domenica
21 Dicembre 2025

Incendio quasi spento in via Deruta. Coinvolta un’altra azienda nel rogo

La Bitways Srl aveva la sua sede in un ufficio nell’edificio bruciato. Illegale rappresentante: «Non molliamo»

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La foto pubblicata dal sindaco Giovanni Malpezzi

Non solo la Lotras, c’è anche un’altra azienda coinvolta nell’incendio di via Deruta a Faenza. Nell’edificio di 21mila metri quadri che è bruciato nella notte tra l’8 e il 9 agosto c’era infatti la sede della Bitways Srl, azienda di servizi informatici che conta 13 dipendenti e occupava un ufficio di circa 200 metri quadri. Mirko Guerra, legale rappresentante della società, spiega: «I nostri clienti ci hanno dato grande sostegno. Subito dopo l’incendio abbiamo girato un video per dire loro che non molliamo». Bitways Srl ha visto bruciare completamente il loro uffici ma fortunatamente molti dei dati erano su cloud, per cui anche se i server sono fisicamente andati in fumo nell’incendio, ha potuto continuare a lavorare. Nell’emergenza i dipendenti lavorano da casa per ripristinare tutte le funzionalità. Tra i clienti della società informatica c’era la stessa Lotras.

Intanto l’incendio è sostanzialmente spento, come annuncia il sindaco Giovanni Malpezzi. Nonostante non ci siano più le fiamme, infatti, le braci sono incandescenti e quando vengono smosse dalle ruspe, si solleva nuovamente fumo. «Questa notte – dice Malpezzi – i Vigili del Fuoco hanno lavorato incessantemente con mezzi pesanti per entrare dentro al cuore del capannone. I pompieri sono entrati in condizioni molto difficili, causa il denso fumo e le elevate temperature. Sarà un lavoro ancora lungo, ma la fase critica è in via di superamento. Un grazie di cuore a tutti gli uomini (e anche diverse donne) dei Vigili del Fuoco, che in questi giorni “roventi” stanno lavorando per noi». Domani, dall’Arpae, arriveranno le analisi più puntuali sulla qualità dell’area e sugli effetti per la salute delle emissioni. Arriverà poi il momento di indagare sulle cause. La vastità dell’incendio e la velocità con cui le fiamme si sono prorogate potrebbe suggerire un’origine dolosa.

Prende il sole nudo al fiume: maxi multa da 3.300 euro per un 25enne faentino

Era in compagnia della fidanzata al torrente Setta a Marzabotto. A chiamare l’Arma alcune famiglie con bambini che erano in zona

Torrente Setta
I carabinieri al torrente Setta

Costerà caro a un 25enne fantino la scelta di prendere il sole completamente nudo sulle rive del torrente Setta, a Marzabotto nel Bolognese. Per il ragazzo è scattata una multa di 3.300 euro per atti contrari alla pubblica decenza, elevata dai carabinieri che verso le 15.30 di ieri pomeriggio sono intervenuti sul lungofiume, chiamati da altri bagnanti, soprattutto famiglie con bambini che avevano chiesto invano al giovane di mettersi il costume.

Il 25enne era in compagnia della fidanzata, in stato di gravidanza: lei era vestita mentre lui si è ricomposto solo dopo l’arrivo dei militari. A quanto pare, si è giustificato dicendo di abitare a Faenza e di essere andato a cercare un po’ di relax per sfuggire all’aria irrespirabile che c’è vicino alla sua abitazione, a causa dell’incendio che sta interessando quella zona.

Lotras System: incendio sotto controllo. L’azienda devastata dalle fiamme

Nella giornata di oggi si confida di domarlo completamente. Poi si accerteranno le cause del rogo

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Le foto scattate dal sindaco Giovanni Malpezzi in elicottero

Dopo oltre 30 ore l’incendio alla Lotras è sotto controllo.  I pompieri dovrebbero riuscire a domare le fiamme nelle prossime ore – scrive il sindaco Giovanni Malpezzi su Facebook – anche se la colonna di fumo nero, visibile a diversi chilometri di distanza, continua ad alzarsi. Il primo cittadino ha anche postato nella serata delle 9 agosto delle foto dall’alto, scattate dall’elicottero dei vigili del fuoco, che danno un’idea della devastazione dell’azienda. Affranti i tanti dipendenti della società di movimentazione logistica. Alla fine delle operazioni si comincerà ad indagare sulle cause: l’ipotesi incendio doloso non è esclusa, tanto che il deputato del Pd Marco Di Maio – che aveva parlato telefonicamente con i titolari – in un post su Facebook sembrava darla per prevalente.

Il Comune di Ravenna scrive in una nota che «il fumo non ha interessato se non marginalmente il  ravennate. Arpae Emilia-Romagna, che ha effettuato rilievi, conferma che i parametri di qualità dell’aria sono all´interno dei limiti di legge  (l’evento continuerà a essere costantemente monitorato da Arpae attraverso centraline fisse e mobili)».

Al fine di consentire la gestione complessiva di tutte le situazioni di emergenza, dalla mattina di venerdì 9 agosto è stato attivato dalla Prefettura il Com – Centro Operativo Misto, che ha proseguito le attività  avviate dal Coc – Centro Operativo Comunale, coordinato dal sindaco, che aveva fatto fronte alle attività di emergenza in prima battuta. Il Com, coordinato  da personale della Prefettura, resterà operativo fino a che non saranno terminate le attività dei Vigili del Fuoco per la messa in sicurezza dell’incendio e provvederà a coordinare le attività dei vari enti intervenuti,

Vista la vastità dell’incendio, è infatti necessario il continuo raccordo strategico e operativo tra tutti gli enti coinvolti aventi carattere locale e nazionale, al fine di ridurre il più possibile le ricadute negative sulla popolazione.

Arpae: aggiornamento delle condizioni dell’aria 

I dati delle stazioni della rete di monitoraggio della qualità dell’aria più vicine all’incendio (Faenza, Imola e Forlì) del 9 agosto – scrive l’Arpae – «non mostrano variazioni di rilievo nei valori dei parametri rispetto ai giorni precedenti, tutti all’interno dei limiti di legge. Nella stazione di Faenza – Parco Bertozzi il dato di PM10 di venerdì 9 è di 29 microgrammi/mc (contro i 26 e 24 dei due giorni precedenti; il limite di legge, da non superare per più di 35 giorni all’anno, è di di 50 microgrammi/mc)».
Il laboratorio mobile situato a Bagnacavallo rileva principalmente un innalzamento dei valori massimi di NOx, riscontrabili soprattutto della mattinata. «Non si evidenziano aumenti invece per benzene e monossido di carbonio. ono in corso i campionamenti ripetuti e continui per la ricerca di diossine/furani, idrocarburi policiclici aromatici e metalli. Per i livelli di concentrazione da raggiungere, i tempi di campionamento devono essere di almeno 12 ore, a cui faranno seguito le analisi con strumentazione specifica per la ricerca dei microinquinanti organici e inorganici. Per le acque di spegnimento dell’incendio, si sta procedendo per la raccolta e corretta gestione. Le condizioni meteo rimangono stabili, di alta pressione, con venti a regime di brezza».

Ruba una collana durante la serata in discoteca: arrestato un 19enne

Ha strappato di collo ad un altro giovane la catenina ma è stato visto da un amico e bloccato dalla sicurezza del locale

25Nella notte i carabinieri della Compagnia di Ravenna hanno tratto in arresto un giovane piemontese per furto con strappo. In particolare la pattuglia della Stazione di Via Alberoni è stata inviata presso un noto locale notturno della riviera ravennate poiché sul posto gli incaricati alla vigilanza trattenevano un ladro.

All’arrivo i militari hanno appurato che un 19 enne di Novara, in vacanza in zona, aveva strappato dal collo di uno sconosciuto, intanto a ballare in pista, una collanina in oro e, vistosi scoperto da un amico della vittima, aveva tentato di fuggire prima di essere fermato dagli addetti alla sicurezza.

I carabinieri dopo aver raccolto le testimonianze e ricostruito la dinamica del fatto, hanno dichiarato così il giovane in stato di arresto. Stamani, dopo una notte nella camera di sicurezza il ladro è comparso innanzi al gip del Tribunale di Ravenna che, con la convalida del provvedimento e la richiesta dei termini a difesa, gli ha imposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza con permanenza notturna in attesa della prossima udienza.

Olimpia Teodora, ecco Bottaro: «La prima sfida è riempire il PalaCosta»

Volley A2 femminile / In una Sala Consiliare stracolma è stato presentato il nuovo direttore generale della società biancorossa. «Per consolidarci bisogna lavorare con tranquillità, umiltà, fare rete con le altre realtà ravennati e costruire rapporti con le società più importanti del volley italiano»

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Da sinistra Giorgio Bottaro, il sindaco Michele De Pascale e il presidente Paolo Delorenzi

Un bagno di folla ha accolto il nuovo direttore generale dell’Olimpia Teodora, Giorgio Bottaro, in una stracolma Sala Consiliare. I banchi a disposizione non sono stati infatti sufficienti per contenere tutte le persone, che hanno ascoltato le parole del dirigente in piedi, trasmettendo un grande entusiasmo attorno alla società biancorossa che parteciparà al prossimo campionato di Serie A2 femminile. Tra queste, inoltre, erano presenti il presidente del Porto Robur Costa, Luca Casadio, quello del Basket Ravenna, Roberto Vianello, ma anche l'”architetto” del grande Messaggero, Giuseppe Brusi, e l’oro mondiale 2002 Simona Rinieri, oltre a tantissime protagonisti dello sport bizantino, come per esempio il fresco allenatore della Conad, Simone Bendandi.

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Il nuovo direttore generale dell’Olimpia Teodora Giorgio Bottaro

«33 anni fa – queste le parole di Bottaro – ho cominciato a fare il mestiere di dirigente al Basket Ravenna, per passare in seguito al Porto Volley. Torno a Ravenna in modo definitivo, dopo aver compiuto delle belle esperienza nella mia carriera da dirigente, togliendomi tante soddisfazioni. Avevo tante richieste, ma in me ha prevalso la voglia di restituire qualcosa alla mia città. Io sono nato a Genova, ma sono cresciuto qui e mi sento romagnolo in tutto per tutto. Credo di essere diventato quello che sono grazie soprattutto allo sport e, a mio parere, fare sport significa aumentare la qualità del tessuto sociale del territorio. Il nostro primo obiettivo deve essere quello di consolidarsi e per riuscirci bisogna lavorare con tranquillità, umiltà, fare rete con le altre realtà ravennati e costruire rapporti con le società più importanti del volley italiano. E’ fondamentale tenere in considerazione il tema della sostenibilità: le risorse sono limitate e quindi bisogna essere bravi nella gestione e nella progettazione. Non mi riguardano le vecchie diatribe con altri club ravennati: io guardo avanti e sono disponibile a parlare con tutti, per il bene comune. La sfida più grande, però, è quella di riempire il PalaCosta, riportando gente, trasmettendo loro i nostri valori. Se puntiamo ad andare in A1? Adesso prima di tutto pensiamo a costruire un buon settore giovanile e a far crescere in casa le giocatrici del futuro. Se riusciremo in questo, fra tre anni possiamo pensare anche al salto di categoria».

«In questi anni – aggiunge il presidente dell’Olimpia Teodora, Paolo Delorenzi – siamo riusciti non senza difficoltà a unire Olimpia e Teodora e adesso vogliamo crescere. Ci mancava un salto di qualità, quello di una società gestita e organizzata al meglio, che pensiamo di aver compiuto con l’arrivo di Bottaro. Siamo riusciti a contattarlo anche grazie all’aiuto dell’amministrazione comunale ed è una enorme soddisfazione averlo tra noi. Puntiamo di riportare la nostra società ai livelli che la città merita e il nostro sogno è quello di riuscire a giocare in Serie A1 nel nuovo palazzetto».

Parco Archeologico di Classe, LpRa: «Deludono i dati dei primi sei mesi dell’anno»

Ancisi: «Fallito il progetto. Il dato più sorprendente è quello degli incassi:  6.737 paganti entrati al prezzo medio di 2,5 euro»

Foto1 Esterno Classis I dati dei primi sei mesi del Museo di Classe e della fondazione Parco archeologico sono molto lontani da quelli previsti ad inizio semestre. Alvaro Ancisi (LpRa) tramite un accesso all’atto ha chiesto e ottenuto i dati degli ingressi a pagamento dei siti gestiti dalla Fondazione RavennAntica. Sono cinque in totale: Domus  dei tappeti di pietra, Tamo, Cripta Rasponi, Museo Classis e Antico Porto di Classe.

A Classis la Fondazione aveva previsto, per l’intero 2019, 65.000 visitatori (si presume a pagamento trattandosi di previsioni contabili) e costi per 540.000 euro, a fronte di cui i visitatori paganti sono stati, fino al 30 giugno, 18.343 e gli incassi totali 133.206 euro. «Dati molto lontani- dice Ancisi -, in relazione a questa prima metà dell’anno, dalle aspettative di attrazione (-42%) e dalla copertura dei costi (il 49%). Elevato, ma non troppo (molto meno del MAR, l’altro grande museo del Comune), il numero di 10.404 visitatori gratuiti. Il dato negativamente più sorprendente è però l’incasso dai biglietti, 98.302 euro, pari al prezzo medio mortificante di 5,35 euro. Ma preoccupa anche più l’affluenza media giornaliera dei visitatori paganti, appena 101, soprattutto se si considera che la vicinissima Basilica di Sant’Apollinare in Classe, formidabile potenzialità di abbinamento delle visite, ne attrae da sola (secondo i dati del 2018) quasi il triplo».

«Peggio ancora il connesso Parco archeologico di Classe, che dovrebbe formare una sorta di pacchetto unico con il museo archeologico. Rispetto ai 20.000 visitatori attesi per il 2019, i paganti del primo semestre sono stati 6.737, in proporzione -32%, per una media giornaliera di appena 37 ingressi, al prezzo medio di un caffè corretto (2 euro e mezzo)».

Le previsioni di LpRa sono fosche: «Si annuncia un clamoroso irreversibile fallimento della gigantesca e più costosa opera del regime, voluta e diretta dai tre sindaci di Ravenna di questo ventennio, a danno di altre cause sociali, culturali e turistiche viceversa sacrificate. Ma finisse qui. Perché quello che può ben definirsi “deserto archeologico di RavennAntica” succhia, nelle previsioni del 2019, costi annuali di gestione pari a 2.808.500 euro, tra costi ed oneri diretti, costi ed oneri diversi e museo Classis, di cui quasi 1.392.000 a carico di enti pubblici o gestori di servizi pubblici, di cui due terzi, 900.000 euro, direttamente dalle casse del Comune. A fronte di tali costi, la previsione dei ricavi assomma a 2.698.500 euro, pari a 110.000 di disavanzo, che rischia anche di peggiorare nel secondo semestre, dato che i mesi di maggiore affluenza ai musei sono quelli primaverili». Ancisi chiede che l’argomento sia affrontato in consiglio comunale in cui «valutare quale sia stato il maggior apporto di turisti che il Classis avrebbe procurato alla nostra città, confrontando le presenze turistiche del primo semestre 2019 con quelli dei due anni precedenti».

Fa venti chilometri contromano tra Faenza e Imola: sessantenne fermato, era ubriaco

A Imola l’incontro e il blocco della vettura che procedeva sulla corsia di sorpasso rischiando un grave incidente

IMG 1100Ha percorso diversi chilometri contromano sulla corsia nord dell’A14 fra i caselli di Faenza e Imola. È accaduto attorno alle tre di mercoledì, quando sono arrivate diverse segnalazioni di una auto che procedeva in direzione di Ancona. Gli agenti della sottosezione polizia stradale di Forlì hanno immediatamente attivato una procedura di ‘safety car’ in modo tale da incolonnare il flusso veicolare alle spalle della vettura di servizio, creando così una sorta di protezione per gli utenti ignari del pericolo. A Imola l’incontro e il blocco della vettura che procedeva contromano sulla corsia di sorpasso.

Al volante un sessantenne italiano residente nel Varesotto, in evidente stato di ebbrezza, come confermato dall’1,70 g/l di tasso alcolemico evidenziato dai controlli. All’uomo sono stati contestati gli illeciti penali ed amministrativi previsti, oltre al ritiro della patente e al sequestro amministrativo del veicolo ai fini della definitiva confisca.

Podere Pantaleone: via ai lavori, conclusione prevista entro la fine dell’anno

L’intervento in corso è eseguito tenendo conto del rispetto della tradizione recuperando forma, volume, proporzioni, aperture e materiali dell’edificio

Attachment 2019 08 09T181452.627Sono in corso i lavori per la riqualificazione della vecchia casa colonica annessa al Podere Pantaleone di Bagnacavallo, la cui conclusione è prevista entro la fine dell’anno. L’importo totale dell’intervento è di 490mila euro, 300mila ottenuti grazie a un finanziamento europeo veicolato dalla Regione Emilia-Romagna attraverso il Gal Delta2000. Verranno in questo modo valorizzati e resi fruibili gli spazi della casa – un tempo di proprietà della famiglia Pirazzoli, soprannominata “Pavlêna”, poi acquistata dal Comune di Bagnacavallo nel 1988 assieme ai terreni del podere stesso – per le attività di educazione ambientale e promozione del territorio realizzate al Pantaleone.

L’intervento in corso è eseguito tenendo conto del rispetto della tradizione recuperando forma, volume, proporzioni, aperture e materiali dell’edificio e minimizzandone l’impatto rispetto agli equilibri dell’oasi. Offrirà poi alle specie animali che si sono stanziate nell’area la possibilità di nidificare in elementi appositamente predisposti, per fornire una continuità all’equilibrio che si è costituito spontaneamente nell’area.

Saranno garantiti un superiore livello di sicurezza sismica e l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile. Verranno inoltre totalmente abbattute le barriere architettoniche. Il progetto prevede poi nei pressi dell’edificio la rinaturalizzazione del verde attualmente ripulito per esigenze lavorative, con eventuale successiva piantumazione di specie arboree tipiche delle case nella campagna romagnola.

Diletta Leotta si scatena in discoteca con il cantante faentino Alessandro Ristori

Tra le storie del profilo Instagram della conduttrice con 4,3 milioni di follower un passo di danza in coppia con il ravennate al party del Billionaire di Porto Cervo

I passi molleggiati e la verve del faentino Alessandro Ristori, il cantante dei The Portofinos che di recente si è esibito al matrimonio di Charlotte Casiraghi, hanno fatto scatenare Diletta Leotta in discoteca.

La celeberrima conduttrice tv era a Porto Cervo la sera dell’8 agosto alla festa per i 21 anni del Billionaire, il locale di Flavio Briatore, e sul suo profilo Instagram che conta 4,3 milioni di follower ha pubblicato diverse storie dedicate al cantante ravennate che era mattatore della serata. E in uno dei brevi video i due – lui con un look molto rock’n roll e lei in un abito arancione vedo-non-vedo – si sono esibiti in un passo in coppia concluso con una risata e un ironico “bravi” urlato da una voce fuoricampo.

Il vicesindaco: «Le ossa di Dante non si toccano, restano a Ravenna»

Fusignani chiude ad ogni ipotesi di trasferimento: «Ipotesi mai stata al centro del dibattito amministrativo, voltiamo pagina»

Tomba Di Dante RavennaDopo la parziale chiusura del sindaco all’ipotesi di un trasferimento delle ossa di Dante a Firenze, in occasione del settimo centenario dalla morte, nel 2021 arriva la presa di posizione del suo vice, Eugenio Fusignani. Il politico, che è anche segretario provinciale del Pri, è molto più netto: « Dante Alighieri  non venne rapito dai ravennati ma fu cacciato dai fiorentini e, dunque, costretto a fuggire da Firenze; scelse Ravenna oltre sette secoli fa, scrivendo qui molti dei versi più belli della letteratura italiana. Le sue ossa non sono reliquie di santo e, pertanto, meritano il rispetto laico di una città che si è assunta l’impegno e l’onore di custodirle, difendendole, nel corso dei secoli, anche durante avvenimenti storici cruenti e difficili».

Continua Fusignani:  «Ritengo – continua – che il sindaco fosse stato chiaro sulla volontà dell’amministrazione di non spostare i resti del Sommo Poeta, ma avendo letto in questi giorni commenti ancora possibilisti, intervengo sulla vicenda per un chiarimento definitivo. Comprendo la suggestione di un trasferimento sia pure temporaneo nella città natale ma, come disse un grande presidente del consiglio quale Giovanni Spadolini, fiorentino oltre che intellettuale di immensa cultura, il modo migliore di onorarne la memoria non è quello di disturbarne il sonno secolare ma continuare a lasciarli riposare dove sono, peraltro a poche decine di metri da quelli di un’altra grandissima figura coeva come l’arcivescovo Rinaldo da Concorezzo, unico ad opporsi alla condanna dei Templari, che morì a Ravenna proprio un mese prima di Dante».

Per questo – dice il vicesindaco – «credo che sia utile sgombrare il campo da ogni equivoco, quand’anche ricco di suggestivi stimoli, e ribadire, senza se e senza ma, che le ossa di Dante non si sposteranno da Ravenna. E proprio perché non sono sacre reliquie e la municipalità non è un’istituzione confessionale, non si prendano nemmeno in considerazione eventuali pur simboliche ostensioni. E allora occorre chiudere questa ancorché nobile ipotesi, peraltro mai stata al centro del dibattito amministrativo e voltare pagina per tornare a concentrarsi sulle iniziative più encomiabili e degne di celebrare una ricorrenza importante per il mondo intero. Allora bene il dialogo con le amministrazioni delle altre realtà interessate dalle celebrazioni dantesche del 2021, in primis Firenze, ma con la premessa che si parte da due punti fermi: Ravenna è la città di Dante perché qui ha scelto di viverci e qui è morto; le ossa di Dante non si toccano. Continuiamo così, mettendo in pista un calendario di eventi e iniziative di assoluto livello come sta costruendo l’amministrazione comunale con la regia appassionata del sindaco, attraverso le azioni puntuali degli assessorati alla Cultura e al Turismo, spegnendo ogni ipotesi che non appartenga al novero delle possibilità».

Ruba brioche al bar della stazione, arrestato e condannato un giovane

Le paste sono state asportate: erano state portata dal produttore, una nota pasticceria di Russi

BriocheLa polizia ha arrestato un 23enne tunisino controllato alle 4.50 della mattinata del 9 agosto in via Marani. Il giovane alla vista della polizia si è nascosto dietro un albero. Identificato, il giovane è risultato gravato da numerosi precedenti penali e di polizia per reati in materia di stupefacenti e reati contro il patrimonio, non in regola con le norme sul soggiorno in Italia dei cittadini stranieri.

Gli agenti hanno proceduto al controllo di una bicicletta da uomo di colore azzurro e grigio, lasciata dal giovane appoggiata alla recinzione dell’ippodromo; nel portapacchi hanno individuato in due voluminose scatole di cartone di colore bianco, di una nota pasticceria di Russi, un rilevante quantitativo di brioche, inoltre sempre all’interno di una delle scatole i poliziotti hanno trovato una fattura emessa dal produttore nei confronti del bar della stazione ferroviaria di Ravenna

I poliziotti si sono quindi recati quindi all’esercizio commerciale della stazione di piazza Luigi Carlo Farini dove hanno appreso, dal titolare, che erano stati asportati gli scatoloni delle brioche destinate alla vendita al pubblico. Dalla visione del filmato dell’impianto di video-sorveglianza gli agenti avevano modo di osservare che pochi minuti prima il giovane fermato nella via Marani si era reso responsabile del furto delle paste destinate al bar della stazione.

In considerazione di quanto accertato e dei numerosi precedenti penali,. è stato dichiarato in arresto per il reato di furto aggravato. Il giovane è stato condannato in mattinato a un mese e dieci giorni di reclusione ed euro 55 di multa.

Le colonne veneziane di piazza del Popolo saranno restaurate

Intervento da 48mila euro: riguarderanno principalmente le parti in marmo e granito di colonne e statue

Ravenna Piazza Del PopoloSono stati approvati in giunta gli interventi di restauro e consolidamento delle colonne storiche di piazza del Popolo, resisi necessari dalle aggressioni di alghe, licheni, smog, guano e agenti atmosferici. Si interverrà anche su precedenti azioni di restauro avvenute negli anni ´90 in presenza di distacchi e fenditure che possono favorire la proliferazione di attacco biologivo, vegetazione e sporcizia. Gli interventi di restauro riguarderanno principalmente le parti in marmo e granito di colonne e statue, oltre ai basamenti di queste ultime; in buone condizione invece gli elementi in bronzo dei due manufatti. Gli interventi comprendono, tra gli altri, la pulizia delle superfici, alcune stuccature, un trattamento antivegetativo e la realizzazione di nuove coperture a protezione dei piani orizzontali del basamento. Il totale di spesa per l’intero intervento di restauro e consolidamento delle colonne è di 48mila euro e i lavori verranno avviati nel prossimo autunno.

Le due colonne furono erette dai veneziani nel 1483 con basamento e gradoni scolpiti da Pietro Lombardo (padre di Tullio autore della famosa statua del Guidarello). I bassorilievi dei gradoni recano disegni ornamentali, di cui particolarmente fini sono quelli del gradone centrale e i dodici segni dello zodiaco in quello superiore della colonna nord. Nel riquadro che si trova sotto la data di questa colonna (1483), è riprodotto il colosso di “Ercole Orario”, chiamato dal Popolo “Conchincollo”. Era una grande statua che si trova presso la basilica romana di Ercole. Rappresentava il semidio in ginocchio che sosteneva sul capo un quadrante sotto forma di semisfera incavata sopra la quale era lo stilo da cui si dipartivano le linee orarie. Nel 1591 la statua crollò a causa di un terremoto. Alcuni marmi del basamento furono utilizzati per la base della colonna che ora si trova in piazza d’Aquila, mentre la statua fu donata ad architetti i cui eredi la disfecero per altri usi.

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