domenica
29 Giugno 2025

Terrena replica a Legambiente: «Serata molto diversa da quella dello scorso anno»

Il festival di Land Art della Bassa Romagna si difende: «A Fusignano serata per famiglie, si concluderà entro le 23»

 

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Il bosco di Fusignano

Dopo la nota di Legambiente che esprimeva preoccupazione rispetto a un’iniziativa musicale organizzata nel bosco di Fusignano in occasione del festival Terrena, arriva la replica dalla direzione della manifestazione sostenuta dall’Unione dei comuni della Bassa Romagna.

«La rassegna Terrena rientra in una filosofia complessiva di riscoperta di quanto il territorio della Bassa Romagna ha da offrire dal punto di vista naturalistico e ambientale come la stessa formula della land art prevede, tanto che 4 dei 6 appuntamenti in programma si terranno in Aree di riequilibrio ecologico o Riserve naturali. Il cuore della narrazione sono i luoghi e l’obiettivo dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna è valorizzare la bellezza presente sul territorio con interventi artistici che nella maggior parte dei casi sono stati pensati e costruiti proprio a seguito dei sopralluoghi in loco con la Direzione artistica e gli stessi artisti che eseguiranno gli interventi. La visione artistica di questa edizione in particolare si ispira all’ascolto della natura tramite gli alberi. Ogni serata prevede un’introduzione degli operatori e volontari del territorio, responsabili degli spazi. A seguire artisti di differenti discipline costruiranno un festival che ha l’intento di “farci rivedere” una natura che ci siamo disabituati a osservare, in particolare pensando alle tipicità della Bassa Romagna, al suo sviluppo storico, alla sua peculiare identità paesaggistica da riscoprire e valorizzare, da intendersi non come mera cornice ma come vero e proprio habitat che permette l’incontro dell’arte con pubblici differenziati, nel pieno rispetto degli ecosistemi e degli habitat naturali e seminaturali e delle biodiversità».

In particolare per quanto riguarda la serata oggetto di critiche, inoltre Terrena specifica che «Per quanto riguarda la serata al Bosco di Fusignano del 7 luglio, proprio in virtù delle osservazioni proposte lo scorso anno dal Circolo Legambiente A. Cederna, è stato strutturato un programma che tiene conto di tutte le criticità evidenziate e che rispetti in pieno le caratteristiche dell’area senza però precluderne la fruizione alle famiglie e tutti coloro che vorranno vivere un’esperienza immersiva nella natura. Dal punto di vista della proposta artistica, l’evento all’interno del Bosco di Fusignano di Terrena 2019, prevede un programma artistico totalmente differente per caratteristiche, da quello dello scorso anno. Lo spettacolo teatrale di Luigi D’Elia non è altro che un monologo rivolto a famiglie e ragazzi, mentre la performance live sarà un incontro tra jazz ed elettronica contemporanea di soli 40′ in cui verranno rispettati i limiti di legge. Il djset in apertura e chiusura non sarà altro che una selezione di sottofondo al pic nic, direzionata non verso il bosco, che non ha nulla in comune con una performance atta ad indurre il pubblico a ballare, e l’intera serata si concluderà entro le h23. Anche l’illuminazione sarà idonea all’area e non verranno utilizzate luci in movimento né stroboscopiche, non si tratta dunque in alcun modo di una discoteca nel Bosco».

«Monitoriamo oltre 11mila alberi. In città, nuovi pini solo nelle rotonde »

L’assessore all’ambiente Gianandrea Baroncini su verde e parchi pubblici

BaronciniBen prima di Greta e della nuova ondata ambientalista europea, da tempo a Ravenna l’attenzione per il verde pubblico da parte delle forze di opposizione e dei cittadini si fa sentire forte e chiara. I due casi più recenti riguardano l’abbattimento di alberi in via Maggiore (vedi box) e il progetto di costruire una scuola in un’area verde (vedi pagina 13). Ne abbiamo approfittato per fare il punto con l’assessore all’Ambiente del Comune, Gianandrea Baroncini.

Assessore, quanto verde abbiamo in città?
«Gli spazi verdi sono uno degli aspetti fondamentali nella definizione dell’identità della nostra città, ad oggi abbiamo tagliato il nastro di 7.100.000 metri quadrati di verde nel comune con una media di 45 mq per abitante grazie alla presenza del patrimonio ambientale concentrato nelle nostre zone naturali, a cui si aggiunge la fitta rete di parchi urbani, parchetti di quartiere e ampie zone di cintura verde. Oltre a costituire “i polmoni” del nostro territorio, che essendo nella bassa finisce per raccogliere tutti gli effetti del bacino padano, sono ormai il centro di vita sociale e di aggregazione».

E però non mancano le frequenti lamentele dei cittadini sugli sfalci e la manutenzione di questi spazi.
«Come tutti i grandi patrimoni, anche il verde pubblico è molto complesso da gestire e necessita di grande attenzione per poterne garantire la fruizione. Come assessorato cerchiamo di mettere in campo un lavoro di monitoraggio, gestione e sfalcio insieme al nostro gestore Azimut e a tanti soggetti associativi del territorio che concorrono alla cura e al decoro. Negli ultimi anni, anche grazie all’introduzione del “regolamento per i patti sui beni comuni” singoli cittadini e realtà meno strutturate si sono prese in carico aiuole e piccole porzioni. Certo si può sempre fare di più ma, al netto dei problemi legati alla stagionalità, abbiamo cercato di lavorare al meglio, investendo anche poste di bilancio aggiuntive così come su dotazioni di giochi, attrezzature sportive e arredi».

In progetto c’è il nuovo grande parco Cesarea. Che tempi avrà?
«Quell’area è un onere a carico del soggetto attuatore privato per cui si realizzerà mano a mano che il comparto verrà urbanizzato. L’orizzonte ragionevole è quello di un paio d’anni».

E a che punto è quello Baronio, già molto fruito ma non ancora concluso?
«Lì abbiano finito i lotti di verdi e in autunno partono i lavori di costruzione delle piazzole e dei percorsi ciclopedonali».

Veniamo al tema degli alberi. Si è molto discusso dei sette pini abbattuti in via Maggiore. Ne saranno piantati altri al posto di quelli tagliati? O saranno piantati altri alberi in altre zone per compensare?
«Il progetto di messa in sicurezza di porzioni di via Maggiore e delle relative sottostrade non prevedeva abbattimenti. Solo dopo le perizie del tecnico incaricato si è proceduto a un ragionamento diverso su 7 pini. Valuteremo nel più breve tempo possibile come compensare questa situazione».

Ma sono stati tagliati perché malati  o perché sono pericolosi per strade e sottostrade? Cosa risponde alla perizia citata e mostrata da Italia Nostra secondo cui quegli alberi erano sani?
«La scelta è seguita agli esiti di perizie su verifiche di stabilità».

Ci sono altri alberi da abbattere per ragione di sicurezza in città o nel forese? Come li state monitorando?
«L’Amministrazione dal 1996 ha iniziato un programma di controllo delle alberature pubbliche. Si è iniziato a valutare tutte le piante che presentavano problematiche manifeste, o che erano presenti in viali urbani o altre zone in cui potevano rappresentare un rischio per la popolazione. Delle oltre 70mila piante presenti sul territorio comunale di Ravenna si è intervenuti con la valutazione di circa il 10 percento del totale applicando il metodo VTA (Visual Tree Assessment, valutazione visiva dell’albero su basi biomeccaniche, ndr). Oltre a queste sono state ispezionate altre 4mila piante con la tecnica delle valutazioni speditive, che ripetiamo anche più volte l’anno.  Si tratta di piante che si trovano in luoghi come parchi o viali che possono quindi costituire un problema di sicurezza. Come impostazione cerchiamo sempre di salvaguardare e rispettare il nostro patrimonio di alberature. Anzi in tutti i procedimenti di autorizzazione ambientale abbiamo sempre chiesto misure di compensazione consistenti in aree boscate o di verde di filtro che nei prossimi anni porteranno a dimora diverse migliaia di alberi su oltre 10 ettari di terreno».

Parco Baronio
I nuovi alberi al Parco Baronio

In tema di sicurezza, gli alberi hanno rappresentato un problema anche in diverse recenti situazioni di maltempo estremo…
«Giusto per fare un esempio, a giugno, agosto e novembre del 2017 tre eventi climatici di natura straordinaria hanno abbattuto circa 1.200 elementi e danneggiato circa 4.000 piante. Per questo ci siamo inoltre attivati con l’applicazione di un protocollo integrativo su aree omogenee e su piante presenti in luoghi ad alta fruizione: una evoluzione delle tecniche di Vta che prendono in esame in modo più specifico le gestioni dei rischi derivanti dalle alberature».

Dove si piantano oggi i pini? Da quando si è smesso di piantarli nei centri abitati?
«Si valuta caso per caso, diciamo che lungo i viali o nei giardini scolastici e parchi giochi oramai è diversi anni che preferiamo altre essenze. I pini rimangono come tratto identitario e li mettiamo negli ambienti naturali, nelle rotonde e nelle are verdi».

Quanti alberi mediamente pianta il Comune ogni anno?
«Ogni anno grazie alla manifestazione “il mese dell’albero in festa” vengono coinvolti i bimbi delle scuole nella piantumazione di circa 1.500 nuovi alberi nelle aree verdi e a questi si aggiungono quelli piantati direttamente dall’Amministrazione e dai privati».

E quanti ne vengono abbattuti dai privati nei loro giardini?
«Circa un migliaio e sono compensati da altrettante nuove piantumazioni a compensazione».

Russi torna in serie D, dieci anni dopo: «Grazie anche a un campo caldissimo»

L’impresa in finale contro Verucchio. Parla il tecnico Andrea Tesei

Esultanza Russi Basket 2Dopo dieci anni di attesa il Basket Club Russi spezza l’incantesimo e, al termine di una stagione esaltante, torna a calcare i parquet della Serie D. È stato un torneo di Promozione in crescita per i bianco-blu, culminato con un percorso netto da applausi nella fase decisiva dei playoff, con sette vittorie in altrettante partite. Il clou è stato raggiunto nella magica serata del 1° giugno, quando nella finalissima in gara unica di Bertinoro i ragazzi di Tesei sono riusciti a piegare al fotofinish in rimonta la resistenza dei Tigers Villanova, formazione di Verucchio. «È stato bellissimo – racconta il tecnico Andrea Tesei – vincere in quel modo davanti a più di 600 spettatori. Tanti ragazzi del settore giovanile sono venuti a sostenerci, così come hanno fatto per tutta la stagione al Pala Valli, rendendo il nostro campo di casa sempre caldissimo. La promozione è frutto di una stagione stupenda, vissuta in crescendo, conquistando un traguardo tanto sorprendente quanto meritato».

Esultanza Russi BasketAlla vigilia del torneo, infatti, il Basket Club Russi era nel lotto delle cosiddette outsider, in seconda fila rispetto a rivali più quotate. «Sapevo di avere a disposizione una buona squadra – riprende il coach lughese, al suo terzo anno in bianco-blu – e il nostro obiettivo era quello di fare bella figura nei playoff. Nella regular season siamo incappati in due sconfitte nelle prime sei giornate, una delle quali proprio a Verucchio, ma in seguito abbiamo trovato i giusti equilibri, cambiando marcia. Da lì alla fine, playoff compresi, siamo caduti solo un’altra volta, a marzo, in casa contro i Tigers Forlì».

Numerosi cambiamenti si erano registrati in estate, con lo sbarco alla “Isla Feliz” di tanti volti nuovi: da Ravenna erano arrivati Bigazzi, Vistoli, Basaglia, Cirillo, Morigi e il giovane Trerè, mentre da Sant’Agata sul Santerno era rientrato Montanari. Restava comunque, in continuità con il passato, uno zoccolo duro. «Ho avuto la fortuna di poter contare su un gruppo molto valido, sempre coeso. Superate le prima difficoltà, si è creato un bel mix tra giocatori vecchi e nuovi. Il nostro segreto? Ognuno di noi si è sacrificato per il bene della squadra, facendo un passo indietro quando era necessario». Terminata la regular season in seconda posizione alle spalle proprio dei Tigers Villanova (stessi punti, ma riminesi in vantaggio grazie allo scorso diretto), in casa Russi non si sono mai fatti sogni pindarici. «È solo nei playoff che abbiamo compreso che potevamo arrivare fino in fondo. In semifinale ci siamo trovati di fronte i grandi favoriti del Faenza Basket Project: in quello che per noi rappresenta un vero e proprio derby, anche per i tanti incroci di giocatori avvenuti in passato, siamo riusciti a sovvertire il pronostico. Vinta quella sfida, abbiamo capito che potevamo conquistare la Serie D».

Basket Russi SquadraUn sogno, quello della promozione, che dopo averlo avverato è necessario mettere in pratica. «Salire di categoria cambia molto per i costi da sostenere, ma l’intenzione dei dirigenti è quella di fare questa scommessa. Più che dal punto tecnico, la differenza si sentirà da quello fisico, anche in virtù delle presenza di avversarie bolognesi. Non penso però che ci saranno rivoluzioni in organico, anzi stiamo andando verso la conferma di gran parte del gruppo. Davanti a noi c’è un’avventura molto stimolante e speriamo di continuare a divertire il nostro pubblico».

La società presieduta dalla storica presidentessa Carla Capucci può inoltre contare su un settore giovanile piuttosto ampio, composto da 160 tesserati (dai bambini delle elementari fino all’Under 18), suddivisi in dodici gruppi. «C’è un legame unico che unisce la prima squadra ai baby del vivaio. A Russi si sta bene, c’è un ambiente tranquillo. Anche l’amministrazione comunale ci ha dato una mano, realizzando nella palestra un bellissimo parquet e costruendo una tensostruttura per l’attività del settore giovanile. Tutti uniti – termina Tesei –penso che potremo toglierci altre soddisfazioni».

Nuova ordinanza antivetro e antialcol nella zona della stazione

1404 Giardini Speyer

Il provvedimento preso «per i positivi effetti di analoghi atti adottati nei mesi scorsi»

Dall’1 luglio al 31 ottobre sarà in vigore nella zona della stazione e isola San Giovanni una nuova ordinanza antialcol e antivetro

«Il provvedimento –  spiegano da Palazzo Merlato – è stato deciso visti i positivi effetti di analoghi atti adottati nei mesi scorsi, con l’obiettivo di mantenere e incrementare i positivi risultati già ottenuti, nell’ambito di una strategia complessiva, fatta di diverse azioni, finalizzata a prevenire e contrastare situazioni di malessere sociale e a favorire il decoro urbano e ambientale».

La nuova ordinanza impone il divieto di consumo di bevande alcoliche in qualsiasi contenitore (ad eccezione delle aree di pertinenza degli “esercizi pubblici di somministrazione bevande”, “esercizi commerciali” e “attività artigianali del settore alimentare”), il divieto di consumare alimenti e bevande in genere forniti in bottiglie di vetro e lattine; e quello di abbandonare bottiglie di vetro, lattine e contenitori in genere. Tali divieti saranno in vigore nell’ambito della zona Isola San Giovanni, giardini Speyer ed aree limitrofe di piazza Anita Garibaldi, via Giosuè Carducci e le laterali via San Giovanni Bosco e parco Amadesi e via Monghini, viale Carlo Luigi Farini, piazza Carlo Luigi Farini, viale Giorgio Pallavicini, via Alberoni (nel tratto compreso fra viale Pallavicni e via Candiano) e via Candiano, via di Roma (nel tratto compreso tra via Diaz e via Carducci), piazza Mameli, via Maroncelli (nel tratto compreso tra viale Farini e via Colonna) come riportato nell’allegata mappa. La sanzione prevista in caso di violazioni è di 200 euro. Sono ammesse deroghe in concomitanza con particolari eventi di interesse per la cittadinanza (feste di quartiere, ricorrenze, eccetera) previa autorizzazione del sindaco, sentito il comando di Polizia Locale.

Rigenerazione urbana: dalla Regione 1,7 milioni per Fusignano e Bagnacavallo

Saranno utilizzati per una palestra e alloggi di edilizia sociale

Edil6Dal fondo Sviluppo e Coesione della Regione Emilia-Romagna arriveranno un milione di euro al Comune di Fusignano e 700mila euro al Comune di Bagnacavallo per progetti di riqualificazione. Lo stanziamento avviene grazie allo scorrimento delle graduatorie del bando per gli interventi di rigenerazione urbana.

«La Regione Emilia-Romagna, attraverso queste risorse, promuove la riqualificazione delle città, dei centri storici e dei quartieri, contrastando il degrado edilizio, urbanistico e sociale – spiegano i consiglieri regionali Manuela Rontini e Mirco Bagnari del Pd –. Si tratta di un finanziamento realizzato grazie alla Legge 24/2017, che disciplina la tutela e l’uso del territorio. Con la nuova legge urbanistica ci siamo infatti posti l’obiettivo del saldo zero nel consumo di suolo: questi progetti migliorano la qualità urbana e garantiscono maggior sicurezza sociale nei centri abitati».

I consiglieri ravennati entrano poi nel merito dei progetti. «Il finanziamento in arrivo nel ravennate è di 1,7 milioni di euro e rappresenta un’opportunità per migliorare la qualità della vita dei nostri territori. – spiegano – Il Comune di Bagnacavallo, che potrà beneficiare di 700mila euro, interverrà su Palazzo Abbondanza, un edificio di proprietà comunale del XVII secolo situato nella centrale via Mazzini, andando a creare alloggi di edilizia sociale. Il Comune di Fusignano, invece, realizzerà un intervento di riqualificazione dell’intera area scolastica. Il progetto per la creazione di una “cittadella scolastica”, che ha un importo complessivo di 1,5 milione di euro, per i quali è stato chiesto e ottenuto un cofinanziamento del 70 percento, pari a un milione di euro, prevede una nuova palestra, che aiuterà a risolvere la carenza di spazi sportivi e di uno spazio polifunzionale per la cittadinanza, il consolidamento e l’adeguamento sismico degli edifici, la progettazione condivisa del giardino della scuola e la riqualificazione degli spazi urbani che collegano il complesso con il paese circostante».

Il traffico merci del primo quadrimestre cresce del 2,6 percento rispetto al 2018

Anche i container registrano un aumento significativa: 1,3 percento

Gru Al PortoDopo un 2018 che si è chiuso con il segno meno, il traffico container del porto di Ravenna appare in ripresa. Il dato complessivo segna una crescita dell’1,3 percento nei primi quattro mesi dell’anno (in totale sono stati movimentati 71.813 teu, un migliaio in più rispetto allo stesso periodo del 2018) ma, soprattutto, sono i contenitori pieni a tirare positivamente. Infatti escludendo dal conteggio i container movimentati a scopi logistici (i vuoti), il traffico risulta in crescita del 4,2 per cento. In particolare buono il dato dell’import con un aumento del 10 percento mentre l’export è in stallo e, anzi, in leggero calo (-1 per cento). I container sbarcati nel 2019 sono quindi 29.635 teu (+2.691 sul 2018) mentre gli imbarcati sono in calo di 287 teu (totale 29.388).

Il traffico merci complessivo è in crescita del 2,6 percento. In particolare le merci secche sono cresciute del 4,3 percento. Molto positivo il dato delle derrate alimentari (+24,1 percento) e dei minerali e cascami per la metallurgia (57,3 percento). Anche i prodotti metallurgici sono autori di un’ottima performance (+13,6 percento). In negativo invece i prodotti agricoli e i mangimi per animali (-14,2 percento) e i combustibili minerali (-18,5 percento).

Le rinfuse liquide sono in calo del 5,3 percento (-80.500 tonnellate) con un calo particolare legato ai prodotti chimici (-14,2 percento) e alle derrate alimentari (-13,9 percento). I prodotti petroliferi sono invece in crescita del 3 percento.

Rispetto al 2018, anno in cui l’insabbiamento dei fondali del terminal portò all’annullamento di alcune toccate, ci sono state tre navi da crociera in più arrivate al porto: nel 2019 sono sbarcati 4.468 turisti contro i 2.927 dello scorso anno. L’aumento è stato del 52,6 per cento.

Sea Watch, striscione “Con la capitana Carola” al balcone della Casa delle Donne

L’associazione femminista contribuisce alla raccolta fondi per le spese legali della comandante Rackete al timone della nave di una Ong con 40 profughi a bordo al largo di Lampedusa. La penna del disegnatore ravennate Costantini omaggia la 31enne

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La vignetta di Gianluca Costantini per Carola Rackete

La Casa delle Donne di Ravenna ha esposto al balcone della sua sede in via Maggiore uno striscione con scritto “Con la capitana Carola” per testimoniare la propria vicinanza alla comandante Carola Rackete della nave di una Ong con 40 profughi a bordo al centro della nota vicenda che si sta trascinando dal 12 giugno nelle acque al largo di Lampedusa. La Casa delle Donne fa sapere che contribuirà con una donazione alla raccolta fondi per far fronte alle spese legali che la Sea Watch 3 dovrà sostenere. «Siamo profondamente grate alla giovane e coraggiosa Carola Rackete, capitana della nave Sea Watch 3 perché dà a tutte e tutti noi una testimonianza straordinaria della forza dei valori dell’umanità coniugati ai valori del diritto».

All’imbarcazione è stato negato il permesso di entrare in porto a Lampedusa per sbarcare i migranti. La 31enne capitana è indagata per favoreggiamento e violazione dell’articolo 1099 del codice della navigazione, contestato al comandante che non obbedisca all’ordine di una nave da guerra nazionale, dopo aver ignorato l’alt di una motovedetta della guardia di finanza ed essere entrata nel pomeriggio del 26 giugno in acque territoriali italiane con l’intenzione, poi non portata a termine, di attraccare.

«La Capitana – scrive l’associazione femminista – come Antigone 2500 anni fa, ha disobbedito alla legge di un potere maschile arrogante, cinico e disumano per obbedire a una legge superiore, iscritta nella natura dell’essere umano, peraltro recepita dalla civiltà giuridica moderna. Consapevole delle gravi sanzioni a cui va incontro, la Capitana ha compiuto un atto nonviolento di obbedienza al diritto che fa emergere l’illegalità del divieto strumentale alle navi delle Ong di salvare vite in mare».

Da Ravenna una stoccata al ministro dell’Interno: «Ci riconosciamo nel linguaggio di senso, semplice e chiaro di questa giovane donna che sa di essere nel giusto a fronte del linguaggio violento, vendicativo, sprezzante del Creonte italiano che sbeffeggia una donna salda al timone da settimane che ha come priorità quella di far sbarcare 42 persone salvate in mare».

Anche il disegnatore ravenante Gianluca Costantini, storico collaboratore di Ravenna&Dintorni con la rubrica/blog “Tutto d’un tratto”, ha appoggiato la battaglia di Rackete con la sua penne in una vignetta pubblicata su Facebook. Costantini denuncia anche un piccolo caso contro il social di Zuckerberg: «Hanno bloccato la mia promozione su un post su Sea Watch. Norme della Comunità Europea. Mi hanno chiesto la carta d’identità. Ma non è bastato. Sarà una coincidenza che il disegno parli di Sea Watch?».

Rekico, Sgobba resta altri due anni. «L’unica società a febbraio a credere in me»

Basket B / Per restare a Faenza l’ala ha rifiutato molte offerte arrivate anche dalla A2. «Sono felicissimo della mia scelta e non vedo l’ora che inizi la nuova stagione»

Giorgio Sgobba
L’ala Giorgio Sgobba resta a Faenza altri due anni

Giorgio Sgobba è pronto a vestire la canotta della Rekico per la seconda stagione consecutiva. L’ala continuerà a essere uno dei pilastri della squadra di Friso anche nella stagione 2019/20, avendo rinnovato il contratto con i Raggisolaris per altre due stagioni. Per restare a Faenza, il giocatore ha rifiutato molte offerte arrivate anche dalla A2. Leader in campo e fuori, Sgobba ha saputo integrarsi al meglio nella realtà faentina da quando è stato tesserato a inizio febbraio, arrivando da Scafati (serie A2 girone Ovest). Dal debutto a Olginate alla terza gara della semifinale playoff contro Omegna ha sempre dato un grande contributo a suon di punti e rimbalzi, viaggiando quasi costantemente in doppia-doppia, raggiungendo il suo high stagionale contro Bernareggio, mettendo ben 30 punti a referto. Le sue cifre della stagione 2018/19 sono piuttosto eloquenti: in campionato ha segnato 18.7 punti di media nelle dieci gare disputate e nei play off ha viaggiato a 17.

«I Raggisolaris sono stati gli unici ad avermi dato fiducia a febbraio – spiega Sgobba – puntando su un giocatore che stava aspettando di essere giudicato per un processo legato al doping e che poteva essere squalificato da un momento all’altro della stagione. Per fortuna quella vicenda si è risolta (giovedì 27 giugno, ndr) con l’assoluzione di tutti gli imputati, ma non è stato semplice vivere quei momenti, perché il processo è stato rimandato due volte e non vedevo l’ora che finisse tutto l’iter. In questa società ho trovato quella tranquillità che mi mancava in un momento difficile della mia carriera e questo non lo dimenticherò mai: la società, lo staff e i compagni sono stati una famiglia e io ho dato il massimo per ripagare il loro affetto. Ho quindi deciso di rinnovare il contratto per poter giocare ancora in una società seria che mette la persona al primo posto e dopo aver parlato con il presidente che mi ha esposto i programmi futuri. A Faenza mi sto trovando davvero bene: la città mi piace molto, il tifo è stupendo e caldo e tutti mi hanno sempre messo nelle migliori condizioni sin dal primo momento in cui sono entrato in palestra. Sono felicissimo della mia scelta e non vedo l’ora che inizi la nuova stagione».

«Siamo molto soddisfatti della conferma di Sgobba – sottolinea il general manager Andrea Baccarini – e della fiducia che ha riposto nel nostro progetto. Abbiamo deciso di continuare insieme a lui un percorso iniziato lo scorso febbraio in cui ha mostrato grande entusiasmo e siamo certi che anche nella prossima stagione sarà uno dei leader del gruppo. Oltre alle indiscutibili qualità tecniche, Giorgio ha anche un grande carattere e infatti in pochi giorni è riuscito a farsi voler bene dai compagni e dai tifosi. A livello tattico inoltre forma una coppia ben assortita con Klyuchnik che ci porterà solidità e sostanza sotto canestro».

La Pallavolo Alfonsine conferma la supremazia ravennate alle finali nazionali Acsi

Volley giovanile / L’Under 16 guidata da Pelloni e Versari ha vinto la competizione disputata in Umbria spuntando su Campania, Lazio e padrone di casa

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Le ragazze dell’Under 16 della Pallavolo Alfonsine vincitrici delle finali nazionali Acsi

Confermata ancora una volta la supremazia delle squadre del comitato provinciale Acsi di Ravenna alle finali nazionali Acsi di pallavolo svoltesi a Nocera Umbra, in provincia di Perugia, dove la Pallavolo Alfonsine ha conquistato per la quinta volta il titolo di campione Italiano della categoria Under 16 femminile. Si tratta di un successo che mette in mostra la superiorità del volley ravennate in seno alla quale l’Acsi si pone tra le protagoniste assolute, comprovata quest’anno anche dalla promozione in Serie C dell’Acsi Volley Ravenna, espressione e diretta emanazione del comitato provinciale dell’Ente di Promozione presieduto dall’instancabile Italo Ferrari. Un bilancio, quindi, di sicuro positivo della stagione appena conclusasi. Questi nomi delle ragazze dell’Under 16 biancoblù: Alice Salani, Alessia Rambelli, Agnese Braghini, Viola Salani, Ilaria Morini, Elena Sartoni, Noemi Scardovi, Serena Sartoni, Mariarca Borrelli.

«Con il successo della Pallavolo Alfonsine – spiegano i dirigenti – l’Acsi di Ravenna vede premiato il proprio impegno  per una sempre più incisiva promozione della pallavolo in provincia, organizzando e promuovendo annuali manifestazioni che registrano la partecipazione soprattutto dei giovani. Da ricordare fra esse il torneo Super Tris e la CoppAcsi di Primavera, autentiche kermesse della pallavolo giovanile ravennate». La nota dell’Acsi si conclude sottolineando come «alle grintose ragazze della Pallavolo Alfonsine presieduta da Giovanni Rossini e guidata dai tecnici Paolo Pelloni e Gilberto Versari, che hanno brillantemente superato, sia sul piano tecnico che agonistico, le altre finaliste rappresentanti della Campania, del Lazio e dell’Umbria, va il plauso incondizionato da parte del consiglio provinciale dell’Acsi di Ravenna».

Legambiente attacca il festival Terrena: «Il bosco di Fusignano non è una discoteca»

L’associazione ambientalista vuole coinvolgere la Regione perché valuti la compatibilità dell’area di riequilibrio ecologico con il primo appuntamento del festival di land art promosso dall’Unione dei Comuni con teatro e musica

0628 Bosco«Cosa c’entra la musica con le aree di riequilibrio ecologico? Il bosco di Fusignano non è una discoteca». Il circolo Legambiente “Cederna” di Fusignano attacca Terrena, il festival di land art promosso dall’Unione dei Comuni della Bassa Romagna che prevede sei eventi tra natura e arte e in particolare proprio il primo nello spazio fusignanese il prossimo 7.  L’associazione ha deciso di chiedere alla Regione Emilia-Romagna di valutare la compatibilità dell’evento in programma con le caratteristiche dell’area protetta.

Il presidente del circolo ambientalista però non ci sta: «Già lo scorso anno avevamo aspramente criticato la scelta di organizzare iniziative che poco avevano a che fare con la natura e la tutela della biodiversità, con luci e musica ad alto volume fino a tarda notte. Ci auguravamo che questa volta si fosse scelto di fare iniziative più in linea con le finalità istitutive e con le prescrizioni previste per la fruizione di quest’area protetta. Purtroppo invece dobbiamo prendere atto di come si sia deciso di proseguire con un modello di evento che ci sembra del tutto fuori luogo».

Nel bosco di Fusignano, che il comunicato del festival definisce «suggestivo contesto», è prevista «un’esperienza di teatro di narrazione di Luigi D’Elia dal titolo “La grande foresta”, accompagnato da picnic e la primitive music di Machweo, una performance che unisce la visionarietà della musica sperimentale pura con le visioni di una natura selvatica e libera». Il bosco fa parte dell’area di riequilibrio ecologico “Canale dei Mulini di Lugo e Fusignano”: «Per la loro collocazione ai margini dei centri abitati richiedono quindi particolare cura e forme di tutela e valorizzazione. Aree in cui bisognerebbe entrare come ospiti, in punta di piedi. Ben vengano quindi iniziative per ascoltare e osservare la natura, imparare a riconoscere gli alberi e gli animali, raccontare la storia e le leggende legate ai boschi oppure per parlare di stelle e costellazioni, sempre più difficili da vedere nei centri abitati soffocati dall’inquinamento luminoso. Non sono invece aree in cui imporre alla natura il rumore e la presenza umana».

Le linee guide emanate dalla Regione, ricorda Rambelli, per queste aree parlano di conservazione, tutela e ripristino degli ecosistemi e degli habitat naturali e seminaturali e della diversità biologica in tutte le sue forme: «Viene rimarcata la necessità di vietare o regolamentare con molta attenzione tutte quelle attività che possano arrecare danno o disturbo all’area, quali ad esempio trasformazioni edilizie, raccolta, danneggiamento e asportazione della flora spontanea, abbandono di rifiuti e produzione di suoni e rumori molesti».

Gemos: aumento di fatturato a doppia cifra per la cooperativa di ristorazione

Nel 2018 l’azienda ha sfiorato i 49 milioni di euro di giro d’affari con una crescita dell’11,46%. Ogni anno vengono prodotti 1,250 milioni di pasti

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La sede della coop Gemos

Crescita a doppia cifra per Gemos, la cooperativa di ristorazione con sede a Faenza che nel 2018 ha sfiorato i 49 milioni di euro di fatturato con un aumento dell’11,46% rispetto all’anno precedente. Un incremento che si accompagna agli ottimi risultati raggiunti dal patrimonio netto, oltre 9 milioni di euro (+14,53%), dall’aumento del numero di lavoratori, 1.067 (+8,99%) di cui l’85% donna e di cui 827 sono soci, e da un ristorno ai soci da record che supera quota 1 milione di euro (+12,69%).

«La nostra cooperativa è cresciuta – commenta la presidente Mirella Paglierani -. Oggi produciamo 8,8 milioni di pasti l’anno e siamo presenti in 4 regioni d’Italia e, con la nostra società controllata Gemos Balkans (98 dipendenti e oltre 1,250 milioni pasti prodotti l’anno), anche in Serbia. Uno sviluppo che però non snatura il nostro essere cooperativa, il nostro impegno verso i soci di questa compagine. Un impegno dimostrato dalle cifre raggiunte con il ristorno e dalle azioni di welfare intraprese verso i soci lavoratori».

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La presidente della coop Gemos, Mirella Paglierani

Il welfare aziendale è un tassello importante nella programmazione della cooperativa: «Con “Benessere Gemos – Le persone al centro” (il nome del progetto di welfare aziendale) messo in piedi negli ultimi anni, abbiamo già riscosso diversi risultati e proposto ai soci lavoratori molte iniziative che spaziano dalla salute al lavoro, dal sostegno al reddito alla mobilità e al tempo libero. Tra i progetti che abbiamo realizzato nel 2018 hanno ricevuto grande interessamento le borse di studio riservate ai figli dei soci lavoratori, per le quali sono stati stanziati 10mila euro, i corsi gratuiti di informatica e il progetto “Prevenzione donna under 45”, dedicato allo screening al seno per le donne che non rientrano ancora nel programma gratuito del servizio sanitario nazionale».

Anche il 2019 riserverà grandi soddisfazioni alla cooperativa: il primo trimestre si è chiuso in linea con gli obiettivi di budget prefissati e si sta lavorando alla riorganizzazione aziendale in vista della fusione con la partecipata Avendo, che avrà decorrenza dal primo gennaio 2020. «Avendo – continua la presidente è una società del bolognese specializzata in ristorazione nel settore privato con all’attivo 250 lavoratori. Il 2019 ci vedrà impegnati nell’organizzazione del nuovo assetto societario e del personale. Già in questa assemblea abbiamo presentato ai nostri soci il bilancio consolidato (di Gemos e Avendo) che mostra un fatturato di oltre 65 milioni di euro. Lavoreremo poi al mantenimento dei contratti in essere e alla partecipazione a nuove gare d’appalto. Ci saranno conferme e novità anche per il welfare – conclude Paglierani – con altri 10mila euro da destinare alle borse di studio per gli studenti meritevoli e altri progetti riguardanti l’area salute e prevenzione».

Domenica una regata di solidarietà nelle acque di Marina di Ravenna

Può partecipare chiunque: il ricavato sarà devoluto all’associazione italiana contro le leucemie (Ail). Partenza alle 13 del 30 giugno

La quarta edizione della Regata del cuore si svolgerà domenica 30 giugno nelle acque a nord della diga di Marina di Ravenna. La veleggiata è  aperta a tutte le barche sia derive che cabinato, per raccogliere fondi a beneficio della Sezione di Ravenna dell’Ail )Associazione Italiana contro Leucemie, Linfoma e Mieloma). Patrocinata, come nelle precedenti edizioni, dal Comune di Ravenna e dalla Autorità di Sistema Portuale, quest’anno vede insieme Lega Navale Italiana sezione di Ravenna e Lions Club Ravenna Host, come sodalizi di supporto alla organizzazione.

La Regata del cuore, di proprietà intellettuale dello Studio Scarabelli & C. , è nata come contributo della vela per scopi benefici. Tutti i soldi raccolti verranno destinati all’Ail: c’è un contributo di iscrizione suggerito di dieci euro per le derive e di  venti euro per i cabinati, ma in realtà ciascuno sarà libero di dare quello che ritiene più giusto e tutti potranno vedere il valore devoluto ad Ail sul sito www.laregatadelcuore.it .

Le iscrizioni in programma domenica dalle 9 alle 12 nella sede della Lega Navale, sotto al faro di Marina di Ravenna, mentre la partenza è fissata per le 13  in acqua.

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