La Bitways Srl aveva la sua sede in un ufficio nell’edificio bruciato. Illegale rappresentante: «Non molliamo»

Non solo la Lotras, c’è anche un’altra azienda coinvolta nell’incendio di via Deruta a Faenza. Nell’edificio di 21mila metri quadri che è bruciato nella notte tra l’8 e il 9 agosto c’era infatti la sede della Bitways Srl, azienda di servizi informatici che conta 13 dipendenti e occupava un ufficio di circa 200 metri quadri. Mirko Guerra, legale rappresentante della società, spiega: «I nostri clienti ci hanno dato grande sostegno. Subito dopo l’incendio abbiamo girato un video per dire loro che non molliamo». Bitways Srl ha visto bruciare completamente il loro uffici ma fortunatamente molti dei dati erano su cloud, per cui anche se i server sono fisicamente andati in fumo nell’incendio, ha potuto continuare a lavorare. Nell’emergenza i dipendenti lavorano da casa per ripristinare tutte le funzionalità. Tra i clienti della società informatica c’era la stessa Lotras.
Intanto l’incendio è sostanzialmente spento, come annuncia il sindaco Giovanni Malpezzi. Nonostante non ci siano più le fiamme, infatti, le braci sono incandescenti e quando vengono smosse dalle ruspe, si solleva nuovamente fumo. «Questa notte – dice Malpezzi – i Vigili del Fuoco hanno lavorato incessantemente con mezzi pesanti per entrare dentro al cuore del capannone. I pompieri sono entrati in condizioni molto difficili, causa il denso fumo e le elevate temperature. Sarà un lavoro ancora lungo, ma la fase critica è in via di superamento. Un grazie di cuore a tutti gli uomini (e anche diverse donne) dei Vigili del Fuoco, che in questi giorni “roventi” stanno lavorando per noi». Domani, dall’Arpae, arriveranno le analisi più puntuali sulla qualità dell’area e sugli effetti per la salute delle emissioni. Arriverà poi il momento di indagare sulle cause. La vastità dell’incendio e la velocità con cui le fiamme si sono prorogate potrebbe suggerire un’origine dolosa.


Nella notte i carabinieri della Compagnia di Ravenna hanno tratto in arresto un giovane piemontese per furto con strappo. In particolare la pattuglia della Stazione di Via Alberoni è stata inviata presso un noto locale notturno della riviera ravennate poiché sul posto gli incaricati alla vigilanza trattenevano un ladro.

I dati dei primi sei mesi del Museo di Classe e della fondazione Parco archeologico sono molto lontani da quelli previsti ad inizio semestre. Alvaro Ancisi (LpRa) tramite un accesso all’atto ha chiesto e ottenuto i dati degli ingressi a pagamento dei siti gestiti dalla Fondazione RavennAntica. Sono cinque in totale: Domus dei tappeti di pietra, Tamo, Cripta Rasponi, Museo Classis e Antico Porto di Classe.
Ha percorso diversi chilometri contromano sulla corsia nord dell’A14 fra i caselli di Faenza e Imola. È accaduto attorno alle tre di mercoledì, quando sono arrivate diverse segnalazioni di una auto che procedeva in direzione di Ancona. Gli agenti della sottosezione polizia stradale di Forlì hanno immediatamente attivato una procedura di ‘safety car’ in modo tale da incolonnare il flusso veicolare alle spalle della vettura di servizio, creando così una sorta di protezione per gli utenti ignari del pericolo. A Imola l’incontro e il blocco della vettura che procedeva contromano sulla corsia di sorpasso.
Sono in corso i lavori per la riqualificazione della vecchia casa colonica annessa al Podere Pantaleone di Bagnacavallo, la cui conclusione è prevista entro la fine dell’anno. L’importo totale dell’intervento è di 490mila euro, 300mila ottenuti grazie a un finanziamento europeo veicolato dalla Regione Emilia-Romagna attraverso il Gal Delta2000. Verranno in questo modo valorizzati e resi fruibili gli spazi della casa – un tempo di proprietà della famiglia Pirazzoli, soprannominata “Pavlêna”, poi acquistata dal Comune di Bagnacavallo nel 1988 assieme ai terreni del podere stesso – per le attività di educazione ambientale e promozione del territorio realizzate al Pantaleone.





Dopo la parziale chiusura del sindaco all’ipotesi di un trasferimento delle ossa di Dante a Firenze, in occasione del settimo centenario dalla morte, nel 2021 arriva la presa di posizione del suo vice, Eugenio Fusignani. Il politico, che è anche segretario provinciale del Pri, è molto più netto: « Dante Alighieri non venne rapito dai ravennati ma fu cacciato dai fiorentini e, dunque, costretto a fuggire da Firenze; scelse Ravenna oltre sette secoli fa, scrivendo qui molti dei versi più belli della letteratura italiana. Le sue ossa non sono reliquie di santo e, pertanto, meritano il rispetto laico di una città che si è assunta l’impegno e l’onore di custodirle, difendendole, nel corso dei secoli, anche durante avvenimenti storici cruenti e difficili».
La polizia ha arrestato un 23enne tunisino controllato alle 4.50 della mattinata del 9 agosto in via Marani. Il giovane alla vista della polizia si è nascosto dietro un albero. Identificato, il giovane è risultato gravato da numerosi precedenti penali e di polizia per reati in materia di stupefacenti e reati contro il patrimonio, non in regola con le norme sul soggiorno in Italia dei cittadini stranieri.
Sono stati approvati in giunta gli interventi di restauro e consolidamento delle colonne storiche di piazza del Popolo, resisi necessari dalle aggressioni di alghe, licheni, smog, guano e agenti atmosferici. Si interverrà anche su precedenti azioni di restauro avvenute negli anni ´90 in presenza di distacchi e fenditure che possono favorire la proliferazione di attacco biologivo, vegetazione e sporcizia. Gli interventi di restauro riguarderanno principalmente le parti in marmo e granito di colonne e statue, oltre ai basamenti di queste ultime; in buone condizione invece gli elementi in bronzo dei due manufatti. Gli interventi comprendono, tra gli altri, la pulizia delle superfici, alcune stuccature, un trattamento antivegetativo e la realizzazione di nuove coperture a protezione dei piani orizzontali del basamento. Il totale di spesa per l’intero intervento di restauro e consolidamento delle colonne è di 48mila euro e i lavori verranno avviati nel prossimo autunno.