Il giovane è fuggito alla vista della polizia. Ha gettato l’involucro che è risultato contenere marijuana
Sorpreso con la droga al parco Mita a Faenza. Per questo un 28enne è stato arrestato dalla polizia. Faceva parte di un gruppo di persone che si trovava al parco quando la polizia è passata per un controllo. Il giovane è fuggito di corsa alla vista della polizia, dirigendosi verso l’uscita del parco su via Filanda Vecchia. Dopo un breve inseguimento, la polizia ha visto gettare un piccolo involucro al ragazzo prima di nascondersi nel cortile di un’abitazione dove però è stato bloccato. Il 28enne ha tentato di spintonare gli agenti. L’involucro conteneva venti grammi di marijuana. Il 28enne, di origine nigeriana, è stato arrestato.
Arrestato un 26enne con 3,5 grammi di hashish. Al termine delle formalità di rito è stato portato in carcere
La polizia ha arrestato un 26enne un marocchino sorpreso a Lugo in via Piratello da un cittadino che era rientrato in casa trovandosi davanti il ladro che è fuggito. L’uomo ha subito avvisato la polizia e i carabinieri che si sono messi alle ricerche della persona segnalata, rintracciata in via Foro Boario mentre cercava di nascondersi fra le autovetture in sosta.
L’uomo, che è stato poi identificato per il cittadino marocchino 26enne, con precedenti penali per reati contro la pubblica amministrazione e la persona, è stato quindi condotto negli uffici del Commissariato di Lugo dove è stato dichiarato in arresto per il reato di tentato furto in abitazione. Inoltre sarà segnalato anche all’autorità amministrativa competente quale assuntore di sostanze stupefacenti poiché è stato trovato in possesso di grammi 3,5 di hashish. Al termine delle formalità di legge è stato portato in carcere.
Al Decathlon sorpreso un giovane. Aveva rotto il dispositivo antitaccheggio. Il giudice dispone l’obbligo di firma
I carabinieri di Granarolo Faentino, hanno tratto in arresto un 29enne moldavo, residente nel ravennate, per furto aggravato. L’uomo ha tentato di rubare al Decathlon di Faenza. L’uomo aveva oltrepassato le casse senza pagare la merce e ha insospettito alcune persone che hanno avvisato i carabinieri.
Dalla perquisizione del soggetto risultava merce non pagata, alcune matasse di filo per racchette da tennis, a cui l’uomo aveva rotto il dispositivo antitaccheggio con un coltello multiuso trovatogli nascosto nei pantaloni. Inoltre, da un controllo all’interno del negozio, gli uomini dell’Arma, hanno rinvenuto anche una racchetta da tennis nascosta tra gli scaffali con l’antitaccheggio staccato, pronta per essere portata via in un secondo momento. La merce, del valore di 200 euro, è stata restituita all’avente diritto.
Accompagnato in caserma, al termine delle formalità di rito, l’uomo è stato arrestato per “furto aggravato”. L’arresto è stato avallato dal p,m e lo straniero, dopo aver passato la notte agli arresti domiciliari, questa mattina è stato accompagnato presso il tribunale di Ravenna dove il giudice, dopo aver convalidato l’arresto, lo ha sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di firma giornaliero, in attesa del processo che sarà prossimamente celebrato.
Lega Nord, FI e LpRa soddisfatti per l’inserimento di questi progetti nel Piano regionale dei trasporti: «Ma siano opere prioritarie»
Il centrodestra ha fatto il punto sulla situazione infrastrutturale di Ravenna, in particolare sulla “nuova” Ravegnana e sulle varianti della Statale 16. Presenti all’incontro il consigliere regionale della Lega Nord Massimiliano Pompignoli e i capigruppo comunali Alvaro Ancisi (LpRa), Samantha Gardin (Lega) e Alberto Ancarani (FI). Il punto arriva poco prima della discussione in Regione del Prit (Piano regionale integrato dei Trasporti) 2025. Questi interventi sono entrati dentro il piano e il centrodestra rivendica la «determinazione e la pressione che i tre gruppi ravennati hanno lungamente esercitato sul piano locale affinché il Pd non si sottraesse ulteriormente a riconoscere la necessità e l’urgenza di queste opere». Opere che il Prit 1998, tuttora vigente, ricorda il centrodestra «non ha mai neppure nominato».
Lo stesso Pompignoli è riuscito a far passare il suo emendamento sulla nuova Ravegnana. Così è stato inserito «nello scenario tendenziale del Prit 2025 la realizzazione di un nuovo tratto di strada extraurbana tra l’uscita Standiana-Mirabilandia dell’E45 nel Comune di Ravenna e Forlì-Pieve Acquedotto». Un tracciato che sarebbe ancora da definire e che ha trovato la sponda del Pd nella frase in cui si parla di «interventi di riqualificazione e messa in sicurezza attraverso ampliamenti o varianti fuori sede da definire sulla base di un apposito progetto di fattibilità tecnico-economica di concerto con gli enti locali coinvolti».
Per il centrodestra ciò significa che «dovrà studiarsi al più presto un progetto che contemperi di “rinnovare” la Ravegnana, allargandola o variandone il tracciato dove possibile, con la fattibilità di un tracciato esterno, inevitabilmente posto ad est del fiume Ronco, non potendo prescindere dall’utilizzazione parziale dell’E45, in quanto esistente». Saranno i Comuni di Ravenna e Forlì a concertarne gli sviluppi.
Per quanto riguarda le varianti dell’Adriatica (quella di Fosso Ghiaia e quella di Mezzano) saranno inserite nel nuovo Prit: la prima per decisione della giunta regionale, la seconda grazie ad un emendamento presentato dal Pd nella commissione di giovedì scorso. Dice il centrodestra: «La “capitolazione” del Pd, a seguito delle ventennali battaglie condotte a Ravenna dalle forze di opposizione più attive e incalzanti, non è però sufficiente». Il Pd ha infatti bocciato gli emendamenti, elaborati al riguardo da Ancisi e presentati da Pompignoli, «che in sostanza differiscono dai testi approvati solo per la richiesta che queste varianti siano considerate di priorità 1: ciò è necessario affinché se ne persegua la realizzazione entro il 2025 e non chissà mai. Pompignoli ha detto che è in atto, da parte della Regione, una verifica tecnica, in esito alla quale si verificherà la sorte di questi suoi emendamenti il 9 luglio, all’atto dell’adozione del nuovo Prit da parte dell’Assemblea regionale. Sulla priorità delle due varianti non si mollerà comunque».
Basket A2 / Il giocatore campano, in passato anche a Forlì, ha firmato un contratto di due anni con la società giallorossa
L’esperta ala piccola di 31 anni Luigi Sergio
L’OraSì Basket Ravenna scalda i motori in vista della prossima stagione sportiva. La società giallorossa comunica di aver raggiunto un accordo con Luigi Sergio, ala piccola di 31 anni, proveniente da Bergamo. Con i gialloneri lombardi l’esperto giocatore ha disputato due ottime stagioni: la prima conclusa con l’incredibile salvezza ottenuta grazie a una striscia finale di sette vittorie (tra cui quella decisiva al Pala De André); la seconda, da capitano, con il raggiungimento delle semifinali playoff, perse contro Capo d’Orlando, dopo aver passato buona parte di regular season al primo posto del girone Ovest. Nell’anno appena concluso Sergio è stato impiegato in media per 26 minuti, ha totalizzato quasi 7 punti di media e 4 rimbalzi a partita.
Il carismatico giocatore campano è cresciuto nella squadra della sua città, Maddaloni, e in carriera ha disputato anche tre stagioni in A2 con la maglia di Chieti e una a Forlì, DNA Gold campionato 2013/2014. Sergio si è accordato per un biennale e sarà a Ravenna nei prossimi giorni, dove verrà presentato ufficialmente alla stampa e ai tifosi giallorossi. Si tratta del primo acquisto della nuova OraSì e sarà a disposizione del coach Cancellieri dopo la conferma di Tommaso Marino.
Innesto nella dirigenza giallorossa Matteo Papi è il nuovo responsabile marketing e comunicazione del Basket Ravenna. Ravennate classe 1979, Papi ha lavorato come ufficio stampa in ambito cinematografico e sportivo, è stato cronista per diverse testate e radio del territorio, e nelle ultime tre stagioni ha ricoperto il ruolo di speaker ufficiale dell’OraSì.
Il caso segnalato dal Movimento 5 Stelle nello stesso giorno in cui entra in servizio il primo vettore “Rock” con partenza da Bologna alle 19.06
Treno Rock
In tre carrozze senza aria condizionata. Questo è il viaggio che alcuni pendolari hanno fatto questa mattina – primo luglio – nel treno diretto delle 7.55 che da Ravenna si dirigeva verso Bologna. A segnalarlo Andrea Bertani, capogruppo del Movimento Cinque Stelle in Regione: «I nostri pendolari sono ancora costretti a viaggiare in condizioni vergognose» spiega Andrea Bertani, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle.
«È assolutamente inconcepibile – dice il consigliere – che una corsa che si svolge di lunedì mattina, in piena estate e che collega località importanti della nostra riviera, abbia a disposizione solo tre misere carrozze addirittura senza aria condizionata. Queste non sono condizioni accettabili. L’assessore Donini qualche giorno fa in aula, difendendo a spada tratta e contro ogni evidenza il nostro sistema ferroviario, disse che presto ci stancheremo di veder passare i nuovi treni. Al momento però l’unica cosa di cui ci siamo stancati è quella di vedere i pendolari viaggiare in situazioni simil».
Rincara la dose la compagna di partito Raffaella Sensoli: «Quello che viene da chiedersi è su quali linee stiano viaggiando i nuovi treni annunciati dalla Regione, visto che quella che collega la riviera con Bologna è una di quelle dove si dovrebbe concentrare maggiore attenzione soprattutto nel periodo estivo».
Sulle linee ravennati al momento ci sono due treni “Rock”, il nuovo vettore regionale che è stato presentato nei mesi scorsi. Uno è in servizio dal mese scorso ed effettua la corsa delle 6.56 in partenza da Rimini con arrivo alle 8.33. Questo treno passa da Faenza alle 7.58. Per quanto riguarda Ravenna il treno Rock è entrato in servizio oggi, primo luglio ed effettua la corsa dal capoluogo emiliano alle 19.06 per dirigersi in Romagna.
Al momento questi sono gli unici due nuovi treni in servizio ma Trenitalia assicura che «gradualmente i treni Rock e i treni Pop di ultima generazione sostituiranno i treni regionali precedenti, facilitando gli spostamenti dei pendolari con maggiore comfort e più alti standard di puntualità. Il rinnovo completo della flotta in Emilia-Romagna, con il 100% di treni nuovi, è previsto entro inizio 2020».
Il direttore artistico Massimo Bellotti: «Edizione da record, questo è stato il festival del cambiamento». L’edizione era dedicata all’India
Una edizione record per il Popoli Pop Cult Festival di Bagnara di Romagna. Domenica 30 giugno si è chiusa una festa dedicata all’India che ha conquistato il cuore di tanti nuovi spettatori. Inoltre 20mila persone quest’anno hanno partecipato al Festival spalmandosi equamente durante le quattro giornate programmate, dal 27 al 30 giugno.
«Quella che si è appena conclusa è stata fino ad ora l’edizione record – sottolinea il direttore artistico Massimo Bellotti – Gli aspetti da sottolineare, legati alla buona riuscita del Festival riguardano innanzitutto l’organizzazione coordinata dal Comune che ha portato, grazie agli sforzi di tutti, alla completa assenza di problemi lungo le vie del borgo. Per quanto mi riguarda direttamente – continua – è stato il Festival del cambiamento perché abbiamo modificato la collocazione di molti stand. Per alcuni è stata una grande sfida che si è trasformata in successo. Il flusso dei partecipanti si è distribuito meglio e non ci sono state file particolari come nelle edizioni precedenti. Direi inoltre che è stato il Festival dell’orgoglio, della passione contagiosa. Abbiamo avuto molte etnie nuove che ci hanno mostrato quanto sono fiere di mantenere le loro tradizioni come il Vietnam e il Messico e quanto sono orgogliose di poterlo condividere. Questo li rende più integrati ed è per noi estremamente istruttivo. Infine è stato, dal punto di vista degli spettacoli, il Festival della qualità e della professionalità. Ora anche gli artisti si lasciano contagiare e diventano parte del Festival, lo vivono con il nostro spirito. Anche gli stand stanno migliorando e la dimostrazione è la vittoria del piatto più buono da parte del Vietnam».
Secondo i piani di tre anni fa l’impianto di via Romea doveva essere spento a fine 2018, poi lo slittamento a fine giugno e ora la decisione definitiva per fine anno
L’inceneritore dei rifiuti alla discarica di Hera in via Romea a Ravenna resterà acceso ancora sei mesi: la data di chiusura, da tempo prevista per la fine del 2018 e poi slittata a fine giugno 2019, è stata ora fissata per il 31 dicembre 2019. In quel momento avrà fine il conferimento dei rifiuti urbani nell’impianto. «È il primo degli obiettivi raggiunti ed evidenziati – spiega la Regione – nella relazione di chiusura del monitoraggio intermedio del Piano regionale dei rifiuti, che ne verifica lo stato di attuazione a tre anni dalla sua approvazione».
Secondo le informazioni fornite dalla Regione «non sarà compromessa l’autosufficienza dell’Emilia-Romagna nella gestione e nello smaltimento dei rifiuti, che sarà garantita da un lato attraverso l’efficace utilizzo degli altri impianti presenti nel territorio, secondo la programmazione definita, e dall’altro, in particolare, dall’aumento della raccolta differenziata». Su questo secondo aspetto però va ricordato che mentre lamedia regionale sale e arriva al 68 percento nel 2018 (3,7 percento in più sull’anno precedente), in provincia di Ravenna si è fermi all’ultimo posto tra le nove provincie con il 55,9 percento (solo 1,1 in più del 2017).
Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, è soddisfatto: «Volevamo una svolta ecologica nella nostra regione con un progressivo spegnimento degli inceneritori e un aumento sensibile della raccolta differenziata. Stiamo centrando gli obiettivi».
«La conferma di un impegno importante preso nel nostro territorio che va verso una concezione più moderna della gestione del ciclo dei rifiuti – spiega il sindaco Michele de Pascale –. L’impianto di Ravenna non viene chiuso per un localismo, per demagogia o per una sindrome nimby, ma viene chiuso perché è un impianto troppo piccolo e il più vecchio della regione con le peggiori performance emissive. Ravenna è un territorio che tanto ha dato e tanto dà al sistema della gestione dei rifiuti dell’Emilia-Romagna e vede oggi un risultato importante sul territorio, che si sta abbinando a uno sforzo molto importante dei cittadini di tutta la provincia di Ravenna per il passaggio a un nuovo sistema di raccolta che aumenti significativamente la raccolta differenziata».
Il primo cittadino poi ha voluto commentare la maglia nera nella differenziata: «Ravenna è stata una delle poche province che è andata a gara per il sistema di raccolta rifiuti. Questo ha impedito negli ultimi anni di effettuare cambiamenti radicali al sistema di raccolta che invece stanno avvenendo proprio in questi mesi e che già stanno dando risultati estremamente positivi. Quindi Ravenna vedrà la chiusura dell’Ire e vedrà al contempo un aumento molto significativo delle sue percentuali di raccolta differenziata».
Soddsifazione da Sinistra per Ravenna, lista nella coalizione di maggioranza: «Lo spegnimento dell’inceneritore più obsoleto della Regione è una buona notizia per la salute nostra e del Pianeta. Era un punto fondante del programma condiviso con il Sindaco de Pascale per la realizzazione del quale ci siamo molto adoperati in questi anni».
La segretaria provinciale della Filcams fa il punto dopo i dati preoccupanti del bilancio del colosso Alleanza 3.0: «I lavoratori manterranno il livello di stipendio». Ma incombe un piano nazionale di 507 esuberi, ancora da definire quanti a Ravenna: in provincia nel 2018 vendite in calo del 2 percento
La situazione di Coop Alleanza 3.0 è tenuta monitorata dai sindacati del settore del commercio. Il bilancio della cooperativa ha evidenziato numeri ancora negativi per il 2018. Per quanto riguarda la provincia di Ravenna (17 punti vendita) le vendite sono calate del 2,08 percento rispetto al 2017 (a fronte di un trend complessivo dell’intero gruppo in aumento dell’1,95 percento). Coop Alleanza è nata tre anni fa dalla fusione di Coop Adriatica, Estense e Consumatori Nordest. La perdita con cui è stato chiuso il bilancio del 2018 è stata pari a 289 milioni di euro. Il presidente Adriano Turrini ha parlato di un piano di rilancio dell’azienda cooperativa e a febbraio è stata affrontata la questione di 507 esuberi previsti a livello nazionale e la trattativa con i sindacati si è chiusa a fine marzo.
La trattativa con i sindacati
Cinzia Folli, segretaria provinciale della Filcams-Cgil spiega cos’è successo: «Siamo arrivati ad un accordo con Coop che prevedeva, laddove possibile, alcuni prepensionamenti sfruttando lo scivolo della Naspi». In una sessantina di casi c’è stato invece un ricollocamento: «Alcuni dipendenti che lavoravano negli uffici saranno impiegati nei negozi». Non una mossa che si farà in maniera indiscriminata: il ricollocamento riguarderà quelle persone che ricoprivano ruoli non più previsti dopo la riorganizzazione dell’azienda. «Non si tratta di demansionamenti – specifica Folli – ma di ricollocamenti, i lavoratori terranno peraltro il loro livello di stipendio. L’alternativa era l’esubero, quindi la soluzione può dirsi soddisfacente». La discussione sui dipendenti Coop ha riguardato soprattutto le persone che lavorano negli uffici. Secondo la sindacalista si è trattato di una trattativa che non ha avuto impatto sui lavoratori. Al momento – dice la segretaria Filcams – non ci sono altri alert, oltre al caso Mercatone Uno, importanti sul fronte del commercio. «Di certo però teniamo la situazione monitorata, proprio a partire dalla Coop visti i dati di bilancio presentati. Il commercio non sta attraversando una fase facile: gli ipermercati non sembrano più essere performanti come un tempo e probabilmente hanno subito la concorrenza dell’e-commerce».
Il bilancio di Coop 2018
L’esposizione verso le banche di Coop Alleanza 3.0 è di 1,128 miliardi. Il prestito sociale è stato pari a 3,314 miliardi. In totale i debiti a bilancio sono pari a 5,260 miliardi di euro (oltre a banche e soci, tra i debitori ci sono fornitori, imprese controllate e collegate, Stato e istituti di previdenza sociale). Secondo quanto dichiarato dal presidente Turrini in un’intervista uscita ad inizio maggio, il piano è quello di riportare il margine operativo in attivo entro l’anno «recuperando 150 milioni di euro nel 2022 rispetto ad oggi». Per quanto riguarda il “rosso” del 2018 è «la conseguenza diretta e, al tempo stesso, necessaria premessa del nostro Piano di Rilancio. Siamo convinti che per perseguire al meglio la nostra missione cooperativa tramite il rafforzamento della leadership nell’attività caratteristica e il consolidamento della sostenibilità finanziaria, la Cooperativa avesse bisogno di alleggerire alcune componenti che rappresentavano un limite o un freno a una svolta piena e veloce. Per questo, abbiamo scelto di far gravare nel bilancio 2018 una quota importante di componenti non ricorrenti: volevamo segnare un punto fermo da cui ripartire più solidi, più leggeri e più veloci».
Ha passato le casse senza pagare una cuffia e due occhialini da piscina. Nei guai un ravennate incensurato
L’uomo era stato sorpreso ieri pomeriggio da una guardia giurata in servizio all’interno dell’esercizio commerciale “Decathlon” di Faenza, con della merce che aveva rubato. Quando l’equipaggio della Stazione di Granarolo Faentino è arrivato sul posto, si è trovato davanti un 49enne , residente a Ravenna, incensurato, che aveva occultato addosso una cuffia e due occhialini da piscina, per un valore di circa 40 euro, superando le casse senza pagare la merce. La merce è stata restituita all’avente diritto mentre l’uomo è stato accompagnato in caserma ed al termine delle formalità di rito, è stato denunciato all’autorità giudiziaria di Ravenna per “furto aggravato”.
Ancisi dopo la tragedia di sabato: «Varianti dell’Adriatica sono nel Piano regionale ma solo tra quelle solo di priorità secondaria. Il Pd cambi idea»
L’incidente che ha visto coinvolto Giacomo Cavallini
Tanti, troppi morti e feriti sulla Statale 16 da inizio 2018 ad oggi, con una ventina di scontri gravi che hanno provocato sei vittime nel tratto tra Camerlona-Mezzano-Glorie e due in quello tra Fosso Ghiaia e Mirabilandia.
A ricordare i numeri, il giorno dopo la tragedia in cui sono morte tre persone sulla Reale, è Alvaro Ancisi (consigliere di LpRa). In questo scenario «ogni intervento preventivo sul posto, impiantistico, tecnologico o edilizio, utile a ridurne le cause, deve essere messa in campo subito, come chiesto anche dai residenti».
Per Ancisi, la soluzione strutturale è però una sola: la costruzione di due varianti dell’Adriatica, ad ampio raggio stradale, esterne a questi paesi, di cui il piano regolatore di Ravenna ha pienamente identificato dal punto vista tecnico i tracciati: lunghi 9,82 chilometri tra Ravenna e Alfonsine e 3,65 tra Fosso Ghiaia e Mirabilandia.
«Trattandosi di strade statali, il primo passo perché vengano prese in considerazione è il loro inserimento nel Piano Regionale Integrato dei Trasporti dell’Emilia-Romagna (PRIT), da cui però, nella prima edizione del 1998, tuttora vigente, non sono mai state neppure nominate, nonostante le incessanti richieste della nostra lista civica».
Ora «con decisione tardiva della Giunta regionale, è stata inserita nella proposta di nuovo Prit la variante di Fosso Ghiaia, e, con un emendamento presentato dal Pd nella Commissione Territorio e Ambiente di venerdì scorso, quella di Mezzano. Il Pd ha invece bocciato gli emendamenti, proposti da Lista per Ravenna e presentati nella stessa commissione dal consigliere regionale della Lega Nord Pompignoli, relatore del Prit in sede di istruttoria di commissione, che in sostanza sono identici sia per Fosso Ghiaia che per Mezzano), salvo richiedere che siano con priorità 1, cioè fattibili entro il 2025». Quelli di priorità 2 scritti nel Prit – dice in sostanza Ancisi – è come se non esistessero.
Martedì il nuovo Prit sarà adottatoe e «Il Pd va incalzato perché ci ripensi, cosicché le varianti dell’Adriatica nel territorio ravennate entrino nel Prit5 sulla strada principale. Le tre parole “con priorità 1” vogliono dire: cerchiamo di fare al più presto perché la strada che attraversa Fosso Ghiaia, Camerlona, Mezzano e Glorie non si chiami più “omicida”».
Legambiente chiede ai Comuni più trasparenza e di rendere noti in anticipo i piani di abbattimento. Il dato: Ravenna tra le 17 città italiane con almeno un albero ogni quattro abitanti
Ravenna è tra le 17 città italiane che hanno almeno un albero ogni quattro abitanti. Lo dice l’ultima edizione di Ecosistema Urbano, il rapporto annuale sulle performance ambientali delle città stilato da Legambiente in collaborazione con Il Sole 24 Ore. In altre parole le pagelle al verde pubblico che sopravvive tra l’asfalto. Nel dettaglio a Ravenna si contano 27 alberi ogni cento abitanti, al comando della classifica c’è Modena dove addirittura ci sono più alberi che residenti (108 ogni 100).
Lorenzo Mancini, esponente della sede regionale dell’associazione ambientalista, parte da questi numeri per una riflessione sulla situazione ravennate: «Se restiamo in Emilia-Romagna e guardiamo agli esempi di Modena ma anche di Rimini, con i suoi 33 alberi ogni cento abitanti, si vede che si può fare di meglio. Sarebbe interessante che i Comuni rendessero pubblici con anticipo i piani di abbattimento e ripiantumazione sia per vedere il saldo che per facilitare il dialogo e magari valutare nel modo migliore dove realizzare gli interventi di compensazione nei casi di abbattimenti inevitabili. Sarebbe fondamentale avere un saldo positivo tra alberi tolti e alberi piantati».
Al momento le norme dispongono la necessità di ripiantumare ma non c’è un saldo minimo da garantire e nemmeno è obbligatorio dove: «In alcuni casi però sarebbe opportuno non perdere la presenza del verde in alcuni punti». È il caso recente dei pini in via Maggiore: «Una perizia del Comune ha valutato che alcune piante erano pericolanti e sono state abbattute. Magari si poteva aspettare fine luglio per la nidificazione. Come Legambiente abbiamo chiesto che si intervenga mettendo a dimora altre piante di altre essenze che danneggino meno l’asfalto». Le radici superficiali del pino domestico, albero nel dna ravennate, sono infatti spesso causa di spaccature e buche nelle strade. Un po’ alla volta li vedremo sparire e sostituiti? «Il pino è molto identitario per Ravenna, c’è anche una questione affettiva. Ma non ha caratteristiche adatte per convivere con il contesto urbano. Può darsi che nel tempo se ne vedranno meno in certi punti, l’importante è che siano altre essenze ad assolvere la funzione di verde urbano».
A volte può succedere che questa funzione la assolva un’area non proprio pensata per questo scopo. È quanto accaduto in via Nizza: un lotto di verde senza attrezzature per la fruizione è diventato una risorsa per i cittadini del quartiere Nullo Baldini. Oltre duemila le firme raccolte dalla petizione che chiede di non ridurre quello spazio per costruire una scuola nuova: «Legambiente invita sempre a privilegiare il riutilizzo prima di costruire del nuovo e la legge regionale va nella stessa direzione del consumo suolo zero. Per questo è meglio valutare prima se riqualificare l’ex scuola infermieri in via Palestro, pensando anche una viabilità che non necessariamente debba consentire di arrivare con l’auto sul cancello…».