martedì
30 Settembre 2025

Bilancio positivo per la stagione del settore giovanile del Porto Robur Costa

Volley giovanile / Chiusa un’annata che ha portato a un consolidamento ulteriore del vivaio, che oggi annovera 213 atleti, e della sinergia col consorzio Romagna in Volley, e a risultati sul campo di assoluto valore. Costa: «Abbiamo partecipato a quattro finali regionali, con un secondo posto e tre terzi posti, e a una finale nazionale»

Consar Romagna Under 13 3x3 Finale Regionale
L’organico dell’Under 13 3×3 della Consar Romagna guidata da Minguzzi

Con la tradizionale e classica cena, nella cornice del Marinabay di Marina di Ravenna, il settore giovanile del Porto Robur Costa, gestito dalla Scuola di Pallavolo Ravenna, ha messo la parola fine sulla stagione 2018/19. E l’appuntamento è stata l’occasione per stilare il bilancio finale di questa annata, «che ha portato innanzitutto a un ampliamento e consolidamento del vivaio del club – sottolinea Roberto Costa, responsabile dell’attività giovanile – composto da otto gruppi agonistici grazie all’inserimento di una squadra Under 12, e da quattro centri di addestramento Volley S3, di cui uno femminile, per un totale di 213 atleti (96 sono quelli dell’attività dai 6 agli 11 anni), dato in assoluto superiore alle presenze registrate dal 2004, anno della ripresa della nostra attività, e che ci ha visti tornare in campo nella Junior League dopo oltre venti anni di assenza. Allo sviluppo e alla penetrazione sul territorio, ha contribuito in modo insostituibile la sinergia con Romagna in Volley, il consorzio che da Cesena riunisce quasi tutte le squadre della Romagna con 2.500 atleti e atlete provenienti dai Cesena, Rimini, Cesenatico, Cervia, Bellaria, Imola e Lugo, e che quest’anno ha ricevuto dalla FIPAV il premio per la sua attività».

La Consar Di Junior League
L’organico della Consar Ravenna di Junior League

Ma per il vivaio del Porto Robur Costa, quella che si è da poco conclusa è stata anche un’annata che ha portato risultati sul campo di assoluto valore: «Oltre al bottino pieno di titoli provinciali, abbiamo partecipato a quattro finali regionali – ricorda Costa – con un secondo posto e tre terzi posti e a una finale nazionale con la nostra Under 13 3×3 classificatasi 11ª su 28 squadre finaliste. Un applauso sincero e convinto va a tutti i nostri ragazzi per l’impegno profuso, ai nostri 13 allenatori, ai 24 collaboratori e a tutti coloro che a vario titolo hanno dato una mano importante con amore e passione per accompagnare il lavoro del nostro vivaio. E un ringraziamento doveroso va fatto a quegli enti, imprese e aziende che anche quest’anno ci hanno confermato la loro fiducia e il loro sostegno, fondamentale per mantenere e sviluppare la nostra attività che ha ricevuto dalla Fipav il riconoscimento di alto livello nazionale con il marchio di qualità Oro».

Chiusa la stagione in palestra, ma non è chiusa l’attività del club che da lunedì 17 giugno fa partire la prima delle due settimane di camp estivo giornaliero, sempre al Marinabay, a cui risultano iscritti già una settantina tra ragazzi e ragazze e poi dal 1° luglio organizza una settimana di camp residenziale, al camping Rivaverde, che ha già totalizzato una ventina di adesioni. Infine, l’ultima settimana di agosto è previsto il classico appuntamento con il camp collinare a Marradi.

C’è un’altra Ravenna in serie C, con dedica all’agente Pietro Pezzi

«Ogni vittoria è stata per lui»: la storia della squadra nata per ricordare l’amico poliziotto scomparso. Dagli esordi nel 2017, ha ottenuto ben due promozioni

Pietro Pezzi VolleySe a un sogno ci aggiungi il cuore, anche un traguardo che sembra molto difficile può diventare raggiungibile. Tutto ciò è successo alla Pietro Pezzi Ravenna, squadra di pallavolo che all’esordio nel campionato di Serie D è riuscita al primo colpo a centrare la promozione in C. Nata nell’estate del 2017 con il nome di Dream Volley, la società ravennate all’inizio della passata stagione ha cambiato nome in memoria del pallavolista e giovane agente della Polizia di Stato scomparso in servizio, a 29 anni, in un tragico incidente a Lido Adriano. Dal sogno e dal cuore, quindi, nasce la dedica più commovente che lo sport della nostra provincia ha regalato negli ultimi tempi.

«È stata una stagione che ci ha portato grandi emozioni – inizia a raccontare uno dei dirigenti, Alessio Saporetti – e tanti momenti toccanti. Uno di questi è stato quando, alla prima gara casalinga, abbiamo consegnato la maglia della squadra ai genitori di Pietro. L’ultimo, invece, è arrivato quando abbiamo vinto la partita decisiva dei playoff, che ci ha permesso di essere promossi in C. In mezzo, invece, ci sono state numerose soddisfazioni e a ogni vittoria il nostro pensiero si rivolgeva a un amico che non dimenticheremo mai».
Un club nato dall’amicizia e dalla voglia di non voler attaccare le ginocchiere al chiodo.

«Un gruppo di amici – continua Saporetti – mi ha chiesto di creare una società per poter permettere loro di disputare un campionato agonistico, in quanto purtroppo nella nostra città non esistono altri club eccetto il Porto Robur Costa. Io e Gianluca Valmorri ci siamo presi questo impegno, iscrivendo l’allora Dream Volley nel torneo provinciale di Prima Divisione. Siamo partiti molto bene, in quanto la squadra è arrivata al primo posto, compiendo il salto in D».

Una realtà che ha, in quasi tutti i suoi componenti, un filo conduttore unico che porta a Pezzi. «Eccetto qualche giovane, tutti noi, dirigenti, allenatori e giocatori, siamo stati in squadra con Pietro. Ci tenevamo tantissimo a raggiungere questo risultato e per noi è stata una grande gioia poterglielo dedicare».
L’organico della formazione allenata da Rambelli e dal vice Velastri è composto da Alessi, Anconelli, Battara, Cardia, Cerquetti, Errani, Giorgioni, Mazzavillani, Molesi, Rambaldi, Rizzi, Rontini, Sampaoli, Sangiorgi, Sternini e Triossi.

«Per venire incontro agli impegni di ognuno di noi abbiamo formato una rosa di sedici elementi e un plauso va al coach, che ha saputo gestire nel migliore dei modi sia delle situazioni complesse, sia le risorse a sua disposizione». Fin dall’inizio della stagione si è capito che la Pietro Pezzi poteva ambire a disputare un campionato di vertice. «Siamo partiti molto bene, stazionando sempre nella parte alta della classifica e finendo l’andata al terzo posto. In seguito c’è stato un piccolo calo mentale e abbiamo perso qualche scontro diretto, chiudendo in quinta posizione, l’ultima utile per partecipare ai playoff». E qui, nonostante lo svantaggio di disputare la gara decisiva sempre in trasferta, i ravennati hanno mostrato il loro meglio. «In semifinale abbiamo rifilato un doppio 3-0 ai modenesi del Castelnuovo Rangone, mentre in finale siamo riusciti a ribaltare una situazione molto complicata. Persa la prima partita a Viserba, nella seconda abbiamo vinto, pareggiando il conto.
Nella “bella”, disputata in casa dei riminesi, abbiamo giocato un bellissimo match, vincendo addirittura in soli tre set».

Il “segreto” di questa impresa proviene innanzitutto dall’armonia che si respira nello spogliatoio della “Montanari”, la palestra dove la squadra di Rambelli svolge partite e allenamenti. «Si è creato un bel gruppo, dove i giovani si sono subito integrati nel modo migliore con i più esperti. Non ci sono mai stati problemi e la voglia di centrare una promozione da dedicare a Pietro ha portato una motivazione e uno stimolo in più».

Adesso, con un’estate di fronte, in casa ravennate si vuole continuare a sognare. «La nostra intenzione è quella di disputare la Serie C: l’obiettivo iniziale era quello e l’abbiamo raggiunto in soli due anni. È chiaro che alzando l’asticella tutto diventa più complicato, ma con qualche innesto proveremo ad allestire una rosa in grado di essere competitiva, lasciando ovviamente intatto il nocciolo duro del gruppo. Con la speranza che qualcuno ci dia una mano – termina Saporetti – in quanto in queste categorie è sempre difficile trovare degli sponsor».

Chi era Pietro Pezzi

Pietro Pezzi RitrattoNato il 27 settembre 1987, residente a Godo di Russi, Pietro Pezzi dopo essersi diplomato al Liceo Scientifico presta servizio nell’Esercito per due anni – dal dicembre 2011 al dicembre 2013 – con il grado di caporale. Appassionato di pallavolo, schiacciatore, veste per qualche stagione la maglia del Porto Donati Ravenna, giocando nei campionati di Serie B2 e B1. Nel corso dell’annata 2012-13 decide di lasciare l’attività agonistica per intraprendere la carriera di agente di Polizia, continuando però a praticare, in particolare nel periodo estivo, il beach volley. Dopo avere vinto il concorso, a inizio 2015 entra in Polizia come allievo agente, diventando agente nel 2016.
Pezzi perde la vita in un incidente stradale poco prima della mezzanotte tra il 16 e il 17 settembre del 2017, mentre era in servizio con la collega Nicoletta Missiroli, sostituto commissario di 53 anni, anch’essa deceduta nello schianto. I due erano stati chiamati per sedare una rissa tra due turisti stranieri all’interno di un campeggio di Lido di Dante, quando chi era al volante ha perso il controllo dell’auto di servizio fino a schiantarsi contro un platano, a Lido Adriano.

Tutta l’energia e le buone vibrazioni dei “Tamburi nella notte”

Concerto finale questa sera al Pala De André con oltre 50 strumentisti per la rassegna “100 percussioni” del Ravenna Festival – VIDEO


Un concerto-rito che cerca la fusione e il dialogo tra tradizioni e linguaggi lontani; una festa di suoni, che insegue timbri di strumenti che arrivano da ogni latitudine, sommando battito su battito, groove su groove per un’unica, densa, vibrante pulsazione di cui traboccherà la notte; un’orchestra di sole percussioni senza precedenti nella storia della musica e pronta a misurarsi con una composizione appositamente commissionata dal Festival. La straordinaria avventura delle 100 percussioni, che per dieci intense giornate ha fatto di Ravenna la capitale del ritmo in collaborazione con Accademia Chigiana, non poteva concludersi con niente di meno intrepido e sorprendente.

Sabato 15 giugno, alle 21 al Pala De André percussionisti classici, percussionisti di tamburi a cornice, percussionisti di tamburi africani, cajon e metallofoni (gamelan) – coinvolti anche attraverso una chiamata – saranno guidati da Antonio Caggiano, direttore e solista, in Tamburi nella notte. “Un lungo viaggio dentro e intorno allo strumento più antico del mondo,” nelle parole di Michele Tadini, compositore di questo brano dal titolo di suggestione brechtiana: «avremo da un lato l’ammirazione estatica per il timbro e del ciclo ritmico ripetitivo e dall’altra lo sfogo violento, deflagrante. Tempo circolare / Tempo lineare. Rito e rottura. Ipnosi e movimento. Stasi e danza. Buon viaggio»

Lo spettacolo è realizzato con il contributo di Reclam – Edizioni e Comunicazione, editrice di questo sito  web.

 

Sorpresa a rubare all’Esp 70 confezioni di lamette da barba: arrestata una 42enne

Lamette ExtracoopAveva tentato di rubare, nascondendole dentro la propria borsa, circa 70 confezioni di lamette da barba “Gilette”, per un valore totale di 847 euro. Ma è stata fermata dal personale della vigilanza dopo che era scattato l’allarme antitaccheggio alle casse del supermercato Coop all’interno del centro commerciale Esp. La donna – una 42enne rumena con precedenti – è stata poi arrestata dalla polizia per furto aggravato.

Effetto ombrelli, «via Mentana è rinata». E la gioielleria trasloca «a malincuore»

L’installazione sospesa ha portato 130 condivisioni sui social in due settimane e un rinnovato interesse verso la strada. Ne parla l’ideatore Massimo Cimatti, in procinto di trasferire l’attività in via Matteotti

Viamentana«Con un investimento davvero minimo abbiamo avuto un ritorno di immagine incredibile: avremmo dovuto farlo molto prima…». A parlare è Massimo Cimatti, titolare dell’omonima gioielleria del centro di Ravenna nonché ideatore degli “ombrelli di via Mentana”, l’installazione sospesa che ha dato nuova luce (soprattutto sui social) a una strada non altrimenti così sotto i riflettori.

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Idea non certo originale, come sottolinea lo stesso Cimatti, ma che ha funzionato alla grande, con circa 130 foto postate in due settimane su Instagram (anche da turisti stranieri) con l’hashtag consigliato (#viamentanaumbrella) e soprattutto vecchi e nuovi clienti che ne parlano in maniera entusiastica. L’unico neo finora è rappresentato dalla fila di ombrelli “abbattuta” da due persone che, dopo pochi giorni dal montaggio, avevano evidentemente deciso di portarsene a casa uno, finendo però con il far crollare l’intero cavo.

«Tutto è nato dall’esigenza di far qualcosa per la nostra strada, di renderla viva anche in un momento in cui era piuttosto oscurata anche dal cantiere di piazza dell’Aquila. Ma non è stata una forma di protesta verso il Comune che anzi ci ha appoggiato in pieno, contribuendo alla realizzazione dell’opera».

La gioielleria Cimatti è tra i negozi storici del centro e dopo 63 anni di vita in via Mentana (a cui se ne devono aggiungere altri 7 in via Pasolini) si appresta a traslocare, anche se di pochi metri. «Siamo praticamente costretti e lo facciamo un un po’ a malincuore», rivela Cimatti che infatti ci spiega come il punto vendita necessitasse di un restyling ma che sarebbe stato troppo oneroso in quello stesso locale. Più semplice invece trasferire entrambi i punti vendita (chiudendo quindi anche quello aperto al momento in via Diaz) in un altro locale storico, che i ravennati ricordano forse come la “Casa della Lana”, in via Matteotti numero 20. La nuova apertura? Tra settembre e ottobre. Giusto in tempo per sfruttare l’effetto via Mentana, dove gli ombrelli resteranno ancora qualche mese, prima di essere rimossi per l’inverno.

«Zingara» tenta di rapire bambini all’Esp? Il centro commerciale: «Tutto falso»

Sul web circola la “bufala”. «La direzione si avvarrà della facoltà di intervenire legalmente…»

1Sta viaggiando rapidamente in queste ore sul web (e nei gruppi Whatsapp di genitori di bambini che frequentano asili o scuole) un messaggio in cui si parla di un tentativo di rapimento di una bimba da un carrello da parte di una fantomatica «zingara» al centro commerciale Esp.

Da parte nostra la notizia non aveva trovato alcun riscontro.

Ma è lo stesso centro commerciale a smentire ora categoricamente con un comunicato diffuso sulla propria pagina Facebook in cui l’Esp rassicura «i nostri utenti» e ribadisce ufficialmente «che all’interno del nostro Centro non si sono verificati episodi di “rapimento di bambini da parte di zingari”. Dispiace che certi falsi contenuti speculativi possano diffondersi rapidamente, facendo leva sulla paura. Ribadiamo che il nostro impegno, attraverso il servizio di sicurezza interno e gli opportuni sistemi di sorveglianza, è in grado di garantire una tranquilla e confortevole esperienza di shopping all’interno della nostra galleria. La Direzione del Centro ESP si avvarrà della facoltà di intervenire legalmente per impedire azioni diffamatorie della propria immagine nei confronti di coloro che continueranno a produrre o diffondere notizie false».

La carica delle 700 magliette gialle: ecco i giovani volontari del Comune di Ravenna

Si è aperta l’ottava edizione di Lavori in Comune. 64 le iniziative e i laboratori in programma, per 113 settimane di attività

19 06 14 Magliette Gialle 1Questa mattina (venerdì 14 giugno), per la prima volta a palazzo Rasponi Dalle Teste, si è aperta l’ottava edizione di Lavori in Comune con la consegna delle ormai note magliette gialle.

Numerosissimi le ragazze e i ragazzi intervenuti, tra i 14 e i 19 anni, che hanno formato un brioso e colorato effetto giallo nella piazza Kennedy e che da lunedì saranno impegnati nelle attività di volontariato e cittadinanza attiva, dedicandosi a iniziative e progetti a favore della comunità.

A oggi gli iscritti sono 694, di cui 425 femmine e 269 maschi; per 420 di loro si tratta della prima volta. Sono ben 64 le iniziative  e i laboratori in programma, per 113 settimane di attività.

Ad accogliere i volontari, l’assessore al decentramento Gianandrea Baroncini. «È una gioia accogliervi qui – ha detto ai ragazzi – per augurarvi una buona estate e tanta soddisfazione nelle attività che vi vedranno coinvolti. I progetti sono tanti, pensati per le diverse sensibilità e inclinazioni, ma il tratto comune è quello della consapevolezza di un impegno a favore della comunità di cui sarete protagonisti. Si tratta di un’esperienza di cittadinanza attiva che forse non avreste avuto modo di incrociare e che costituisce, da un lato, un valore aggiunto per voi, permettendovi di crescere e formarvi come cittadini e dall’altro un aumento enorme del capitale sociale della città».

Il progetto Lavori in Comune è promosso dall’assessorato al Decentramento, sostenuto dai dirigenti scolastici delle scuole secondarie di secondo grado e realizzato con la collaborazione di numerosissimi soggetti pubblici e privati, del mondo dell’associazionismo, dei servizi e del volontariato, ma anche da singoli volontari.

Le attività sono suddivise in aree legate all’Ambiente, all’ Arte, alla Creatività, all’ Educazione, alla Tua Ravenna e a Sani & Salvi.

Tra le novità di questa edizione ci sono il recupero e la cura di tartarughe spiaggiate o ferite, lo studio e il monitoraggio delle specie che abitano il fiume Montone, l’officina di cartapesta per la realizzazione di grandiose sculture, il supporto all’ attività di animazione degli ospiti della Zalambani, l’eduquake per il sostegno allo svolgimento dei compiti scolastici, la sicurezza in mare attraverso una settimana con la Guardia costiera ausiliaria.
Tra le tante attività, solo per fare alcuni esempi, la realizzazione di murales, il ripristino di panchine, strutture e aree verdi pubbliche, preparazione di performance teatrali, musicali e di danza.

La grande festa finale, prevista a conclusione del progetto, si terrà il 18 ottobre, alle 20.30, all’Almagià, con la consegna degli attestati di partecipazione che potranno essere convertiti in crediti formativi scolastici.

Un’orchestra di sole percussioni “senza precedenti” al Pala De André – FOTO

Sabato 15 “Tamburi nella notte” chiude la rassegna delle “100 percussioni” del Ravenna Festival

Un’orchestra di sole percussioni “senza precedenti nella storia della musica” – assicurano i promotori – è pronta a misurarsi con una composizione appositamente commissionata dal Ravenna Festival. La straordinaria avventura delle 100 percussioni, che per dieci intense giornate ha fatto di Ravenna la capitale del ritmo in collaborazione con Accademia Chigiana, non poteva concludersi con niente di meno sorprendente.

Sabato 15 giugno, alle 21 al Pala De André, percussionisti classici, percussionisti di tamburi a cornice, percussionisti di tamburi africani, cajon e metallofoni (gamelan) – coinvolti anche attraverso una chiamata pubblica – saranno guidati da Antonio Caggiano, direttore e solista, in Tamburi nella notte.

«Un lungo viaggio dentro e intorno allo strumento più antico del mondo – nelle parole di Michele Tadini, compositore di questo brano dal titolo di suggestione brechtiana –: avremo da un lato l’ammirazione estatica per il timbro e del ciclo ritmico ripetitivo e dall’altra lo sfogo violento, deflagrante. Tempo circolare / Tempo lineare. Rito e rottura. Ipnosi e movimento. Stasi e danza. Buon viaggio».

Lo spettacolo è realizzato con il contributo di Reclam – Edizioni e Comunicazione.

Zigzagando veloce fra le geografie della musica, ora negli agglomerati urbani dell’Uganda e poi nei quartieri coloniali di Buenos Aires, passando dall’ipnosi della techno africana alla forza avvolgente di maestri riconosciuti della musica contemporanea come Steve Reich e Karlheinz Stockhausen, tra tamburi a cornice e batterie elettroniche, la rassegna Le 100 percussioni ha fatto di Ravenna il punto di incontro fra culture e artisti, tra esplosioni, sussulti, palpiti – con cuore, urgenza e creatività. Il concerto di sabato sera ne è l’atto finale, attraverso una composizione che, mentre viaggia dal patrimonio delle poliritmie africane al kodò giapponese, è «un contributo alla conoscenza e un’esaltazione della diversità, caratteristiche innate nella cultura globale dei tamburi – continua Tadini, già autore anche del brano che ha coronato la rassegna Le 100 chitarre elettriche lo scorso anno – Vorrei che l’ascoltatore si accostasse come a un continuo invito a esplorare gli universi che si comporranno di fronte a lui, come fossero immagini che si inseguono, si sovrappongo, sino a sbiadire i confini. Alla fine il passaggio tra pizzica, Africa e musica classica diventerà impercettibile».

La vasta orchestra di percussioni sarà composta da cinque sezioni, dai tamburi africani a quelli a cornice, fino alle percussioni con una carica “rumorista” ai confini del funk. Ogni sezione ha il proprio coordinatore, incaricato di curare gli assoli e mantenere la coesione fra i musicisti; ad Antonio Caggiano invece il compito di far “suonare” all’unisono i cinque ensemble, un’esperienza tanto insolita quanto affascinante per un direttore. L’assenza di precedenti contribuisce a fare della partitura un’indispensabile traccia, un punto di partenza rispetto a un’opera che nascerà realmente solo una volta formata l’orchestra al Pala De André, lasciando anche ampio spazio all’improvvisazione. Infatti Tamburi nella notte, nota Caggiano «è basato sulle possibilità che si offrono alle musica quando entrano in relazione strumenti a percussione di provenienza molto diversa, pensiamo al gamelan, alle marimbe, ai bongos. È un trionfo delle identità, sonore e culturali, che fonderemo in un linguaggio che parla gli idiomi del mondo. Un suono ancestrale che irrompe nella nostra quotidianità».

Info e prevendite 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietteria serale al Pala de André dalle 19: tel. 3332009711; intero 15 euro, ridotto 12.
Il servizio navetta gratuito per il Palazzo de André, realizzato con il contributo di Tecno Allarmi Sistemi, percorrerà 2 volte la tratta Stazione – Palazzo M. De André, con partenza da Piazza Farini, alle ore 20.15 e 20.30. Al termine dello spettacolo due corse riporteranno gli spettatori al capolinea.

Lista civica Pigna: «Il fallimento della Stepra è un fallimento politico del Pd»

La società pubblica partecipata dagli enti locali operava nel settore immobiliare. La consigliera comunale Verlicchi: «Lacune di trasparenza»

«Il fallimento della società immobiliare Stepra è il fallimento politico del Pd a Ravenna. Il fallimento di Stepra non è frutto della crisi economica che ha colpito anche il mercato immobiliare, bensì di una serie di scelte azzardate compiute dagli amministratori ed avvallate dallo stesso Pd attraverso i soci pubblici». La lista civica La Pigna commenta così la notizia delle sentenza di fallimento pronunciata dal tribunale per la società pubblica partecipata da Camera di Commercio, Provincia di Ravenna e Comuni della provincia tra cui il capoluogo.

Non è la prima volta che la lista civica, rappresentata in consiglio comunale da Veronica Verlicchi subentrata dopo le dimissioni di Maurizio Bucci che si candidò a sindaco nel 2016, esprime perplessità e critiche sull’operazione Stepra: «La partecipazione degli enti pubblici è da sempre inspiegabile dato che Stepra ha sempre operato in un settore che nulla ha a che fare con i compiti di un ente pubblico: il settore immobiliare».

Secondo la ricostruzione della Pigna, «Stepra ha potuto beneficiare di prestiti bancari di alcune decine di milioni di euro utilizzati per acquistare terreni in area artigianale da rendere poi urbanizzabili e quindi vendibili ad imprese produttive, commerciali e di servizi». Ma a mancare sarebbe stato un piano industriale di verifica della sostenibilità degli investimenti.

Ma visto che gli amministratori erano dirigenti di associazioni di categoria, «non avrebbero avuto alcuna difficoltà a predisporre un piano investimenti basato sulla reale domanda di acquisto di terreni urbanizzati, verificandone preventivamente l’interesse reale attraverso la consultazione dei propri associati. Perché non é stato fatto?».

Verlicchi critica la mancanza di trasparenza dell’amministrazione De Pascale: «Gravissime lacune. Continuano, infatti, a latitare i documenti che abbia chiesto già diversi mesi fa, alla stessa tramite richiesta atti ufficiale. Il disastro di Stepra ha origini precise e non deve rimanere sotto silenzio: vanno accertate, da parte degli organi preposti, eventuali responsabilità dei soci pubblici, degli amministratori, dei sindaci Revisori e del liquidatore».

Il primo scudetto va alla Roma. Ecco il programma delle finali allo stadio Benelli

Gli Under 15 giallorossi hanno battuto il Milan. In arrivo Inter-Empoli Under 16 e semifinale e finale Under 17

Roma Campione Under 15
La Roma campione d’Italia Under 15 al Benelli in una foto postata sui social dall’assessore Roberto Fagnani, tra i promotori dell’iniziativa

Per il secondo anno di fila si stanno svolgendo allo stadio Benelli di Ravenna (sempre alle 20.30) le finali dei campionati nazionali di calcio giovanile dei campionati di serie A e B.

La finale dell’Under 15, giovedì 13 giugno, è stata vinta dalla Roma (2-0 contro il Milan) che si è così laureata campione d’Italia, con tanto di complimenti sui social del presidente James Pallotta.

Il 15 giugno è invece in programma la finale Under 16 tra Inter (che il 12 giugno in semifinale ha battuto la Juventus con un gol all’ultimo minuto dei tempi supplementari) ed Empoli.

Il 17 giugno al Benelli arrivano gli Under 17, con la semifinale tra Roma e Napoli. La vincente sfiderà per lo scudetto di categoria sempre a Ravenna, il 20 giugno, la vincente dell’altra semifinale, Inter-Atalanta.

Sono in programma nel Ravennate anche le fasi finali dei campionati giovanili di serie C e di quelli dilettanti.

La finale Under 17 di serie C è in programma al Benelli venerdì 21 giugno alle 18 tra le vincenti di Pordenone-Juve Stabia e Renate-Paganese, che si giocherà il 18 giugno alle 20.30 allo stadio di Russi. E sempre Russi ospiterà alle 17.30 del 23 giugno la finale del campionato Under 16 di serie C, tra Novara e Vicenza.

“Basta compiti”, la maestra: «Per matematica addizionate i baci dati a mamma e papà»

Tina De Rosa insegna in una primaria di Faenza ed è l’unica insegnante in provincia che figura nell’elenco pubblico dei docenti che sostengono la petizione nazionale per eliminare il lavoro a casa: 35mila sottoscrizioni online

Pexels Photo 256468Per una vacanza di Pasqua il compito di matematica assegnato ai suoi alunni era stato contare le stelle di una notte serena e addizionare i baci dati a mamma e papà. Per una vacanza di Natale la consegna era stata di visitare la propria città luccicante e esagerare con gli abbracci senza paura di sembrare piccoli. Tina De Rosa insegna alla scuola primaria “Martiri di Cefalonia” a Faenza e con i compiti a casa tradizionali ha detto basta da un po’. La maestra originaria di Ischia, con 40 anni di carriera in aula di cui venti a Faenza, aderisce al movimento “Basta Compiti” nato come gruppo Facebook per iniziativa di un docente ligure circa cinque anni fa e oggi diventato una petizione online con 35mila firmatari che chiedono di “superare una pratica inutile e dannosa” (in fondo alla pagina il testo della petizione).

«Non sono mai stata una grande sostenitrice dei compiti a casa – spiega De Rosa – e un certo punto tramite social sono venuta a conoscenza di questo movimento di cui condivido le idee. Insegno matematica in un tempo pieno e i bambini che escono alle 16.30 non possono avere compiti a casa, è impensabile. Cerchiamo di fare le cose in classe». Al massimo qualche incarico al venerdì: «Mi consulto con la mia collega e faccio in modo che non siano mai cose pesanti».

Niente compiti nemmeno nei tre mesi abbondanti di pausa estiva appena iniziati? «La mia collega di italiano ha intenzione di dare un piccolo eserciziario. Io penso che darò dei consigli di lettura visto che tutti i bambini hanno la tessera della biblioteca. O magari qualche gioco che porti i bambini a fare i calcoli ma divertendosi. Un quaderno dove annotare le loro emozioni per le esperienze vissute. Di sicuro nessun tomo spaventoso e sarà tutto facoltativo: gli alunni devono fare le cose con la voglia di farle e non per la paura di essere sgridati per non averli fatti».

Il nome di Tina è l’unico della provincia di Ravenna che compare nell’elenco dei docenti “a compiti zero” che si può consultare sul sito www.bastacompiti.it: «Conosco altri docenti che la pensano come me ma forse non conoscono il movimento». Quando De Rosa ha scelto di schierarsi e per la prima volta ha deciso di dare compiti alternativi ha voluto prima informare la dirigente: «Le ho fatto leggere il bigliettino che avevo preparato per bambini e genitori e non ci sono stati problemi». Un testo scritto di suo pugno per una delle vacanze pasquali: “Ho pensato di non assegnare compiti tradizionali ma proposte un po’ diverse. Fate passeggiate, incontrate amici, ascoltate musica e leggete un libro, sfogliate i quaderni di scuola e concludete ciò che è rimasto incompleto, disegnate, dipingete, passate più tempo con le persone care come i genitori, giocate con loro, preparate sorprese per quando tornano dal lavoro, apparecchiate e sparecchiate, fate lunghe dormite, respirate i profumi delle pietanze e assaggiatele”. E poi in allegato, a uso e consumo dei genitori, la Carta dei diritti dell’infanzia.

Ecco il testo della petizione “Basta compiti”
Il testo della petizione on line “Basta compiti” che raccoglie l’adesione anche di numerose autorevoli associazioni, intellettuali, figure del mondo della scuola e non, testualmente recita:
«Chiediamo che i compiti a casa siano aboliti, nella “scuola dell’obbligo”, perché:
sono inutili: le nozioni ingurgitate attraverso lo studio domestico per essere rigettate a comando (interrogazioni, verifiche…) hanno durata brevissima: non “insegnano”, non lasciano il “segno”; dopo pochi mesi restano solo labili tracce della faticosa applicazione;
sono dannosi: procurano disagi, sofferenze soprattutto agli studenti già in difficoltà, suscitando odio per la scuola e repulsione per la cultura, oltre alla certezza, per molti studenti “diversamente dotati”, della propria «naturale» inabilità allo studio;
sono discriminanti: avvantaggiano gli studenti avvantaggiati, quelli che hanno genitori premurosi e istruiti, e penalizzano chi vive in ambienti deprivati, aggravando, anziché “compensare”, l’ingiustizia già sofferta;
sono prevaricanti: ledono il “diritto al riposo e allo svago” (sancito dall’Articolo 24 della dichiarazione dei diritti dell’uomo) riconosciuto a tutti i lavoratori – e quello scolastico è un lavoro oneroso e spesso alienante: si danno anche nelle classi a tempo pieno, dopo 8 ore di scuola, persino nei week end e “per le vacanze”;
sono impropri: costringono i genitori a sostituire i docenti; senza averne le competenze professionali, nel compito più importante, quello di insegnare a imparare (spesso devono sostituire anche i figli, facendo loro i compiti a casa);
sono limitanti: lo svolgimento di fondamentali attività formative (che la scuola non offre: musica, sport…), oltre gli orari delle lezioni, che richiedono tempo, energie, impegno, esercizio, sono limitate o impedite dai compiti a casa;
sono stressanti: molta parte dei conflitti, dei litigi (le urla, i pianti, le punizioni…) che avvengono tra genitori e figli riguardano lo svolgimento, meglio il tardivo o il mancato svolgimento dei compiti; quando sarebbe invece essenziale disporre di tempo libero da trascorrere insieme, serenamente;
sono malsani: portare ogni giorno zaini pesantissimi, colmi di quadernoni e libri di testo, è nocivo per la salute, per l’integrità fisica soprattutto dei più piccoli, come dimostrato da numerose ricerche mediche.
Dalla Carta internazionale dei diritti dell’infanzia, art 31: “Gli Stati membri riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età…”».

Ristorazione etnica, i Nas sospendono l’attività di un grossista da 300mila euro

Complessivamente oltre 70 controlli nelle province di Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini

Nas Mensa
Foto di repertorio

I carabinieri del Nas di Bologna nell’ultimo mese hanno effettuato oltre 70 accessi ispettivi in esercizi di ristorazione etnica nelle province di Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, che hanno portato alla contestazione di 44 infrazioni amministrative, nei confronti di 20 legali rappresentanti con il sequestro di oltre 200 kg di alimenti del valore superiore a 10.000 euro. Nel corso dei controlli sono state comminate sanzioni per un importo pari a 45.000 euro.

In provincia di Ravenna, in particolare, è stata sospesa un’attività di commercializzazione all’ingrosso di alimenti etnici del valore di 300.000 euro.

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