Cinque pattuglie impiegate sul litorale tra Marina di Ravenna e Lido di Dante. Staccate multe per 800 euro
La polizia locale di Ravenna, ha effettuato controlli nelle località balneari per verificare il rispetto dell’ordinanza sindacale con la quale si vieta il campeggio abusivo su area pubblica senza preventiva autorizzazione.
Nella circostanza sono state impiegate cinque pattuglie le quali hanno effettuato controlli presso le località di: Marina di Ravenna, Punta Marina Terme, Lido Adriano e Lido di Dante. Durante il servizio, conclusosi in tarda serata, sono stati controllati diversi camper e complessivamente sono state otto le sanzioni elevate per un totale di 800 euro.
Si lavora a un’ipotesi alternativa ai cittadini. E il parco di via Agro Pontino è destinato ad ampliarsi
Una petizione che in pochi giorni ha superato le duemila firme e un intero quartiere che si mobilita per evitare di perdere un’area verde in cui il Comune anni fa aveva previsto di costruire una scuola. Una questione che è diventata rapidamente anche politica perché la battaglia per salvare il parco è stata indetta pure dall’opposizione con Lista per Ravenna in testa, con prese di posizione anche di Ravenna in Comune. E per la quale si è mossa, neanche a dirlo, anche Legambiente. E che ora potrebbe avere un finale a lieto fine. Siamo al cosiddetto “villaggio Nullo Baldini” e più precisamente in via Talamone dove un riquadro di verde di oltre 5mila mq era rimasto vergine dall’edificazione (vedi foto satellitare). Qui un vecchio piano urbanistico prevedeva la possibilità di dedicarne una parte alla realizzazione di un scuola. E l’Amministrazione comunale è decisa a realizzare nel breve periodo proprio una scuola, finanziata per i due terzi del quasi milione di euro da fondi europei gestiti dalla Regione. «In quell’area – ci spiega il sindaco De Pascale – ci sono tre asili nido che hanno bisogno di importanti lavori di adeguamento sismico, lavori che ne comporterebbero la chiusura. Per questo abbiamo pensato di realizzare un complesso nuovo. A chi dice che c’è un calo demografico che quelle necessità potrebbero essere superate, rispondo che mantenere i posti di asili nido a fronte di un calo delle nascita significa aumentare la copertura di posti rispetto alla popolazione in quella fascia di età, uno dei nostri obiettivi da sempre. E poi si tratterebbe di organizzare meglio l’offerta sulla scuola materna pubblica». Dunque la scuola serve, ma forse non deve necessariamente sorgere su via Talamone. «Gli uffici correttamente hanno per prima individuato l’area prevista dal piano regolatore, ma poi sulla base anche di alcune riflessioni emerse in queste settimane abbiamo studiato anche soluzioni alternative che non includano quell’area. Per quanto l’intervento non avrebbe occupato più di un quinto del lotto». Appare quindi chiaro ormai che l’area di via Talamone non solo sia salva, ma possa aspirare in un futuro nemmeno troppo remoto a diventare addirittura un vero parco con tanto di arredi. Quale sia il “piano b” del sindaco lo si scoprirà all’incontro a breve con i cittadini promotori della petizione. Si dovrebbe trattare di un’area in zona oggi non fruibile al pubblico, ma di certo non del recupero auspicato di alcuni dell’ex scuola infermieri che sorge dentro il parco di via Agro Pontino. «Il recupero di strutture per farne scuole – spiega il sindaco – è quanto mai complicato per ragioni di sicurezza sismica i cui standard sono al massimo. Non è come riconvertire un edificio per uso uffici o appartamenti». A questo si aggiunga che l’ex scuola infermieri è oggi accessibile solo da una strada chiusa e presenta quindi una viabilità complessa. Ma il futuro di quella struttura immaginato dall’Amministrazione non dovrebbe certo scontentare gli ambientalisti: l’edificio dovrebbe infatti essere raso al suolo per un ampliamento del parco in cui sorge.
Si tratta di un 22enne. Arresto anche per un 39enne senza fissa dimora che non aveva scontato una pena del 2012
Due arresti della Polizia di Stato a Ravenna, oggi venerdì 28 giugno. In mattinata infatti è stato arrestato un 22enne cittadino rumeno in esecuzione a un mandato di arresto europeo emesso dalle autorità tedesche. Recentemente la sala operativa S.I.Re.N.E. del Ministero dell’Interno, che funge da collegamento tra le autorità giudiziarie e di polizia di un paese con i corrispettivi degli altri stati Schengen, ha informato gli investigatori della Squadra Mobile di Ravenna, circa la presenza in questa provincia della persona ricercata. L’indagine si è conclusa nella tarda mattinata odierna, quando tre investigatori della Squadra Mobile dopo essersi camuffati da operai, hanno rintracciato ed arrestato l’uomo mentre stava lavorando in una banchina del porto San Vitale. Il 22enne, che non ha opposto resistenza all’arresto, è accusato dall’Autorità Giudiziaria tedesca di tentato omicidio in concorso, reato commesso nel febbraio del 2017 in Germania nella città di Mülheim, quando, nel corso di una rapina in abitazione compiuta con la complicità di due uomini, di cui uno già arrestato in Germania e l’altro il 25 giugno scorso a Roma, ha ferito gravemente la vittima colpendola con un colpo d’ascia al capo.
Un 39enne originario dell’Ucraina, in Italia senza fissa dimora, è stato invece arrestato per i reati di furto aggravato e possesso di un documento di identificazione -valido ai fini dell’espatrio- contraffatto di cui era stato dichiarato colpevole nel 2012 a Porto Corsini ma si era poi reso irreperibile costringendo così i giudici dell’esecuzione a revocare il beneficio concesso e ripristinare l’ordine di esecuzione della pena di undici mesi che ora dovrà scontare.
Il festival di Land Art della Bassa Romagna si difende: «A Fusignano serata per famiglie, si concluderà entro le 23»
Il bosco di Fusignano
Dopo la nota di Legambiente che esprimeva preoccupazione rispetto a un’iniziativa musicale organizzata nel bosco di Fusignano in occasione del festival Terrena, arriva la replica dalla direzione della manifestazione sostenuta dall’Unione dei comuni della Bassa Romagna.
«La rassegna Terrena rientra in una filosofia complessiva di riscoperta di quanto il territorio della Bassa Romagna ha da offrire dal punto di vista naturalistico e ambientale come la stessa formula della land art prevede, tanto che 4 dei 6 appuntamenti in programma si terranno in Aree di riequilibrio ecologico o Riserve naturali. Il cuore della narrazione sono i luoghi e l’obiettivo dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna è valorizzare la bellezza presente sul territorio con interventi artistici che nella maggior parte dei casi sono stati pensati e costruiti proprio a seguito dei sopralluoghi in loco con la Direzione artistica e gli stessi artisti che eseguiranno gli interventi. La visione artistica di questa edizione in particolare si ispira all’ascolto della natura tramite gli alberi. Ogni serata prevede un’introduzione degli operatori e volontari del territorio, responsabili degli spazi. A seguire artisti di differenti discipline costruiranno un festival che ha l’intento di “farci rivedere” una natura che ci siamo disabituati a osservare, in particolare pensando alle tipicità della Bassa Romagna, al suo sviluppo storico, alla sua peculiare identità paesaggistica da riscoprire e valorizzare, da intendersi non come mera cornice ma come vero e proprio habitat che permette l’incontro dell’arte con pubblici differenziati, nel pieno rispetto degli ecosistemi e degli habitat naturali e seminaturali e delle biodiversità».
In particolare per quanto riguarda la serata oggetto di critiche, inoltre Terrena specifica che «Per quanto riguarda la serata al Bosco di Fusignano del 7 luglio, proprio in virtù delle osservazioni proposte lo scorso anno dal Circolo Legambiente A. Cederna, è stato strutturato un programma che tiene conto di tutte le criticità evidenziate e che rispetti in pieno le caratteristiche dell’area senza però precluderne la fruizione alle famiglie e tutti coloro che vorranno vivere un’esperienza immersiva nella natura. Dal punto di vista della proposta artistica, l’evento all’interno del Bosco di Fusignano di Terrena 2019, prevede un programma artistico totalmente differente per caratteristiche, da quello dello scorso anno. Lo spettacolo teatrale di Luigi D’Elia non è altro che un monologo rivolto a famiglie e ragazzi, mentre la performance live sarà un incontro tra jazz ed elettronica contemporanea di soli 40′ in cui verranno rispettati i limiti di legge. Il djset in apertura e chiusura non sarà altro che una selezione di sottofondo al pic nic, direzionata non verso il bosco, che non ha nulla in comune con una performance atta ad indurre il pubblico a ballare, e l’intera serata si concluderà entro le h23. Anche l’illuminazione sarà idonea all’area e non verranno utilizzate luci in movimento né stroboscopiche, non si tratta dunque in alcun modo di una discoteca nel Bosco».
L’assessore all’ambiente Gianandrea Baroncini su verde e parchi pubblici
Ben prima di Greta e della nuova ondata ambientalista europea, da tempo a Ravenna l’attenzione per il verde pubblico da parte delle forze di opposizione e dei cittadini si fa sentire forte e chiara. I due casi più recenti riguardano l’abbattimento di alberi in via Maggiore (vedi box) e il progetto di costruire una scuola in un’area verde (vedi pagina 13). Ne abbiamo approfittato per fare il punto con l’assessore all’Ambiente del Comune, Gianandrea Baroncini.
Assessore, quanto verde abbiamo in città?
«Gli spazi verdi sono uno degli aspetti fondamentali nella definizione dell’identità della nostra città, ad oggi abbiamo tagliato il nastro di 7.100.000 metri quadrati di verde nel comune con una media di 45 mq per abitante grazie alla presenza del patrimonio ambientale concentrato nelle nostre zone naturali, a cui si aggiunge la fitta rete di parchi urbani, parchetti di quartiere e ampie zone di cintura verde. Oltre a costituire “i polmoni” del nostro territorio, che essendo nella bassa finisce per raccogliere tutti gli effetti del bacino padano, sono ormai il centro di vita sociale e di aggregazione».
E però non mancano le frequenti lamentele dei cittadini sugli sfalci e la manutenzione di questi spazi.
«Come tutti i grandi patrimoni, anche il verde pubblico è molto complesso da gestire e necessita di grande attenzione per poterne garantire la fruizione. Come assessorato cerchiamo di mettere in campo un lavoro di monitoraggio, gestione e sfalcio insieme al nostro gestore Azimut e a tanti soggetti associativi del territorio che concorrono alla cura e al decoro. Negli ultimi anni, anche grazie all’introduzione del “regolamento per i patti sui beni comuni” singoli cittadini e realtà meno strutturate si sono prese in carico aiuole e piccole porzioni. Certo si può sempre fare di più ma, al netto dei problemi legati alla stagionalità, abbiamo cercato di lavorare al meglio, investendo anche poste di bilancio aggiuntive così come su dotazioni di giochi, attrezzature sportive e arredi».
In progetto c’è il nuovo grande parco Cesarea. Che tempi avrà?
«Quell’area è un onere a carico del soggetto attuatore privato per cui si realizzerà mano a mano che il comparto verrà urbanizzato. L’orizzonte ragionevole è quello di un paio d’anni».
E a che punto è quello Baronio, già molto fruito ma non ancora concluso?
«Lì abbiano finito i lotti di verdi e in autunno partono i lavori di costruzione delle piazzole e dei percorsi ciclopedonali».
Veniamo al tema degli alberi. Si è molto discusso dei sette pini abbattuti in via Maggiore. Ne saranno piantati altri al posto di quelli tagliati? O saranno piantati altri alberi in altre zone per compensare?
«Il progetto di messa in sicurezza di porzioni di via Maggiore e delle relative sottostrade non prevedeva abbattimenti. Solo dopo le perizie del tecnico incaricato si è proceduto a un ragionamento diverso su 7 pini. Valuteremo nel più breve tempo possibile come compensare questa situazione».
Ma sono stati tagliati perché malati o perché sono pericolosi per strade e sottostrade? Cosa risponde alla perizia citata e mostrata da Italia Nostra secondo cui quegli alberi erano sani?
«La scelta è seguita agli esiti di perizie su verifiche di stabilità».
Ci sono altri alberi da abbattere per ragione di sicurezza in città o nel forese? Come li state monitorando?
«L’Amministrazione dal 1996 ha iniziato un programma di controllo delle alberature pubbliche. Si è iniziato a valutare tutte le piante che presentavano problematiche manifeste, o che erano presenti in viali urbani o altre zone in cui potevano rappresentare un rischio per la popolazione. Delle oltre 70mila piante presenti sul territorio comunale di Ravenna si è intervenuti con la valutazione di circa il 10 percento del totale applicando il metodo VTA (Visual Tree Assessment, valutazione visiva dell’albero su basi biomeccaniche, ndr). Oltre a queste sono state ispezionate altre 4mila piante con la tecnica delle valutazioni speditive, che ripetiamo anche più volte l’anno. Si tratta di piante che si trovano in luoghi come parchi o viali che possono quindi costituire un problema di sicurezza. Come impostazione cerchiamo sempre di salvaguardare e rispettare il nostro patrimonio di alberature. Anzi in tutti i procedimenti di autorizzazione ambientale abbiamo sempre chiesto misure di compensazione consistenti in aree boscate o di verde di filtro che nei prossimi anni porteranno a dimora diverse migliaia di alberi su oltre 10 ettari di terreno».
I nuovi alberi al Parco Baronio
In tema di sicurezza, gli alberi hanno rappresentato un problema anche in diverse recenti situazioni di maltempo estremo…
«Giusto per fare un esempio, a giugno, agosto e novembre del 2017 tre eventi climatici di natura straordinaria hanno abbattuto circa 1.200 elementi e danneggiato circa 4.000 piante. Per questo ci siamo inoltre attivati con l’applicazione di un protocollo integrativo su aree omogenee e su piante presenti in luoghi ad alta fruizione: una evoluzione delle tecniche di Vta che prendono in esame in modo più specifico le gestioni dei rischi derivanti dalle alberature».
Dove si piantano oggi i pini? Da quando si è smesso di piantarli nei centri abitati?
«Si valuta caso per caso, diciamo che lungo i viali o nei giardini scolastici e parchi giochi oramai è diversi anni che preferiamo altre essenze. I pini rimangono come tratto identitario e li mettiamo negli ambienti naturali, nelle rotonde e nelle are verdi».
Quanti alberi mediamente pianta il Comune ogni anno?
«Ogni anno grazie alla manifestazione “il mese dell’albero in festa” vengono coinvolti i bimbi delle scuole nella piantumazione di circa 1.500 nuovi alberi nelle aree verdi e a questi si aggiungono quelli piantati direttamente dall’Amministrazione e dai privati».
E quanti ne vengono abbattuti dai privati nei loro giardini?
«Circa un migliaio e sono compensati da altrettante nuove piantumazioni a compensazione».
L’impresa in finale contro Verucchio. Parla il tecnico Andrea Tesei
Dopo dieci anni di attesa il Basket Club Russi spezza l’incantesimo e, al termine di una stagione esaltante, torna a calcare i parquet della Serie D. È stato un torneo di Promozione in crescita per i bianco-blu, culminato con un percorso netto da applausi nella fase decisiva dei playoff, con sette vittorie in altrettante partite. Il clou è stato raggiunto nella magica serata del 1° giugno, quando nella finalissima in gara unica di Bertinoro i ragazzi di Tesei sono riusciti a piegare al fotofinish in rimonta la resistenza dei Tigers Villanova, formazione di Verucchio. «È stato bellissimo – racconta il tecnico Andrea Tesei – vincere in quel modo davanti a più di 600 spettatori. Tanti ragazzi del settore giovanile sono venuti a sostenerci, così come hanno fatto per tutta la stagione al Pala Valli, rendendo il nostro campo di casa sempre caldissimo. La promozione è frutto di una stagione stupenda, vissuta in crescendo, conquistando un traguardo tanto sorprendente quanto meritato».
Alla vigilia del torneo, infatti, il Basket Club Russi era nel lotto delle cosiddette outsider, in seconda fila rispetto a rivali più quotate. «Sapevo di avere a disposizione una buona squadra – riprende il coach lughese, al suo terzo anno in bianco-blu – e il nostro obiettivo era quello di fare bella figura nei playoff. Nella regular season siamo incappati in due sconfitte nelle prime sei giornate, una delle quali proprio a Verucchio, ma in seguito abbiamo trovato i giusti equilibri, cambiando marcia. Da lì alla fine, playoff compresi, siamo caduti solo un’altra volta, a marzo, in casa contro i Tigers Forlì».
Numerosi cambiamenti si erano registrati in estate, con lo sbarco alla “Isla Feliz” di tanti volti nuovi: da Ravenna erano arrivati Bigazzi, Vistoli, Basaglia, Cirillo, Morigi e il giovane Trerè, mentre da Sant’Agata sul Santerno era rientrato Montanari. Restava comunque, in continuità con il passato, uno zoccolo duro. «Ho avuto la fortuna di poter contare su un gruppo molto valido, sempre coeso. Superate le prima difficoltà, si è creato un bel mix tra giocatori vecchi e nuovi. Il nostro segreto? Ognuno di noi si è sacrificato per il bene della squadra, facendo un passo indietro quando era necessario». Terminata la regular season in seconda posizione alle spalle proprio dei Tigers Villanova (stessi punti, ma riminesi in vantaggio grazie allo scorso diretto), in casa Russi non si sono mai fatti sogni pindarici. «È solo nei playoff che abbiamo compreso che potevamo arrivare fino in fondo. In semifinale ci siamo trovati di fronte i grandi favoriti del Faenza Basket Project: in quello che per noi rappresenta un vero e proprio derby, anche per i tanti incroci di giocatori avvenuti in passato, siamo riusciti a sovvertire il pronostico. Vinta quella sfida, abbiamo capito che potevamo conquistare la Serie D».
Un sogno, quello della promozione, che dopo averlo avverato è necessario mettere in pratica. «Salire di categoria cambia molto per i costi da sostenere, ma l’intenzione dei dirigenti è quella di fare questa scommessa. Più che dal punto tecnico, la differenza si sentirà da quello fisico, anche in virtù delle presenza di avversarie bolognesi. Non penso però che ci saranno rivoluzioni in organico, anzi stiamo andando verso la conferma di gran parte del gruppo. Davanti a noi c’è un’avventura molto stimolante e speriamo di continuare a divertire il nostro pubblico».
La società presieduta dalla storica presidentessa Carla Capucci può inoltre contare su un settore giovanile piuttosto ampio, composto da 160 tesserati (dai bambini delle elementari fino all’Under 18), suddivisi in dodici gruppi. «C’è un legame unico che unisce la prima squadra ai baby del vivaio. A Russi si sta bene, c’è un ambiente tranquillo. Anche l’amministrazione comunale ci ha dato una mano, realizzando nella palestra un bellissimo parquet e costruendo una tensostruttura per l’attività del settore giovanile. Tutti uniti – termina Tesei –penso che potremo toglierci altre soddisfazioni».
Il provvedimento preso «per i positivi effetti di analoghi atti adottati nei mesi scorsi»
Dall’1 luglio al 31 ottobre sarà in vigore nella zona della stazione e isola San Giovanni una nuova ordinanza antialcol e antivetro
«Il provvedimento – spiegano da Palazzo Merlato – è stato deciso visti i positivi effetti di analoghi atti adottati nei mesi scorsi, con l’obiettivo di mantenere e incrementare i positivi risultati già ottenuti, nell’ambito di una strategia complessiva, fatta di diverse azioni, finalizzata a prevenire e contrastare situazioni di malessere sociale e a favorire il decoro urbano e ambientale».
La nuova ordinanza impone il divieto di consumo di bevande alcoliche in qualsiasi contenitore (ad eccezione delle aree di pertinenza degli “esercizi pubblici di somministrazione bevande”, “esercizi commerciali” e “attività artigianali del settore alimentare”), il divieto di consumare alimenti e bevande in genere forniti in bottiglie di vetro e lattine; e quello di abbandonare bottiglie di vetro, lattine e contenitori in genere. Tali divieti saranno in vigore nell’ambito della zona Isola San Giovanni, giardini Speyer ed aree limitrofe di piazza Anita Garibaldi, via Giosuè Carducci e le laterali via San Giovanni Bosco e parco Amadesi e via Monghini, viale Carlo Luigi Farini, piazza Carlo Luigi Farini, viale Giorgio Pallavicini, via Alberoni (nel tratto compreso fra viale Pallavicni e via Candiano) e via Candiano, via di Roma (nel tratto compreso tra via Diaz e via Carducci), piazza Mameli, via Maroncelli (nel tratto compreso tra viale Farini e via Colonna) come riportato nell’allegata mappa. La sanzione prevista in caso di violazioni è di 200 euro. Sono ammesse deroghe in concomitanza con particolari eventi di interesse per la cittadinanza (feste di quartiere, ricorrenze, eccetera) previa autorizzazione del sindaco, sentito il comando di Polizia Locale.
Saranno utilizzati per una palestra e alloggi di edilizia sociale
Dal fondo Sviluppo e Coesione della Regione Emilia-Romagna arriveranno un milione di euro al Comune di Fusignano e 700mila euro al Comune di Bagnacavallo per progetti di riqualificazione. Lo stanziamento avviene grazie allo scorrimento delle graduatorie del bando per gli interventi di rigenerazione urbana.
«La Regione Emilia-Romagna, attraverso queste risorse, promuove la riqualificazione delle città, dei centri storici e dei quartieri, contrastando il degrado edilizio, urbanistico e sociale – spiegano i consiglieri regionali Manuela Rontini e Mirco Bagnari del Pd –. Si tratta di un finanziamento realizzato grazie alla Legge 24/2017, che disciplina la tutela e l’uso del territorio. Con la nuova legge urbanistica ci siamo infatti posti l’obiettivo del saldo zero nel consumo di suolo: questi progetti migliorano la qualità urbana e garantiscono maggior sicurezza sociale nei centri abitati».
I consiglieri ravennati entrano poi nel merito dei progetti. «Il finanziamento in arrivo nel ravennate è di 1,7 milioni di euro e rappresenta un’opportunità per migliorare la qualità della vita dei nostri territori. – spiegano – Il Comune di Bagnacavallo, che potrà beneficiare di 700mila euro, interverrà su Palazzo Abbondanza, un edificio di proprietà comunale del XVII secolo situato nella centrale via Mazzini, andando a creare alloggi di edilizia sociale. Il Comune di Fusignano, invece, realizzerà un intervento di riqualificazione dell’intera area scolastica. Il progetto per la creazione di una “cittadella scolastica”, che ha un importo complessivo di 1,5 milione di euro, per i quali è stato chiesto e ottenuto un cofinanziamento del 70 percento, pari a un milione di euro, prevede una nuova palestra, che aiuterà a risolvere la carenza di spazi sportivi e di uno spazio polifunzionale per la cittadinanza, il consolidamento e l’adeguamento sismico degli edifici, la progettazione condivisa del giardino della scuola e la riqualificazione degli spazi urbani che collegano il complesso con il paese circostante».
Anche i container registrano un aumento significativa: 1,3 percento
Dopo un 2018 che si è chiuso con il segno meno, il traffico container del porto di Ravenna appare in ripresa. Il dato complessivo segna una crescita dell’1,3 percento nei primi quattro mesi dell’anno (in totale sono stati movimentati 71.813 teu, un migliaio in più rispetto allo stesso periodo del 2018) ma, soprattutto, sono i contenitori pieni a tirare positivamente. Infatti escludendo dal conteggio i container movimentati a scopi logistici (i vuoti), il traffico risulta in crescita del 4,2 per cento. In particolare buono il dato dell’import con un aumento del 10 percento mentre l’export è in stallo e, anzi, in leggero calo (-1 per cento). I container sbarcati nel 2019 sono quindi 29.635 teu (+2.691 sul 2018) mentre gli imbarcati sono in calo di 287 teu (totale 29.388).
Il traffico merci complessivo è in crescita del 2,6 percento. In particolare le merci secche sono cresciute del 4,3 percento. Molto positivo il dato delle derrate alimentari (+24,1 percento) e dei minerali e cascami per la metallurgia (57,3 percento). Anche i prodotti metallurgici sono autori di un’ottima performance (+13,6 percento). In negativo invece i prodotti agricoli e i mangimi per animali (-14,2 percento) e i combustibili minerali (-18,5 percento).
Le rinfuse liquide sono in calo del 5,3 percento (-80.500 tonnellate) con un calo particolare legato ai prodotti chimici (-14,2 percento) e alle derrate alimentari (-13,9 percento). I prodotti petroliferi sono invece in crescita del 3 percento.
Rispetto al 2018, anno in cui l’insabbiamento dei fondali del terminal portò all’annullamento di alcune toccate, ci sono state tre navi da crociera in più arrivate al porto: nel 2019 sono sbarcati 4.468 turisti contro i 2.927 dello scorso anno. L’aumento è stato del 52,6 per cento.
L’associazione femminista contribuisce alla raccolta fondi per le spese legali della comandante Rackete al timone della nave di una Ong con 40 profughi a bordo al largo di Lampedusa. La penna del disegnatore ravennate Costantini omaggia la 31enne
La vignetta di Gianluca Costantini per Carola Rackete
La Casa delle Donne di Ravenna ha esposto al balcone della sua sede in via Maggiore uno striscione con scritto “Con la capitana Carola” per testimoniare la propria vicinanza alla comandante Carola Rackete della nave di una Ong con 40 profughi a bordo al centro della nota vicenda che si sta trascinando dal 12 giugno nelle acque al largo di Lampedusa. La Casa delle Donne fa sapere che contribuirà con una donazione alla raccolta fondi per far fronte alle spese legali che la Sea Watch 3 dovrà sostenere. «Siamo profondamente grate alla giovane e coraggiosa Carola Rackete, capitana della nave Sea Watch 3 perché dà a tutte e tutti noi una testimonianza straordinaria della forza dei valori dell’umanità coniugati ai valori del diritto».
All’imbarcazione è stato negato il permesso di entrare in porto a Lampedusa per sbarcare i migranti. La 31enne capitana è indagata per favoreggiamento e violazione dell’articolo 1099 del codice della navigazione, contestato al comandante che non obbedisca all’ordine di una nave da guerra nazionale, dopo aver ignorato l’alt di una motovedetta della guardia di finanza ed essere entrata nel pomeriggio del 26 giugno in acque territoriali italiane con l’intenzione, poi non portata a termine, di attraccare.
«La Capitana – scrive l’associazione femminista – come Antigone 2500 anni fa, ha disobbedito alla legge di un potere maschile arrogante, cinico e disumano per obbedire a una legge superiore, iscritta nella natura dell’essere umano, peraltro recepita dalla civiltà giuridica moderna. Consapevole delle gravi sanzioni a cui va incontro, la Capitana ha compiuto un atto nonviolento di obbedienza al diritto che fa emergere l’illegalità del divieto strumentale alle navi delle Ong di salvare vite in mare».
Da Ravenna una stoccata al ministro dell’Interno: «Ci riconosciamo nel linguaggio di senso, semplice e chiaro di questa giovane donna che sa di essere nel giusto a fronte del linguaggio violento, vendicativo, sprezzante del Creonte italiano che sbeffeggia una donna salda al timone da settimane che ha come priorità quella di far sbarcare 42 persone salvate in mare».
Anche il disegnatore ravenante Gianluca Costantini, storico collaboratore di Ravenna&Dintorni con la rubrica/blog “Tutto d’un tratto”, ha appoggiato la battaglia di Rackete con la sua penne in una vignetta pubblicata su Facebook. Costantini denuncia anche un piccolo caso contro il social di Zuckerberg: «Hanno bloccato la mia promozione su un post su Sea Watch. Norme della Comunità Europea. Mi hanno chiesto la carta d’identità. Ma non è bastato. Sarà una coincidenza che il disegno parli di Sea Watch?».
Basket B / Per restare a Faenza l’ala ha rifiutato molte offerte arrivate anche dalla A2. «Sono felicissimo della mia scelta e non vedo l’ora che inizi la nuova stagione»
L’ala Giorgio Sgobba resta a Faenza altri due anni
Giorgio Sgobba è pronto a vestire la canotta della Rekico per la seconda stagione consecutiva. L’ala continuerà a essere uno dei pilastri della squadra di Friso anche nella stagione 2019/20, avendo rinnovato il contratto con i Raggisolaris per altre due stagioni. Per restare a Faenza, il giocatore ha rifiutato molte offerte arrivate anche dalla A2. Leader in campo e fuori, Sgobba ha saputo integrarsi al meglio nella realtà faentina da quando è stato tesserato a inizio febbraio, arrivando da Scafati (serie A2 girone Ovest). Dal debutto a Olginate alla terza gara della semifinale playoff contro Omegna ha sempre dato un grande contributo a suon di punti e rimbalzi, viaggiando quasi costantemente in doppia-doppia, raggiungendo il suo high stagionale contro Bernareggio, mettendo ben 30 punti a referto. Le sue cifre della stagione 2018/19 sono piuttosto eloquenti: in campionato ha segnato 18.7 punti di media nelle dieci gare disputate e nei play off ha viaggiato a 17.
«I Raggisolaris sono stati gli unici ad avermi dato fiducia a febbraio – spiega Sgobba – puntando su un giocatore che stava aspettando di essere giudicato per un processo legato al doping e che poteva essere squalificato da un momento all’altro della stagione. Per fortuna quella vicenda si è risolta (giovedì 27 giugno, ndr) con l’assoluzione di tutti gli imputati, ma non è stato semplice vivere quei momenti, perché il processo è stato rimandato due volte e non vedevo l’ora che finisse tutto l’iter. In questa società ho trovato quella tranquillità che mi mancava in un momento difficile della mia carriera e questo non lo dimenticherò mai: la società, lo staff e i compagni sono stati una famiglia e io ho dato il massimo per ripagare il loro affetto. Ho quindi deciso di rinnovare il contratto per poter giocare ancora in una società seria che mette la persona al primo posto e dopo aver parlato con il presidente che mi ha esposto i programmi futuri. A Faenza mi sto trovando davvero bene: la città mi piace molto, il tifo è stupendo e caldo e tutti mi hanno sempre messo nelle migliori condizioni sin dal primo momento in cui sono entrato in palestra. Sono felicissimo della mia scelta e non vedo l’ora che inizi la nuova stagione».
«Siamo molto soddisfatti della conferma di Sgobba – sottolinea il general manager Andrea Baccarini – e della fiducia che ha riposto nel nostro progetto. Abbiamo deciso di continuare insieme a lui un percorso iniziato lo scorso febbraio in cui ha mostrato grande entusiasmo e siamo certi che anche nella prossima stagione sarà uno dei leader del gruppo. Oltre alle indiscutibili qualità tecniche, Giorgio ha anche un grande carattere e infatti in pochi giorni è riuscito a farsi voler bene dai compagni e dai tifosi. A livello tattico inoltre forma una coppia ben assortita con Klyuchnik che ci porterà solidità e sostanza sotto canestro».
Volley giovanile / L’Under 16 guidata da Pelloni e Versari ha vinto la competizione disputata in Umbria spuntando su Campania, Lazio e padrone di casa
Le ragazze dell’Under 16 della Pallavolo Alfonsine vincitrici delle finali nazionali Acsi
Confermata ancora una volta la supremazia delle squadre del comitato provinciale Acsi di Ravenna alle finali nazionali Acsi di pallavolo svoltesi a Nocera Umbra, in provincia di Perugia, dove la Pallavolo Alfonsine ha conquistato per la quinta volta il titolo di campione Italiano della categoria Under 16 femminile. Si tratta di un successo che mette in mostra la superiorità del volley ravennate in seno alla quale l’Acsi si pone tra le protagoniste assolute, comprovata quest’anno anche dalla promozione in Serie C dell’Acsi Volley Ravenna, espressione e diretta emanazione del comitato provinciale dell’Ente di Promozione presieduto dall’instancabile Italo Ferrari. Un bilancio, quindi, di sicuro positivo della stagione appena conclusasi. Questi nomi delle ragazze dell’Under 16 biancoblù: Alice Salani, Alessia Rambelli, Agnese Braghini, Viola Salani, Ilaria Morini, Elena Sartoni, Noemi Scardovi, Serena Sartoni, Mariarca Borrelli.
«Con il successo della Pallavolo Alfonsine – spiegano i dirigenti – l’Acsi di Ravenna vede premiato il proprio impegno per una sempre più incisiva promozione della pallavolo in provincia, organizzando e promuovendo annuali manifestazioni che registrano la partecipazione soprattutto dei giovani. Da ricordare fra esse il torneo Super Tris e la CoppAcsi di Primavera, autentiche kermesse della pallavolo giovanile ravennate». La nota dell’Acsi si conclude sottolineando come «alle grintose ragazze della Pallavolo Alfonsine presieduta da Giovanni Rossini e guidata dai tecnici Paolo Pelloni e Gilberto Versari, che hanno brillantemente superato, sia sul piano tecnico che agonistico, le altre finaliste rappresentanti della Campania, del Lazio e dell’Umbria, va il plauso incondizionato da parte del consiglio provinciale dell’Acsi di Ravenna».