euro, oltre mille dipendenti, ed esporta il 45 percento del suo volume d’affari grazie a 16 consociate estere, 2 branch e una numerosa rete di distributori e importatori in più di 100 Paesi nel mondo.
L’emozione di Livia Zaccagnini al termine della cerimonia per l’anniversario della morte dell’ex leader della Dc: «Mio padre in pubblico era uguale a come era in privato»
Basta guardare il volto di Livia Zaccagnini per capire quante emozioni la figlia dello storico leader democristiano abbia provato al Pala De Andrè stamani, 5 novembre, in occasione delle cerimonia con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per il trentennale dalla scomparsa di Benigno “Zac” Zaccagnini. «L’emozione è stata tanta – ammette la 73enne che in passato è stata assessora comunale –. Abbiamo un presidente della Repubblica straordinario e straordinaria è stata anche la città di Ravenna, sono passati trent’anni e molti di quelli che erano al Pala De Andrè non c’erano trent’anni fa. Questo è significativo».
Dal palco il sindaco Michele de Pascale ha ringraziato la famiglia Zaccagnini per la capacità di far convivere ricordo privato e celebrazione pubblica. Come ci si riesce? «Non è mai stato particolarmente difficile – dice la figlia con il sorriso – perché non c’è mai stata differenza tra mio padre in privato e mio padre in pubblico. Quando lo vedevo nelle uscite ufficiali era facile riconoscerlo perché non era così diverso da come era poi a casa».
Un momento della commemorazione dei 30 anni della morte di Zaccagnini a novembre 2019 al Pala De Andrè
Il presidente della Repubblica al Pala De Andrè per il trentennale della morte del politico democristiano: «Il messaggio del suo ultimo discorso pubblico è ancora attuale per il presente»
Nel suo intervento a Ravenna, il 5 novembre al Pala De Andrè in occasione delle celebrazioni per il trentennale della morte di Benigno Zaccagnini, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto ricordare, tra le altre cose, il contenuto del suo ultimo discorso pubblico, a ottobre del 1989: «Parlò dell’esigenza-dovere di offrire ai giovani una prospettiva di valori per evitare l’inaridimento. Un messaggio ancora forte nel presente».
Il capo dello Stato ha parlato per pochi minuti a conclusione della mattinata aperta dal sindaco e proseguita con il profilo biografico del politico democristiano tracciato dal professor Guido Formigoni. Mattarella ha sottolineato di aver avuto il privilegio di conoscere Zaccagnini e ha poi trasmesso al pubblico – che lo ha accolto con applausi scroscianti e prolungati – alcuni ricordi. Ad esempio la veglia funebre nel duomo di Ravenna nella notte della morte: «Un momento improvvisato, di raccoglimento, a illuminare la notte c’erano le parole del vescoco di allora, Ersilio Tonini». E anche a Tonini la platea regala un applauso.
Una la caratteristica che secondo Mattarella definisce “Zac”: «Era credibile. Le persone percepivano l’autenticità delle sue parole e dei suoi gesti». E poi il ricordo della sua umanità: «In uno dei congressi in cui fu rieletto a segretario della Dc era assente al momento della proclamazione perché era già partito per tornare nella sua Ravenna perché era morto un amico. Questo dimostrava la sua umanità, perché la politica non può essere disumana».
Infine le ultime parole del presidente della Repubblica: «Per tutta la vita è andato alla ricerca del bene comune e questo lo affianca ad altri grandi personaggi con lo stesso approccio».
I dati top-secret di un sondaggio commissionato dal Pd dopo la sconfitta in Umbria
Stefano Bonaccini
Per la prima volta in un secolo di elezioni, la sinistra in Emilia-Romagna parte in svantaggio. Lo scrive Fabio Martini su La Stampa, riportando i dati top-secret di un sondaggio che avrebbe commissionato il Pd dopo la sconfitta in Umbria.
Da quello che trapela – scrive La Stampa – alla precisa domanda «oggi per quale coalizione votereste alle elezioni regionali del 26 gennaio?», la risposta ha assegnato al centrodestra un vantaggio che oscilla in una forbice tra i 5 e i 7 punti.
Più equilibrato sarebbe il rapporto tra i due candidati-presidente, l’uscente Stefano Bonaccini e la sfidante, la leghista Lucia Borgonzoni.
Mattarella in città per celebrare Benigno Zaccagnini, nel trentennale della morte
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato accolto da un lungo applauso al suo arrivo al Pala De Andrè di Ravenna in occasione della celebrazione del trentennale della morte di Benigno Zaccagnini, tra i fondatori ed ex segretario della Democrazia Cristiana e figura di spicco, come parlamentare e ministro del Lavoro e dei Lavori Pubblici, nella storia politica italiana.
Ad attendere il Capo dello Stato, il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale.
In platea, tra gli altri, il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini; l’ex presidente del Consiglio e della Commissione Europea, Romano Prodi; l’ex presidente della Camera, Pierferdinando Casini; il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli; l’ex ministro delle Infrastrutture e capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio; l’ex presidente del Pd, Rosy Bindi; l’ex segretario del Partito Popolare Italiano, Pierluigi Castagnetti e Vasco Errani, ex presidente della Regione Emilia-Romagna e parlamentare di LeU.
Residente a Ravenna, ma sorpreso a Imola con 10 grammi di cocaina nascosti negli slip
Sebbene fosse agli arresti domiciliari, continuava a spacciare anche utilizzando taxi per spostarsi e consegnare le dosi ai clienti. Un 25enne di origine somala e residente a Ravenna è stato arrestato dai carabinieri a Imola per possesso di droga (in tutto circa 40 grammi di cocaina) ed evasione. Era a bordo di un taxi con le insegne della città di Ravenna, fermato per un controllo stradale domenica mattina lungo la strada statale Selice.
Identificando il passeggero i militari hanno scoperto che fino a gennaio 2020 si sarebbe dovuto trovare ai domiciliari, in seguito a una condanna emessa lo scorso luglio. Inoltre, aveva addosso 10 grammi di cocaina, nascosti negli slip, mentre un’altra trentina di grammi della stessa sostanza sono stati trovati nella sua abitazione di Ravenna, oltre a materiale per il confezionamento delle dosi.
Un’ipotesi è che lo spacciatore avesse deciso di usare un taxi per non dare nell’occhio.
L’autista del taxi era all’oscuro di tutto. (Ansa.it)
Un post di Fratelli d’Italia, poi cancellato, scatena la polemica. Lo sdegno di Pd, la replica del sindaco: «Cerimonia organizzata dagli Alpini ma le divisioni sono da superare»
Il post poi cancellato da Facebook
Bufera a Brisighella dove il sindaco è accusato di aver omaggiato, il 2 novembre scorso, i caduti della Repubblica Sociale Italiana. Il caso che ha fatto infuriare la sinistra è nato da un post su Fb di Fratelli d’Italia (poi rimosso, lo potete leggere nella foto): il Comune avrebbe depositato una corona d’alloro alla cappella degli Alpini della famiglia Broggi dove sono sepolti 16 caduti della divisone Monterosa della Rsi. A firmare la nota il Pd, le forze politiche alleate, e l’Anpi.
«Come Partito Democratico di Brisighella – si legge nella nota inviata alla stampa – , insieme alle forze del Centrosinistra ed alle associazioni che si riconoscono nei valori fondanti dell’antifascismo, esprimiamo forte sdegno nel vedere istituzioni deporre corone a persone che hanno fatto parte della Repubblica Sociale Italiana e che nel corso della loro vita hanno proclamato valori inneggianti al fascismo e alla dittatura, che la Costituzione rigetta. Ci chiediamo come sia possibile che chi amministra le istituzioni repubblicane vada così spregiudicatamente contro i principi fondanti della nostra Costituzione su cui ha giurato». Il centrosinistra stigmatizza anche il fatto che il sindaco non trovi «tempo per intervenire alle commemorazioni dei vari eccidi avvenuti sul nostro territorio, se non per delega».
Raggiunto telefonicamente, il sindaco Massimiliano Pederzoli non nega l’accaduto: «Come detto pubblicamente durante varie cerimonie, vogliamo omaggiare i caduti di tutte le guerre ma non soltanto di una parte, perché crediamo che dopo 75 anni sia il caso di andare oltre le divisioni dell’epoca». Pederzoli aggiunge però che «la cerimonia in questione viene celebrata dagli alpini tutti gli anni, quest’anno abbiamo deciso di partecipare anche noi come amministrazione. E c’era anche una rappresentante del centrosinistra, cosa che si sono ben guardati dal dire. Del resto – è la chiosa – i comunisti hanno il vizio di dire la verità come va a loro». Pederzoli nega poi il presunto ostracismo contro le cerimonie degli eccidi dei nazifascisti: «Anche questa polemica c’è già stata, in entrambe le occasioni di cui parla la sinistra il Comune era presente con il gonfalone e un rappresentante istituzionale. In particolare, come ho spiegato anche in Unione dei Comuni, durante il ricordo dell’eccidio di Casale non potevo essere presente perché impegnato in un’altra e concomitante manifestazione cittadina e anche in quell’occasione erano presenti con me diversi esponenti di sinistra».