Treni, nuova beffa sui rimborsi degli abbonamenti per i pendolari di Godo

In molti avevano sottoscritto l’abbonamento da Russi perché il costo era lo stesso. Ora rischiano di non aver diritto all’indennizzo promesso

Protesta Stazione Godo

Di fronte a sei mesi di disagi, erano riusciti ad ottenere un mese di abbonamento gratuito per l’anno scolastico.  Non un grande affare, si dirà, ma sempre meglio di niente. Così le famiglie degli studenti di Godo e Classe che nel dicembre scorso – ad anno scolastico abbondantemente iniziato – si sono visti decapitare le fermate nella loro stazione si aspettavano di cominciare a pagare l’abbonamento da novembre, con ottobre rimborsato da Trenitalia in seguito ad un accordo fatto in Regione.

La prima sorpresa è arrivata quando le famiglie hanno scoperto che, per un problema tecnico, il rimborso sarebbe slittato di un mese. Hanno quindi messo mano al portafoglio e atteso fiduciose novembre. Salvo sorprese, però, molti di loro potrebbero restare beffati anche il prossimo mese. Il problema riguarda una buona parte delle 41 persone  di Godo che avevano sottoscritto l’abbonamento e chiesto l’indennizzo. A settembre del 2018, al momento di abbonarsi in molti hanno scelto come stazione di partenza Russi e non la piccola frazione in cui risiedono. Il motivo è molto pratico: il prezzo era lo stesso e i figli, oltre a frequentare le scuole a Ravenna, avevano la possibilità così di muoversi verso Russi per andare da parenti e amici.

La convenienza era stata caldeggiata anche dal personale Trenitalia allo sportello che, giustamente, l’aveva sottolineata al momento della sottoscrizione. Il tutto si è però trasformato in una beffa al momento del rimborso: per avere il mese gratuito è necessario che sull’abbonamento ci sia scritto “Godo” come stazione di partenza e non “Russi”. Ora Gabriella Mangani, che fa parte del Comitato pendolari e ha seguito la questione tenendo il filo tra istituzioni e genitori, spera che qualcosa si sblocchi con l’incontro previsto a inizio ottobre con la sindaca Valentina Palli: «Non possiamo fare una colpa al personale Trenitalia che aveva suggerito questa soluzione di praticità e non poteva certo sapere cosa sarebbe accaduto a dicembre. Però ora ci auguriamo che il buonsenso prevalga e che anche queste famiglie abbiano diritto al rimborso che gli spetta».

Nel frattempo è stata messa qualche pezza al servizio zoppicante: autobus sostitutivi permettono agli studenti di andare negli istituti di Ravenna e in quelli di Lugo, anche se si potrebbe fare meglio. «A Lugo ad esempio i treni partono due minuti prima dell’uscita degli studenti. Penso che con un minimo di programmazione si potesse evitare questa situazione. Certo, a Bologna dicono che non è facile incastrare tutte le necessità però così sono costretti ad utilizzare i pullman. A dicembre entrerà in vigore il nuovo orario e lì vedremo se saranno messi in atto i correttivi necessari».

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